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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/21/11 in tutte le aree
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Plaudo all'analiticità dei criteri esposti e all'ampiezza della casistica presa in considerazione relativamente a quali "criteri" debbano valere per considerare una moneta degna di interesse archeologico e/o culturale. Resto sgomento invece se comincio a riflettere su come calare tutto questo nella realtà del collezionismo e del commercio attivi sul territorio nazionale. In realtà mi sfuggono i confini e le conseguenze di un'applicazione pratica di quanto sopra esposto. Non è una critica bensi un desiderio di conoscere quali potrebbero essere le applicazioni pratiche di tale metodologia per classificare delle monete in base a dei criteri di rarità e pregio. Mi spiego meglio per evitare fraintendimenti. Innanzitutto i criteri assai analitici descritti nell'intervento di Monbalda si applicano a "tutte" le monete conosciute per determinare degli elenchi a fronte dei quali raffrontare eventuali esemplari detenuti dai collezionisti o posti in vendita che, se riconosciuti in una certa categoria verrebbero automaticamente definiti come monete di particolare rarità e pregio (con le conseguenze di et. etc. )? Oppure, ancora, "tutto" il materiale che viene transato sul mercato dovrebbe essere sottoposto a tali test con la conseguenza che , per le monete trovate "positive" scatterebbe una procedura di riconoscimento, una sorta di bollino rosso che , pur non precludendo il possesso del bene al privato che lo ha acquisito regolramnete (fattura, cartellini, provenienza nota etc.) ne segue i vari passaggi o, in alcuni casi, ne determina la prelazione da parte dello Stato ? Ma come ci si regola di fronte all'immensa quantità di materiale che passa regolarmente sul mercato estero e che comprende anche monete greche, romane, medioevali etc. provenienti ab origine dal territorio italico ma magari residenti o circolanti in varie collezioni estere da secoli ? Le moderne "pratiche di mercatura ( :D ) che regolano lo scambio di tali pezzi sono in uso (parlo del mercato internazionale) da tempo immemore (monete cosiddette "antiquarie" si scambiavano già nel 1300 ! e anche assai prima.. - di collezioni e collezionisti in copiosissimo numero ci sono giunti elenchi dal 1500). Come , quindi, armonizzare tutto ciò con l'attuale legislazione che vorrebbe regolare ben diversamente e in pratica con l'effetto di limitare tali scambi. L'attuale legislazione e il cambio di normativa , hanno avuto l'effetto di far schizzare in alto i prezzi di tutte quelle monete che possono vantare una provenienza accertata e opponibile verso le autorità, e di far restare al palo le quotazioni del materiale che invece non può vantare una fedina immacolata. Temo anch'io che il "tavolo tecnico" sia lungo e complesso ..2 punti
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ciao si tratta di una parpaiola da 3/4 di carlo II del II tipo http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CA2/59 la S finale delle sigle la identifica per una possibile sigla di Francois Savoie con FS o GS oppure una MS di Serena Sabatier o più probabilmente visti gli spazi nella legenda che mi fanno pensare ad una sigla più lunga a PGS per Girard Savoie... facile da identificare come moneta, ma difficile se non impossibile essere certi della zecca e dello zecchiere... moneta comunque ancora piacevole, con dei bei rilievi in alcuni punti e alcune debolezze da altre parti... moneta comunque rintracciabile quasi sempre in quelle condizioni....1 punto
