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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/14/11 in tutte le aree

  1. Non sono curioso, non mi interessa in che contesto sia stata acquistata la moneta, le faccine sanno di presa in giro ed in questa maniera non si va da nessuna parte. Cosa pensate possa rispondere ? Il bisnonno ha tenuto la registrazione dell'acquisto, e per di più di una moneta che più o meno poteva avere da poco perso il valore legale, della cui rarità sino a pochi anni fa si ignorava l'esistenza ? Io non credo la moneta sia stata del bisnonno, o del nonno ma questo non ha nulla a che vedere sull'autenticità della moneta, le frottole gratuite certo non aiutano. Stiamo discutendo o almeno tentando di farlo di una moneta, che se autentica, sarebbe una grande rarità; non di chi la possiede, anche se mi rammarico nel dire che questa è stata una pregiudiziale. La stessa moneta postata da altre persone (picchio ad esempio) avrebbe suscitato toni completamente diversi. Ho letto affermazioni draconiane: il 40 lire 1814 puntali aguzzi non esiste - punto. In base a cosa si può fare una simile affermazione ? I conii sono prodotti per matrice, e ripetitivi, poi, eventualmente riadattati a bulino, nascono con i puntali aguzzi e con il cambio di direttore appaiono sagomati ad affiancare quelli aguzzi. Quindi più coppie di conii e la data è al diritto e non al rovescio, dettaglio tutt’altro che trascurabile in fase di accoppiamento. Con la restaurazione gli austriaci hanno battuto per vari anni il 40 lire 1814 con i conii esistenti in zecca, lucidandoli, e nulla mi vieta di pensare, o credere che un qualsiasi addetto di zecca abbia accoppiato il conio al diritto 1814 con un conio in ordine al rovescio puntali aguzzi. Non esiste un solo documento di zecca relativo alla distruzione o annullamento dei conii al rovescio con puntali aguzzi nel 1813 o 1814. Come esistono tutti gli altri nominali per questo anno non vedo ragione di dubitare della possibilità tutt’altro che remota di una emissione a puntali aguzzi anche per il 40 lire sebbene ad oggi appaia inedita. La moneta è stata periziata, e quindi si mette in discussione anche la professionalità un numismatico professionista con anni di attività, che ha chiuso con la propria firma un parere di autenticità. La moneta è stata vista da Varesi con cui ho parlato e telefonicamente mi ha espresso parere positivo, sebbene non si sia soffermato particolarmente al diritto ed in caso di sua perizia avrebbe voluto dedicarci altro tempo per togliersi ogni dubbio - naturale quando appaiono sul mercato queste varianti. La stessa cosa da Raffaele Negrini. Non mi pare si stia parlando di due sprovveduti, e francamente mi fido molto ma molto di più del loro giudizio di tanti che sono proferiti con poca cognizione di causa. Le monete uniche non esistono ! Interessante, invito a trovare una gemella del 5 lire 1807 Venezia. Le monete uniche possono esistere, forse coniate in più esemplari ma giunte sino a noi in un solo esemplare, e di questo ne ho più certezze, o comunque conosciute in un unico esemplare. Non autetentica o manipolata dalla sola fotografia, ho piena ammirazione per coloro che non hanno dubbi circa la non genuinità del pezzo, li ammiro; dopo 30 anni di numismatica non ho di queste capacità. La cosa che non mi è piaciuta, e non ho remore a dirlo è stata la ragione di promuovere la moneta attraverso il sito lamoneta.it; evidentemente ci sono ragioni che mi sfuggono, o meglio che mi sono assai