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  1. Rex Neap

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/12/11 in tutte le aree

  1. Dopo un accurato studio sul tipo “3 Cinquine con scettro” coniato sotto Filippo III ho il piacere di sottoporre ai carissimi amici lamonetiani i risultati della mia piccola ricerca: Ciò che ha condotto il sottoscritto verso questa strada è stata l’immagine del tipo che ho il piacere di postarvi: Fonte dell’immagine: www.ilportaledelsudorg. 3 Cinquine sigla G IAF > ( Rif. P.R. manca; MIR manca; lamoneta manca, Andreani 54) Descrizione > diametro millimetri 20 > grammi 2,07 > Ag.; D/ nel campo e su tre righe la scritta PHIL/ III/ HISP. ai lati tra il nodo le sigle G IAF “in monogramma” > (FF) il tutto racchiuso in una corona di alloro annodata in basso, sopra fiore*; R/ PAX ET/ VBER TAS su due righe tra uno scettro con ramo di olivo e spighe di grano ; Maestro di Zecca > Giovanni Antonio Fasulo; Maestro di Prova > Gaspare Giuno; La suddetta moneta non viene riportata dal Pannuti/Riccio né dal MIR né presente sul catalogo di questo sito; la moneta dunque, come si può ben vedere, esiste ed è inserita nel volume sulle Monete Napoletane da Filippo II a Carlo VI di D’Andrea, Andreani e Perfetto, catalogata al n. 54; (da notare che essi autori fanno riferimento per il sopradescritto nominale al PR 20a dove invece e catalogato il tipo con Sigle C/FC > Michele Cavo, maestro di Prova e Giovanni Francesco Citarella Maestro di Zecca). Quali sono stati i motivi per cui a questi studiosi è risultata sconosciuta ? è forse un’inedita, apparsa solo ai giorni nostri? secondo un mio parere personale “si” Ripercorro gli eventi che (secondo me) avrebbero portato all’effettiva coniazione di questo tipo con le sigle G FF regnante Filippo III cercando di chiarire con esattezza il momento in cui il Fasulo lascia la direzione della Zecca al Citarella ed il periodo in cui iniziò la coniazione delle 3 Cinquine sotto Filippo III; Da documenti > 1) (Bovi – Maestri di Zecca) si legge “il Prota scrive che: il 1° Maestro di Zecca, durante il regno di Filippo III fu Giovanni Antonio Fasulo (1594) sigla IAF “monogramma” e che il successivo Maestro, Citarella, prese possesso della carica il 19 Novembre 1611; 2) (Turbolo – Discorso sopra le monete del Regno di Napoli) dice: nell’anno 1610 al Maestro di Zecca reggente “Costantino di Costanzo” gli fu ordinato di sospendere la coniazione di monete da Mezzi Carlini e che si iniziasse la coniazione di monete da 3 Cinquine a partire dal 1611. Conclusioni : la suddetta moneta sigla G IAF effettivamente potrebbe essere stata coniata nel periodo 1610 - 19 novembre 1611 (data in cui il Citarella assume l’incarico in zecca) tempo durante il quale Giovanni Antonio Fasulo avrebbe potuto siglarla. Comunque sia, lo scopo di questa discussione è stata quella di (accertata effettivamente l’esistenza) fare in modo che essa venga inserita a catalogo, cosicché chiunque non ne fosse stato a conoscenza, potrebbe avere un nuovo tipo da collezionare. Si accettono critiche e ulteriori interventi in merito. Un ringraziamento particolare a fedafa che gentilmente mi ha messo a disposizione alcuni documenti fino adesso a me sconosciuti. Un'altro a Francesco in quanto penso che la foto sia la sua; Ripeto > Fonte dell’immagine: www.ilportaledelsudorg.
