Vai al contenuto

Classifica

  1. eligio

    eligio

    Utente Senior


    • Punti

      2

    • Numero contenuti

      486


  2. allarmerosso

    allarmerosso

    Utente Senior


    • Punti

      1

    • Numero contenuti

      546


  3. elmetto2007

    elmetto2007

    Utente Storico


    • Punti

      1

    • Numero contenuti

      4538


  4. sagida

    sagida

    Utente Storico


    • Punti

      1

    • Numero contenuti

      5444


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/26/11 in tutte le aree

  1. Buon pomeriggio a tutti, dopo un mesetto intenso di lavoro e viaggi oggi ho avuto (finalmente!) un po' di tranquillità per rileggermi questa discussione, e ho avuto modo di vedere i progressi che sono stati fatti nella raccolta dei materiali, sia sul piano delle monete come della documentazione. Mi congratulo con tutti, in particolare con Dabbene, Ghera e Lollone, per i contributi. Premetto che ho fatto un po' fatica a raccapezzarmi sulle varie suddivisioni in gruppi e sottogruppi, ma direi che al di là dell'inevitabile soggettività di certe classificazioni di cui giustamente parla dabbene, la metodologia mi sembra valida, soprattutto per quanto riguarda la forma della croce e di alcune lettere. Attendo con impazienza che vengano messe a disposizione delle tavole sinottiche con le immagini (se non ho letto male mi sembra che siano state annunciate in qualche post precedente) e i dettagli dei pesi. Con le immagini sott'occhio tutte in un colpo solo si potrà forse trarre qualche elemento nuovo. Stavo riflettendo sui ritrovamenti di monete astesi nei principali ripostigli citati. Ciò che mi salta all'occhio è una presenza marginale rispetto ad altre monete come quelle di Genova e Pisa. Per molti punti di vista, questo aspetto mi torna. L'area di circolazione della moneta astese era molto meno mediterranea di quella genovese o pisana. I ritrovamenti di monete di Asti lì appaiono molto sporadici, e costituiscono una frazione minima. Segno forse di una loro circolazione in quell'area forse più incidentale che sistematica. Il fatto di trovarne in Corsica o Sardegna potrebbe essere legato agli acquisti di grano effettuati da Genova in queste regioni, storicamente forti esportatori di cereali verso la penisola. Nondimeno l'analisi di questi ripostigli è fondamentale, perché dal terminus post quem che se ne può evincere e dalla presenza di una tipologia piuttosto che di un'altra si potrebbero avere informazioni molto utili sulla cronologia delle emissioni di Asti e una validazione dei raggruppamenti fin qui operati. Non mi sorprendono neppure le considerazioni e i link proposti da numes circa la presenza di monete astesi nelle regioni francesi, in particolare dalla Champagne. Penso sia ancora molto affidabile la ricostruzione operata da alcuni autori (es. P. Spufford) sui flussi di argento in Europa nei secoli XII-XIV. La proliferazione di zecche in Italia settentrionale nella metà del XII secolo - tra cui Asti, per l'appunto - fu probabilmente stimolata da una significativa presenza di metallo bianco in quella regione anche sotto forma di monete, oltre che di lingotti. Sebbene nella regione non ci fossero ricche miniere come quelle di Freiberg o Kutna Hora, i commerci facevano sì che l'argento arrivasse molto abbondante nell'area dell'Italia settentrionale. Tra i "Lombardi" di cui troviamo traccia nelle fiere della Champagne, o nella valle del Rodano, c'erano anche numerosi mercanti e cambiavalute astesi, che con quella regione instaurarono importanti relazioni commerciali, che si tradussero in flussi di metallo - monetato e non - che giustificherebbero i ritrovamenti e le citazioni documentarie. A cavallo tra i secoli XIII e XIV ci furono personaggi