chiare e che non condivido minimamente. La richiesta di passaggi in asta al fine di poterne definire una valore commerciale chiaro e di riferimento per una eventuale pubblica vendita o trattativa privata, nonché presentare la moneta come “unicum”, i punti esclamativi li risparmio, mi ostino a voler scrivere in italiano. Per quanto “unicum” se di indubbia autenticità il valore commerciale non è la classica tombola da decine di migliaia di euro, è un bel pezzo, interessante ma una variante già nota, sebbene non per il 1814. Diversamente sarebbe se fosse apparso un pezzo datato 1815, o senza segno di zecca per data a bordo incuso. In questa conservazione ha una valutazione tra i 4 e 7.000 euro. Ho studiato il poco che la Signora ha mostrato, scansione di una tale povertà che non mi è possibile un riferimento chiaro, ma ho notato alcune minime discrepanze tra gli esemplari che posseggo per il 1814, altri che ho fotografato nel corso degli anni ed altri ripresi da internet. Nella data l'’8 è solitamente sporco di metallo, ed i punzoni utilizzati per gli 1 del 1814, potrebbero essere stati di una nuova serie, fatto sta che sono leggermente più spessi. Nel 1811 l’8 è più pulito, ed i punzoni dell' 1 leggermente più sottili. Nonostante i miei migliori sforzi non ho rintracciato la coppia di conii che potrebbero essere stati utilizzati per l'artefatto. L'errore umano nel giudizio è sempre possibile soprattutto quando ci si concentra su qualcosa che di per se è autentico trascurando la parte che potrebbe presentare una alterazione. E' chiaro che l'attenzione è tutta rivolta ai puntali, che indubbiamente appaiono senza aloni sospetti, cioè la rarità della moneta ed inevitabilmente si trascura la data, perché ben nota. Detto questo, dato che mi è stato sollecitato un pare, non posso che riscrivere quanto detto: inedito non significa falso, ma neppure autentico e senza vedere la moneta in mano, data la pochezza di quanto postato mi è impossibile determinare un giudizio sull’autenticità.
    3 punti
  2. Ciao Dallas! Io ho avuto lo stesso desiderio 20 anni fa. Chiesi a mia zia che era scultrice (ora purtroppo ci ha lasciato..) se poteva farmi farmi degli scacchi in legno. Come ricompensa le promisi che le avrei pagato il viaggio aereo per venirmi a fare visita in California, il soggiorno e le gite turistiche qua in America. Certamente, non un offerta da poco. Qualche migliaia di euro. Lei accetto' ed insieme cominciammo a pensare agli schieramenti. Decidemmo di fare due schieramenti di eserciti medioevali Diversi, ma simili al tempo stesso in apparenza.. Mia zia si mise al lavoro. Prima fece disegni a matita e carboncino di ogni pezzo. Insieme li correggemmo e li modificammo fino all'approvazione di tutti i disegni. Poi inizio' la fase della plastilina. La zia creo' ogni pedina in plastilina. Dopodiche' apportammo modifiche a tutti i pezzi ed ai loro dettagli. Finalmente, dopo aver completato queste fasi di disegno ed abbozzo comincio ' il lavoro dei pezzi finali in legno vero e proprio. Il legno scelto fu il Bosso. Legno molto duro a scolpire ma bello quando finito e lucidato perche' non e' poroso. Lei scolpi' tutto a mano con scorbie e attrezzi minuti. Niente macchinario elettrico come ad esempio torni o frese.... Ogni pezzo e' differente anche se, a prima vista, i pedoni sembrano essere uguali. Il lavoro di scultura duro' tre anni. Dopodiche' lei creo' anche la scacchiera in pelle con cassetto e caselle di velluto per i pezzi. Quando mi presento' il lavoro finito durante