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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/02/11 in tutte le aree

  1. Ok, tralasciamo il declassamento di CC e C...:P Aggiornando il file di catalogazione, con le rarità elaborate da Picchio etc, mi sono reso conto che la presenza delle immagini è fondamentale, al di là di qualsiasi "livello" di descrizione si abbia a disposizione. Per cui per una qualsiasi pubblicazione di questo studio (per l'uso privato come detto in precedenza estrarre le immagini dalle tavole del Muntoni è un ottimo surrogato) sarà fondamentale reperire quanti più esemplari possibile o le necessarie autorizzazioni ad estrapolare le immagini da pubblicazioni passate. Qui di seguito un mini-estratto del file completato (a meno della corrispondenza Muntoni-Serafini ;)), relativo alle monete che ho in collezione (nessun problema di copyright per le immagini :D): Ciao, RCAMIL.
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  2. Hippalektryon, chi era costui? La storia comincia (o meglio ricomincia) nel 1868. Nei pressi delle mura di Volterra viene rinvenuto un ripostiglio costituito da alcune verghe d'argento, una statuetta a forma di leone, sempre d'argento, un tondello non coniato e 65 minuscole frazioni arcaiche, il tutto contenuto in un recipiente ceramico, probabilmente di bucchero (IGCH 1875). La scoperta viene immediatamente messa in relazione con quella avvenuta l'anno precedente ad Auriol, a pochi chilometri da MarsIglia, dove, sempre in un contenitore ceramico, erano state rinvenute 2130 frazioni arcaiche, per la stragrande maggioranza di tradizione ionica (IGCH 2352). Il ritrovamento del "Tesoro di Auriol" aveva fatto un certo scalpore, avendo per la prima volta portato alla luce in maniera imponente quella che è considerata una delle prime monetazioni d'occidente, realizzata dai coloni focesi, fondatori di Marsiglia, durante il VI sec. a.C. All'epoca del rinvenimento, proprio in ragione di questa stretta relazione, ci sarà anche chi arriverà a mettere in dubbio la genuinità del ripostiglio di Volterra, ipotizzando un'operazione speculativa messa in atto da qualche commerciante. In effetti la coincidenza è curiosa, ma ancora più curioso è che gli altri due più importanti rinvenimenti contenenti frazioni di tipologia riconducibile a quella dei pezzi di Auriol si situano in quella stessa manciata di anni: nel 1862 era stato rinvenuto il tesoretto di Morella (Spagna centromeridionale, IGCH 2311), contenente 21 monete di cui alcune di quello che sarà successivamente definito "tipo Auriol", e nel 1868, stesso anno di Volterra, quello di Pont de Molins (Catalogna, IGCH 2313), contenente 46 monete e, proprio come a Volterra, alcune verghe d'argento grezzo. Sulla base di questi rinvenimenti monetari, e di altri epigrafici ed archeologici, prenderà consistenza la conoscenza di quel milieu culturale che dalle coste dell'Etruria a quelle spagnole, passando per la Provenza, vedeva nel VI secolo l'incrociarsi di mercanti Etruschi e Ioni, lungo rotte commerciali punteggiate di scali ed empori, che facevano perno sulle colonie focesi di Marsiglia, Aleria, probabilmente Emporion, e l'Etruria settentrionale costiera (la pesenza di una comunità di ioni è attestata a Populonia), in quello che all'epoca può considerarsi l'estremo occidente, il Far West appunto, della colonizzazione greca. Ma torniamo all'Hippalektryon, e a Volterra. Il ripostiglio fu smembrato, quindi in parte ricostituito presso il medagliere di Firenze, successivamente "perso" in seguito all'alluvione dell'Arno, ricercato inutilmente a più riprese dal Pautasso per conto del Furtwaengler, finalmente