astesi (mercanti?) che furono chiamati a Namur e Ginevra per riorganizzare le loro zecche. Questo per dire la perizia che avevano questi personaggi nel manovrare i metalli preziosi, in particolare dal punto di vista finanziario (che era un requisito tra i più importanti per la realizzazione di una moneta). Mi sembra invece che sul piano dei ritrovamenti manchino indicazioni dall'area milanese. Questo potrebbe essere però dovuto all'assenza di indagini precise piuttosto che di ritrovamenti. So che è in preparazione una pubblicazione dei ritrovamenti monetari realizzati nelle chiese del Canton Ticino (che appunto fino alla fine del XV secolo faceva parte del Ducato di Milano), nei quali sarebbero presenti alcuni esemplari astesi o realizzati in zecche dell'attuale Piemonte. Ma può essere dovuto al fatto che la perdita di importanza del denaro astese fu dovuta alla crescente potenza del denaro imperiale milanese, e quindi è più probabile che in area milanese la presenza della monete di Asti abbia interessato un arco temporale più ristretto (ma ciò sarebbe comunque utilissimo da comprendere, perché aiuterebbe a sistemare la cronologia dei pezzi), prima che il denaro milanese si espandesse fino in Piemonte. Questa è un'ipotesi, che deve però essere verificata con uno studio più radicale, allo stato attuale io su questo punto ho più dubbi che certezze. Mario ha lanciato un importante sassolino nello stagno quando chiedeva se ci sono evidenze di denari astesi nella documentazione. Trattandosi di un'epoca storica piuttosto avara di questi dati, possiamo provare a fare un censimento di quello che c'è. Di sicuro nel secondo volume del Promis dedicato ai Savoia (facilmente reperibile in PDF in rete) ci sono un po' di attestazioni che possono tornare utili. Qui però bisogna procedere con molta cautele, perché le citazioni di denari astesi che arrivano dai documenti possono essere facilmente fraintese, in quanto tendono a riferirsi più alla moneta di conto che a quella fisicamente coniata (invito in proposito a farsi un'idea del problema leggendo in quest'ottica il saggio di Aldo Settia nel volume "La moneta in Monferrato tra Medioevo ed Età Moderna). Non ho invece idea del valore aggiunto che possa portare lo studio delle decime in Piemonte. Per quello che ho avuto modo di vedere in altre regioni italiane, queste registrazioni sono preziosissime e da esse sono state tratte informazioni importanti per rimettere un po' in sesto certe classificazioni di monete nell'Italia centrale. Ignoro il valore di queste ricerche per il Piemonte. Esiste un volume dedicato all'argomento (Rationes decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV. Lombardia et Pedemontium, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1990), ma al momento non ho ancora avuto modo di studiarlo e non ho a portata biblioteche che ne posseggano una copia (guardando il prezzo di copertina capirete il perché...). Spero di aver aggiunto qualche informazione utile, o per lo meno di suscitare una discussione costruttiva. Attendo i sagaci spunti di Dabbene, Monbalda e gli altri, che certamente mi possono aiutare anche a capire i tanti punti che ancora mi appaiono evanescenti. E. P.S. @ Dabbene e Ghera: venerdì sera vi avevo promesso un aggiornamento, ho cercato di essere il più tempestivo possibile... Adesso attendo le illustrazioni dei pezzi raccolti nella ricerca in SNI.
    2 punti