una delle mie visite in Italia, rimasi sbalordito dalla bellezza del lavoro fatto. veramente un opera d'arte. Credo che questa sua creazione superi di gran lunga quello che le detti in cambio....E se il valore di questa scacchiera e' molto alto il valore affettivo non ha prezzo. ... In America, la portai a giro negli stati di California, Nevada, Oregon, Washington e Canada. Lei scrisse un diario piacevolissimo ed interessante sui giorni trascorsi qua con me che ancora conservo gelosamente. Tutto sommato, un esperienza magnifica che comincio' un giorno, ormai lontano nel tempo, con la balzana idea di fare una scacchiera in legno....!!!:) Buon Divertimento!!!!!:D
    2 punti
  3. Scambio queste monete da 1 centesimo del Regno : 1861M, 1867M, 1895, 1896, 1913, 1914, 1915, 1916, 1917 e 1 centesimo AFIS 1950 ; con 1 - 2 - 5 - 10 - 20 Lire della Città del Vaticano (dal 1947 al 2001) saluti a tutti
    1 punto
  4. CRONACHE DAL PROCESSO Martedì 12 luglio 2011 E’ stato il giorno della difesa, che ha contro-interrogato per ben sei ore David Tripp, concentrandosi soprattutto sull’ambiguità di linguaggio e l’inaffidabilità delle registrazioni della Zecca negli anni ’30. Nonostante sia stato sottoposto a un tale fuoco di fila di domande da sembrare a volte inarrestabile, Tripp ha in generale mantenuto la calma. L’avvocato Berke ha insistito molto su quello che Tripp aveva definito “an orphan document”, un documento orfano, un telegramma inviato il 7 marzo 1933 dal Segretario al Tesoro al sovrintendente della Zecca di Philadelphia, dal quale si evincerebbe che la Zecca veniva autorizzata “ad emettere monete d'oro o barre in cambio di lingotti d'oro ricevuti”. Berke ha sottolineato che “documento orfano” è stato il termine usato da Tripp, il quale però, pur ammettendo che detto documento, unico, lo aveva turbato, ha ribadito che doveva essere letto nel contesto di altri documenti, che mostrano che nessuna 1933 Double Eagle ha lasciato legalmente la Zecca. Berke ha insisitito che tra il 7 marzo e il 12 aprile 1933, non vi era alcuna documentazione che dicesse che la zecca non poteva cambiare monete d'oro per monete d'oro, anzi, la documentazione sembrava dimostrare lo scambio "oro per oro" anche per usi industriali in aggiunta a quelli numismatici. Tripp ha ammesso che molti, se non la maggior parte degli scambi post-6 marzo "oro per oro" erano per usi industriali per mantenere funzionanti le imprese, e Berke ha sottolineato l'assunto da parte di Tripp. Le domande successive si sono focalizzate sul collegamento di Tripp con il governo prima come consulente e poi assunto nel settembre 2007 come esperto per testimoniare in questa causa. E’ stato chiesto a Tripp perché non ha citato il telegramma del 7 marzo nella sua relazione, nonostante fosse a conoscenza di esso, Tripp ha risposto che l'omissione era coerente con la sua pratica di non includere "orphan documents", a prescindere da cosa sostenessero. Berke ha poi però notato che il telegramma in questione non era stato menzionato nemmeno nelle indagini dei servizi segreti negli anni ‘40, o nei documenti riguardanti la moneta di re Farouk nei ’50, né quando è riemersa nel 1994, forse mettendo un dubbio nella mente di alcuni membri della giuria sulla validità delle conclusioni di Tripp. In qualità di esperto Tripp lavora per il governo e Berke sostiene che il pagamento previsto per questo è stato una parte sostanziale del suo reddito per gli ultimi cinque anni, con un totale da $ 350.000 a $ 400.000 che Tripp ha ricevuto e