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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/27/11 in tutte le aree

  1. Leggendo Peter Spufford " Il mercante nel medioevo - Potere e profitto " ho avuto diversi spunti su cui riflettere : spesso ci siamo in varie discussioni chiesti , come si muoveva il denaro dalla città alla campagna e viceversa ? Abbiamo pochi ripostigli nel medioevo e dove si trovano di solito ?Le monete venivano tesaurizzate ? e così via. Iniziamo col dire che l'uso che viene fatto del denaro in città e in campagna è abbastanza diversificato : ci sono stati nel 200 circa flussi e riflussi di moneta che entrava e usciva dalle campagne ; mentre in città gli scambi commerciali c'erano tutto l'anno ,in campagna era tutto diverso ,tutto era collegato ai cambiamenti stagionali e in particolare ,in quanto contesti agresti ,tutto legato al " raccolto "e per raccolto si intende effettivamente proprio quanto prodotto nel periodo della mietitura del grano ,orzo ,la vendemmia , il raccolto delle olive ,il mercato dei bovini. Spesso in questi momenti stagionali i contadini avevano da offrire i loro " prodotti " , ma di norma era tutto concentrato in uno o due periodi all'anno ; spesso il tutto era organizzato in fiere stagionali in periodi prestabiliti o in piccoli mercati organizzati all'uopo : questi erano i momenti in cui una quantità di monete passava dalle città alle campagne nelle borse dei contadini . Ma questi denari , la maggior parte ritornava subito in circolo per vari motivi ,i contadini saldavano i loro debiti ,pagavano le imposte ,ridavano soldi ai proprietari terrieri ,venivano rispesi in città dagli stessi per acquisti vari : si aveva quindi spesso un flusso contrario di denaro dalla campagna alla città e le borse dei contadini si svuotavano quasi del tutto presto. Però qualcosa il contadino ,qualcosa riusciva a tenere ,per le spese quotidiane ,per le doti delle figlie ,per prestiti tra di loro contadini ; lo Spufford sostiene che e 'tutto sommato più facile trovare un gruzzolo nascosto in campagna che in città del medioevo ,anche se il più veniva poi normalmente speso . L'effetto di questi cicli di pagamenti stagionali e veloci portava a una diffusione ampia e temporanea del denaro con una riconcentrazione prima in campagna ,poi in città e così via ; questi flussi continuarono fino all'epoca pre-industriale. In città tutto era invece diverso , il denaro era adoperato tutto l'anno ,i salari erano spesso giornalieri ,gli affitti erano spesso mensili ,solo qualche volta annuali ; il cittadino in pratica usava i soldi durante tutto l'anno per un numero rilevante di transazioni ,il contadino usava il denaro meno spesso , e di solito quando lo usava era per somme rilevanti. e importanti. Avete qualche riflessione anche voi sull'argomento ,che mi sembra centrale per molte discussioni fatte nella sezione medievale ? P.S. Una curiosità ,mi sono spesso chiesto ,con tutte queste piccole e minute monetine medievali ,come facessero a non perderle e a mantenerle all'epoca ? C'erano dei borsellini in pelle ,usati da tutti ,oggetti comuni al punto che esistevano delle corporazioni di artigiani che li realizzavano : i regolamenti di tali corporazioni ,molto severi ,prevedevano che la qualifica di apprendista fosse data solo a quelli che riuscissero a produrre borsellini dai quali non sarebbe uscita la più piccola delle monete in circolazione all'epoca : svelato l'arcano ,dunque !.
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  2. :D Ecco una moneta di qualita la pongo per una classificazione ...Genovese trovata oggi in Corsica incu bellu sole.... :ph34r: http://img707.imageshack.us/i/gen2fo.jpg/][/url] a prestu
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  3. buonasera moneta austriaca somiglia a questa diametro? materiale?
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  4. Secondo me il semplice " benedizione della miniera di Mansfeld " va più che bene, la frase significa letteralmente quello! Poi vabbè, è soggettivo, industria mineraria da un senso più forte e importante forse, dipende da che idea si vuol dare della descrizione! "Bei Gott ist rat und tat" sono d'accordo con la traduzione "presso Dio sono consiglio ed azione". Anche se ho pensato ad una varietà, "in Dio vi è consiglio ed azione", sempre dipende dai gusti!
