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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/25/11 in tutte le aree
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Salve a tutti. Questa volta l'oggetto della nostra discussione non è un personaggio poco conosciuto o che ha fatto grandi cose. Vorrei, infatti, affrontare un argomento ancora tutt'oggi dibattuto e tutt'altro che chiuso. Ma, per capire la conclusione di questo mio piccolo intervento, bisogna analizzare bene la storia di due legioni che hanno servito Roma e i suoi generali. LEGIO V MACEDONICA Legione di origni incerte, forse composta per volere di Pompeo Magio. Passò agli ordini di Giulio Cesare prima del 4 aprile 46 a.C., dato che si hanno notizie della sua presenta durante la battaglia di Tapso, in Africa, dove i cesariani sconfissero i pompeiani che, grazie ad un patto di alleanza col Re Giuba I, disponevano anche di elefanti. Molto probabilmente la legione si distinse nel combattimento contro questi pachidermi e di qui deriva un suo ipotetico simbolo: l'elefante, appunto. Gli emblemi "ufficiali" erano l'Aquila accompagnata dalla Vittoria alata e il Toro (foto sopra). Il suo appellativo era "Urbana", perchè, molto probabilmente, era composta da reclute provenienti dall'Urbe, la capitale Roma, e messi agli ordini del Console Caio Vibio Pansa intorno al 43 a.C. come guarnigione di difesa alla Città durante la guerra civile tra C. Ottaviano e M. Antonio. Si sa per certo che la V legione era di stanza in Macedonia (da cui deriva il suo appellativo più famoso e usato di "Macedonica") nel 44 a.C. e che fu sconfitta da Ottaviano durante la battaglia di Philippi ( 4 e 23 ottobre 42 a.C) dato che si era schierata con i cesaricidi. Partecipò anche alla battaglia di Azio nel 31 a.C. e, successivamente, fu adoperata prima nei Balcani e poi in Oriente (forse Galatia) per partecipare alla restituzione delle insegne militari perse dall'esercito di Crasso a Carrhae. Ma, cosa molto importante ai fini della nostra ricerca è sapere che la Legio V fu per la prima volta in Oriente agli ordini di M. Antonio durante la sua spedizione contro i Parti (36-35 a.C.). Prese parte anche alla campagna partica condotta da Corbulone e, nel 66 d.C., intervenne allo scoppio della prima Guerra Giudaica militando agli ordini dell'allora generale Flavio Vespasiano. Alla fine della Guerra e dopo l'anno dei quattro imperatori, la Legio V Macedonica si trasferì in Moesia. Combattè contro i Daci sotto Traiano e nuovamente contro i Parti sotto Lucio Vero, contro i Marcomanni, i Sarmati e i Quadi sotto Marco Aurelio, per poi passare al servizio di Settimio Severo dopo essere stata agli ordini di Pescennio Nigro e Clodio Albino. Quando la V sconfisse un esercito di mercenari in Dacia, nel 185 o nel 187, ricevette il titolo onorifico di Pia Constans ("Pia e affidabile") o Pia Fidelis ("Pia e leale"). Pur restando di stanza a Potaissa per tutto il III secolo, la V Macedonica combatté in diverse occasioni, guadagnandosi onori ed encomi. La V Macedonica fu probabilmente distrutta nella battaglia di Yarmuk (636) contro gli Arabi. La moneta emessa da M. Antonio per la Legio V Macedonica (?): 1) AR Denario di M. Antonio, zecca itinerante, battuta intorno al 32-31 a.C. Al D/ Nave pretoria con la legenda ANT. AVG. III VIR. R.P.C. Al R/ Aquila legionaria tra due stendardi con LEG V. Rif.: Craw., 544/18; Bab., 110; Syd., 1221. Bisogna dire che generalmente la legione per cui furono coniate queste monete è riconosciuta come V Macedonica, ma non tutti gli studiosi sono d'accordo. Quest'ipotesi fu appoggiata anche dallo Gnecchi. Ma io ho avuto qualche dubbio in merito a quest'affermazione: infatti, la serie legionaria di M. Antonio è databile tra il 32 e il 31 a.C., cioè il periodo più prossimo alla battaglia di Azio (31 a.C.). Ora, sappiamo che la Legio V Macedonica (che all'epoca dell'invasione partica di Antonio non si chiamava ancora così) partecipò solo precedentemente ad una campagna militare sotto il comando dello stesso Antonio tra il 36 e il 35 a.C. Quindi, mi chiedo, se all'epoca della battaglia di Azio la V Macedonica militava per C. Ottaviano, come poteva M. Antonio emettere questi denarii per una legione a lui ostile? Oltre all'incongruenza