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Ringrazio Michele per la risposta, che francamente non avrei saputo dare con migliore chiarezza. Ed in parte potrei essere d'accordo con la sua interpretazione, ma non sono persona di legge e di certo (e direi per fortuna...) non spetta al consulente numismatico dare indicazioni, appurata la culturalità o meno del bene, su chi ne possa essere il proprietario e quale destino tali materiali possano avere, visto che sono elementi da valutare a seconda del modo, luogo, data di rinvenimento o altra documentazione attestante la legale acquisizione del bene, etc... Per questa ed altre decisioni prese dai giudici vi allego il seguente link dove trovate anche alcune delle sentenze della corte di cassazione (devo dire che non mi pare mai in merito a sole monete, ma sempre per materiali archeologici da soli, o insieme anche a monete), come richiesto in un post anche da elledi: http://lexambiente.i...-culturali.html . Per chi volesse non sono letture leggere e gradevoli, ma senz'altro istruttive... Detto questo, riprendo il discorso in merito agli altri due quesiti posti da bizerba62, ovvero: 1. Da cosa desumete la rarità del materiale che vi fanno esaminare? 2. Da cosa desumete il pregio del materiale che vi fanno esaminare? Per questo ricordiamo ancora una volta che nel nostro caso bisogna fare riferimento all'articolo 10 del CBC al punto 4 lettera b nella la modifica introdotta dalla lettura del D.Lgs. 156/2006: "Sono beni culturali le cose di interesse numismatico che, in rapporto all'epoca, alle tecniche e ai materiali di produzione, nonchè al contesto di riferimento, abbiano carattere di rarità o di pregio, anche storico" Quindi si tratta di stabilire rarità e pregio anche storico in base all'epoca, alle tecniche ed ai materiali di produzione, nonché al contesto di riferimento. Personalmente, a parte rari casi in cui la tecnica ed il materiale impiegati dimostrino un qualche carattere di eccezionalità e/o di rilevanza storica (ad esempio monete per le quali sono stati impiegati per primi certi procedimenti di produzione, sia che essi siano noti sia che, a maggior ragione possano anticipare, o mutare le conoscenze circa l'applicazione di un certo procedimento produttivo; prove particolari; monete prodotte da conii evidentemente rilavorati su precedenti; alcune ribattiture o punzonature particolarmente significative; materiali non noti in precedenza per quelle tipologie monetali, etc..), gli elementi tenuti in considerazione maggiormente sono l'epoca ed il contesto di riferimento, ai quali spesso anche le valutazioni sul materiale e le tecniche di produzione, come per quanto concerne altri aspetti, possono essere spesso ricondotti. Infatti vi sono delle epoche in cui le monete sono senz'altro più rare per il regime delle coniazioni e per la struttura delle società in cui sono state prodotte e dei contesti storici ed artistici di riferimento in merito ai quali va considerato il possibile pregio (ovvero valore, inteso anche in senso storico) degli esemplari da valutare. Ad esempio buona parte delle monete alto-medievali prodotte in area italiana centro-settentrionale sono mediamente più rare delle monete coniate posteriormente alla fine del X secolo, con anche alcuni casi di vera e propria eccezionalità (ne è stato discusso uno di recente nella sezione medievale del sito ...). E lo stesso si può dire per altri periodi ed altre emissioni: ma ovviamente bisogna considerare caso per caso. Anche il contesto socio-economico ed artistico-culturale di riferimento e le domande storiche alle quali le monete in quanto fonti possono rispondere sono importanti, e per questo vanno valutate le informazioni che potrebbero scaturire dagli aspetti tipologici, intrinseci ed eventualmente anche quantitativi delle monete prese in esame rispetto a quanto conosciuto, prendendo in particolare considerazione soprattutto gli eventuali elementi di novità. Infine vanno tenuti presenti momenti storici e contesti di riferimento particolari: vedi ad esempio casi di monete battute in zecche ossidionali, o di coniazioni di necessità, etc… In merito a tutti questi elementi si possono quindi considerare gli aspetti di rarità e pregio disgiuntamente, anche se di frequente, per ovvii motivi, risultano correlati. 1) Rarità Intesa come rarità tipologica e/o dell'esemplare specifico nell'ambito della sua tipologia (tendendo in alcuni casi ad escludere le varianti minimali in linea di quelle già note, come ad esempio le varianti di interpunzione in monete bassomedievali o di età moderna). Come già detto i ripostigli, a seconda della composizione (cronologia, zecche, associazione) sono soggetti a valutazione particolare dato il valore culturale che può avere l'insieme in merito all'eventuale rarità o irripetibilità dell'associazione, al di à della rarità e/o del pregio dei singoli pezzi che lo compongono.Questa verifica può essere effettuata sulla base dei controlli tra le fonti che in genere si utilizzano all'uopo, a seconda di quelle disponibili per le diverse tipologie monetali, ovvero: - Repertori generali - Repertori tipologici particolari e monografie. - Cataloghi di collezioni pubbliche e private - Cataloghi d'asta e listini di vendita post 1870 - Repertori di ritrovamenti - Altre schedature bibliografiche su ritrovamenti, collezioni pubbliche e private, e studi particolari; più raramente proprie schedature inedite. 