Classifica
Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/05/11 in tutte le aree
-
Ciao, come per le altre tecnologie "moderne" che soppiantarono la coniazione a martello, l'introduzione risale al XVII secolo, dati precisi non ce ne sono dato che spesso nei vari testi (anche coevi) si parla di "ingegni" per descrivere le macchine per la coniazione, ed a parte le note sul fatto che fossero azionate tramite energia idraulica o animale, non si specifica altro. A Roma ad esempio durante il pontificato di Urbano VIII si sperimentò la coniazione con le presse a bilanciere, che aumentarono notevolmente la qualità delle monete coniate, eliminando il "fastidioso" (per noi collezionisti in primis ) problema dei salti di conio, intrinsechi della coniazione a martello. Anche i coni rotanti (che potevano essere a singola impronta o ad impronte multiple) ebbero uso nella zecca romana ed anche per nominali di notevole diametro come le mezze piastre o le piastre di papa Clemente XII. In particolare per la mezza piastra A.IV non venne adeguatamente preparato il conio sul rullo e le monete che ne derivano (i tondelli erano preparati precedentemente alla coniazione) ne risultano ovalizzati notevolmente. La coniazione con coni rotanti ad impronta multipla (4-6-8 impronte su un conio) era invece particolarmente adatta per i nominali minori, in particolare in rame, per via della rapidità di coniazione e la relativa importanza di ottenere tondelli perfetti (vedasi quanto scritto sopra). Fu questo il metodo principe utilizzato a Gubbio per tutto il periodo di operatività della zecca pontificia, e fu anche quello messo in opera dalle tante zecche riaperte da Pio VI nel periodo 1795-1797, soprattutto in quelle dove la massa di rame da monetare era elevata e la produzione con coni singoli era senz'altro limitativa. La tecnica dei coni rotanti viene abbandonata gradualmente all'inizio del XIX secolo, con l'introduzione su tutti i nominali (fu Pio VIII ad introdurre il contorno ornato anche sul rame, compresi i quattrini, nel 1829) dei contorni lavorati tramite l'espansione del tondello su una ghiera di contenimento, a sua volta lavorata. Era una velocizzazione notevole rispetto a riprendere i tondelli singoli per lavorarne il contorno su appositi macchinari. Venendo alle fasi operative della tecnica di coniazione a rullo che interessa la moneta oggetto di questo topic, la più lunga e complessa era certamente la preparazione dei coni. Occorreva un albero in acciaio fuso o forgiato, da tornire al diametro necessario per contenere le impronte (maggiore il diametro della moneta da coniare, minore il numero delle impronte sul conio) e sul quale punzonare i coni, opportunamente ovalizzati (diametro trasversale maggiore di quello longitudinale di circa 1/8), per ottenere un impronta perfettamente circolare sul tondello. Questo un conio a rullo per il 5 bolognini 1779 di Pio VI, conservato al Museo civico di Bologna, si notano parte delle 8 impronte presenti: Fatto ciò il cilindro andava cementato (zona dei coni) e temprato per renderlo resistente. In mancanza di metodi scientifici per garantire il risultato (si pensi che le sostanze "cementanti" erano fuliggine, unghie di bue ed urina) ne risultavano cilindri diversamente deformati che andavano messi in fase per renderli operativi. In pratica le impronte venivano contrassegnate con delle lettere dopo avere messo in fase un'impronta su una zona deformata "in positivo", con una corrispondente deformata "in negativo" sull'altro cilindro; in tal modo la lamina da coniare avrebbe mantenuto uno spessore costante facilitando l'operazione di conio. Su questo mezzo baiocco di Gubbio si nota tra le impronte dei due coni vicini la lettera "B", gli altri segni esterni al conio servivano per aiutare il trascinamento della lamina in fase di coniazione: Contemporaneamente andavano preparate le lamine da coniare, tramite un laminatoio che portasse i lingotti allo spessore necessario. Ne seguiva la coniazione vera e propria, anch'essa con un laminatoio dove i rulli lisci per portare a spessore le lamine erano sostituiti con i coni precedentemente preparati. Questo il risultato su un sampietrino di Roma (ex asta Centauro 2006): L'ultima fase era la separazione dei tondelli dalla lamina coniata, tramite una fustellatrice che poteva essere manuale per i piccoli spessori (es. quattrini) o a bilanciere per lamine di spessore maggiore (si pensi ad esempio al sampietrino di cui sopra). A questo punto, salvo aggiustamenti di peso o eventuali operazioni aggiuntive di lavorazione dei contorni, i tondelli erano pronti per essere versati nelle casse della zecca e per essere ammessi alla circolazione. Come testi utili ad approfondire le tecniche di coniazione segnalo il libro di Angelo Finetti "Numismatica e tecnologia", molto semplice e completo nel trattare tali argomenti; e per approfondire il tema più strettamente legato alle coniazioni pontificie suggerisco l'ottimo libro di Michele Chimienti "La zecca di Bologna e le sue macchine", dal quale provengono alcune delle immagini qui postate, che tratta in particolare della zecca felsinea ma non tralascia di citare quello che accadeva contemporaneamente nel resto dello stato e nel resto d'Italia. Ciao, RCAMIL.2 punti
