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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/14/11 in tutte le aree

  1. CENNI STORICO-BIOGRAFICI. Salve a tutti. Con questa piccola discussione vorrei presentarvi oggi un altro usurpatore vissuto nella seconda metà del travagliato III secolo d.C. Il suo nome completo era Tito Fulvio Giunio Quieto e apparteneva alla nota stirpe dei Macriani. Il padre Fulvio Macriano (anche detto Macriano Maggiore per distinguerlo dall'omonimo figlio Macriano Minore) ebbe un importante incarico durante il Regno di Valeriano, padre dell'imperatore Gallieno e legittimo governante di Roma nel periodo in cui si svolsero gli eventi. Sembra che sposò una nobildonna di chiare origini il cui nome, probabilmente, era Giunia. Appartenente all'ordine equestre, fu, infatti, prima rationibus Augusti, cioè persecutore dei cristiani in Egitto per conto di Valeriano, e poi procurator arcae et praepositus annonae in expeditione Persica, custode delle casse dell'esercito durante la spedizione romana in Orienete contro i Persiani. Alla morte dell'imperatore, che aveva lasciato suo figlio in Occidente a contrastare le azioni militari delle tribù germaniche (come gli Alamanni) contro i confini dell'Impero, Macriano si ritrovò praticamente padrone del campo. In questa occasione (260 d.C.) nominò i suoi due figli, Macriano il Giovane e Quieto, Augusti. Gli storici, però, non sono tutti concordi in merito al ruolo ricoperto da Quieto, il protagonista della nostra discussione, prima della sua salita al trono. La poco sicura "Historia Augusta" afferma che Quieto fu nominato tribunus militum nell'esercito di Valeriano, ma non se ne ha la certezza. Quieto e Macriano il Giovane mantennero il potere in Oriente per diversi motivi: 1) la lontananza di Gallieno, che era impegnato a respingere la seria minaccia barbara; 2) la piena disponibilità da parte di Macriano il Vecchio del tesoro dell'esercito; 3) l'esercito, lontano da casa e in pieno territorio nemico, ebbe come unico punto di riferimento la figura di Macriano che disponeva del denaro necessario per provvedere alla loro paga. Con quello che restava dell'esercito imperiale, un cospicuo numero di monete e l'appoggio del Prefetto del Pretorio Ballista, i Macriani ressero le sorti della romanità in Oriente almeno fino al 261 d.C. Infatti, Gallieno costituiva un pericolo per il governo di questi usurpatori che si vedevano costantemente minacciati dal governo centrale di Roma che, dopotutto, poteva intervenire in qualsiasi momento per sedare la loro ribellione. Gallieno era un abile generale e un comandante famoso tra le sue truppe e i Macriani volevano tutelarsi per evitare di essere messi fuori dallo scenario politico in modo improvviso e più tragico. Così, nominati consoli, su consiglio del padre, Quieto rimase a presidiare l'Oriente con Ballista mentre i due Macriani partirono a capo delle truppe per attaccare gli uomini fedeli a Gallieno di stanza in Tracia. In questa Provincia furono sonoramente sconfitti da un generale dell'imperatore a nome Aureolo che colse i legionari ribelli al confine tra Tracia e Illiria. I Macriani, ritiratisi, speravano di rimettere insieme ciò che rimaneva del loro esercito per sferrare l'attacco decisivo contro Aureolo che, in effetti, costituiva l'unico ostacolo che si frapponeva tra loro e le Province occidentali. Fallirono miseramente nel proprio intento: i legionari, scontenti nel servire condottieri così inetti e umiliati dalla sconfitta subita, si rivelarono insubordinati dando vita a vari focolai di rivolta che portarono ad una grande sommossa culminata con l'assassinio dei due Macriani. Intanto, Quieto non aveva saputo mantere unite le varie Province orientali, incluso l'Egitto, su cui potevano contare non solo per approvvigionare le proprie truppe, ma anche per tagliare le rotte di rifornimento a Roma e a Gallieno, mettendolo, così, in difficoltà. Purtroppo l'acume di Quieto non arrivò a tanto e i suoi seguaci lo abbandonarono passando al partito filo-imperiale condotto da Odenato di Palmira (Tadmor). Quieto fu infine costretto a riparare ad Emesa con il suo Prefetto del Pretorio Ballista che, in un momento di grande delicatezza e difficoltà come questo, prontamente istigherà soldati e civili della roccaforte che lo uccisero. Ballista fu nominato imperatore ma per poco: fu sconfitto e trucidato nella stessa Emesa dal fedele Odenato che aveva inseguito i facinorosi in rotta e aveva messo sotto assedio la città in cui si erano rifugiati, riuscendo alla fine,almeno per ora, a salvare il potere di Gallieno in Oriente.