ritrovato e pubblicato nel 1975 dalla Cristofani Martelli. La composizione superstite (52 pezzi) è la seguente: a) 1 es. con foca natante a d. e globetto b) 1 es. con testa di foca a s. c) 3 es. con testa di foca a d. d) 1 es. con testa di ariete a d. e) 1 es. con protome di capro rampante a s. f) 1 es. con testa di rapace a d. g) 3 es. con testa femminile a d. h) 2 es. con elmo ionico a s. i) 17 es. con Hyppalektryon a s. l) 7 es. con Hyppalektryon a d. m) 15 es. con Gorgoneion Fin dall'epoca del rinvenimento le monete furono generalmente attribuite a Marsiglia, per similitudine (e in alcuni casi identità) con in pezzi di Auriol, fino al 1973 quando il Furtwaengler (il principale studioso della monetazione arcaica di Marsiglia) sulla base dei tre pezzi pubblicati dal Gamurrini nel 1874 proponeva un'attribuzione "etrusca" della maggior parte dei pezzi di Volterra. Nel 1975 finalmente le monete venivano ritrovate nei magazzini di Firenze e pubblicate, e la Cristofani Martelli proponeva le seguenti attribuzioni: a) 1 es. con foca natante a d. e globetto - Focea? b) 1 es. con testa di foca a s. - Focea? c) 3 es. con testa di foca a d. - Focea? d) 1 es. con testa di ariete a d. - Provenza (Auriol) e) 1 es. con protome di capro rampante a s. - "imitazioni occidentali" f) 1 es. con testa di rapace a d. - "imitazioni occidentali" g) 3 es. con testa femminile a d. - imitazioni locali di imitazioni provenzali h) 2 es. con elmo ionico a s. - imitazioni locali di imitazioni provenzali i) 17 es. con Hyppalektryon a s. - Etruria (Populonia?) l) 7 es. con Hyppalektryon a d. - Etruria (Populonia?) m) 15 es. con Gorgoneion - Etruria (Populonia?) con una datazione tra la metà del VI e quella del V sec. Quasi in contemporanea alla pubblicazione del ripostiglio da parte della Cristofani Martelli, nel 1976, usciva l'opera monumentale del Furtwaengler sulla monetazione arcaica di Marsiglia che, del tutto indipendentemente, confermava in sostanza queste attribuzioni, escludendo la pertinenza provenzale di tutti i tipi di Volterra con l'esclusione del pezzo a testa d'ariete. Negli anni succssivi, soprattutto a causa di ricerche clandestine col metal detector (rispetto alle quali in territorio francese, pur essendo illegale, c'è purtroppo una certa tolleranza di fatto) una ventina di esemplari dei vari tipi "Volterra" (compreso qualche esemplare di Hyppalektryon e Gorgone) venivano rinvenuti in Provenza, ma anche in Catalogna, e da parte di alcuni numismatici francesi veniva proposta una riattribuzione Marsigliese o provenzale. Tesi rifiutata nel 2002 dal Furtwaengler, in ragione della massiccia diffusione nelle zone oggetto dei rinvenimenti di importazioni etrusche di VI sec. (bucchero e ceramica etrusco-corinzia), nonchè dalla presenza stabile, attestata epigraficamente, di mercanti etruschi che effettuavano scambi argento monetato (Pech Maho ed Emporion). L'attribuzione è quindi mantenuta in ambiente etrusco, forse nell'ambito di una comunità di mercanti Ioni residenti a Populonia, l'utilizzazione nell'ambito di una rete commerciale greco etrusca che copriva la zona costiera tra la Toscana e la penisola Iberica. Ma l'Hippalektryon? Eccolo l'Hippalektryon, in tutto il suo orrore (anche la foto ci mette del suo...) gr. 0,98 E' proprio roba da Far West... Siamo agli albori della monetazione etrusca, o si tratta dell'opera di coloni focesi installati in Provenza? Certo è che guardando la gorgone (o ciò che ne resta) nel sottomultiplo, l'ipotesi Populonia non sembra poi così remota.... gr. 0,48 Fatto sta che tanto l'Hippalektryon che la gorgone di Volterra hanno trovato posto nella SNG di Firenze.