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  5. Forse: "Presso Dio sono consiglio ed azione - Benedizione dell'industria mineraria di Mansfeld". In italiano, a mio avviso, "Miniera" potrebbe sostituire "Industria mineraria" rendendo più chiaro il senso del motto, se questo fa riferimento alla miniera storica, sfruttata fin dagli inizia del secolo XIII. In questo senso, forse, "Industria mineraria" o "Complesso minerario" suonano, forse, leggermente anacronistici... "Miniera" mi sembra più immediato e comunicativo, almeno nella nostra lingua. Però c'è da dire che se il motto fosse riferito proprio agli sviluppi industriali del XIX allora anche in italiano "Industria mineraria" andrebbe bene.
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  6. Ho votato No. Anche se avrei preferito un'opzione intermedia come "Non so". I tempi cambiano, non possiamo artisticamente emettere monete simili a quelle del 1911 (che io sono comunque il primo ad amare), ma non dobbiamo nemmeno emettere "orrori" minimalisti che sembrano gettoni più che monete. Il problema è che buona parte dell'Europa fa così. Si preferisce il logo al concetto, sperando che il primo espliciti il secondo. A discapito del gusto estetico, del piacere delle figure. Come già detto, le tre bandierine stavano bene a colori, potevano esserci sulla moneta, ma magari in secondo piano rispetto ad una figura allegorica o comunque un altro soggetto. Così chi vedeva la moneta avrebbe esclamato "Che immagine suggestiva! Ah, simboleggia il 150° Anniversario, riconosco il logo!". Purtroppo siamo nell'era dell'immagine, dell'immagine vuota però. Troppi semplici e schematici "link mentali"... l'informatica sta facendo male a molti secondo me, più a quelli che prima magari non sapevano cosa fosse un computer :P Naturalmente non dico più di tanto sulla qualità del conio. Già la conosciamo. Fortunatamente restano ancora a stupirci le monete di San Marino (quando va bene) e del Vaticano (che non deludono mai!). Sono esterofilo solo sui mini-Stati :)
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  7. sotto a dx: DEPOSE' anno IV -> L'immacolata - Le Basiliche 40mm -CM87 Dritto: campo diviso a croce greca, attorno: ANNO _ SANTO _ ROMA _ 1925 sui bracci viste delle Basiliche Patriarcali nella medaglia centrale: PIVS XI _ PONT. MAX busto a sx Verso: PAX CHRISTI IN REGNO CHRISTI Il Papa a sx, di fianco alla Porta Santa, mostra l'immagine dell'Immacolata che appare in alto al centro su nubi a fedeli genuflessi e oranti sotto: KISSING sotto a dx: DEPOSE'
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  8. Così come compare su metope e su cretule pure la celeberrima lotta tra Heracles e il toro cretese raffigurata al D/ dei didrammi di Selinunte. Sui didrammi compare anche un serpente avvinghiato all'altare e in alcune raffigurazioni è barbato… Qui è già stato interpretato da Acraf e Piakos come raffigurazione di Asclepio. Quantunque fosse attestato a Selinunte - alla metà del V secolo- il culto di Asclepio (che ad eccezione di Epidauro, sarebbe documentato in Grecia a partire dalla fine del V secolo), ipotizzerei una più probabile connessione con Zeus Meilichios… La presenza di Zeus Meilichios in ogni caso non sorprenderebbe, in quanto si tratta di una divinità chtonia, latrice di abbondanza, con funzioni apotropaiche in qualche modo simili a quelle di Asclepio e, non a caso, rappresentato spesso anch'essa sotto forma di serpente…. Secondo Cook 1925, si tratterebbe dell'Agathos Daimon per eccellenza…. (Vedi anche in Farnell 1907, Vol.1; F. Pfister, s.v. "Meilichioi Theoi", RE XV, I, 1931) Fonte: "I santuari di Asclepio in Grecia, Volume 1 - Milena Melfi – pag 37, nota 117 Ricordiamo il tanto spazio attribuito a Zeus Meilichios - il cui recinto era ospitato all'interno dell'antico Santuario di Demetra Malophoros - nei culti gentilizi e nei rituali purificatorii della polis selinuntina. Ma di questo tratterò in modo più dettagliato nel prossimo post… Il serpente barbato come Zeus Meilichios compare anche sulla stupenda litra selinuntina con Ninfa che nutre il serpente… Per il mito della seduzione di Persefone ad opera di Zeus in guisa di serpente e per l'analisi iconografica della litra, rimando ai miei post di Luglio 2009 … (continua)