2) Pregio Ovvero il valore, non solo e non tanto economico (suscettibile di variazioni anche notevoli in base a fattori esterni a considerazioni prettamente storico-numismatiche), ma direi anche artistico e/o, come ricorda anche la legge, soprattutto storico delle monete prese in esame. Si tratta di un elemento importante che in parte può scaturire dalla rarità, ma può anche esularne a seconda: 1) del tipo di moneta, dell'elaborazione e dello stile del suo conio, del materiale in cui è realizzata e del suo grado di conservazione rispetto alla media nota (pregio artistico e direi numismatico in generale), ovvero 2) del suo potenziale informativo dal punto di vista storico per caratteristiche estrinseche ed intrinseche, sia come singolo esemplare, che eventualmente insieme ad altri della medesima cronologia e/o tipologia, ovviamente in base al contesto di riferimento circa la sua produzione ed uso in termini generali nonostante la decontestualizzazione (pregio storico). Quest'ultima considerazione è quella forse più "delicata" insieme al riferimento al contesto di riferimento introdotta con il D.Lgs. del 2006, perchè può essere soggetta a maggiore discrezionalità da parte di chi deve effettuare la valutazione, anche in base alle proprie conoscenze numismatiche e storiche (e direi in senso lato anche archeologiche). E questo non solo per monete con presunta provenienza da sottosuolo, o da fondale marino, ma anche per esemplari decontestualizzati. Ad esempio, potrei supporre che un perito che avesse principali conoscenze in numismatica antica e che magari dovesse periziare i brutti denari medievali di Lucca (oggetto di una lunga discussione nella sezione apposita del forum di questo sito), li valuterebbe tutti come privi di pregio e rarità degnandoli appena di un'occhiata, visto che a seconda dei periodi ne sono stati battuti molti e talvolta presentano dei coni abbastanza "crudi", che non sono neppure facili da leggere (ed anche sul mercato spesso hanno un valore economico piuttosto basso, visto che pochi li "guardano" davvero...). Probabilmente invece se li dovessi valutare io, che li sto studiando da anni, e ne trovassi uno riportante elementi tipologici o intrinseci veramente nuovi di valore informativo dal punto di vista storico (non è frequente, ma se leggete la discussione può capitare…), magari lo segnalerei, anche se graduando a seconda di casi il riferimento alla presunta eccezionalità. La stessa cosa ovviamente può valere per qualsiasi altra serie monetale di qualsiasi periodo. Per tali motivi, anche prima della nuova definizione introdotta dal decreto nel 2006, personalmente ho accettato di effettuare, come già detto, consulenze quasi esclusivamente per monete di età medievale e di età moderna, per le quali mi sono meglio note non solo le caratteristiche numismatiche, ma anche la reale rarità fatta la media tra presenza sul mercato, nelle collezioni private ed ritrovamenti (ad es. spesso le monete "piccole" sono le meno presenti nelle collezioni mentre sono certamente le più frequenti tra i ritrovamenti e viceversa) e soprattutto il contesto geografico e storico di riferimento. Ecco qua: parlando in termini generali, spero di non essermi espressa troppo ambiguamente. D'altro canto, per vari motivi di opportunità e di privacy (non soltanto mia...), non vorrei scendere troppo in dettagli in una discussione con questo grado di diffusione pubblica, mentre sono senz'altro disponibile a fornire elementi di ragguaglio più precisi qualora fossero utili ad un tavolo tecnico specifico. Aspettando vostre eventuali considerazioni in merito, vi saluto cordialmente MB1 punto
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