  2. ciao Renato, non tutti hanno le possibilità o la necessità di collezionare monete FDC o in alta conservazione, poi ognuno della propria collezione fa ciò che vuole. io sono appassionato di monete mi piacciono in tutte le conservazioni.. proprio ieri ho comprato le 2 lire 1862 Napoli in conservazione Mb però mi piaceva come moneta e sono felice di averla comprata.. sicuramente non mi permetto di chiamare "cosa" una moneta comprata da un ragazzo collezionista con la tua stessa passione, come hai fatto tu in una risposta di questo post.. Secondo me c'è da incoraggiare i giovani e far passare il messaggio di "collezionare solo FDC" è sbagliato, mia opinione.Forse anche per questo non si vedono tanti giovani avvicinarsi a questo tipo di collezionismo.. Io sono contento di avere quella moneta nella mia collezione e questo penso sua l'importante.. Saluti Luca
    1 punto
  3. eccolo, però adesso che lo guardo meglio, è più facile che sia una madonna con bambino
    1 punto
  4. Bene, sono contento che siano arrivate le prime buste! :) Confermo di aver ricevuto tutti i pagamenti. Ho appena finito di preparare tutte le buste che partiranno domani o più probabilmente lunedì mattina. Di seguito posto il quadro con gli sviluppi dell'operazione: afornaini: 2009 + 2009 EMU + 2011 - spedizione prioritaria - pagamento ricevuto - spedizione effettuata - monete arrivate! bloodinside: 2009 EMU + 2011 + (2006) - spedizione prioritaria - pagamento ricevuto - spedizione effettuata - monete arrivate! valentino73: 2x 2009 + 2x 2009 EMU + 2x 2011 - spedizione raccomandata - pagamento ricevuto Parasiempre: 2009 tipo A + 2009 EMU tipo A - spedizione prioritaria - pagamento ricevuto aramis76: 2x 2009 + 2x 2009 EMU + 2x 2011 - spedizione raccomandata - pagamento ricevuto* legioprimigenia: 2009 + 2011 - spedizione prioritaria - pagamento ricevuto giangi_75it: 2009 + 2009 EMU + 2011 - spedizione prioritaria - pagamento ricevuto Rimangono disponibili: - monete da 2€ comm. 2009 "EMU"; - monete da 2€ comm. 2009 "Rivoluzione di Velluto"; - monete da 2€ comm. 2011 "Gruppo di Visegrad"; 5 monete da 2€ comm. Italia 2006 "Giochi Invernali - Torino".
    1 punto
  5. Ciao Massy, se la moneta da 1 euro costa allo Stato 20 centesimi, e presto detto che la moneta da 50 centesimi costerà molto meno. Perchè? Ovviamente non per il suo valore nominale, ma perchè produrre una moneta bimetallica ha un costo assai più elevato. http://www.economiascuola.it/blog/curiosita/quanto-costa-la-moneta Supponiamo quindi che al falsario per produrre 500.000€ (ovvero 1.000.000 di pezzi da 50 centesimi) costi 70.000€, e cioè 7 centesimi a pezzo. Difatti per produrre 1milione di pezzi da 50 cent da 7 grammi l'uno ci vogliono 7Tonnellate di ottone (7g x 1.000.000 = 7.000.000g = 7.000 kg = 7T). Il prezzo dell'ottone usato (recuparato dagli scarti.. non certo viene usato un metallo puro!!) è di 1039$ alla tonnellata, ovvero 8000$ (5.600€) http://www.lorini.biz/prezzi/nonfer/3268.htm Costi delle attrezzature (pressa a coniare ed una ghiera per zigrinare il taglio) = 55.000€ Costo di una forgia a carbone, per portare a fusione il bronzo = 200€ (si, DUECENTO EURO) "FAI DA TE" a voler esagerare http://forum.coltello.biz/index.php/topic,762.0.html Costo di un locale in affitto fuori mano per 6 mesi = per comodità arrontodiamo per eccesso a mille euro al mese --> 6.000€ Costi vari (guanti, occhiali di protezione, carbone, etc. etc.) = 2.000€ E' plausibile non credi? Bene, con 1 milione di pezzi venduti alla META' del valore facciale... 250.000€ in quattro stoccaggi.... meno i 70.000€ di produzione fanno ... 180.000€ ? Un bel business Per le monete da 1 euro e 2 euro, sebbene i facciali siano più alti, i costi sono maggiori, tenuto presente che le bimetalliche costano di più da produrre in tutti i sensi (macchinari più costosi, più tempo, ghiera differente, etc. etc.) e poi... vuoi mettere che i 50 CENTESIMI non li guarda NESSUNO (eccezione fatta per NOI collezionisti), mentre i pezzi da 2 euro sono guardati con più attenzione...
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.