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  2. Ciao a tutti. "Venendo alle due monetine 10 Soldi = 50 Centesimi Pio IX e la 50 Centesimi 1860 Re Eletto la mia domanda e' questa : erano le due monete spendibili ed intercambiabili su tutto il nuovo territorio unificato Italiano? O solamente nell' ex Stato Pontificio? O non erano affatto intercambiabili? Che rapporto esisteva negli anni '60 (1860) fra le due monetizazioni?" Non credo che le due monete fossero spendibili ed intercambiabili su tutto il territorio unificato, anche perchè, se alludi all'annessione dello Stato Pontificio al Regno d'Italia, dobbiamo osservare come la moneta da 50 centesimi 1860 “Re Eletto” fosse già fuori corso e prescritta da quasi due anni prima di tale evento. Va detto subito che le due monete a confronto, benchè del medesimo valore facciale, avevano caratteristiche “di titolo” diverse. Il 50 cent. “Re Eletto” aveva un titolo di 900/1000 mentre il 10 soldi/50 cent. di Pio IX di 835/1000. In base al Regio decreto nr. 4603 del 17.9.1868, le monete d'argento a sistema decimale metrico dal titolo di 900/1000 di fino, coniate negli ex-Stati d'Italia anteriormente alla Legge 24 agosto 1862 nr. 788 (Legge monetaroa fondamentale del Regno d'Italia) e non conformi alle prescrizioni della suddetta Legge, vennero poste fuori corso a decorrere dal 1°.1.1869. Tali monete potevano essere cambiate fino al 10 gennaio 1869, “con altre valute divisionarie d'argento del titolo determinato dalla Legge 24 agosto 1862 nr. 788 e contemplate dalla Convenzione 23 dicembre 1865” (allude alla Convenzione dell'Unione Monetaria Latina...). Poiché il 10 soldi/50 cent. di Pio IX venne coniato solo in seguito all'Editto Pontificio del 18.6.1866 (che ne prescriveva la battitura), si può concludere che le due monete abbiano "convissuto" soltanto per circa due anni e mezzo, mantenendosi ben distinte dalla valuta del Regno d'Italia. Infatti il 50 cent. “Re Eletto” rappresentava una moneta di un Ordinamento giuridico non più esistente e, per giunta difforme (nel titolo) da quello in vigore nel Regno d'Italia e nello Stato Pontificio. Facendo applicazione del buon senso, ipotizzo che mentre il cambio alla pari fra le due monete avrebbe potuto dare luogo a problemi, sarebbe stato invece quanto meno anomalo che non si accettasse in pagamento, per il valore di 50 cent., una moneta quale quella del “Re Eletto” che possedeva un migliore titolo rispetto a quello delle sue “cugine” italiane e pontificie. Ciò ovviamente fino a quando il 50 Cent. “Re Eletto” ebbe corso legale. Non mi risulta comunque che esistesse una “tariffa” di ragguaglio fra le due monete in argomento. In merito alle monete d'argento preunitarie dal titolo 900/1000, che ai sensi dell'art. 12 della Legge monetaria fondamentale erano destinate al ritiro (sebbene ancora mantenute in corso legale), esiste un'interessante Circolare del Ministero delle Finanze, datata 15 giugno 1864, con la quale si invitavano le Tesorerie dello Stato a trattenerle man mano che fossero state incassate, per tenerle a disposizione del Ministero. E' verosimile che questa disposizione amministrativa abbia favorito il ritiro dalla circolazione monetaria, ben prima della loro ufficiale messa fuori corso e prescrizione, delle valute non conformi alla Legge nr. 788/1862 (fra cui rientra, appunto, anche il 50 cent. “Re Eletto”). Saluti. Michele
