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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/29/11 in tutte le aree
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E' un altro mondo quello di oggi, Internet ha portato l'universo a portata di mano ma anche ucciso il piacere della visita, della conversazione e delle relazioni. fine anni '70 inizio '80, per andare a monete (come fossero funghi) si prendeva la macchina, con mio padre e partivamo per commercianti, visite lunghe e di gusto. Chiacchiere, aneddoti, storie e gran balle !! Tutto faceva parte del gioco; ognuno con le sue simpatie e con le sue debolezze, ma ci stava tutto; molta meno cattiveria e molti meno pettegolezzi che oggi inquinano l'ambiente. A scrivere un libro ci vorrebbe poco ! Solo le aste della Montenapoleone tra il 1982 e la chiusura sarebbero 10 capitoli. Ricordo io, e se lo ricorda bene mio padre che ne pagò il conto, eravamo alla Montenapoleone, teneva le aste alla Banca in piazza Meda; salone enorme, buffet sempre pronto, 4 pause per tornata, una sorta di evento. Batteva l'asta Geppino de Falco, un commento per moneta ed un'idea sua di quanto la moneta doveva realizzare per non essere svenduta. Per farla breve arriviamo ad una prova che fu del Prof. Cosentino di Napoli, prova della piastra 1856 in rame con il bordo in rilievo, una moneta davvero particolare, e .... nessuno la voleva. Geppino non chiudeva la battuta, una filippica infinita e non si andava avanti. Mio padre ed io eravamo seduti davanti, belli sereni che la cosa non toccava .... ma Geppino aveva il Suo piano diabolico; guardando fisso mio padre disse "Dottore ... la prende Lei questa moneta unica ..." in tutta onestà non avevamo la più pallida idea di cosa fosse ..... , e il mio vecchio rispose " se dev'essere ... " . Azz una rintronata che ancora oggi mi ricordo alla lira il costo. Col senno di poi siamo ben contenti di aver accettato la premurosa offerta, e tutto poi ritornava, (Geppino ringraziò e ci offrì due monete ad un prezzo di assoluto favore). Altro ambiente in sala, molti collezionisti e pochi commercianti. Era un evento, di aste poche e si aspettavano come il primo gelato di primavera. La Montenapoleone era gestita dai quattro grandi della numisamtica italiana, Ratto, Santamaria, de Falco e Crippa. se ne vedevano di tutte, ma in allegria. Ricordo un'asta intera dove Mario Ratto battè tutto o quasi contro il figlio Marco, e... ognuno aveva le sue commissioni ed i propri clienti, ed erano in studio uno di fronte all'altro. Alla fine Marco disperato per l'atteggiamento incomprensibile (davanti ai clienti non è un bel vedere) scosse la testa sconsolato, ma fin divertito. Ce ne sarebbero di storie, che tutti noi, magari con qualche anno di "marciapiede" numismatico sulle spalle potremmo dire ....1 punto
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Ciao Jagd. Di piccoli reliquiari tascabili, contenenti minuscoli frammenti di ossa a anche degli abiti di Santi e Beati ne ho visti di parecchi tipi diversi : alcuni simili al tuo, altri realizzati come piccoli portatessere in pelle, grandi poco più di un francobollo, che contenevano all'interno da una parte il ritratto e il nome del Santo, e dall'altro lato la reliquia vera e propria. Oggi non credo siano ancora diffusi, almeno come un tempo, ma di queste cose ne so pochissimo.... Il tuo potrebbe essere un reliquiario ottocentesco, altri saranno esserti certamente più precisi. E grazie per le cose sempre interessanti che ci mostri !1 punto
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A mio parere dovrebbe essere un reliquiario della seconda metà del XVIII sec.,contenenti frammenti ossei(reliquie) di due martiri,precisamente; S Colomba,nata in Spagna a Cordova,che fu fatta decapitare durante la persecuzione dei cristiani nel' 850,da parte dei mussulmani.L'altro è S.Prospero,nobile soldato romano(280 - 304),fatto decapitare da Diocleziano,per aver testimoniato la propria fede,e non aver sacrificato agli dei.Le sue reliquie furono traslate da Roma (catacombe di S.Callisto) a Catenanuova (EN) il 24 settembre 1752.Bell'oggetto,di grande fascino.Ciao Borgho.1 punto
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Una volta, all'ufficio postale, il tizio in coda prima di me stava facendo un pagamento con un biglietto da 100 euro. L'impiegato voleva rifiutare la banconota, perchè aveva il filo metallico dello stesso tipo di quelli postati da voi: il filo c'era ma era parzialmente scolorito.... :unsure:1 punto