storica c'è anche quella cronologica: campagna partica, unica occasione in cui la Legio V fu condotta da Antonio => 36-35 a.C.; serie legionaria di Antonio => 32-31 a.C. Per non ribadire, poi, il fatto che la Legio V parteggiava per Ottaviano ad Azio. Quindi, l'ipotesi dello Gnecchi non mi sembra del tutto plausibile. Bisogna, allora, andare avanti e cercare un'altra Legio V per cui furono battuti questi denarii tra il 32 e il 31 a.C. Infatti: LEGIO V ALAUDAE. Nota anche come V Gallica fu creata da Giulio Cesare nel 52 a.C. I suoi soldati provenivano dalla gallia Transalpina. Il fatto che fu soprannominata Alaudae lo si deve alla cresta di origine celtica che portavano sugli elmi. Riconosciuta dal Senato, prese parte prima alle guerre galliche e poi trasferita in Spagna. A Tapso diede grande prova di valore: si racconta, infatti, che nel corso della suddetta battaglia, dopo aver sostenuto e respinto con sommo coraggio un attacco di grandi pachidermi africani, alla stessa fu dato come simbolo, proprio l'elefante. La V Alaudae combatté poi per Marco Antonio dal 41 a.C. al 31 a.C. e, probabilmente, prese parte alla battaglia di Azio. Dopo il suicidio di Antonio, la legione entrò a far parte dell’esercito di Augusto (30 a.C.). Dopo la battaglia di Azio fu posizionata prima nella Gallia Aquitania e poi lungo la frontiera renana dal 19 a.C., dove rimase e combatté fino a circa il 69 d.C. in numerose guerre. Nel 69 prese parte alla prima battaglia di Bedriaco nel corso della guerra civile, dalla parte di Vitellio. Incerta è la data di scomparsa di questa legione, che sembra sia stata distrutta o durante la campagne daciche di Domiziano (nell'86), oppure pochi anni più tardi ad opera dei sarmati Iazigi nel 92 durante la seconda fase della guerra suebo-sarmatica. CONCLUSIONE Mettendo a confronto quanto detto fino ad ora credo sia più credibile affermare che i denari LEG V di M. Antonio furono emessi per la Legio V Alaudae e non per la V Macedonica, proprio per i motivi che ho avuto già modo di esporre: 1) l'unica spedizione effettuata dalla Legio V Macedonica agli ordini di Antonio risale al 36-35 a.C., mentre la moneta in questione è stata battuta tra il 32 e il 31 a.C. (incongruenza cronologica); invece la Legio V Alaudae fu fedele ad Antonio per un periodo compreso tra il 41 e il 31 a.C.; 2) la Legio V Macedonica fu inglobata nell'esercito di Ottaviano dopo la disfatta di Filippi (42 a.C.), quindi nel 32-31 a.C. non poteva assolutamente parteggiare per Antonio, dato che era sotto il comando di Ottaviano. Quindi Antonio non avrebbe certo battuto moneta per una legione avversaria (incongruenza storica). La Legio V Alaudae, per contro, avendo combattuto per Antonio nel periodo suddetto (41-31 a.C.) e fu assunta da Ottaviano solamente nel 30 a.C. In questo caso, Antonio avrebbe potuto benissimo coniare monete per la sua Legio V (Alaudae, però). Bibliografia e fonti: Manuale Hoepli compilato da F. Gnecchi dal titolo "Monete Romane" - Milano 1896; Wikipedia: Legio V Macedonica; Legio V Alaudae. L'immagine della moneta è tratta dal sito di Moruzzi Numismatica.1 punto
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...non sono daccordo! intanto avere un interesse è comunque cosa buona! ...e poi dipende dalle disponibilità economiche di chi decide di iniziare una qualsiasi collezione... ...la crisi è mondiale...ma guarda caso vi sono paesi virtuosi e paesi sconsiderati...l'irlanda che due anni fa era data per spacciata ha rovesciato la sua condizione....e allora...meglio essere ottimisti....e prendere a calci in cu....chi ci vuole a tutti i costi affondare!! buon inizio di collezione....io direi che visto che tre ne hai già continuare con i marenghi possa essere una idea....italiani e no... renato1 punto
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... anche la prima e la seconda le attribuirei a Pietro di Campofregoso (1450/1458) perchè solo lui e Giano di Campofregoso (1447) hanno la sigla dello zecchiere D con la rosetta e per il calcolo delle probabilità opterei per Pietro .....anche se Giano è probabilmente uguale come impronta (e pure lo stesso zecchiere ....direi)1 punto
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Per questi la vedo dura... tranne l'ultimo che è un Campofregoso e la bella X è quella di quei tempi...1 punto
