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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/28/11 in tutte le aree

  1. ... in certi casi il silenzio è d'Oro...
    1 punto
  2. Negli USA e' gia di fatto abolito e dubito sia stato per non offendere l'Islam: Usano CE (common era) e BCE. Le numerose chiese cristiane pero lo interpretano come "Christian Era".
    1 punto
  3. Ogni volta che leggo "ottimo FDC" mi viene in mente questa animazione di Bruno Bozzetto.
    1 punto
  4. Buonasera a voi, avrei voluto intervenire questa mattina, ma il lavoro non me lo ha consentito. Proverò dunque a dire qualcosa adesso, anche se gran parte delle problematiche che questa moneta pone sono già state ampiamente sviscerate nei post precedenti. In effetti bisogna dire che, come si può leggere nell'articolo di Bazzini e Otenio, questi grossi hanno avuto - numismaticamente parlando - una vita piuttosto travagliata. Da Zanetti, alla fine del Settecento, furono attribuiti dubitativamente a Vittoria, ma nel 1869 MIchele Lopez li ritenne di zecca meridionale. Dopo tale data e fino all'articolo di Lucia Travaini del 1990, non si è più parlato di Vittoria, ma di "zecca incerta lombarda" oppure di una officina del Regnum Siciliae. E' stata avanzata anche l'ipotesi che possa trattarsi di un'emissione meridionale per il mercato del Nord Italia. Come si può vedere l'attribuzione alla zecca di Vittoria di questa moneta non è pacifica. Michael Matzke, per esempio, continua a non accettare tale attribuzione e ritiene che i vittorini citati da Salimbene de Adam siano le monete scodellate catalogate nel CNI IX, recanti il nome di san Vittore. Personalmente mi sento di escludere una loro fabbricazione nel Regnum, per il motivo che si tratta di un nominale tipicamente Settentrionale, il quale, per quanto ne so, non avrebbe circolato al Sud, per tutta una serie di motivi dei quali diversi sono già stati posti in evidenza. E difatti documenti che attestino la battitura di monetazione grossa d'argento nel Regnum Sicilae non mi pare che ne esistano, né tantomeno sono a conoscenza di rinvenimenti di queste monete in Meridione. Al contrario, i pochi dati di mia conoscenza riguardanti il ritrovamento di queste monete testimoniano, se non proprio la loro emissione, comunque almeno la loro circolazione nell'Italia Settentrionale. Questo fatto, unito al loro peso, tipico dei denari grossi dal valore di 4 denari imperiali della metà del Duecento, fa propendere per una loro coniazione al nord. Altre indicazioni, pro e contro, le potete leggere nell'articolo citato, al quale mi sento di rimandare ancora oggi nonostante abbia oramai dieci anni. Ad onor del vero devo però riconoscere che dati assolutamente probanti, in favore dell'emissione a Vittoria dei grossi con ritratto, non ne esistono. Tuttavia, sebbene sia possibile tutto e il contrario di tutto, personalmente credo che a questo punto degli studi si possa escludere una loro origine meridionale, e penso dunque che la vexata quaestio rimanga quella di capire a quale zecca dell'Italia Settentrionale la moneta in esame possa essere attribuita. Io continuo a ritenere che l'attribuzione a Vittoria resti sempre la più plausibile. A questo punto vi pongo una domanda che può sembrare banale ma che, se ci pensate bene non lo è affatto: Da che cosa, una moneta di Dodicesimo e Tredicesimo secolo, prendeva il proprio nome? Dal nome che vi era inciso? Dall'autorità che lo aveva emesso? O dalla località dove era stata coniata? Oppure da tutte queste cose insieme? O magari da altri fattori ancora? A proposito dei vittorini falsi, prodotti con il conio messo in vendita su e-Bay, ho avuto modo di vedere e studiarne almeno un esemplare. Dovrebbero essere stati prodotti almeno una quindicina di anni fa e, da quanto ho potuto constatare, si trattava di ottimi rifacimenti. Quello che ho visto io però aveva un peso molto più basso di quello degli originali, tanto da dare l'impressione che il metallo di cui era costituito il tondello potesse non essere una lega di argento. Un altro particolare che ne tradiva la falsità era il taglio, troppo "fresco" e, direi, "perfetto" per una moneta medievale. Ho anche la foto ma in questo momento non riesco proprio a recuperarla, mi spiace. A risentirci, Teofrasto
    1 punto
  5. paradossalmente un giovane che è COSTRETTO a studiare contro voglia 25 pagine di storia a lezione (di cui poi dopo un mese non ricorderà una lettera) Ciao Magdi, secondo me il problema stà nel come lo si insegna la storia. Ci sono dei sistemi che mettendo curiosità ai ragazzi, fanno in modo di interessarli. Stà dunque agli insegnanti... e non solo. Ti faccio un esempio di qualche anno fà. Mia figlia frequentava la quinta elementare, le maestre invitarono tutti i genitori ad andare un giorno a scuola uno per volta, e tenere una lezione sul lavoro da loro svolto. C'era una dentista, mamma di Elisa, che spiegò tutto sull'igiene dentale, un mio amico, papà di Riccardo che era agronomo, che spiegò tutto sugli insetti, ecc. ecc. Io che di lavoro faccio l'autista, mi chiesi, che gli spiego...i segnali stradali? Allora mi venne un'idea, perchè non parlare di storia attraverso le monete? Fu un successo, i ragazzi mi fecero una montagna di domande su quei tondelli veri che si passavano di mano in mano. Impararono la storia di città ormai scomparse, di imperatori che nominavano console...un cavallo! Impararono aneddoti che mai nessuno gli avrebbe detto. Anche le maestre rimasero stupite di quanto poteva "parlare" una così piccola moneta antica, e fui ricoperto di complimenti. La foto che fu fatta per l'occasione andò a finire anche su un giornale. Quello che più mi ha fatto piacere e che qualcuno di quei ragazzi, da quel giorno, a detta di mia figlia, iniziò a collezionare monete.
