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  1. borghobaffo

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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/01/11 in tutte le aree

  1. I Raduno Nazionale "Lamoneta.it" (Localizzazione: ROMA) Carissimi utenti, è con piacere che Vi segnalo e Vi invito al 1° Raduno Nazionale di Lamoneta.it. Il raduno si terrà a Roma tra il 28 e 30 settembre 2011, in occasione del 1° Workshop Internazionale di Numismatica 'Numismatica e Archeologia’ Monete, stratigrafie e contesti, dati a confronto.
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  2. Ringrazio l'utente jared90 per l'ottimo scambio ;) Appena ho un poco di tempo ripropongo la mia lista aggiornata Andrea
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  3. A parte le problematiche già esposte credo che un sistema sul genere americano possa tornare utile più ai commercianti che ai collezionisti determinando un'impennata dei prezzi in alto per una rincorsa ancora più forsennata di quella attuale al FDC a tutti i costi. Basta guardare sul Red Book le quotazioni dei dollari morgan ad esempio che tramite gli scaglioni in alto tra MS60, MS63, MS64 e MS65 possono giustificare scatti di prezzo notevoli anche per anni comuni... (altro che il nostro qFDC o FDC) Di converso però possiamo godere delle conservazioni "minori" tipo la AU50 che godono invece di prezzi direi "onesti" per monete che sinceramente ad occhio nudo non hanno molto da invidiare a quelle MS. In sintesi: se si dovesse affermare questo sistema attenti a voi "maniaci" del FDC...! :P Saluti Simone
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  4. Ciao Peter, io preferirei analizzare separatamente i due fattori che escono fuori da questa discussione e cioè la rarità e il valore commerciale. Il grado di rarità nelle monete contemporanee è legato alla produzione riferita al millesimo meno le monete ritirate . C: comune; NC: non comune; R: raro; R2 (RR): molto raro; R3 (RRR): rarissimo; R4 (RRRR): estremamente raro; R5 (RRRRR): conosciuto solo in alcuni esemplari; Nelle monete contemporanee grazie alla possibilità di studiare i decreti l'eventualità di dare un grado di rarità errato è molto basso. Altro è attribuire il grado di rarità alle monete dove è difficile trovare i documenti relativi alla produzione di come ES. medioevali e alcune rinascimentali. Per questo tipo di monete ci viene in aiuto l'osservazione, cioè se quella moneta è di facile reperimento, naturalmente l'attribuzione è soggettiva ed empirica, quindi l'attribuzione è soggetta a cambiamenti nel tempo. Può essere che lo studioso abbia a suo tempo fatto un lavoro di attribuzione molto scrupoloso e attento, dopo esce fuori un tesoretto relativo alle monete da lui studiate e inevitabilmente ne cambia il grado di rarità in difetto. Non è difficile che una moneta diciamo venga declassata. Ad esempio ho cambiato il grado di rarità del denaro di Carlo I d'Angiò detto palmizio http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CIA/33 da R4 estremamente raro a R2 molto raro poiché compare spesso nelle aste numismatiche e come prova ne ho messo le foto, Un altro fattore che determina la difficoltà di trovare monete nel mercato è l''interesse legato alla moda del momento, In questo caso la rarità della moneta aumenta, ma non è dovuta alla quantità ma alla reperibilità. La difficoltà di reperibilità ne influenza il valore commerciale, quindi il prezzo è legato sia alla rarità che all'interesse. L'interesse per una moneta può essere legata sia a motivi di studio, sia collezionistici e sia a motivi di puro investimento. Questi fattori legano il valore della moneta allo stato di conservazione. Prendiamo come riferimento una moneta comune, lo studioso si accontenta anche di monete a basso stato di conservazione che dopo lo studio potrebbe anche rimetterle in circolazione. Il collezionista