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  9. 2. La scena intorno alla figura dell'Offerente su tetradrammi e didrammi di Selinunte (dal 445/440 a poco prima della distruzione della città nel 409 a.C.) Abbiamo già visto come la scena dell'offerente maschile sia comune nel mondo greco, (della figura di offerente al femminile - meno diffusa - mi auguro di poter tornare più avanti, quanto faremo tappa di nuovo a Himera, Entella, Henna e Motya…) per cui non sorprende la ripresa di un tema simile anche in contesti politici diversi… Piakos ed Acraf ne hanno postato in precedenza diversi esempi. Nel saggio "Monete italiche, magno-greche, siciliane" – KOINON 5, Rodolfo Martini, citando il Rizzo 1939, descrive la complessa scena sul R/ dei tetradrammi di Selinunte come da reinterpretare: si tratterebbe della raffigurazione di un sacrificio di purificazione che si svolgeva all'interno di un temenos, come sarebbe dimostrato dalla pinax con Foglia di Selinus che in alcune tetradracme si trova nel campo a destra, in alto, 'appesa' al muro. Effettivamente il pinax richiamerebbe la chrysoun selinon, la foglia d'oro di appio - emblema parlante della città - quale sacra agalma dedicata dagli abitanti di Selinunte a Delfi (Plutarco De inscript. Delph). Secondo l'autore anche il toro sul piedistallo rappresenterebbe verisimilmente un'anatema, una statua votiva dedicata agli dei, la cui presenza contribuirebbe alla ricostruzione di uno spazio interno di un temenos e forse anche ad una più agevole identificazione del tempio: si potrebbe verisimilmente trattare del tempio dedicato a Demetra Malophoros, divinità ctonia venerata da tempo immemorabile a Selinus e a cui si addiceva il sacrificio di un gallo, anch'esso presente nella scena del tetradramma. Anche la scena del D/ con i gemelli divini, Apollo e Artemide, in biga potrebbe essere stata mutuata da una pinax o da una metope, quale ad esempio la metope del Tempio C di Apollo (già richiamata anche da Piakos nel post #807 ). (Continua....)
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  10. 1. Un' àgalma speciale: il "Giovane di Mozia"…. da Selinunte! :P Secondo Torelli la devozione, sia privata che pubblica, veniva manifestata agli dei deponendo nei luoghi di culto oggetti perché fossero un àgalma cioè una "cosa della quale la divinità si rallegra", termine poi passato a designare una statua di culto. Agàlmata erano soprattutto le statue di bronzo o di marmo dedicate nei santuari: dal generale saccheggio degli ex voto dedicati nei santuari delle colonie greche ne sono sopravvissute integre, o quasi, solo pochissime, tutte concentrate tra la fine del VI secolo aC e la prima metà del V secolo aC. Tra queste spiccano l'Efebo di Selinunte, i kouroi di Leontini, di Reggio e di Agrigento, che documentano la piena conformità degli ambienti coloniali agli usi della Grecia propria. Piakos, Acraf ed io abbiamo già avuto modo di commentare qui alcuni di questi celeberrimi Agàlmata. Secondo il normale canone dell'offerta votiva, l'immagine dedicata riproduceva l'iconografia della statua di culto in dimensioni varie fino ad un terzo del vero. La materia principe di queste opere plastiche è stata senza dubbio il bronzo, che purtroppo, proprio per la sua preziosa natura, è ben di rado giunto a noi. Le rare sculture in marmo sono invece frutto di isolate e occasionali commesse pubbliche o comunque di altissimo livello, assegnate a scultori di formazione ionica o provenienti dai centri stessi di provenienza del marmo statuario quali Paros e Thasos. La riprova di questo fatto ci è offerta dalla grande scultura in marmo commissionata dai centri vicini fenici ed elimi, dai quali originano capolavori come il c.d. "Giovane