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  2. Nella prossima asta Thesaurus srl N° 6 “Andromeda” che avrà luogo il prossimo 8 ottobre a S. Marino sono presenti ai numeri 633-636 quattro Fiorini della repubblica di Firenze. Per quanto riguarda i primi due (633 e 634 ), una coppia di esemplari del medesimo tipo con lo stesso segno di zecca, una precisazione ed una considerazione. La precisazione riguarda il mio disaccordo rispetto alla classificazione proposta per le monete, non si tratta infatti di B154 ma di B352-B360, il conio di rovescio sembra lo stesso per entrambe le monete, le immagini anche nella versione ad alta definizione non mi consentono di essere certo, almeno per una delle monete nei limiti di quanto anticipato, credo di aver individuato il medesimo conio di diritto e di rovescio di un Fiorino che conosco, è quasi sicuramente B354 (il mondo è piccolo e malgrado l’elevato numero di Fiorini prodotti in alcuni semestri, i coni diversi sono un numero limitato). Una caratteristica dei Fiorini di questo tipo è la presenza di due globetti sull’asta della croce appoggiata alla spalla del Santo in luogo del singolo globetto usuale. La considerazione riguarda le informazioni che si possono trarre dall’analisi di monete simili e vicine in merito alle tecniche di lavorazione dei coni, servono evidentemente immagini migliori, oltre che principalmente le monete da analizzare, tranne che per alcuni semestri più comuni raramente si presenta la possibilità di poter effettuare confronti. Il terzo Fiorino classificato come B2572 non dovrebbe essere quello indicato, l’immagine del diritto dovrebbe esclude possa trattarsi del fiorino del 1 semestre del 1436. La forma dei pendenti del giglio che riscontriamo all’osservazione viene introdotta a partire dal 1450 (questo almeno nella schematizzazione del CNF). La moneta dovrebbe essere una variante dei Fiorini B2712-15 del secondo semestre 1450 compatibile oltre che per il segno anche stilisticamente. La disposizione delle lettere della legenda del rovescio non è descritta dal Bernocchi per la moneta, ma mentre è possibile sostenere che una variante di legenda possa essere sfuggita all’autore del CNF penso sia più arduo giustificare una moneta che anticipa di 14 anni, caso isolato, alcune caratteristiche stilistiche più tarde. In effetti monete con le stesse caratteristiche erano comparse nelle aste NAC 44 e NAC 50, anche in quel caso la classificazione si era dimostrata (sempre mio parere personale) imprecisa. A titolo di esempio allegherò tra le altre la scheda di un Fiorino con lo stesso segno nella variante priva di punti prima e dopo la S che sormonta lo stemma, vorrei evidenziare lo stile del giglio al diritto che confrontato con il precedente dovrebbe chiarire quanto affermo. Come chiarisco più avanti il mio dubbio è legato al grande anticipo non alla possibilità di sovrapposizione di stili. Quanto avevo osservato a cavallo del 1300, periodo cui sono maggiormente legato e che sto approfondendo, si verifica anche riguardo a questo cambio di stile, la presenza della mano di più incisori che operano produce come risultato monete con stili diversi che si alternano oltre a monete che presentano il diritto e il rovescio con stili tra loro apparentemente incompatibili. Immagine di fiorino certamente del primo semestre del 1436
