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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/04/11 in tutte le aree

  1. Buona sera Raccolgo in parte la richiesta emersa da una precedente discussione provando a scrivere una serie di annotazioni introduttive che possano servire a classificare le monete emesse dalla repubblica di Firenze. Utilizzerò preferibilmente immagini mie di monete nella mia disponibilità (non molte purtroppo) Attingerò immagini di terzi citandone la provenienza per il resto. Se ci fossero difficoltà (diritti d’autore) si potrebbero superare con dei disegni delle monete, ma sarebbe un lavoro lungo che preferirei evitare anche perché il risultato a volte non ripaga del lavoro. La qualità delle immagini non è uniforme, me ne scuso, spero sia sufficiente per illustrare quanto serve. Mi sottraggo al resto della richiesta, (inquadramento storico-economico, valutazione della situazione politica e degli equilibri vecchi e nuovi conseguenti alla sua introduzione e analisi economica e commerciale relativa al fiorino d’oro come moneta di riferimento ) sia perché non credo di essere all’altezza del compito sia, soprattutto, perché ho idee “eretiche” al riguardo e certamente non aggiungerei niente di costruttivo a quanto in materia è già disponibile sul forum. Inizierei dalle monete che hanno per me il maggiore fascino, i fiorini d’oro, dei quali descriverò le caratteristiche generali, le tipologie e i particolari che consentono di classificarli. Attualmente mi dedico al primo periodo della repubblica, ma penso di poter descrivere anche i fiorini più tardi. Discorso a parte meritano le monete di argento e mistura, generalmente di conservazione modesta (di qualità modesta anche in partenza (coniate con scarsa cura)) per l’elevata circolazione. In particolare per le monete più piccole e usurate la classificazione è spesso problematica, sto cercando di raccogliere il maggior numero di immagini per avere riferimenti. Il fiorino d’oro viene coniato a partire dal 1252, segna una svolta importante in campo economico e stabilisce una sorta di discontinuità con la monetazione precedente. Ritengo importante la caratteristica per la quale l’oro venisse fornito da chi voleva realizzare fiorini, che compito della zecca fosse quello di garantire il titolo del metallo (occupandosi eventualmente delle operazioni di affinamento) e il peso con l’apposizione sulla moneta del giglio al diritto e di S. Giovanni al rovescio, garanzia della bontà del denaro. Il costo di queste operazioni, a carico di coloro che portavano l’oro presso la zecca, comprendeva oltre alla copertura delle spese di coniazione una quota da versare alla città di Firenze che traeva profitto dall’operazione. L’aumento e la diminuzione di tali “costi” rendeva più o meno conveniente trasformare l’oro in fiorini , genovini o altre monete, le scelte in questo ambito a volte dettate dalla situazione economica della città e da eventi contingenti hanno determinato a più riprese alti e bassi nell’attività della zecca. Il riferimento utilizzato per la classificazione è il C.N.F. del Bernocchi Non possiedo il C.N.I. Firenze al quale non potrò fare riferimento Prendiamo in considerazione le prime due tipologie di fiorino classificate dal Bernocchi Si tratta dei primi fiorini d’oro coniati, presentano caratteristiche peculiari che li differenziano dai successivi, la visione di una immagine e il commento relativo ai particolari consente di chiarire i riferimenti che torneranno utili anche per le tipologie successive. Riporto due esempi del I° tipo che consentono di evidenziare la caratteristica fondamentale che li distinguono dai successivi. Asta (NAC 34 ?) Bernocchi 69 esempio 1