di Mozia"… La statua moziese di stile severo è stata rinvenuta il 31 ottobre 1979 nella zona K dell'isola, in prossimità dell'area sacra del Cappidazzu, in una zona dove veniva lavorata la ceramica. Giaceva ricoperta da detriti per cui si ritiene che essa fosse stata abbattuta durante l'assedio dell'isola ad opera dei Siracusani nel 397 a.C. La scultura è un'opera di alto livello in marmo di Paros e raffigura un giovane dal corpo atletico (altezza conservata 181 cm). L'opinione di Mario Torelli è che la statua sia opera "quasi certamente" di uno scultore selinuntino intorno al 450 aC, che non sia pertanto una preda di guerra, ma espressione della cultura cartaginese volta in quell'epoca a modelli greci. A riprova di ciò richiama le consonanze presenti con le coeve metope del Tempio E (Heraion) di Selinunte. Si confronti per esempio la fisionomia del volto e la corta capigliatura composta da fitti riccioli a lumachelle, tipiche dello Stile Severo. a) Misterioso e affascinante: il Giovane di Mozia (Trapani), Museo "Giuseppe Whitaker " circa 450 a.C. b) Herakles e Amazzone – Metope in pietra dal Tempio E (Heraion) di Selinunte: circa 450 a.C. Museo archeologico regionale di Palermo. Foto Cortesia e Copyright di G. Dall'Orto. Notate la forma della testa che richiama i Kouroi di Leontini, anche se è diversa l'espressione degli occhi e l'aspetto sensuale delle labbra che mantengono solo un accenno al cosiddetto "sorriso arcaico"… A questi tratti più arcaicizzanti si aggiungono sopracciglia pesanti e un mento forte tipici dello stile severo incipiente. La calotta del capo è lasciata grezza per ricevere un copricapo, quale un elmo o finanche una corona di foglie o un diadema/nastro (taenia)…., magari con cornetto ?? ;) :P … Secondo Mario Torelli la statua rappresenterebbe un auriga (nota la tipica cintura degli aurighi attorno alla vita) che si incorona dopo la vittoria agonistica. Non sono tuttavia mancate in letteratura attribuzioni differenti quali quelle ad Apollo Patroo o al dio punico Melqart, l'Herakles dei Greci. Comunemente la si ritiene una scultura predata dai Cartaginesi al momento della conquista di Selinunte, cosa in realtà poco probabile. E' forse meglio considerarla un ex voto deposto nel santuario di Mozia da un auriga vincitore di un agone difficilmente panellenico, in un momento in cui tutta la cultura di Cartagine, dopo la grave sconfitta di Himera, stava indirizzandosi in maniera decisa verso modelli greci. Per un'analisi completa del Giovane di Mozia: "La statua marmorea di Mozia e la scultura di stile Severo in Sicilia" - Nicola Bonacasa, Antonino Buttitta (continua...)
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  11. 7) La prima occupazione britannica 1877-1881 Nel 1875, Lord Carnarvon, Ministro delle Colonie del governo di Benjamin Disraeli, nel tentativo di estendere l'influenza inglese nell'area, propose alla ZAR ed allo Stato Libero dell'Orange, di costituire una federazione con la Colonia del Capo; strutturata sul modello di quella creata nel 1867 in Canada, tra le province di madrelingua francesi e quelle inglesi, ma questa proposta venne immediatamente rifiutata dai leaders delle Repubbliche Boere. Nel corso degli anni 70' del 1800, la Repubblica del Transvaal, iniziò tuttavia ad avere seri problemi con le locali tribù indigene del sud africa, ed in particolare con gli Zulu ed il loro Re Cetshwayo, quest'ultimo portava avanti una politica bifasica con i colonizzatori europei: difatti da un lato cercò di mantenere buoni rapporti con gli inglesi, mentre dall'altro si dimostrò molto aggressivo verso i Boeri, iniziando anche a dotare con armi da fuoco il suo esercito, composto da circa 40.000 guerrieri. Nel 1877 Sir Theophilus Shepstone, che era il British Secretary for Native Affairs nel Natal, procedette all'annessione del Transvaal, in virtù di uno speciale mandato fornitogli dal Governo Britannico; chiaramente i Boeri non accettarono minimamente questa annessione, ma finchè gli Zulu