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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/16/11 in tutte le aree

  1. Quando ho letto l'articolo della zecca austriaca in cui si diceva che il colore del niobio era dato dall'interferenza della luce, ho subito avuto qualche perplessità, manifestata in parte qualche messaggio più sopra. Il colore dovuto all'interferenza è giocoforza cangiante: la luce riflessa dalla superficie esterna si somma a quella riflessa internamente, e solo quella di lunghezza d'onda pari allo spessore del materiale si rafforza (interferenza costruttiva) mentre tutte le altre si indeboliscono, fino a cancellarsi del tutto (interferenza distruttiva), E' il colore delle bolle di sapone e delle pozzanghere in cui è finito un po' d'olio o di benzina, ed è iridescente perchè cambia lo spessore del film sottile, che è liquido. Nel caso della nostra moneta lo spessore non cambia, ma otteniamo lo stesso risultato cambiando l'angolo di osservazione: più inclino la moneta, più aumenta lo spessore. Quindi: spessore minimo dello strato di ossido di niobio di 380 nm (in termini umani un nanometro, nm, corrisponde alla crescita delle unghie in 1 secondo :blink: ) e variazione del colore inclinando la moneta. Invece la zecca parla di pochi nanometri (in realtà, come vedremo, poche decine di nanometri) e il colore cambia con l'angolo di vista solo nel caso della moneta del 2011, che a questo punto mi sembrava l'unica colorata per interferenza. Ma non è così, il colore viene dall'interferenza per tutte le monete, solo che per capirlo occorre aggiungere un paio di dettagli. Il primo è che il colore non è dato dall'interferenza costruttiva, che rafforza la lunghezza d'onda pari allo spessore del materiale, bensì a quella distruttiva, che cancella il colore per il quale lo spessore è pari a mezza lunghezza d'onda, facendo apparire il colore complementare. Il secondo è la rifrazione, che nel caso dell'ossido di niobio raggiunge l'elevatissimo valore di 2,3 (l'ossido di titanio addirittura 2,72). L'effetto sulla luce è duplice: da un lato la sua velocità è rallentata dai 300.000 km/s ad "appena" 130.000 km/s, facendo sì che lo sfasamento avvenga in un minore spessore; dall'altro il raggio rifratto sarà sempre prossimo alla verticale, modificando di poco il percorso, e quindi la tonalità di colore soppressa, per angoli di vista molto diversi. Con (i soliti) semplici calcoli si ottiene così che per avere il giallo cancellando il blu (380 nm) occorre uno spessore di ossido di niobio di circa 40 nm. Ora la mia domanda è: ma allora cosa ha di diverso la moneta del 2011 per essere cangiante? Spero di non avervi troppo annoiato, io mi sono molto divertito. :)
    2 punti
  2. Una serie oggettivamente "bruttina", ma non per questo poco interessante. Anche gli esemplari illustrati non sono da meno: certamente non sono pezzi da museo. Rappresentano però probabilmente il circolante "medio" che poteva capitare in mano agli utilizzatori dell'epoca. Siamo sul versante francese delle Alpi, nell'alta valle del Rodano, in qualche momento precedente (molto probabilmente) la dominazione romana. Un popolo, i Cavares secondo alcuni, gli Allobrogi secondo altri, non determinabile secondo altri ancora, emette moneta. Si tratta di un pezzo d'argento attorno ai 2.20 grammi, peso troppo scarso per essere riconducibile alla dramma leggera di Marsiglia, ma (opinione personale) non troppo discosto da quello della seconda fase delle imitazioni massaliote dell'Italia settentrionale. La moneta mostra al dritto una testa laureata, attribuita ad Apollo, di derivazione ellenistica: tradizionalmente l'origine viene individuata a Marsiglia, tramite la mediazione di Avenio (Avignone) e di un'altra monetazione probabilmente alpina non attribuita con certezza, la cosiddetta serie "al cervide" o "au bouquetin". Il rovescio è ben più "celtico": un cavallo libero al galoppo, una ruota e... un'iscrizione in caratteri nord-etruschi, comunemente traslitterata in "IAZUS". Inutile dire che non esistono interpretazioni attendibili circa il significato. Anche qui qualcosa in comune con l'Italia Settentrionale, ed in particolare con le serie con legenda in caratteri cosiddetti "leponzi"...
    1 punto
  3. mi associo ai ringraziamenti di aqua e chellow.... anche stavolta la cura nei minimi dettagli e' stata impeccabile :D grazie Rob ;) Anche io ti ringrazio Skater per la razzia portata a termine e certamente non perderò la prossima :D francesca :friends: Grazie mille a tutti :friends:
    1 punto
  4. Bisognerebbe saperne il peso e vederla in mano... comunque di primo acchitto non direi con certezza che si tratti di un falso! Il 20 lire 1928 non sempre ha la perlinatura regolare come quello del 1927!
    1 punto
  5. Pur priva di valore commerciale, questa moneta ha una curiosità. Si tratta di una delle poche a presentare il valore nominale "10" su entrambe le facce.
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
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