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Molto interessante ed acuto il tuo lavoro, Caio Ottavio! Complimenti! :) L'osservazione è compatibile anche con le descrizioni che, delle legioni, propone Jérome Carcopino (1935) nel libro: Giulio Cesare, Bombiani Editore, Milano (2006). Egli si sofferma a descrivere, in più punti del testo, le legioni di Cesare, quelle di Antonio e di Ottaviano e seguendo i tuoi calcoli e le tue considerazioni tutto calza alla perfezione oo) Enrico :)1 punto
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DE GREGE EPICURI Nel 3° secolo, le monete di Viminacium (COL VIM), la cui coniazione iniziò con Gordiano III, riportavano proprio i simboli delle due legioni stanziate nella zona: un toro e un leone. Potaissa però è in Dacia; e monete analoghe, molto più rare, vennero coniate proprio per la Dacia. Credo comunque che ci si riferisca sempre alle stesse legioni, è così? Ecco un Viminacium per Gallieno (qui chiamato GALLENUS):1 punto
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Ottima indagine Caio Ottavio, leggendo quanto sopra (e dopo una piccola ricerca in rete) non posso che concordare, la V legione rappresentata sui denari di Marco Antonio può essere solo la V Alaudae (le allodole), la prima legione ad essere reclutata in Gallia. Legio V Alaudae Legio V Macedonica1 punto
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Non capisco questa tua preghiera... Se io avessi intenzione di produrlo potrei capire, ma avendolo fatto io, e per mio uso, con materiali diversi da quelli del prodotto commerciale, credo di avere il diritto di fotografarlo e farlo vedere ai miei amici. Io non cerco il profitto, il guadagno a buon mercato. Credo inoltre che questa ossessione per i brevetti e per i copyright, questi timori di veder violate le leggi sulla proprietà, siano un altro aspetto, quasi comico, di un sistema socio economico che sta dimostrando, nelle borse di tutto il mondo, le sue esasperazioni e la sua disumanità e che, per ora, ci vede sudditi. Concordo con tutto il cuore con Okt. Non prenderla a male, ma l'asta con supporto scorrevole esiste da più di cent'anni, è il sistema usato sugli ingranditori fotografici. Il faretto alogeno è di libera vendita, e credo non ci siano limitazioni agli oggetti da illuminare. Non vedo come una scatola in plexiglass possa essere coperta da brevetto, così come il coccodrillo che regge il vetro obliquo. La tavoletta di legno che fa da base non dovrebbe essere sotto copyright. Spero di non avere problemi per aver pubblicizzato il mio stativo artigianale descritto nel post 13 e seguenti di questa discussione: http://www.lamoneta.it/topic/64523-che-fotocamera-usate/ anche perchè non ho guadagnato un centesimo... Ciao, Exergus1 punto
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Non capisco questa tua preghiera... Se io avessi intenzione di produrlo potrei capire, ma avendolo fatto io, e per mio uso, con materiali diversi da quelli del prodotto commerciale, credo di avere il diritto di fotografarlo e farlo vedere ai miei amici. Io non cerco il profitto, il guadagno a buon mercato. Credo inoltre che questa ossessione per i brevetti e per i copyright, questi timori di veder violate le leggi sulla proprietà, siano un altro aspetto, quasi comico, di un sistema socio economico che sta dimostrando, nelle borse di tutto il mondo, le sue esasperazioni e la sua disumanità e che, per ora, ci vede sudditi.1 punto
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Dal Krause Mishler 2008: 5 Piastres 1929 - KM 349 - Ag .833 - Peso: 7 g - Tiratura: 800.000 esemplari - Zecca: Budapest Quotazioni: F (= MB): 4,50 $ VF (= BB): 15,00 $ XF (= SPL): 35,00 $ Unc (= FDC): 65,00 $ Direi che il tuo esemplare ha una conservazione tra F e VF.1 punto