rimanevano una così grave minaccia ai confini, non volevano rischiare, in caso di aperta ribellione agli inglesi, di aprire una guerra su due fronti, che li avrebbe visti sicuri soccombenti. Pertanto, decisero di non opporre alcuna resistenza all'occupazione britannica, anche se in tutto il territorio della ZAR, l'insofferenza verso gli occupanti crebbe rapidamente, insieme ad un acceso nazionalismo. Paul Kruger, decise insieme ai principali leaders Boeri, che occorreva prima di tutto risolvere il problema costituito da Re Cetshwayo e dagli Zulu, e solo dopo contrastare gli inglesi; per questo motivo, Kruger stesso in due occasioni andò anche in visita a Londra, per avere colloqui diretti con il Governo di Sua Maestà. Nel frattempo, Sir Theophilus Shepstone, già Governatore del Natal ed ora nel suo nuovo ruolo di Amministratore del Transvaal, iniziò anch'egli a considerare gli Zulu come un problema da risolvere, inoltre le continue manifestazioni dei Boeri e le manovre diplomatiche poste in essere da Kruger, ebbero l'effetto di aumentare considerevolmente la pressione su di lui. Foto ritraente Cetshwayo Re degli Zulu, durante il suo esilio in Inghilterra.
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  12. A coniazione avvenuta, le monete vennero inviate nella Zuid-Afrikaansche Republiek, di cui le prime 695 arrivarono il 25 luglio 1874, ed altre 142 nel settembre del medesimo anno. La seconda partita di monete, venne stampata, dopo che i conii responsabili del diritto dei primi 695 esemplari si ruppero, e nuovi conii vennero approntati; questo accadimento dette vita a due distinte varietà per il Burgers Pound: la prima varietà, che presenta la barba del Presidente fine e quasi evanescente ("Fine Beard"), la seconda varietà invece, presenta la barba più marcata, ed una tiratura di soli 142 esemplari ("Coarse Beard"). Per capire meglio la differenza, ecco le immagini a confronto; iniziamo con un esemplare del tipo "Fine Beard": Ed ecco invece, un esemplare variante "Coarse Beard": Le diversità sono davvero evidenti; per completezza ecco anche una fotografia del rovescio, con lo stemma completo della ZAR, e la denominazione per esteso dell'autorità emittente: Nel settembre del 1874, Thomas Francois Burgers, si recò alla seduta del Volksraad, con 50 dei nuovi pound, che mostrò con grande orgoglio ai deputati, si aspettava certamente una reazione di ammirazione ed entusiasmo, per aver introdotto la prima moneta indigena nel Transvaal, ma invece la reazione dell'Assemblea fu di diverso tenore. Difatti, subito si levarono urla piene di sgomento ed indignazione; i membri del Volksraad ritennero una scelta di pessimo gusto, l'aver coniato delle monete, con al diritto il ritratto del Presidente in carica e protestarono rumorosamente, trasformando la seduta in un pandemonio. Certamente, la scelta di Burgers, può apparire ai nostri occhi controversa, difatti, non è normale in una Repubblica avere nella monetazione circolante, il ritratto del Presidente in carica, ma bisogna dire a sua discolpa, che successivamente anche Paul Kruger si fece effigiare, sulle monete coniate durante il suo mandato e che, anche negli USA, si era inizialmente pensato di ritrarre sulle monete il volto di George Washington, ma che fu lo stesso Presidente a rifiutare tale ipotesi, considerandola una pratica di derivazione monarchica. Come conseguenza della dura reazione mostrata dal Volksraad, nei confronti del nuovo Pound, probabilmente abortì anche l'idea, di coniare altre monete con il ritratto di Burgers, di cui esistono numerose prove e progetti, pertanto, bisognerà aspettare fino al 1892, per avere la prima serie "regolare", di monete della ZAR ad ampia circolazione. Quel che è certo, è che data la loro bassa tiratura e la loro storia travagliata, entrambe le varietà del Burgers Pound, sono estremamente rare e ricercate e rappresentano un ottimo investimento, in qualsiasi grado di conservazione.
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