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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/02/11 in tutte le aree
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Vi informo che ho caricato in biblioteca l'estratto riguardante la monetazione nazionale, coloniale e estera dal volume "Relazione della R.Zecca - 25 ESERCIZI FINANZIARI - Dal 1°luglio del 1914 al 30 giugno 1939-XVII" LINK4 punti
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il bello dei ritrovamenti di monete comunque difficili da reperire è l'emozione che solo chi le conosce può provare a fondo :) Mi spiego usando un esempio: se una sera di queste con amici ricevo come resto un 2 Euro commemorativo olandese 2011 (non raro come tiratura ma che attualmente si fatica a trovare in circolazione) farò i salti di gioia. Subito qualcuno mi domanderà, sapendo della mia passione: Che reazione! Vale così tanto quella moneta? Quanto vale? Io gli risponderò che vale sui 4 o 5 Euro al massimo, se in buone condizioni. Naturalmente l'amico, che non ha conoscenze in materia e pensava, visto come ho reagito, che avessi trovato chissà quale tesoro, non mi capirà :lol: ma lui non sa in quel momento di emozione cosa mi è passato per la testa: il fatto che è una moneta nuova, la tiratura alta ma il metodo di distribuzione particolare... il chiedermi come abbia fatto a finire in mano mia... il percorso che ha compiuto... l'orgoglio (in senso buono, naturalmente) di mostrarla virtualmente agli amici del Forum... il fatto che quel pezzo numismatico è lì, che premia la mia passione con la sua presenza... è una sensazione difficile da descrivere ma ci ho provato :)2 punti
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Il sesino con la croce palmata è in effetti citato dal Promis e anzi le immagini presenti nelle tavole del CNI sono in realtà ricavate proprio dalle stampe del Promis. Il Promis di per sé nulla dice su questi sesini e si limita a segnalarne la coniazione. In realtà, come l'attento niko segnalava, nella collezione reale sono segnalati due pezzi di questa tipologia e bastava leggere attentamente il CNI per scoprire l'esatta descrizione di questa moneta. Infatti il CNI indica 3 varianti del sesino con croce a foglie di palma (palma?): CNI 4-6. Il CNI 4 è ricavato dalle stampe del Promis e come si vede non corrisponde. Il CNI 5 riporta lo stesso rovescio ma per il dritto segnala: D\ CA • EM • . . . . . .. O S M C P L P P (Leggenda ribattuta) C. prec., ma 3 rosette. La legenda sembra corrispondere a quella del mio esemplare per quanto visibile (Savoiardo poi per farsi perdonare mi spiegherà come si scioglie) inclusa la ribattitura e la terza rosetta l'avevo già citata. Di questo esemplare è riportato il diametro di 16 mm e il peso di 1,12 g. La conservazione è indicata come mediocre e questo spiega il perché si sia preferita la stampa del Promis per le tavole. Per completezza il CNI 6 riporta sempre la croce a foglie di palma e una legenda ulteriormente differente. Presumibilmente è scentrato visto che manca buona parte della legenda e si segnala esplicitamente la leggenda è ad un terzo dal bordo. D 15 mm e peso 1,12 g (C3). Quindi con ogni probabilità il CNI non sbaglia e quel sesino c'è (o c'era) nella collezione reale. Questo comunque non esclude che possa essere un falso.1 punto
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Ho votato "colleziono 2 euro commemorativi esclusi tutti mini stati". Vorrei iniziare anche i 2 euro dei ministati, ma non trovo mai prezzi che secondo il mio personalissimo parere siano proporzionati con la moneta.1 punto
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Mi pare che quest'opera e il Biaggi abbiano ben poco in comune, anzi, a dire la verità, siano anche complementari. Qui stiamo parlando di un'opera di taglio prettamente scientifico la cui finalità è fare una rassegna critica dello stato delle ricerche sulla monetazione medievale italiana e conseguentemente sulle conoscenze relative alle singole zecche. Il Biaggi è un'opera indirizzata principalmente ai collezionisti il cui scopo primario è permettere l'identificazione rapida delle infinite tipologie di monete medievali e dare un'idea di rarità e valore di mercato, parametri questi che per l'appunto riguardano soprattutto i collezionisti. Anzi, mi verrebbe da dire che l'importanza di una moneta in termini di storia economica è spesso inversamente proporzionale alla sua rarità, e quindi al suo potenziale interesse collezionistico. Detto questo, sarei ansioso di leggere tanto quest'opera quanto la famigerata seconda edizione del Biaggi... e mi associo all'invito di guardare il film prima di scrivere la recensione ;)1 punto