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Magdi, come Lorenzo è giovane ... ne ha di tempo per metterli assieme ! Diciamo che i cartellini è la scusa per parlare di ricordi numismatici, di ore passate con le monete e con chi le vendeva. Nei miei ricordi ed affetti numisamtici un posto d'onore è per la famiglia de Falco di Napoli. Con una eleganza e discrezione tutta partenopea hanno trattato collezioni infinite, e ne hanno costituite con attenzione e cultura altrettante. Per un anno ho imperversato presso il loro negozio in Corso Umberto a Napoli, ed Alberto più volte si preoccupato di mantenermi in sana e robusta costituzione durante il servizio militare a San Giorgio!. Un negozio che non ti aspetteresti, la porta aperta (a Napoli !), de Falco padre già pronto alle 7 del mattino, che aspetta per andare a prendere il caffè. Che persone speciali. Ero a Napoli per lavoro e diedi una telefonata, mi disse che mi aspettava alle 7 per il caffè ... pensando fosse leggenda dei suoi orari arrivai alle 8 convinto di dover aspettare per un'ora, ed ero in ritardo di un ora !!. Il rito del caffè al bar meriterebbe un capitolo a parte, comunque dopo un minuto al bar tutti sapevano chi fossi, da dove venivo e che dovevano fare un caffè speciale per "l'amico di Milano". Una vita per le monete, una memoria di ferro, attento a tutto, solo sugli sconti è tiratino, ma per il resto di una generosità incredibile. Il figlio Alberto, ha ereditato dal padre i modi piacevoli ed una conoscenza numismatica sterminata. Alberto ti sorprende, parla di tutto, una conversazione che prende spunto dalle monete per parlare del ... mondo. I cartellini de Falco hanno varie forme e sviluppi, in questo il cuore del Vesuvio ha colpito. Si va dal timbro su cartellino bianco, al cartellino rigato, al cartellino bello curato e stampato di forma ottagonale, all'evoluzione o involuzione dell'ottogonale con la punta a piramide.1 punto
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Carissimi, in veste di moderatore invito tutti, in particolare AndreaMCMLXXVIII, gianattila e maxxi, ad attenersi strettamente a quanto segue: E' importante, una volta tagliate le parti non rilevanti, che rimangano però integre le 2 "istruzioni" tipiche del Quote (iniziale e finale):1 punto
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Concludo questa prima parte con un'ultima rappresentazione del cosiddetto nastro della vittoria, in greco tainia (victory-ribbon o fillet in inglese), che compare nell'atto di essere annodato da una piccola Nike al braccio del nostro Offerente sul R/ di questo raro didramma di Selinunte (NAC Auction 54), 409aC, …. A sn: un atleta con una tainia annodata al braccio incorona un'erma itifallica di Hermes con caduceo mentre una Nike si appresta a cingergli il capo con un altro nastro della vittoria. Cratere a figure rosse, ca 410 a.C., Agrigento, Museo Archeologico, inv. N. R178/a. (continua con la seconda parte.... leggermente audace ... ;) :P)1 punto
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3. Una ipotesi alternativa di identificazione dell'offerente: non divinità fluviale, non Apollo ma …. Parte Ia. - Il cornetto che indossa l'Offerente: il dibattito continua… Secondo Rodolfo Martini, l'interpretazione del Rizzo della complessa scena sul R/ delle monete di Selinunte troverebbe una conferma indiretta nello studio di Lehmann 1946 "RIVER GODS I- II": infatti lo studioso partendo dall'analisi delle statue delle divinità fluviali "dimostrò come l'impostazione fosse generalmente simile a quella che compare sulla complessa scena su R. delle monete di Selinus". Fermo restando che ci pare assai probabile che il "nostro" Offerente risulti mutuato da reali statue votive, agalmata appunto…. tuttavia concordavamo con quanto scritto da Acraf - #813 , 14 febbraio 2011 - sulla riduttività insita nel definire "il personaggio sacrificante sul tetradramma come la personificazione del fiume Selinos e sul didramma come la personificazione del fiume Hypsas" dato che "la figura rappresentata è praticamente identica e quindi implica che deve avere uno stesso significato che va al di là dello specifico nome e della relativa personificazione"; "…., essa deve in effetti rappresentare uno stesso personaggio di maggiore valenza religiosa, una divinità di rango ben superiore a una semplice personificazione di fiume (in genere resa sulle monete dal tipo del toro androcefalo)." E continuava affermando che "Se l'esegesi è corretta, come ha ben delineato Piakos, la conclusione più ovvia è che si tratta proprio e sempre di Apollo, con particolari attributi anche "salvifici", in qualche modo inglobando in sè il riferimento al fiume." Al di là dell'attribuzione divinità fluviale/Apollo rimane comunque irrisolto l'enigma del cornetto…. Infatti: - se propendiamo per l'interpretazione dell'offerente quale agalma di "Apollo archegetes" (ipotesi di Piakos), la