    1 punto
  6. Quello a cui ti riferisci penso che sia( C di contorno rovesciato ) infatti alcune monete datate 1958, presentano nel contorno la dicitura "ITALIANA REPVBBLICA " anzichè " REPVBBLICA ITALIANA" questo è stato dovuto ad un errore di assemblaggio del conio. Questa moneta deve valere un bel po di soldi perché nel 1996 ne è stata venduta una ad un'asta in BB ad 878.000 £ mica male averne una oggi.
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  7. Le 50 lire fotografate sul tuo sito mi paiono del 1955 e non del 1959. Dove hai sentito parlare delle 500 lire Caravelle con la "C" rovesciata?
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  8. Si tratta di una gradevole moneta di Metapontum e mi complimento per l'acquisto. Se sei interessato alla tematica della spiga, essa ricorre con regolarità nella monetazione di Metapontum e le varie emissioni sono caratterizzate dalla presenza di simboli accessori e dal diritto che può recare una testa maschile elmata o una testa femminile di vario stile. In precedenza ci sono emissioni arcaiche, con spiga in incuso. Il testo di riferimento per l'argento di Metapontum è dato da due volumi, che si possono trovare ad esempio su Amazon: 1) http://www.amazon.com/Coinage-Metapontum-revised-Numismatic-Monographs/dp/0897222024 2) http://www.amazon.com/Coinage-Metapontum-Numismatic-Monographs-ANSNNM/dp/0897222369 Nel caso specifico del tuo esemplare, esso si trova nel secondo dei suddetti volumi, al n. D4.15 (che corrisponde a Historia Numorum n. 1625). In realtà l'anfora che si vede non è una sola, ma è doppia e sormontata da un astro e sotto la foglia ci sono le lettere greche phi e I. La seconda anfora è fuori tondello e sotto la foglia si può intravvedere la lettera phi. Questa emissione, una delle più comuni della serie degli stateri di Metapontum, risale al 290-280 a.C. circa. Allego un esemplare simile, di conservazione migliore e con particolari più completi:
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  9. Ritornando al quesito iniziale… Pensa alla storia del mondo e a quella d’Europa. Praticamente da sempre l’Europa è stata teatro di continui conflitti (papato, impero, autonomie locali, signori vari…). Dopo la formazione degli Stati nazionali si è aperta poi una lunga fase di guerre di “assestamento” per la definizione dei confini. E’ stata la lunga fase del conflitto tra Stati, culminata con le due guerre che chiamiamo “mondiali”. Da allora sono partite altre due fasi: quella della coesistenza tra Stati e quella della collaborazione. La prima è sfociata nella cosiddetta “guerra fredda”: non c’è stato conflitto armato, ma la tensione si è incanalata nella contrapposizione tra ideologie politico-economiche che ha determinato una spaccatura dell’Europa in due blocchi sottoposti a due sfere d’influenza opposte fino a quando una delle due si è sgretolata (e oggi, forse, stiamo assistendo alla fine dell’altra). Contemporaneamente, però, si è avviata anche la fase della collaborazione e cooperazione tra Stati. Prima a livello mondiale (la nascita dell’ONU), poi a livello regionale (ad esempio le tre comunità europee). Queste ultime sono quelle che hanno fatto più strada fino a trasformarsi in Unione Europea. Senza volermi dilungare troppo, tutte queste fasi sono state testimoniate anche dalla monetazione. Praticamente ogni evento della “geopolitica” è raccontabile attraverso le monete, dagli aspetti più ampi fino ai dettagli. Io non posso darti, come hanno giustamente rilevato già altri, dei “motivi” per collezionare euro: devi cercarli da te (e in te). Posso però dirti perché a me piace tenere in mano gli euro spiccioli. Stiamo vivendo il più lungo periodo di pace della storia d’Europa mai verificatosi. I nostri genitori (o i nonni, a seconda dell’età che abbiamo) ricordano bene cosa significava essere in guerra. Nel bene o nel male, pur con tutti i suoi difetti (primo fra tutti quello di rappresentare una unione più economica che politica) l’euro è la manifestazione più importante di questa pagina di storia non ancora conclusa ma anzi in pieno svolgimento (con molti pregi e altrettanti difetti e contraddizioni). Una pagina di storia che a volerla collezionare, ragionando in termini numismatici, per una volta possiamo tenere in tasca non dopo che si è verificata ma mentre è ancora in corso. E che un giorno potremo raccontare e spiegare ai nipotini. Senza contare, poi, che le facce nazionali degli otto spiccioli sono piene di rimandi alla cultura, alla storia e all’arte dei Paesi che li adottano e che ben si prestano ad essere esplorati e approfonditi.
    1 punto
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