-
massi...io colleziono sopratutto monete con errori-difetti-curiosita....dicendo su tre pezzi se ne trova uno è xchè è una curiosita molto comune al quale in realta' non prendo nemmeno in considerazione...è un po come trovarle con i bordi semiliscio...io credo che per la gran numerazione di monete coniate...i conii non sostituiti in tempo regalassero queste curiosita'...tra l'altro sappiamo tutti che le monete cosi dette serie impero è comune trovarle con il conio stanco evanescenti contorni semi lisci e bordi assottigliati... :D ad.esempio allego un 50 cent.spl con bordo semiliscio. http://imageshack.us/photo/my-images/641/50centai.jpg/1 punto
-
Vi voglio presentare una delle nuove arrivate, n°13 della collezione Savoia pre-decimali. (la strada è ancora lunga...) Vittorio Amedeo II (1666-1732) emissione come Duca di Savoia (1680-1730) Lira o 20 soldi del II tipo, 1690 D/ VICTOR AM II D G DVX SAB - Busto del Duca, ormai adulto (24enne), corazzato e rivolto a dx, con capigliatura raccolta alla francese. R/ PRIN PEDE REX CYPRI - scudo completo coronato, in alto la data (1690) ed in basso il valore (S. 20) Zecca: Torino (unica zecca di terraferma nel XVIII secolo), conio di Michele De Fontaine (incisore capo - 1663-1699). assi alla francese, peso gr. 5,96 (MIR 5,99/5,80; SIM. 5,99/5,84) bella patina, frattura di conio in basso ad ore 6, graffi sullo stemma al R/ ed al D/ sul volto del Duca e nella parte sx della moneta. Ex Asta Bolaffi 318 del 26 maggio 2011, lotto 436 Ex Asta Finarte 254 del 19-20 aprile 1977, lotto 520 CNI I/361/35, SIM. 24, Traina 73 TAV. XIX, MIR 863a Traina: Tra scudi, mezzi scudi, tre lire, due lire, trenta soldi, venti e dieci soldi ne vennero battuti, tra il 1675 e il 1730, 190.783 marchi. la lira da 20 soldi era battuta a 40 pezzi al marco, con un tit. di den. 11 ed un peso di den. 4.19.4.4/5. Le lire (anni 1690, 1691, 1692 e 1694) recano le stesse impronte dei nominali maggiori, e delle lire del 1680, salvo le differenze dovute al nuovo busto, di tipo più adulto. cosa ne pensate? Dal vivo la patina è magnifica ed il ritratto del Duca appare migliore di quanto non risulti dalle foto di Bolaffi. Peccato per quei graffi al R/... Saluti, N. ps. dall'iPad non mi da la possibilità di caricare immagini...1 punto
-
Per me collezionare è un attitudine, uno stile di vita. Il collezionista non lo ammette ma il sogno di una collezione è che possa essere senza fine, se una collezione dovesse terminare, se ne aprirebbe immediatamente unaltra. Moltissime persone pensano che le monete sono dei freddi tondelli di metallo ma non è così. Ogni singolo moneta ha una storia per il collezionista, racconta la nascita della passione, il desiderio di arricchire le proprie conoscenze, la soddisfazione del possesso. Sono orgoglioso di essere un collezionista.1 punto
-
Crocefisso, in bronzo /ottone, con le estremita ornate da teste di cherubini,trilobate con appendici globulari (ne sono rimaste solamente due!)del XVII sec.- D/Cristo in croce.- R/La Madonna con mani congiunte sul petto,sopra crescente di luna,in alto due angeli che l'incoronano.Ciao Borgho.1 punto
-
Ringrazio vivamente Uzifox per l'ottimo scambio concluso e la piacevolissima chiacchierata........... ;)1 punto
-
Si tratta effettivamente di uno scudo per Roma, anno VI-1780, un classico assoluto della monetazione di questo pontefice, di cui esistono diverse varianti per le legende, le incisioni ed alcuni riconi eseguiti nel corso della Repubblica Romana del 1799 e presso la zecca di Ancona (riconoscibili per la presenza di una "A" aggiunta nel campo del rovescio). Questo tuo esemplare è classificato dal Muntoni al n° 17 (tiara radiante, chiavi con doppi cordoni, legende del diritto e del rovescio con le "V"); lo stemma che compare al rovescio in basso è quello del presidente delle zecche romane mons. Giuseppe Vai: Il tuo esemplare potrebbe essere stato montato a gioiello o appiccagnolato, pare infatti che il contorno sia limato per eliminare le tracce di saldatura, e questo ha portato una riduzione di diametro che ha eliminato del tutto la rigatura esterna del tondello. Il controllo non dovrebbe essere difficile, uno scudo integro ha diametro pari a 42 mm circa, per un peso attorno ai 26,4 grammi, il contorno è ornato a fogliette come in questa foto: Questa la scheda del catalogo lamonetiano relativa agli scudi romani di Pio VI: http://numismatica-i...neta/W-PIOVIR/8 Ciao, RCAMIL.1 punto