tende ad avere nella propria collezione monete ad uno stato di conservazione maggiore, tendendo a dare via quelle a bassa conservazione. L'investitore tesaurizza le monete ad alta conservazione. Questo sistema spiega una delle cause perchè le monete ad alta conservazione sono più rare rispetto a quelle a bassa conservazione. Un'altra causa è legata al motivo per cui è nata la moneta, cioè mezzo di scambio e quindi soggetto a usura. Cioè la moneta doveva circolare difficilmente veniva tesaurizzata, monete ad alta conservazione proviene principalmente da tesoretti. Per concludere il grado di rarità di una moneta è legato alla quantità una volta stabilito è diciamo fisso nei cataloghi, naturalmente se si può anche legare la rarità della moneta allo stato di conservazione ma va da se che il grafico che rappresnta la conservazione alla rarità avrà un'iperbole più pronunciata più si va indietro nel tempo. Credo che se si analizza uno stesso periodo è più facile trovare monete ad alta conservazione se di oro, meno se di argento, quasi impossibile se di rame. Spero di essermi spiegato Antonio
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  5. Secondo me non è lì che sta la differenza. Che tu metta un coefficiente, un più, un segno in codice o quant'altro, non cambia nulla, perchè si tratterà sempre di un giudizio soggettivo di un singolo perito. Mi dite cosa cambia nel periziare una moneta SPL+ oppure SPL58, quando magari la moneta è un normale BB+? Io preferisco avere uno SPL+ di Tevere che uno SPL58 di Pincopallino, rimanendo in ambito italiano. Ma, e questo è quello che volevo sottolineare, la differenza con le perizie USA è ben più profonda che non un banale sistema di coefficienti: le perizie sono eseguite da società che riuniscono uno staff di periti, la moneta non è periziata da una singola persona, ma da più esperti, secondo una procedura ben definita, e solo così può esserci una riduzione sostanziale della soggettività delle perizie. E' il sistema in sè completamente diverso che fa la differenza, non certo l'istituzione di una banale sigla numerica. Io non ci vedo assolutamente nulla di male nel vedere una moneta periziata SPL+, perchè per me non è affatto un giudizio vago, indica esattamente un dato tipo di moneta. Ciò che fa diventare vago il nostro sistema è che quello è che è lo SPL+ di un perito diventa il qFDC di un altro. Ma questo varrebbe anche per uno SPL58 come per un FDC62. Il sistema di sigle che abbiamo noi, in se, non è affatto meno preciso o più vago di quello americano, tant'è che tutte le volte che vediamo una sigla americana tendiamo a convertirla nel nostro sistema. Sia ben chiaro, non sarei contrario a questo nuovo sistema, ma mi parrebbe illogico che venga istituito non per una decisione collegiale che coinvolga tutto il mondo numismatico (e studiando un sistema codificato ed identico per tutti), ma solo per iniziativa privata di questo o quel perito/professionista. Perchè in questo modo mi sa che la confusione invece di diminuire non farà altro che aumentare, perchè ci troveremo perizie tradizionali mescolate con perizie col nuovo sistema.
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  6. M.I.R. = Monete Italiane Regionali (Toscana,zecche minori), autore; Alessio Montagano- Edizioni Numismatica Varesi,Pavia,Via Ribolini, 1, (WWW. varesi.it )- Ciao Borgho.
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  7. Monica Baldassarri è l'Autrice del libro "Zecca e monete del comune di Pisa"Dalle origini alla seconda repubblica- XII secolo - 1406. AX 1-2 è il N° di riferimento al tipo di moneta catalogato.In genere non mi occupo di prezzi,il M.I.R,411, la stima 600 euro!!! Ciao Borgho.
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  8. Zecca di Pisa,sesino o grosso da sei denari,a nome di Federico II (1330-1335 circa -1350 circa),M. Baldassarri, A.X.1-2.moneta rarissima.Ciao Borgho.