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  3. Il follis (latino follis - plurale folles) era una grande moneta di bronzo introdotta circa nel 294 con la riforma monetarie di Diocleziano. Pesava circa 10 grammi e conteneva ca. il 4% di argento, per lo più nel sottile strato superficiale. La parola follis indica un sacchetto e c'è un'evidenza che questo termine fosse usato nell'antichità per indicare un sacchetto sigillato contenente una quantità fissata di denaro. Il follis di Diocleziano, nonostante gli sforzi di bloccare i prezzi tramite l'Editto di Afrodisiade e l'Editto sui prezzi massimi imposti nel 301, fu rivalutato e ridotto. Al tempo di Costantino I, il follis era più piccolo e a mala pena conteneva un po' d'argento. Una serie di bronzi Costantiniani fu introdotta nella metà del 4° secolo, anche se le denominazioni specifiche non sono chiare e discusse da storici e numismatici. Il follis fu reintrodotto come una grande moneta di bronzo (40 nummi) nel 498, con la riforma monetaria di Anastasio, che includeva una serie di denominazioni di bronzo con il loro valore segnato tramite i numeri Greci.
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  4. Guardando un po' di monete ho notato questa cosa: Notate niente? Io si... Il verso della seconda moneta che ho postato è relativa ad una moneta che mi è stata regalata qualche tempo fa: http://www.lamoneta.it/topic/80713-gordianus-iii/
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  6. Prego. L'aggettivo predicativo non si declina mai cioè è sempre invariabile. Quindi, nelle espressioni "Gli uomini sono nati" e "L'uomo è nato", l'aggettivo "nato" risulta invariato. Ben diverso è il caso dell'aggettivo attributivo che, al contrario, deve essere declinato. La prima traduzione mi sembra vada benissimo, la seconda potrebbe essere: "Germania - questo siamo noi stessi".
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  7. 359/2 L.SVLLA IMPER ITERVM (Lucio Silla "imperator iterum", con riferimento alla seconda acclamazione da generale vittorioso - imperator appunto - da parte dei suoi soldati dopo le vittorie di Cheronea e Orcòmeno in Beozia, nella guerra che oppose lo stato romano a Mitridate, re dell'Ellesponto e ai suoi alleati ateniesi) 84÷83 a.C. Denario D. Testa di Venere a destra che indossa un diadema; a destra Cupido che sorregge un ramo di palma; sotto "L.SVLLA". Bordo perlinato. R. Due trofei; nel mezzo il "lituus" (il bastone ricurvo degli auguri etuschi e poi romani, mutuato successivamente dai vescovi come pastorale) e il "praefericulum" (vaso rituale per sacrifici); al di sopra "IMPER"; sotto "ITERVM" o "ITERV". Bordo perlinato. Lucio Cornelio Silla fu personaggio centrale nella storia romana, in un periodo travagliato dalla triplice lotta, all'interno di Roma, tra il partito aristocratico di Silla e quello democratico di Mario e poi di Cinna, tra Roma e le popolazioni italiche che ambivano al riconoscimento della piena cittadinanza (le guerre sociali) e infine tra lo stato romano e l'oriente greco o ellenizzante (Mitridate, con le sue mire espansionistiche e la Grecia col suo desiderio di affrancamento dalla servitù romana). Le vittorie di Silla in Beozia datano tra il marzo e l'autunno dell'86 ma la pace con Mitridate fu stipulata a Pergamo in Asia Minore solo nell'85. Silla aveva fretta di tornare a Roma dove il partito dei suoi avversari aveva cercato, in sua assenza, di destituirlo, togliendogli il comando delle operazioni in oriente e nominando al suo posto Flacco, inviato a sua volta in Grecia con un proprio corpo di spedizione per combattere Mitridate e contrastare Silla. I due eserciti romani impegnarono Mitridate su due fronti ma, con la pace di Pergamo, fu inevitabile lo scontro interno ai due eserciti romani. Prevalse Silla sul gruppo