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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/21/11 in tutte le aree

  1. Ciao Magdi, ti do del tu perché sei molto più giovane di me, ma se preferisci ci diamo del lei. Il fatto che il nome di Roggero de'Ricci non compaia neppure nelle più recenti cronotassi, come quella che si trova nella relativa pagina web della Diocesi di Volterra o quella (peraltro differente) che si può leggere in Wikipedia, mi stupisce non poco. Se, come dici (e non ho motivo di dubitare della veridicità delle tue parole) ci sono molti documenti che ne attestano il regno per gli anni a cavallo del Tredicesimo secolo, perché questo presule non è stato recepito dalla più recente storiografia? Forse qualche studioso di storia ecclesiastica ha recentemente scritto qualcosa in proposito? Credo che la questione non sia di poco conto e che valga la pena di essere approfondita, se non altro per giungere ad una conclusione, se possibile, univoca. Nel qual caso non solo sarà offerto un dato inequivocabile alla numismatica, ma sarà dato anche un grande contributo alla storia della diocesi volterrana che evidentemente, mi sembra di capire, ignora tutt'oggi l'esistenza di uno dei suoi vescovi più significativi. Rimane anche il "mistero" della differente cronologia delle date di regno di altri vescovi, che ti invito dunque a verificare. Premesso che non sono un esperto di monetazione toscana, vorrei poi dire due cose a proposito del fantomatico denaro volterrano che sarebbe stato emesso precedentemente il conferimento del diritto di monetazione, nel 1189: a leggere il testo di Winseman-Falghera, parrebbe che l'ipotesi si basi fondamentalmente su due documenti, uno del 1165 ed un secondo del 1175, citati da Lisini [1909] ma da lui non visti. Ora, lo stesso Winseman fa notare come nel primo caso si sia trattato di una clamorosa svista, mentre nel secondo non si può avere la certezza assoluta dell'autenticità del documento in questione. L'atto in questione, riportato inizialmente da un "noto" falsificatore di documenti (il Pagnini), sarebbe effettivamente stato visionato anche da un altro erudito che ne avrebbe stabilito l'autenticità, ma già al tempo di Lisini di questa pergamenena non vi era più traccia (cfr. pp. 120-121). Domando allora: ma siamo dunque proprio sicuri di emissioni volterrane prima dell'acquisizione del diritto di zecca? Esiste veramente questo (unico?) documento che cita i denari volterrani nel 1175? Perché se dal 1909, vale a dire da quando Lisini scrisse il suo saggio sulla moneta di Volterra, non sono stati rintracciati altri documenti in proposito, allora io non sarei così sicuro dell'esistenza di denari volterrani/lucchesi battuti senza autorizzazione. Nel qual caso l'ipotesi che l'imperatore abbia sancito con la sua autorizzazione uno stato di cose de facto già posto in essere dai vescovi da alcuni decenni, verrebbe a cadere. Se invece esistono altri documenti inequivocabilmente autentici, oltre a quelli del 1165 ed il 1175, quali sono? Quali autori li riportano? Se me lo consenti, Magdi, vorrei continuare a "incalzarti" con le mie cavillose domande, perché credo che il solo fatto di rispondermi possa aiutare ad avere un quadro della situazione sempre più "chiaro e distinto" (come direbbe "l'amico" Cartesio). E questo non può essere che un bene, credo. Cordialmente, Teofrasto
    2 punti
  2. Le monete in nichelio puro SONO magnetiche, così come sono magnetiche le monete in acmonital. E' la presenza di nichelio in lega con acmonital che le rende amagnetiche, amagneticità che si può presentare con vari gradi, a seconda della composizione della lega. Il nichelio col quele erano precedentemente coniate queste monete, così come molte altre tipologie emesse in precedenza, nel 1939 per motivi autarchici venne progressivamente diminuito sostituendolo con acmonital, fino alla sua completa eliminazione, per questo dal 1941 le monete sono in solo acmnital. I pezzi delle annate 1939 e 1940 quindi sono coniati in lega acmonital-nichelio con percentuali variabilissime, così che possiamo avere monete fortemente magnetiche, poco magnetiche e debolmente magnetiche. In realtà una completa amagneticità non esiste, perchè con un forte magnete anche le monete apparentemente amagnetiche in realtà presentano un minimo di attrazione alla calamita.