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  2. Leggendo Peter Spufford " Il mercante nel medioevo - Potere e profitto " ho avuto diversi spunti su cui riflettere : spesso ci siamo in varie discussioni chiesti , come si muoveva il denaro dalla città alla campagna e viceversa ? Abbiamo pochi ripostigli nel medioevo e dove si trovano di solito ?Le monete venivano tesaurizzate ? e così via. Iniziamo col dire che l'uso che viene fatto del denaro in città e in campagna è abbastanza diversificato : ci sono stati nel 200 circa flussi e riflussi di moneta che entrava e usciva dalle campagne ; mentre in città gli scambi commerciali c'erano tutto l'anno ,in campagna era tutto diverso ,tutto era collegato ai cambiamenti stagionali e in particolare ,in quanto contesti agresti ,tutto legato al " raccolto "e per raccolto si intende effettivamente proprio quanto prodotto nel periodo della mietitura del grano ,orzo ,la vendemmia , il raccolto delle olive ,il mercato dei bovini. Spesso in questi momenti stagionali i contadini avevano da offrire i loro " prodotti " , ma di norma era tutto concentrato in uno o due periodi all'anno ; spesso il tutto era organizzato in fiere stagionali in periodi prestabiliti o in piccoli mercati organizzati all'uopo : questi erano i momenti in cui una quantità di monete passava dalle città alle campagne nelle borse dei contadini . Ma questi denari , la maggior parte ritornava subito in circolo per vari motivi ,i contadini saldavano i loro debiti ,pagavano le imposte ,ridavano soldi ai proprietari terrieri ,venivano rispesi in città dagli stessi per acquisti vari : si aveva quindi spesso un flusso contrario di denaro dalla campagna alla città e le borse dei contadini si svuotavano quasi del tutto presto. Però qualcosa il contadino ,qualcosa riusciva a tenere ,per le spese quotidiane ,per le doti delle figlie ,per prestiti tra di loro contadini ; lo Spufford sostiene che e 'tutto sommato più facile trovare un gruzzolo nascosto in campagna che in città del medioevo ,anche se il più veniva poi normalmente speso . L'effetto di questi cicli di pagamenti stagionali e veloci portava a una diffusione ampia e temporanea del denaro con una riconcentrazione prima in campagna ,poi in città e così via ; questi flussi continuarono fino all'epoca pre-industriale. In città tutto era invece diverso , il denaro era adoperato tutto l'anno ,i salari erano spesso giornalieri ,gli affitti erano spesso mensili ,solo qualche volta annuali ; il cittadino in pratica usava i soldi durante tutto l'anno per un numero rilevante di transazioni ,il contadino usava il denaro meno spesso , e di solito quando lo usava era per somme rilevanti. e importanti. Avete qualche riflessione anche voi sull'argomento ,che mi sembra centrale per molte discussioni fatte nella sezione medievale ? P.S. Una curiosità ,mi sono spesso chiesto ,con tutte queste piccole e minute monetine medievali ,come facessero a non perderle e a mantenerle all'epoca ? C'erano dei borsellini in pelle ,usati da tutti ,oggetti comuni al punto che esistevano delle corporazioni di artigiani che li realizzavano : i regolamenti di tali corporazioni ,molto severi ,prevedevano che la qualifica di apprendista fosse data solo a quelli che riuscissero a produrre borsellini dai quali non sarebbe uscita la più piccola delle monete in circolazione all'epoca : svelato l'arcano ,dunque !.
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  3. Per me è brutta forte, è nella media della bruttezza belga :lol:
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  4. Coniato nella zecca di Messina nell'anno 1246. Il peso è nella norma.
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  5. Zecca di Firenze,Giulio(1591?) ,battuto sotto Ferdinando I De Medici ,secondo periodo (1588-1608),Galeotti, N.XXXVII. Ciao Borgho.
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  6. Dovrebbe essere un denaro tornese a nome di Matilde di Hainaut (1316-1318),Principessa di Acaia,Malloy,32.(come tipologia).Ciao Borgho.
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  7. l'industria eletronica consuma sempre più oro, è contenuto in un enorme quantità di microprocessori, contatti, schede, celluari ecc. anche se si tratta di pochi micron, nei contatti della batteria del nostro cellulare per esempio, nell'enorme massa del mercato, la maggior parte si disperde. fino a pochi decenni fa non cera tutta questa dispersione.
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  8. Zecca di Firenze,potrebbe essere una crazia (quel che resta!!!) di Ferdinando I De Medici,secondo periodo,(1588-1608). Galeotti, (N.XLIX). Ciao Borgho.
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  9. ecco una moneta che vorrei capirere con l'aiuto degli esperti grazie peso gr: 8,4 diametro: 22 mm
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