avversario, minato da discordie interne che avevano portato all'uccisione di Flacco, sostituito nel comando da Fimbria, ammutinatosi contro di lui. Non ci fu una vera battaglia, i soldati di Fimbria passarono all'avversario e Fimbria si suicidò gettandosi su una spada. Nell'84 Silla, tornato in Grecia, si preparò alla guerra in Italia e, nella primavera dell'83 sbarcò a Brindisi con un esercito di 40.000 uomini. In Italia cominciava una nuova guerra civile che si sarebbe conclusa solo l'anno successivo, presso la porta Collina nei pressi dell'Urbe, con la distruzione anche fisica dei suoi avversari. E' dunque in questo contesto che fu coniata la moneta oggetto della presente discussione. Il messaggio che Silla vuole lanciare è: "sono Silla, il vincitore di Cheronea e Orcòmeno (di qui i due trofei sul rovescio della moneta), protetto da Venere". Il Cupido con il ramo di palma allude alla Venere conquistatrice in onore della quale Silla aveva adottato il soprannome greco di Epafrodito (pupillo diAfrodite, la greca Venere) ed eretto un trofeo a Cheronea, dopo la battaglia. Controverso è il significato della presenza del "lituus" e del "praefericulum", di per sè insegne degli àuguri. Secondo Crawford, Silla divenne àugure solo nell'82 e dunque la moneta potrebbe alludere agli àuguri, testimoni dell'approvazione della lex Curiata, con la quale gli erano stati conferiti i poteri di magistrato, poteri che la sua parte avversa aveva tentato di cancellare con un provvedimento, a dire di Silla, illegittimo.
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  8. ciao volevo complimentarmi con DANPAO per la trasparenza e la disponibilità grazie alla sua segnalazione ho avuto modo di venire a conoscenza dell'opportunità su INCM Fulvione
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  9. Se è terra direi che con uno stuazzicadenti puoi provare tranquillamente, ti consiglio di andarci delicato e di fermarti allo stuzzicadenti (nel senso non usare aghi o bisturi). Se è terra morbida andrà via in un attimo, come era capitato a me su questo antoniniano di Aureliano; aveva un piccolissimo accumulo di terra che è andato via in un attimo. Questa è la foto ma la terra ormai non c'è più, si può intravedere una traccia fra le lettere LI e la corona. :)
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  10. Spocchia culturale: se la conosci, la eviti. La vera "rivoluzione" sta nello scambio e nell'accesso libero alle informazioni. Il bello è che non dobbiamo aspettare che qualcuno assalti la Bastiglia o inventi l'aeroplano. Ognuno di noi può farsi la sua piccola rivoluzione su misura, e tutti insieme possiamo cambiare il mondo senza neppure accorgerci che lo stiamo facendo. Siete Anacronistici, invece di preoccuparvi di mantenere il vostro pseudo-status di Custodi del Sapere dovreste essere propositivi e vicini alla massa aiutandola a percorrere la strada giusta (quella scientifica) e non umiliarla e schifarla ad ogni occasione. Il medioevo è finito... siamo nel 2011 sveglia! ...e questo è un Forum. Se tu mi dai una moneta e io ti do una moneta ognuno di noi ha una moneta. Se tu mi dai un'idea e io ti do un'idea ognuno di noi ha due idee. Questa è la ricchezza che la rete ci offre.
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  11. Bene , allora procediamo con qualche altro punto rimasto in sospeso , per esempio il punto dopo la C in leggenda sul rovescio, che ne pensate ? Cosa può essere ? Io penserei a un possibile segno identificativo di zecca , d'altronde i segni da interpretare nella moneta non mancano.....