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  3. Di questa rara medaglia il Romussi la commenta così: All'incisore Francesco Broggi dobbiamo una delle più belle medaglie di quel tempo. Il ritratto di Pio IX è un capolavoro del bulino: il viso è morbido nel rilievo, dolce nei lineamenti: sulla stola, ricamata con lavoro minuto e squisito, si vedono lo stemma della croce di Milano sormontata dalla tiara. le chiavi, e persino un W. Pio IX. Sul rovescio gira l'epigrafe ALL'EROICA MILANO W. ITALIA UNITA, nel mezzo una corona con la data IL 22 MARZO 1848. Bronzo dorato, diametro mm 44,7, autore Francesco BROGGI - zecca di Milano Cliccare sulla medaglia per vedere i particolari
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  4. Ti confermo Licinio II. Questa legenda è solo per Arles, non vedo segni in campo al verso (confermi?) quindi dovrebbe corrispondere a questa: RIC VII Arelate 160, terza officina, 318 d.C. D: VAL LICINIVS NOB CAES V: IOVICONSE - R - VATORI, Giove stante a sx con fascio di fulmini e scettro, drappo allargato su entrambe le braccia (e non solo sulla spalla destra come nel 159) L'esergo (anche se non lo vedo bene) dovrebbe essere La rarità del RIC (come saprai già, puramente indicativa) è R3 Ciao, Exergus
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  5. Qual'è il sito dove si può votare? ciao maxxi :) Questo, ma come ben leggerai, si potrà votare da lunedì prossimo...
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  6. Cari amici, :) questo serpente, prende nel sua contorzione,la forma di una fibula, dell'età del ferro, egli si poco che lo scultore si sia ispirato a questo oggetto, potrebbe trovarsi ha prossimità di questo edificio, della traccia di questo periodo 700 /250 avjc..e anche forze traccie romane ...per la torcia accesa sono da consento incu chievolan ,duncque.. due ripresentazione .....questa fibula è vista come oggetto pagano per lo scultore, presentato in serpente, lei noi repporte al serpente della Bibbia,.. la torcia ...potrebbe rappresentare la luce divina......
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  7. Sebbene difficile leggere le legende sopra e sotto il fulmine (BASILEWS PROUSIOU), credo che la corona di rami di quercia e la forma del fulmine porti ragionevolmente ad identificarla con una emissione di Prusias I in Bitinia, probabilmente nella zecca di Cius. http://www.acsearch.info/record.html?id=198623 http://www.s110120695.websitehome.co.uk/SNG/sng_reply2a_20110126.php?verb=SNGuk_1301_0422 Luigi
    1 punto
  8. Ciao, si tratta di una moneta non facile a trovarsi in buona conservazione, la tua mi pare un buon BB, più che valida per questa tipologia. E' classificato dal Muntoni al n° 154 a; come valore direi che possa aggirarsi sui 70 euro, facilmente conservazioni superiori raddoppiano il valore. Per quanto paia di buon argento, si tratta in realtà di mistura, metà argento e metà rame. Era un nuovo taglio (assieme al 2 carlini) introdotto da Benedetto XIV nel 1747, qui un estratto di un documento della zecca di Roma, in cui si stabilivano le caratteristiche dei due neonati tagli e quello che sarebbe stato l'utile derivante per la coniazione: Ciao, RCAMIL.
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  9. Salve. Il Princeps Iuventutis era il patronus di un'istituzione politico-militare: la Juventus. Questa aveva il compito di addestrare i giovani delle classi nobiliari medio-alte per farne in futuro dei valenti ufficiali dell'esercito ( non a caso tutti gli esemplari che rimandano a questa istituzione hanno al R/ sempre qualche riferimento alla vita militare). In essa si praticavano gare ginniche, ludi scenici, esercitazioni belliche e parate. I primi Principi di tale istituzione furono appunto Lucio e Gaio Cesare, nipoti di Augusto. E proprio in questo senso si deve leggere la frase del Res gestae divi Augusti: "Equites autem Romani universi principem iuventutis utrumque eorum parmis et hastis argenteis donatum appellaverunt". Col