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Ma la guerra è venuto negli Stati Uniti nel 1941. Nichel fu un metallo necessario per strumento in acciaio e altre applicazioni critiche durante la guerra. Il metallo scarseggiava, e come in altri paesi, una lega surrogata è stata sostituita da tradizionale rame-nichel della 5-cent moneta. Il problema, tuttavia, era uso diffuso della moneta in distributori automatici, juke-box, e telefoni di paga. Una composizione senza nichel che pesava 5 grammi e consegnato una firma elettro-magnetica simile alla moneta di rame-nichel è stato richiesta, altrimenti molte, molte migliaia di macchine a monetee telefoni di paga, in particolare---avrebbero bisogno di essere alterato. La soluzione è stata una strana combinazione di tre metalli (rame .560, argento .350, manganese .090) che ha fornito il giusto peso, firma elettro-magnetico, e soddisfacente colore. Prevedeva che i "nichel d'argento," che erano coniati 1942-1945, sarebbero essere estratto dalla circolazione dopo la guerra. Questi "warnickels", pertanto, sono state arredate con distintivo mintmarksmolto molto più grande del solitoe in una posizione diversa. Invece della solita posizione a destra del Monticello, "nichel d'argento" del 1942-1945 visualizzata loro gigante mintmarks sopra il Monticello. C'è qualcosa di altro strano il marchio di zecca visualizzato dalla 1944P warnickel illustrato qui. Oltre al D per Denver e S per San Francisco mintmarks visibile sulla monetazione U.S., per la prima volta in assoluto, c'è un P di Philadelphia. Dopo la guerra il governo fece qualche timido tentativi di ritirare il "warnickels", ma le monete continuarono a circolare per decenni. C'era un tocco con il loro colore, tuttavia. Nichellini d'argento è venuto dalla zecca un po ' più bianca che il solita nichel di 5-cent, ma alla fine esposto alle intemperie per un colore più scuro rispetto alla versione di rame-nichel. Dopo pochi anni il marchio di zecca grande non era necessario per distinguerli. Loro colore più scuro, leggermente verdastro li tradì invece. :) v. ---------------------------------------------------- But war came to the United States in 1941. Nickel was a metal needed for tool steel and other critical wartime applications. The metal was in short supply, and as in other countries, an ersatz alloy was substituted for the 5-cent coins traditional copper-nickel. The problem, however, was the coins widespread use in vending machines, in jukeboxes, and in pay telephones. A nickel-free composition that weighed 5 grams and delivered an electro-magnetic signature similar to the copper-nickel coin was required, otherwise many, many thousands of coin-operated machinesand pay telephones in particular--would need to be altered. The solution was an odd combination of three metals (.560 copper, .350 silver, .090 manganese) that provided the proper weight, electro-magnetic signature, and satisfactory color. It was intended that the silver nickels, which were coined 1942-1945, would be retrieved from circulation after the war. These warnickels, therefore, were furnished with distinctive mintmarksvery much larger than usualand in a different location. Instead of the usual position to the right of Monticello, the silver nickels of 1942-1945 displayed their giant mintmarks above Monticello. There is something else odd about the mintmark displayed by the 1944P warnickel illustrated here. In addition to the D for Denver and S for San Francisco mintmarks visible on U.S. coinage, for the first time ever there is a P for Philadelphia. After the war the government made some half-hearted attempts to withdraw the warnickels, but the coins continued to circulate for decades. There was a twist with their color, however. Silver nickels came from the mint somewhat whiter than the usual 5-cent nickel, but eventually weathered to a darker color than the copper-nickel version. After a few years the big mintmark wasnt necessary in order to distinguish them. Their darker, slightly greenish color betrayed them instead. :) v.1 punto
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Stamattina mi è arrivato il pacco, imballo perfetto come tutto il resto... Ringrazio l'amico Donato per tutta la sua disponibilità Devo dire che, per l'ennesima volta, ho avuto dimostrazione di quanto sia grande questo forum, non solo per la sua grande professionalità in materia Numismatica,ma soprattutto per lo spirito dei tanti razziatori e non solo, che si mettono a disposizione di tutti gli utenti, solo ed esclusivamente per una soddisfazione personale. Grazie grazie grazie Valentino1 punto
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