    1 punto
  3. Buona Domenica Mi spice darti una delusione, ma è una "patacca" che ha impestato tutte le regioni d'Italia grazie alla Mediolanum Assicurazioni. :( Saluti Luciano
    1 punto
  4. Marcianopolis, in greco,: Μαρκιανούπολις). Le sue rovine si trovano, oggi, sotto il quartiere di Réka Dévnya, situato a 2,55 km al nord-est del centro della città di Devnya (Bulgaria). La località si chiamava, inizialmente, Parthenopolis. È stata famosa in 106 - dopo il Secondo guerra dacique - in onore di Ulpia Marciana, sorella dell'emprereur Trajan. La città fu attaccata dai Goti in 267 e, in 368, l'imperatore Valens l'utilizza come residenza di inverno. Sotto il Basso-impero romano, la città è diventata il capoluogo della provincia di Mésie II. La città fu distrutta dai Huns, diretti per Attila, in 447, giusto dopo la Battaglia dell'Utus1. L'emprereur Giustiniano Ier ricostruì e fortificò la città. Questo non impedì che sia messa a borsa, in 587, per gli Avars, prima di essere ripresa dai byzantins2. In 596, gli eserciti dell'impero romano di Oriente si concentrano prima di una spedizione militare importante contro gli Avars installati a nord del Danube3. Malgrado gli attacchi frequenti dei barbari venuti della riva nord del danube, Marcianopolis rimase una città importante fino alla sua distruzione per gli Avars, all'epoca di un raid in 614
    1 punto
  5. Ciao Jagt, complimenti per la tua moneta. Si tratta di un pentassarion in bronzo coniato a Marcianopolis in Moesia Inferiore dal legato consolare Tullio Menofilo, durante il regno di Gordiano III. Al diritto busto laureato e drappeggiato di Gordiano, di fronte a quelo di Serapide (divinità orientale adottato anche dai romani). Al rovescio Zeus in trono.
    1 punto
  6. Ciao a tutti.... Personalmente conosco ben poco la storia del risorgimento, e , come detto da molti, questa viene raccontata in maniera praticamente unidirezionale, come detto, la storia la scrivono i vincitori, e per conoscere la storia di quelli che la guerra l'hanno persa bisogna faticare non poco. In ogni caso vorrei mettere in evidenza alcuni dei fattori politici più importanti che fecero cadere il regno del sud, dei quali non bisogna dimenticarsi per tracciare un quadro completo dei fatti. Per prima cosa il reame meridionale era politicamente isolato dall'Europa, Ferdinando II di fatto aveva attuato una politica di quasi-isolazionismo, politica che vedrà i suoi frutti quando nessuno stato europeo muoverà un dito per aiutare francesco II. In secondo luogo, specie in Sicilia, Ferdinando II aveva attuato una politica molto dispotica nei confronti del popolo, motivo per cui, quando garibaldi arrivò con meno di 1000 persone al suo seguito, un sacco di Siciliani di fatto si ribellarono a Ferdinando II, unendosi a Garibaldi per creare un esercito di quasi 20.000 uomini in breve tempo. Con tutto rispetto per Garibaldi, figura che ammiro molto, senza questo aiuto non sarebbe andato molto lontano. Nonostante come già detto il reame di Napoli si trovava all'avanguardia sotto tanti punti di vista, specie industriale, era isolato politicamente dall'Europa, ed inviso ad una parte del suo stesso popolo. E' chiaro che i Savoia trovarono gioco facile per annettere il reame senza eccessive difficoltà. Altro problema:Tutta la classe dirigente che aveva contribuito all'unità d'Italia era praticamente del centro-nord, quindi il sud dopo l'unità era isolato istituzionalmente, questo spiega perchè quasi tutti gli interventi fatti nei primi anni dell'unità fossero unidirezionalmente favorevoli al centro-nord, se bisognava reperire dei soldi è chiaro che si pensava a spremere il sud perchè non vi era fisicamente nessuno a livello istituzionale cui conveniva chierarsi contro. la situazione migliorata solo alla fine dell'800, quando si è andato incontro ad un clima realmente unitario (nonostante un gran danno fosse già stato fatto). La discussione è di estremo interesse storico, invito tutti a prenderne parte in maniera sobria, se possibile distaccata ed obiettiva, considerando queste discussioni come un modo per comprendere e capire gli errori commessi nel passato, e non come un mezzo di rivalsa odierna. Capire gli errori passati dovrebbe servire a non commetterli nel presente e progettare correttamente il futuro assieme (per insieme intendo di tutti gli italiani ;) ). chi ha documenti interessanti li posti e li condivida , sarà un piacere leggerli.
    1 punto
  7. Medaglia devozionale tonda,bronzo/ottone, del XVII sec. (probabilmente della seconda metà). D/ Volto di Gesù a SX (al tipo Salvatoris Mundi).- R/ Busto della Madonna velata a DX (tipo Mater Salvatoris), esergo; lettera G tra due punti,potrebbe essere la sigla(incisore) di chi ha prodotto la medaglia?Ciao Borgho.
    1 punto
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