diffondersi di questo collegio, soprattutto nei municipi dell'Italia meridionale, imbevuti di cultura ellenica, si vide la nascita non della Juventus, bensì dei vεoι oppure degli εφηβoι. Questi nomi rimandano alla divinità ellenica Ebe, identificata con l'italica Giovinezza, di cui Augusto restituì un tempio sul Palatino. Molte testimonianze epigrafiche appuntano le gesta belliche di personaggi importanti in area locale facenti parte del collegio, oppure l'esaltazione dell'intera gioventù guerriera del municipium. Come era solito fare presso i collegi romani, anche la Juventus era sottoposta alla protezione di una figura divina o semidivina attinente alle pratiche che si svolgevano al suo interno. I sodales juventutis si posero sotto la custodia di Ercole. Ovvie sono le motivazioni di una tale scelta. Augusto spronò solamente la realizzazione di una tale organizzazione e i suoi successori si limitarono a seguire il suo esempio. Ma la Juventus ha origini ben più antiche, ricollegabili direttamente alla classe sociale degli equites: i cavalieri. Questi appartenevano alla piccola nobiltà ed erano direttamente sottoposti all'autorità dei senatori. Proprio Augusto definì in modo ancor più netto questa distinzione: i cavalieri erano egregi, mentre i senatori "clarissimi". Proprio per la loro ricchezza e la loro nobiltà, gli equites offrivano all'esercito il personale per la cavalleria, dato che potevano permettersi l'armamento completo per il reparto e potevano provvedere al suo mantenimento. Ben presto i cavalieri riuscirono a ricoprire le cariche più importanti nella cavalleria; cariche che potevano agevolemente essere trasmesse ai figli, sempre appartenenti all'ordine equestre. Ne è un esempio il caso di Publio Licinio Crasso, figlio minore del famoso Marco Licinio Crasso. Questi servì prima sotto Cesare in Gallia, ricoprendo anche l'incarico di praefectus equitum, ossia comandante della cavalleria. Ma più significativo è il suo ruolo nella battaglia di Carre. In questa occasione, infatti, suo padre era al comando dell'esercito romano e Publio fu messo proprio a capo della cavalleria gallica. Quindi, si può facilmente eseguire il seguente accostamento: Crasso (nella Roma Repubblicana, figura dell'uomo ricco al vertice del potere - non dimentichiamo che era un triumviro, massima carica politica) = Imperatore e Publio, figlio di Crasso (come erede designato) = figlio dell'Imperatore, suo erede e Princeps Iuventutis. Tutti sanno quale esito ebbe la battaglia di Carre. Ma Publio fu anche un triumviro monetale e su un denario coniato a suo nome si può ben vedere al R/ la figura di un equite, a sottolineare il suo rapporto con questa classe sociale e militare. Al D/ testa laureata e diademata di Venere verso destra con S.C dietro; al R/ P. CRASSVS. M.F. con un cavaliere (dubito sia una figura femminile dato che indossa una panoplia ellenistica, tipica dei generali repubblicani, soprattutto Legati e Prefetti, e, infatti, Publio Crasso fu proprio un prefetto di cavalleria) che tiene un cavallo e una lancia; ai piedi uno scudo e una corazza. Bordo perlinato. Rif.: Cr. 430/1. Syd. 929. Rara. Ne allego un'immagine tratta dal web.
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  10. Ciao, amplio un po' la galleria: Augustus Aureus, 2 B.C. - AD 4; Lyons or auxiliary mint; 7,85 g. Obv. CAESAR AVGVSTVS - DIVI F PATER PATRIAE Laureate head r.; linear border. Rev. C. L. CAESARES. / AVGVSTI. F. COS. DESIG. PRINC. IVVENT Gaius and Lucius Caesar togate, standing facing as Principes Iuventutis, holding silver shields and silver spears; between their heads, cullulus and lituus. Rare in this quality, showing even the details of the faces of the two Caesars.. Good style. Large flan. Il termine Principes iuventutis (principi della gioventù) fu usato per indicare due fratelli, figli di Marco Vipsanio Agrippa e di Giulia maggiore, l'unica figlia di Augusto. Furono adottati da Augusto dopo la morte di Agrippa (12 a.C.) e nominati suoi