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  3. TETRICO II (270-273 d.C.) Zecca: Imitazione locale (Impero Gallico). Caratteristiche fisiche: AE; 0,75 gr; 12 mm; or. assi 12h. Rif. catalogo: assenti, tipo ufficiale di riferimento RIC 224 Moneta transitata in asta ebay presso commerciante professionista estero. D/ Testa radiata a destra con stile accurato. Legenda in buona parte fuori tondello “PIIIST […]”. R/ La Nobilitas che regge uno scettro con la mano destra mentre con la sinistra, qui fuori tondello) sorregge un globo. La legenda, completamente fuori tondello, è retrograda (si legge da dx verso sx) “[…] AVG”. Note sulla moneta. L’imitativa riprende il tipo NOBILITAS AVG Ric 244 e reca la particolarità della legenda retrograda al verso. Il verso unisce la raffigurazione stilizzata della Nobilitas con la legenda della PAX AVG. L’identificazione dei tipi imitati è stata fatta con una certa sicurezza grazie ad altri due esemplari che, con questo, sono stati tutti realizzati con il medesimo conio (fig. b). Sono stati censiti altri esemplari oltre a quelli nella foto provenienti dallo stesso conio posti in vendita tutti da uno stesso commerciante estero il che fa supporre che la moneta facesse parte di un hoard non meglio identificato posto in stretto legame con una zecca locale o con maestranze ivi impiegate. Fig. b) CONTESTO STORICO Nel 259 l'imperatore Valeriano venne imprigionato dai Persiani ed il figlio Gallieno si trovò a governare l'impero da solo; nello stesso anno Gallieno si trovò impeganto a sedare insidiose rivolte lungo il Danubio, in Pannonia. Approfittando di questa situazione di crisi, Postumo, suo luogotenente, si ribellò all'autorità centrale e, sostenuto dalle provincie della Gallia, Bretagna, Spagna e Germania, si trovò a controllare una vasta area dell'impero dando vita al cosiddetto impero Gallico. A Postumo successero Leliano, Mario e Vittorino. In seguito la Spagna si svincolò dall'egemonia gallica accordando la propria alleanza a Claudio II e anche parte della Germania ritornò sotto il controllo di Roma. Dopo Gallieno si impegnarono di volta in volta Claudio II, Quintillo e Aureliano alla riconquista dei territori secessionisti e finalmente nel 274, Aureliano dopo aver sconfitto i Goti sul Danubio, marciò sulle Gallie facendo abdicare i Tetrici (nel frattempo erano succeduti alla guida dell'impero Gallico) e rianettendo all'impero centrale i territori insorti. Durante l'esistenza dell'impero gallico, le monete emesse dagli imperatori secessionisti furono coniate ovviamente da zecche diverse da quella di Roma pur cercando di allinearsi il più possibile alle emissioni dell'impero centrale. Gli studi compiuti sulle monete hanno identificato due atelier di produzione ufficiali situati a Colonia e Trier, tuttavia la questione relativa alle zecche ufficiali del nuovo impero non è ancora chiarita completamente in maniera particolare riguardo ai periodi di attività dei due atelier (in merito gli studi più approfonditi sono stati fatti da Marcus Weder, E. Besly, R. Bland e E. Burnett). CONTESTO NUMISMATICO Dal punto di vista numismatico, l'aspetto più interessante della monetazione dell'impero gallico, riguarda la grandissima quantità e varietà di monetazione imitativa immessa nei flussi di commercio e comunemente presente e accettata assieme al circolante ufficiale. La monetazione imitativa dell'impero gallico, definita in passato con il termine di barbarous radiates è stata analizzata in maniera piuttosto discontinua e frammentaria, non esistono studi interamente strutturati su questo particolare fenomeno se non un unico corposo lavoro a firma di John A. Davies ("Barbarous radiates: a study of the irregular roman coinage of the 270s and 280s
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  4. Bravo jagd, trovo particolarmente azzeccata la tua definizione del bravo Borgho (visto che avevi finito i punti di reputazione, ne ho aggiunto uno anche io ;)). Saluti ad entrambi MB
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  5. Medaglia emessa da una confraternita religiosa nata nel 1918 - a Blois qui c'è la storia Ciao! - sei una fonte di novita!!!!:o http://www.draccentre.culture.gouv.fr/userfiles/files/NDTrinite_Blois.pdf
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