presenza della taenia col cornetto potrebbe benissimo sottolinearne il ruolo regale e vittorioso del dio (come già ripetuto molte volte, l'etimo stesso di corno rimanda a qualcosa che si eleva, che sta in cima … Vedi post indietro sull' "altare di corna") - se invece concordassimo con l'interpretazione dell'offerente quale agalma di una divinità fluviale, dovremmo altresì prendere atto di come quest'ultima attribuzione contrasti con la palese presenza di un singolo cornetto (e non due..) e per di più rappresentato eretto e attaccato alla tainia (e non emergente dalla fronte, come ben evidente nelle monete di Gela …), della quale tuttavia non compare né il nodo né le tipiche estremità fluttuanti, per cui potrebbe piuttosto trattarsi di un diadema. Leehmann (opera citata sopra) offre in nota 8 questi interessanti cenni bibliografici su questo particolare tipo di nastro sulle testine di Selinunte. In particolare mi piacerebbe molto poter consultare G. Blum 1913, ΣΤΕΦΑΝΗ – R.A…. Qualcuno di voi l'ha letto? Questa proiezione sul capo è stata anche denominata il corno di Pan ma è molto più simile alla proiezione che si nota nelle rappresentazioni antiche degli atleti greci….. (Fonte: The Numismatic chronicle - Royal Numismatic Society, 1905 – Google Books) Ecco il corno caprino di Pan sul R/ di un tetradramma di Ainos (Tracia), circa 453-450 aC, a confronto con il cornetto sui tetra di Selinunte. In effetti l'esemplare NAC 48 assomiglia molto ad un corno caprino…. Il corno sul tetra NAC 29 parrebbe invece più simile alla proiezione sulla testina dell'Efebo di Marathona … Qui, per un agevole confronto, anche una dracma di Colofone – Ionia (450-440aC) coeva dunque dei primi tetradrammi di Selinunte di cui stiamo discorrendo…. Anche questo tipo di proiezione si può leggere come "Corno di Pan"? In effetti ad Athene Pan riceveva grandi onori per aver contribuito alla vittoria sui Persiani nella Battaglia di Maratona del 490 a.C. E come ricordato anche da Acraf in altre occasioni, Pan veniva considerato di grande aiuto in campo militare in quanto capace, con il suo peculiare urlo, di pervadere di terrore panico i nemici, spingendoli alla fuga. A questo proposito M., Caccamo Caltabiano, commentando le testine di Pan in esergo sui tetradrammi di Messana, aggiunge che la sua immagine assumeva un valore fortemente simbolico dell'audacia e del coraggio che la città auspicava per i suoi giovani. (In "Messana Tyche/Fortuna sulle monete delle città dello Stretto. In: Archeologia del Mediterraneo. Studi in onore di Ernesto De Miro, Roma 2003, p. 142." Il cornetto, potrebbe benissimo alludere a tutto questo…, per cui si spiegherebbe pure come mai il cornetto compaia solo su immagini giovanili, di efebi appunto… Brunilde Sismondo Ridgway, "Hellenistic sculpture: The styles of ca. 331-200 B.C.", pag.25, citando la proiezione presente sull'asse della faccia dell'Efebo di Marathona la definisce come una "proiezione fogliforme" (leaf-like) che si erge dal nastro (fillet = tainia) e aggiunge come raffigurazioni simili compaiano pure su vasi…. Suggerisce inoltre (in nota 36) alcune referenze bibliografiche sul Giovane di Marathona tra cui: Lullies and Hirmer, Greek Sculpture, 221-222, e tav. VII a colori. A.Krug, Binden in der griechischen Kunst (Hosel 1968) 34-36, pl. III. Alla ricerca di altre spiegazioni possibili sulla presenza dei cornetti, si interroga se i "cornetti" possano rappresentare un particolare ornamento oppure un'indicazione di una specifica funzione o rango. Concorda come essi appaiono comunque abbastanza diversi dalle altre rappresentazioni numismatiche dove i cornetti sono palesemente indipendenti dal nastro/diadema e non lasciano alcun dubbio sulla loro natura.... Fa infine notare come tra le numerose interpretazioni avanzate, nessuna in realtà risulti pienamente convincente. In particolare, in nota 44 rileva come il dibattito su cosa costituisca un diadema regale (royal diadem), e cosa invece un nastro (fillet), sia tuttora molto acceso e non abbia ancora trovato una conclusione. Vedi i contributi più recenti in Houghton, Arthur. A Colossal Head in Antakya and the Portraits of Seleucus I. 29 (1986) 52-62 Taf. 8-9. Antike Kunst Vol. 29, 1986… L'enigma (almeno per ora …) rimane … :rolleyes:1 punto
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Zeus Meilichios su questa pittura vascolare compare in guisa di serpente barbato vicino ad un altare; domina la scena pure un galletto … (continua..)1 punto
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e ma io te la faccio a 50 euro , mica a 300 ! poi se ti faccio il disegnino sopra e tu me lo cancelli mi offendo !1 punto
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