eredi. Entrambi divennero consoli e "Principi della Gioventù" (Principes Iuventutis). In loro onore furono eretti templi e statue (come la Maison Carrée a Nimes). Fu sotto Augusto però che lo Stato diventò l’indiscutibile fautore delle associazioni giovanili, l’imperatore infatti nominò (e furono i primi) Princeps Iuventutis, e cioè patrocinanti della gioventù, Caio e Lucio Cesare unendo in tal modo la famiglia imperiale e iuventus, fra lo stato e l’educazione della gioventù. Da quel momento nel mondo romano prende pienamente corpo una istituzione importante la quale, riunendo i giovani in un saldo e perfetto organismo (in apparenza scolastico ma in realtà politico-militare) attraverso continue esercitazioni fisiche, sotto il vincolo di adeguati culti, con il richiamo di ricorrenti festeggiamenti e soprattutto sotto la protezione dello stato, infondeva negli iscritti la consapevolezza di appartenere ad una sorta di casta privilegiata che doveva fornire ufficiali all’esercito e magistrati allo Stato; a tal proposito Augusto impose anche riviste militari a cui volle che prendessero parte i giovani dell’ordine equestre e senatorio. I documenti epigrafici dell’epoca ci aiutano a ricostruire un quadro abbastanza completo della diffusione delle associazioni giovanili, risultano esistenti in molte regioni della penisola italiana ed anche in molte province, dalla Gallia fino ad arrivare in Africa; il mondo ellenico aveva già proprie associazioni (Neoi ed Epheboi) prima del dominio romano, inizialmente Roma tollerò tali associazioni fino a porle in epoca imperiale sotto il proprio controllo, lasciando così intuire quanto questo fosse importante nella formazione delle associazioni giovanili. CLAUDIUS AND NERO. 41-0. Aureus 51 AD, "TI CAESAR AVG GERM PM CLAVD TRIB POT PP, belorbeerter head of Claudius right. Rs: "NERO CAES CLAVD DRVSVS GERM PRINC IVVENT" mere draped bust of Nero Caesar left. C. 4 var (Rs. bust right = write error?). RIC 82nd Calico 391 GETA Lucius Septimius Geta Caesar and Publius (06/198-fin209) Denario, 200 d.C., Roma Obv: P September GETA - CAES PONT. Bust draped, bare head of Geta right, seen three quarters back (A 21). Rev: PRINC IVV-ENTV-TIS. Geta standing left in military dress, holding a branch of the right hand and the haste left behind him a trophy at the foot of which a shield. DIADUMENIANUS,as Caesar, AD 217-218. Antoninianus; 5.32 g. Obv. M OPEL DIADVMENIANVS CAES Radiate, draped and cuirassed youthful bust r. Rev. PRINC IVVENTVTIS Diadumenian as Princeps Iuventutis, in military attire and cloak, standing l., holding spear in his l. hand, baton in his lowered r. hand; two standards at his r. side. Excellent portrait. Large flan.
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  11. Benissimo, la prima prioritaria è arrivata. :D :D
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  12. Secondo me (ma non sono sicuro), anche se i caratteri sono invertiti il significato dell'ultima parte della legenda è lo stesso: M D H = Magnus Dux Hetruriae ovvero M H D = Magnus Hetruriae Dux. Per quanto riguarda il resto: IOSEPH II D(ei) G(ratia) R(omanorum) I(mperator) S(emper) A(ugustus) GE(rmaniae) REX A(rchidux) A(ustriae) Lo(reane) & (et cetera) Da notare che Giuseppe II non poteva fregiarsi del titolo di Re d'Ungheria in quanto quel titolo apparteneva alla madre Maria Teresa. La Lorena era stata ceduta, ma penso che gli Ausburgo potessero continuare a fregiarsi del titolo di duchi. "Et cetera" sottointende i vari attributi di Giuseppe II Un elenco lo si trova in questa pagina Wikipedia: Giuseppe II
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  13. Ciao. Dovrebbe trattarsi di una emissione almoravide, un quarto di dinar. Si legge il nome del sovrano al rovescio (foto a sinistra): Yusuf bin Tashfin (regnante dal 453AH al 500 AH ovvero dal 1061 al 1107 gregoriani) Al dritto (foto a destra) si legge la zecca: Sijilmasah. Non c'è data. Interessante la presenza dei due tipi di scrittura, cufica e nashki.