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  12. Dipenderebbe dal contesto, forse sarebbe corretto: "nati per il dialogo" o "nati per il confronto" in riferimento a tutti gli uomini. Se qualcuno ha modo di approfondire ben venga. Nel frattempo mi limito a linkare questa pagina come conferma della possibile correttezza della mia traduzione (vedere in particolare l'ultimo paragrafo). Melantone
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  13. Credi che cominciare con un "buongiorno" o un "salve" farebbe offendere qualcuno? http://www.lamoneta.it/topic/2550-come-richiedere-una-identificazione/ Exergus p.s. Immagino che la tua tastiera sia priva di C e di H ...
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  14. Altri simboli del potere sono il globo crucigero e quello niceforo. Il globo indica la pienezza dell'impero e l'interezza del potere: tale potere era ottenuto in nome e con l'aiuto di Dio nel caso del globo crucigero e con la vittoria in guerra nel caso di quello niceforo. Lo scettro, come simbolo, è assimilabile a quello della lancia in quanto indica il mantenimento del potere anche mediante l'uso della forza. Lo scettro, infatti, non è altro che un abbellimento "araldico" di un corpo contundente come la clava. La corona dei bizantini, invece, veniva chiamata Kamilavkion ed aveva la caratteristica di avere una stoffa che copriva il collo di chi la indossava in quanto si riteneva che il collo scoperto fosse un attributo dei soggiogati. Le catenelle laterali con le gemme preziose pendenti non sono altro che una variante di tale necessità simbolica. Il nimbo o aureola, compare a volte anche in alcuni ritratti di imperatori bizantini che non sono santi come Giustiniano. Ciò accadeva perchè all'epoca, in ambito cristiano, l'aureola indicava solo deferenza. E' stato dal III secolo in poi che l'aureola sarà prerogativa dei Santi e della Trinità. Il vaso, invece, che si vede ritratto o inciso in mano agli imperatori, indica il privilegio che all'epoca era concesso solo a loro di portare le offerte all'altare. Tali offerte erano spesso dei veri tesori che gli imperatori donavano alla Chiesa. Enrico :)
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  15. io ho il 1998 e mi basta :lol:
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  16. Ho anch'io il 2004 ma non mi passa minimamente per la testa di prendere quello nuovo, visto che i valori di mercato dell'edizione 2004 saranno ancora troppo alti almeno per un'altra decina di anni.... penso che prenderò l'edizione 2020, ma la comprerò nel 2025, così risparmio anche un pochino.
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  17. Ho fatto qualche ricerca sul web su queste micromonete, ne è saltato fuori che in realtà la zecca di Utrecht aveva iniziato questo esperimento delle minimonete già con i fiorini alcuni anni prima dell'avvento dell'Euro. Le serie in formato ridotto erano create per i ragazzi, e con l'avvento dell'Euro la zecca olandese ha ben pensato che non ci fosse alcun problema a ripetere l'esperimento con gli Euro, salvo ricevere lo stop dalla BCE. Detto questo, va sottolineato che non si tratta certamente di varianti, queste minimonete NON sono a corso legale non avendo le caratteristiche prescritte dai decreti, e non possono nemmeno essere considerate monete. E' una divisionale di minimedaglie a somiglianza con l'Euro. Mantengono il loro valore collezionistico e di testimonianza storica nonchè la loro ufficialità essendo un prodotto della zecca, ma non possono essere considerate monete, per il semplice fatto che non potranno mai essere spese non avendo il corso legale. Messe in vendita e messe in circolazione sono due concetti molto diversi, fermo restando che cmq non avrebbero potuto nemmeno essere messe in vendita, visto lo stop poi subito dalla BCE. Cmq presumo che anche sul folder da qualche parte stia scritto che si tratta di esemplari non a corso legale.
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