riceverà dal governo per la sua testimonianza. Ciò come parte di una serie di domande dirette a dimostrare che la perizia di Tripp aveva motivo di omettere i documenti, come il telegramma 7 marzo 1933, che possono non essere favorevoli al governo stesso. C’è stato poi un lungo dialogo sulle “uscite di cassa”, cioè le uscite dirette dallo sportello della Zecca, che Tripp afferma non potevano includere le monete d’oro, che erano considerate “una classe a parte” per via dell’elevato valore. Berke ha però ricordato che in una deposizione rilasciata l’8 ottobre 2008, nel primo processo, Tripp aveva detto che le “uscite di cassa” avrebbero potuto includere alcune monete d’oro in circolazione. Tripp ha ammesso che la sua dichiarazione del 2008 non era corretta, ed è stata chiarita con successive ricerche. Nonostante le voluminose documentazioni che vengono presentate al processo, molto è andato disperso e se fosse incluso, fornirebbe un quadro più chiaro. Per esempio: • Non c’è nessun documento relativo agli scambi lingotti nei primi anni ’30. • Nessuna corrispondenza della Zecca in risposta a inchieste pubbliche negli anni ’20 e ’30. • Poco si sa infine del contenuto di documenti distrutti negli anni ’70 e oltre. Eppure, Tripp ha replicato che la quantità di documenti disponibili per gli anni immediatamente prima e dopo il 1933 è la stessa rispetto alla maggior parte di qualsiasi periodo di due o tre anni si volesse esaminare. Berke parla poi di una richiesta del 27 Aprile 1943, da parte della Zecca di Philadelphia, per il ritorno di documenti conservati in vari archivi, ma l'oggetto e il tipo dei documenti richiesti è sconosciuto, così come questa richiesta del 1943 era sconosciuta a Tripp. La giornata si è conclusa bruscamente poco dopo 4 del pomeriggio, non appena Berke ha introdotto una serie di domande riguardo la valutazione delle monete. Il governo ha subito obiettato che le domande erano fuori contesto, e uno stanco giudice Davis ha mandato a casa i giurati e ha chiesto agli avvocati di parlare con lui privatamente. petronius :)
    1 punto
  5. Mah, la prima sui 1.500,00 circa (forse qualcosa in più), anche se mi pare che ultimamente il suo prezzo - fermo da qualche anno - stia ricominciando a salire. Su un 1848 Venezia in cons. BB non saprei che dirti. Io non la comprerei in BB e per questo non ho in mente il valore esatto. Al pari dell'altra, anche questa moneta, secondo me, si dovrebbe acquistare in conservazione dallo SPL in su. E questo non perché sia disonorevole avere dei BB, anzi, ma perché la maggior parte dei 20 lire Venezia si reperisce sul mercato in elevata conservazione (ci sono molti qFDC). Per quanto poco si possa pagare, un 1848 Venezia in medio-bassa conservazione non costa certo meno di mille euro e, dunque, una discreta sommetta. Al momento di rivenderlo, però, e pur avendo speso abbastanza, si incontrerebbero difficoltà perché la maggior parte dei collezionisti sa di poterlo reperire in conservazione migliore e, dunque, non lo vuole in BB. In ogni caso, io non lo acquisterei per nessun motivo se riportasse tracce di appiccagnolo (spesso i 1848 VE son dati in qBB o BB proprio per tale ragione). Resto a disposizione. Un carissimo saluto
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  6. La prima frase: "La dignità umana è inviolabile". La seconda frase: "Rispetto per la legge morale". La terza frase: "Il bene del popolo è l'obiettivo del mio lavoro". Una bella ricetta, non c'è che dire... :closedeyes: (mi si perdoni la battuta).