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Interessante discussione. Concordo con quanto è stato scritto in precedenza, ossia che una generalizzazione forse può portare a confusione. Le dinamiche descritte da Spufford sono reali e concrete grosso modo solo nell'Europa centrale e in parte nella penisola italica e nelle isole britanniche. La Scandinavia odierna, Jutland compreso, la steppa e la tundra estesa dal Baltico e dalla Siberia occidentale al nord Caucaso, alcune zone del Caucaso, passarono in maniera estremamente graduale da una economia basata sul baratto o di forma pre-proto-monetaria ad una prettamente monetaria. Si può addirittura dire che in alcune di queste zone la cosiddetta "età dell'argento" si protrasse sino al XV-XVI secolo, non solo nelle campagne ma anche nei centri urbanizzati. La stessa Italia meridionale ha un profilo parzialmente diverso rispetto a quanto descritto da Spufford. Le dinamiche centro-europee lambivano solamente lo stato siciliano, e ciò a partire dalla avanzata epoca sveva. Il frazionamento del territorio nazionale in aree con varie monete locali, addirittura talvolta sistemi monetari e criteri di scambio circoscritti ad aree regionali o solamente cittadine (in particolare in epoca normanna e pre-normanna oppure prima epoca sveva) determinò contesti economici distinti da zona a zona. Forse solo con gli Angioini la situazione iniziò ad incontrare una certa stabilità. Le campagne, in particolar modo in Terra di Lavoro, in numerose aree interne siciliane, nella Calabria meridionale e nella Puglia meridionale, la circolazione monetaria era abbastanza sviluppata, addirittura con punte di elevata diffusione, favoriti da raccolti sempre prosperi o dal fatto che costituivano aree estese intorno ad assi commerciali o di trasporto fondamentali per l'epoca. Anche piccoli centri portuali sovente utilizzavano circolante monetario, naturalmente anche straniero. Fondamentali per comprendere le dinamiche della circolazione monetaria nelle zone rurali, sono i resoconti delle decime. Risulta da esse che i contadini, se potevano, preferivano pagare in natura, invece se non era possibile preferivano sbarazzarsi di monete straniere entrate nel monetato locale (tipico è il caso degli Abruzzi, del Molise e della Puglia). Negli Abruzzi, la cui economia era basata essenzialmente sulla pastorizia, il commercio delle lane e dei manufatti legati ad essa, il piccolo artigianato tradizionale e la pesca (nelle aree costiere), la necessità di costituirvi delle zecche dal XIV secolo dimostra che la moneta era essenziale per il commercio con il confinante territorio pontificio e con l'oltre Adriatico, sebbene siano preferiti tipicamente nominali piccoli o medi, quindi in contrapposizione a quanto descritto agli inizi della discussione. Sempre in tale contesto geografico la coniazione o l'apertura di nuove zecche seguiva anche necessità di tipo bellico, le quali in taluni casi erano tali da poter determinare un radicale cambiamento del sostrato economico dei luoghi rurali.1 punto
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Volevo segnalare l'ottimo scambio avuto con Mirko8710, una garanzia come sempre....1 punto
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Caro Chievolan il termine amatoriale e' volutamente inserito tra virgolette proprio per la stima che ho per questo autore ;) Il termine usato e' da intendersi , come provocazione, in contrapposizione agli autori di origine universitaria1 punto
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:unsure: Spero tu non consideri G. Bernardi uno "studioso amatoriale"! Non ha mica semplicemente "sfornato libri di buon livello e svolto interessanti ricerche" :) . Che ami la Numismatica non c'è dubbio, come non c'è peraltro dubbio che sia un Grande Studioso e un Grande Autore e Divulgatore.1 punto
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Più che altro magdi serve gente che acquisti queste riviste,che le legga e che le commenti insieme a me in questo forum. ;) Cerco di stimolarvi ogni volta che apro una discussione sulle riviste in uscita ma pochissimi sono coloro che commentano un'articolo.Vedo soltanto la corsa di coloro che inviano i loro articoli alle riviste e vogliono pubblicizzare il loro articolo presente sulla rivista...e finisce lì. Per far divenire il collezionismo passione bisogna intraprendere la lettura delle varie riviste e libri del settore altrimenti poi si smette con la Numismatica perchè il mero collezionismo non dura molto o perlomeno non porta buoni frutti. Bisognerebbe quindi commentare nelle mie discussioni i vari articoli pubblicati nelle varie riviste,a prescindere se siano scritte dal tal dei tali presente nel forum o da altri. Certo,se uno scrive un articolo è anche giusto che si interessi del parere degli altri,per migliorare le conoscenze in materia e per poter tirare su articoli in modo migliore e proficuo,ma bisognerebbe commentare gli articoli anche di persone che non sono del forum e che ci interessano. E'importante far sapere se una rivista è stata ricevuta o meno ,ma poi vorrei che si commentasse ciò che si legge ;) --Salutoni -odjob1 punto
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Dal tipo d'usura dovrebbe essere stata usata come medaglia,quindi dovrebbe avere i segni di appiccagnolo. Per me un B/MB Non mi piacciono queste usure,deformano i rilievi in un modo brutto non come quelle che hanno circolato normalmente ed anche se rara non l'acquisterei. F.1 punto
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Segnalo un ottimo scambio con Uster Ranger! Non appena risponderà lo ricambierò anche con un bel pollicione verde.1 punto
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