-
Dovrebbe essere in denaro Imperiale. piano - Federico II° di Svevia per Milano - 1218-1250 - Arg 0,91 - mm 16,8 http://www.bancainte...M.V-00076A-L/IS 76 &q_imgtipo=0&q_tipo=6&q_id=82021 punto
-
ragazzi.... non ho saputo resistere alla tentazione del "lo voglio anche io"... quindi, ieri sera, tornato dall' aperitivo con gli amici all' 1.00, mi sono messo a disegnare, e nella foga sono rimasto sveglio fino alle 2.30... il risultato ve lo posto... ora datemi qualche consiglio, innanzi tutto se vi piace, poi come lo mettereste... se su carta bianca, colorata, liscia, ruvida... insomma, qualche idea. nel centro c'è un libro con delle monete illuminato dalla luce di una candela, nel contorno "orietur in tenebris lucem sapientiae" ovvero "nascerà nel buio la luce della sapienza" ... e spero che il mio scarso latino non abbia generato errori... se ci fossero e qualcuno se ne accorgesse, me lo dica prima della stampa :) grazie a chi mi risponde! P.S. : la risoluzione dell' immagine non è gran che.... perchè l' immagine normale è troppo grande e ho dovuto ridurla...1 punto
-
Perchè in me c'è la scintilla, difficile spiegarlo.... Quella scintilla che ci anima e ci spinge a stare su questo sito e condividere la nostra passione, per esempio.. Per quanto riguarda il ritrovamento in circolazione, da amante di geografia e romantico, beh anche su un semplice euro tedesco del 2002 mi piace pensare che quella moneta sia stata usata nel più grande bar di Berlino e ora sia tra le mie mani, in campagna, in un Paese vicino Frosinone... Ciccio 861 punto
-
Credo che la differenza stava che secondo la Lega Latina le monete d 1 e 2 lire dovevano essere d'argento . Sul finire della Grande Guerra non fu possibile coniare pezzi d'argento, causa inflazione galoppante e tali monete furono sostituite dai cosiddetti buoni di carta, che altro non era che moneta fiduciaria, tant'è che era a "corso forzoso", cioé senza controvalore metallico. La loro sostituzione nel 1922-1923 coi buoni metallici era solo di facciata perché la sostanza non cambiava, si modificava la carta col metallo "vile" (Nichel). Quando la Lega Latina cessò di esistere ( mi pare nel 1926), fu possibile cancellare la denominazione di buono da queste monete e finalmente abbiamo i pezzi da 1 e 2 lire lire Imperiali nel 1936 (nel frattempo circolavano anche i biglietti di Stato da 1-2 lire) un saluto1 punto
-
Ciao a tutti, scambio o cedo la seguente moneta con altra moneta di PIO IX (preferibilmente da 2 oppure 5 baiocchi) oppure fate voi proposte. Se preferite risparmiarci le spese di spedizione possiamo anche scambiarla di persona al prossimo VERONAFIL (il giorno del SABATO, 21 Maggio) Saluti Simone Il rovescio1 punto
-
Segnalo questa quadrupla e doppia di Carlo V. http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CV/35 http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CV/34 Al R/ è rappresentata la Pace che brucia una pila di libri ed armi. Queste monete furono coniate per celebrare il perdono che il re accordò al popolo napoletano che si era ribellato al vicerè che aveva chiamato da Roma il tribunale dell'inquisizione. Infatti sin dai tempi di Ferdinando il Cattolico, il popolo napoletano aveva avuto la garanzia che mai questo tribunale sarebbe stato istituito nella città partenopea. Ma la presenza nella città di numerosi seguaci di Lutero, fece scattare la reazione del vicerè che fece bruciare in piazza tutti i libri che in qualche modo avevano a che fare con la dottrina di Lutero ed allo stesso tempo prospettò l'arrivo da Roma del tribunale in questione. La reazione del popolo fu violenta tanto da far intervenire lo stesso imperatore che cmq perdonò i rivoltosi ed il tribunale non fu istituito.1 punto
-
L'ultimo tratto della scritta purtroppo presenta delle schiacciature di conio, ma si intravede bene la " V " di "TOMAINVS". Sulla moneta, concludendo, si legge la scritta "TOMAI..V.. "1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
Lamoneta.it
La più grande comunità online di numismatica e monete. Studiosi, collezionisti e semplici appassionati si scambiano informazioni e consigli sul fantastico mondo della numismatica.