    1 punto
  7. 22 euro sono il 60% del valore commerciale dell'oro oggi. E' come prestare denaro all'interesse del 40%. vedi un po' te... Solo a titolo informativo, oggi a Roma l'oro "usato" 18 Kt è pagato a 25 euro al grammo, nei negozzi onesti. Considerato che nessuno lo pagherà mai dopo l'affinazione (che ha un costo) a 36 euro diciamo che siamo intorno all'80x100, bisogna anche considerare che spesso si prendono fregature (oggetti solo placcati spesso sfuggono anche alla prova dell'acido) Aggiungiamo che un compro oro non affina (fonde) tutti i giorni al massimo una volta al mese, un minimo di rischiò che crolli il prezzo c'è sempre, anche se remoto. Posso capire se uno approfitta della pensionata che vende la fede per mangiare, in questo caso regalo 50 euro alla vecchietta e le lascio la fede. (cosa già fatta) Ma c'è tanta gente che vende l'oro solo perchè sa bene che ci guadagna qualcosa anche se vende a 23-25 euro al grammo. E' vero che tanta gente è costretta a vendere per far fronte a spese improvvise, o perchè non arriva alla fine del mese, ma c'è tanta altra gente che appena gira l'angolo del compro oro spende tutto in macchinette mangia soldi, e chi semplicemente si vuole fare una settimana di vacanze e non sa più dove attingere. Ultima cosa, i compro oro nati come funghi negli ultimi tempi, chiuderanno nel giro di uno due anni al massimo, il motivo:La gente ha finito l'oro da vendere.
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  8. Lo sapevo che saremmo arrivati qui e mi sono preparato. Da quello che ho trovato nei miei libri mi risulta che: Quella battaglia nasce da un patto scellerato tra Genova e Francia del 15 maggio 1768. A Genova non stava bene che la Corsica fosse indipendente e chiese aiuto alla Francia che si assumeva l'onere di far occupare le piazze di Bastia, S. Fiorenzo, Algagliola, Calvi, Bonifacio e tutte quelle altre che, sulla costa e all'interno, fossero necessarie alla sicurezza delle truppe "per togliere ai Corsi ogni mezzo di nuocere ai sudditi e alle possessioni della Repubblica di Genova"., e di esercitarvi la propria autorità sovrana, pur rimanendo l'isola di proprietà della Repubblica, tenendola quale pegno e cauzione pel rimborso delle spese sostenute. L'Isola sarebbe stata restituita a Genova al pagamento diquelle spese. …..ma la Francia presentò un conto talmente salato che Genova non potè pagare e la Corsica rimase francese. Saputo di quel patto il 22 maggio 1768, fu deliberato con unanime slancio l'insurrezione di massa e preparata l'estrema difesa contro l'occupazione francese. Pasquale Paoli fu l'anima della guerra d'indipendenza e Carlo Bonaparte (il padre del grande Napoleone) ne fu il cooperatore più ardente e infaticabile… ma la lotta era impari… Il mio commento da profano, che ha solo letto i resoconti che ha avuto modo di trovare, ...sperando che non siano di parte ... è che mi dispiace immensamente! Avrei preferito che la Corsica restasse libera e indipendente! Purtroppo la Storia non segue i nostri desideri ma se almeno ci restasse la speranza di capire e quella di non ripetere gli errori, questo sarebbe un modo per migliorare la nostra esistenza ...
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  9. Ciao a chi legge. Vorrei sapere qualcosa di più su questa medaglia di Napoleone III che pesa più di 80 g. (il limite della mia bilancia) e ha le seguenti misure: ø min. 7 cm., ø max 10 cm. Sospettavo fosse lava anche se ipotizzavo anche ghisa, ma ho visto che al Museo di Mineralogia di Napoli c'è una collezione di medaglie in lava, tra le quali una di Napoleone III del 1859, commemorativa della Battaglia di Magenta. Questa però è del 1867 (Battaglia di Mentana o Esposizione Universale di Parigi o scampato pericolo nell'attentato avvenuto in quell'occasione?). Ne sapete qualcosa? E' rara? Mi ci compro una civetta di Atene, che desidero da tempo? Grazie anticipate per le risposte
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  10. Caro Okt ! Posti sempre cose estremamente interessanti ! Ricordo che anni fa già discutemmo in relazione a questa medaglia nel lavoro che facemmo assieme, mai però in maniera così esaustiva come ce l'ha presentata ora Valeria. Ecco dove ne discutemmo: http://www.roth37.it/COINS/Sedan/index.html roth37
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