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  14. non valgono niente va bene pero" se di repubblica uno ne a in tutto 500 pezzi anche a 50 cent fanno 250 euro considerato che il rapporto e"da 1 a 10 cioe"50 cent =1000 lire voglio vedere se fra quache anno 2 euro valgono 20 euro buona serata :D
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  15. E' con un po' di commozione che riaccedo al forum dopo molto, molto, molto tempo! Ho trovato una nuovissima veste grafica, molto accattivante; ho trovato molte discussioni che portano nel titolo le paole "razzia" o "Operazione", e mi fanno sentire un bel tonfo al cuore! Vedo che questi termini che avevo coniato molti anni fa sono ancora vivi e anzi continuano a popolare in modo sempre più massiccio il forum; davvero quella stagione che avevo cercato di lanciare con un mio piccolo gesto è continuata, e ha trovato braccia molto valorose che hanno portato avanti certi ideali che solo noi appassionati possiamo comprendere. Ricordo l'origine dei nomi "Operazione Razzia Slovenia" da dare alla discussione sul forum per la volta successiva, dopo la prima incursione oltre frontiera, mentre tornavo a casa in autostrada mezzo rimbambito dalla levataccia mattutina, fatta apposta per riuscire ad essere nelle banche prima degli altri. Bei ricordi! Ho ripreso in mano i fogli che avevo usato all'epoca per monitorare tutte le monete conquistate nell'incursione :) e credo di riuscire a dare dei numeri statistici che magari torneranno utili a b27. zavatha friendship: Slovenia 2008 3€ - 36 partecipanti; 2€ - 64 partecipanti; divisionale FdC - 28 partecipanti - link zavatha friendship: Slovenia 2009 2€ EMU - 21 partecipanti; divisionale FdC e 3€ - 33 partecipanti - link Qua e là qualcuno ha tirato il pacco, infatti ho delle righe che a distanza di anni sono rimaste bianche. Ma poco importa. Ormai quelle giornate, ricche di scene a volte quasi comiche per riuscire a scucire un paio di monete in più, sono rimaste nella memoria con un ricordo indelebile. E il bello di queste esperienze è stata la nascita di una amicizia con friendship, che all'inizio assolutamente non conoscevo: un po' alla volta è nato un bell'affiatamento tra noi, e tra le nostre famiglie, tanto da arrivare a condividere insieme momenti molto brutti che hanno coinvolto le nostre famiglie. Poi la vita ci ha allontanati un po', ma ancora capita di sentirci ed è sempre una bell'emozione.
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  16. Ciao, Buon Anno e complimenti per il lavoro a dir poco stupendo che hai fatto. Saluti
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  17. ciao a tutti.allora! nel R tutta la leggenta è spostata,per esemmpio,la scritta 1893 dovrebbe essere a ore 9 in orizzontale nella moneta normale mentre invece,1893 parte vicino a ore 1 verticale,cosi anche tutta la leggenta?non so che grado di rotazione ha, fate voi!!un saluto a tutti.
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  18. EDS: Au 98%, Ag 1%, Cu 1% (e fin qui è perfetto… complimenti al falsario, ndr) ma anche tracce molto esigue ma precepibili di silicio, carbonio, stagno, antimonio ed ossigeno in aggregato cristallino, che suggeriscono possibili trattamenti superficiali moderni e non compatibili con l’origine antica della moneta. Conclusioni: La conclusione degli autori è che sia possibile, mediante analisi microscopichge e spettroscopiche, distinguere con certezza un aureo presso-fuso da uno coniato, inoltre l’analisi della lega permette di riconoscere elementi estranei (sempreché non vengano usate leghe antiche per la produzione del falso ndr). …”fino ad una ventina di anni fa qualificati esperti sono stati i grado di identificare falsi archeologici in generale e falsi monetali in particolare, semplicemente in base a considerazioni stilistiche del reperto; oggigiorno sono aumentate enormemente le perplessità a condividere l'idea che il semplice esame stilistico di un reperto monetale, stante lo sviluppo di nuovi processi tecnologici di cui prima i falsari non disponevano, ma che oggi utilizzano, possa avere carattere definitivo per l'attribuzione di autenticità o meno di una moneta antica. Un dato di fatto è certo: il processo di coniazione secondo il metodo del mondo antico si discosta moltissimo da quelli utilizzati attualmente dai falsari, in quanto basati prevalentemente sul processo di presso-fusione. Questo meccanismo di fabbricazione ha permesso di soppiantare il metodo della falsificazione per fusione, ormai facilmente identificabile con le tradizionali strumentazioni di laboratorio ed anche visivamente, se effettuato da validi esperti. Il processo di coniazione usato in antico si discosta moltissimo da quelli utilizzati attualmente dai falsari, basati prevalentemente sul processo di presso-fusione. Questo meccanismo di falsificazione ha permesso di soppiantare la semplice fusione, ormai facilmente identificabile con le tradizionali strumentazioni di laboratorio ed anche visivamente, se effettuato da validi esperti. “ a voi eventuali commenti Caius
    1 punto
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