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  9. Ciao e benvenuto Non colleziono monete di Pisa, ma in attesa di un amico che possa darti le informazioni che richiedi, ti allego un indirizzo dove troverai tante monete pisane. Saluti Luciano http://www.stilepisano.it/immagini/index41.htm
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  10. ....poi, ....va beh, .....ce n'è una più recente che ha anch'essa però la stessa simbologia, delimita uno spazio Sacro e accoglie solo i veri "Amici" ... ... ma questa è un'altra storia ... Carissimi saluti
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  11. Penso che al momento la discussione sui particolari dell'etnico sia ormai esaustiva e ulteriori dettagli rischiano di essere poco determinanti e anche fuorvianti. Qui dobbiamo chiarire bene per cosa si intende una leggenda retrograda. La lettura normale dell'etnico va SEMPRE da destra a sinistra e quello che può cambiare è il senso orario oppure antiorario. Osservando i due tetradrammi di Katana che avevo postato è possibile notare che l'etnico nel primo esemplare va da sopra a sotto e quindi in senso antiorario, mentre nel secondo esemplare (con Sileno al rovescio) l'etnico va dal basso in alto e quindi in senso orario. Noi moderni siamo istintivamente abituati a leggere le parole sul bordo in senso orario (come appunto sulle monete del Regno e della Repubblica italiana). Se la leggenda è in senso antiorario basta comunque ruotare opportunamente la moneta per leggere correttamente sempre da destra a sinistra e con lettere disposte nel verso giusto. La vera leggenda retrograda non è tanto quella in semplice senso antiorario (come anche sul tetradramma di Aitna) quanto le lettere sono invertite, determinando la lettura da sinistra a destra per avere un senso compiuto. In questo caso la leggenda è denominata più correttamente "bustrofedica". L'etimologia della parola ricorda infatti l'andamento di un bue durante l'aratura (dal greco βοῦς, "bue", e στρέφειν, "girare, invertire"). Più spesso ci sono singole lettere ad essere invertite. Comunque in rari frazionali di Naxos è possibile leggere l'etnico in maniera completamente rovesciata, come nel seguente esempio: L'etnico NAXION si legge in senso orario, ma le lettere, in particolare la N, appaiono invertite, per qui la lettura corretta parte da sinistra a destra. Questa è una vera leggenda retrograda.
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  12. Contesto storico Per capire questa moneta è necessario conoscere anche il relativo contesto storico. Nel 491 a.C. era morto Ippocrate, tiranno di Gela e padrone di molte città siceliote. Alla sua morte il potere passò a Gelone, figlio di Deinomene (da cui il nome della dinastia dei Deinomenidi), che era il comandante della cavalleria di Ippocrate. Gelone conquistò Siracusa nel 485 a.C. e cinque anni dopo, nel 480 a.C., fu protagonista della prestigiosa vittoria sui Cartaginesi nella battaglia di Himera. Nel 478/7 a.C. Gelone morì e con lui cessò anche un periodo che fu definito “età dell’oro”. Gli succedette il fratello Ierone (o Gerone), di temperamento dispotico e sospettoso. Sentendosi insicuro Siracusa, Ierone si trasferì a Katana, il cui nome fu modificato in Aitna, intorno al 476/5 a.C., probabilmente anche a seguito di una importante eruzione del vulcano omonimo (Tucidide 3.116). Egli deportò l’originaria popolazione di Katana (e di Naxos) a Leontinoi e riempì la nuova capitale di Aitna/Katana con abitanti provenienti in parte da Siracusa e in parte dal Peloponneso (Diodoro 11.49; Strabone 6.268; Pindaro Fr. 71 [ode a Ierone di Siracusa]. Subito dopo, nel 474 a.C., Ierone sconfisse la flotta etrusca a Cuma, vicino Napoli, e finalmente ci fu un breve periodo di pace, durante il quale il tiranno promosse l’attività di numerosi artisti, come Pindaro (che lo chiamò espressamente “Ierone di Aitna” in Pyth. I) ed Eschilo (che scrisse un’opera teatrale “Le donne di Aitna”, oggi andata perduta). Il prestigio di Ierone fu notevole nel mondo greco, anche a seguito della vittoria di suo fratello Polizalo, tiranno di Gela, nella corsa di quadrighe ai Giochi Delfici del 474 a.C. (e a Delfi offrirà la famosa statua di “Auriga di Delfi”). Forse nello stesso anno Ierone offrì a Olimpia anche il famoso elmo corinzio con una dedica a Zeus. Nel 466 a.C., alla morte di Ierone, i suoi partigiani furono espulsi da Aitna/Katana e l’originaria popolazione che era stata deportata a Leontinoi fece ritorno a casa. I partigiani di Ierone ebbero il permesso di stabilirsi a Inessa, un vecchio centro sicano (attuale Santa Maria di Licodi, a circa 15 km NW da Catania), che fu ribattezzata Aitna. Poco dopo, intorno al 465/4 a.C., a Siracusa fu abbattuta la tirannia dell’ultimo dei Deinomenidi, di nome Trasibulo e nel 461 a.C. a Messana furono espulsi anche i locali tiranni, figli di Anassila. Quindi in Sicilia ebbe luogo una temporanea sospensione di governi tirannici, con instaurazione di governi democratici (Diodoro 11.76). (continua)
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