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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/15/11 in tutte le aree
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Ed il fatto di vederlo impresso su una piastra del 1857 non fa che alimentare i miei dubbi: Il bombardamento è del 1848, quindi potrebbe in teoria avere un senso le contromarche su monete sino al 1849 ?, dopo due anni non vedo molto plausibile che qualcuno conservi i punzoni e incida a caldo. Questa è una piastra emessa dopo 9 anni dai fatti di Messina e dai moti del '48. Punto secondo, ed è anche più importante, 120 grana erano comunque soldi e chi si sarebbe preso il rischio di accettare in pagamento una moneta che era un vituperio alla maestà reale ... con tutto quel che ne segue (leggasi prigonia) e chi poteva essere così ricco da sovrastampare queste monete con BOMBA ed il rischio non fossero accettate in circolazione o che peggio avrebbero potuto causare non pochi fastidi. Idem per le piastre con il punzone OLIM o per un'altra con tanto di triangolo massone che ogni tanto compare in qualche asta. Sono dell'idea che siano tutte approntate nel periodo dell'unità d'Italia o più tarde per fini collezionistici.1 punto
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Ciao Jagd. salvo errore, la tua croce è il simbolo dell'Ordo Equestris Sancti Sepulchri Hierosolymitani, costituito da Goffredo di Buglione, Duca della Bassa Lorena, nel 1099. Ovviamente non è una vera insegna, ma una riproduzione.1 punto
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come per gli altri, anche per me l' esito del concorso conta relativamente, sono stato felice di partecipare, ancor più di aver scoperto un interesse così grande per i giovani... solitamente le realtà di nicchia, come appunto quella numismatica, sono composte da persone gelose e avare del proprio sapere, devo dire che qua, invece, ho trovato solo grandi esperti aperti e disponibili, questo è un lato che mi piace moltissimo della numismatica, le passioni di uno fanno solo parte di una vita e sono abbastanza inutili perchè quando la vita finisce, finisce anche la passione... e allora a cosa valgono gli sforzi? se invece si allarga la passione e si fa diventare una cosa di tutti, allora quella passione diventa immortale; chi ama davvero la propria passione riesce sempre a farla diventare immortale!1 punto
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Credo sia recente (magari c'è anche il titolo dell'argento). La Santa è Giovanna d'Arco (c'è scritto), ma una santa con la corazza, la spada e la palma del martirio poteva essere solamente Lei. Ciao luciano1 punto
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Buon pomeriggio jagd, molto bello; credo che si tratti di "cristallo di rocca" (chiamato anche quarzo ialino). E' un cristallo trasparente che ha sempre avuto un grande significato e in tante civiltà era la pietra dello "sciamano" (stregone) e veniva indicata come "Pietra di luce", perchè capaci di aiutare a predire il futuro. Poi, ogni tanto, dovrebbe essere rigenerato durante la fase di luna crescente. Aiuta a fortificare il corpo, soprattutto il cuore ed i polmoni, ed è potente contro i problemi agli occhi. Tutto questo per chi ci crede ;) e nel medioevo (anche prima) le credenze erano tante! Se è molto trasparente riflette e scompone la luce nei colori dell'arcobaleno....il tuo è un po' troppo biancastro, chissà quante ne ha passate.... Saluti Luciano1 punto
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Sarò contentissimo domani di conoscervi tutti :D Non importa l' esito del concorso, stare un intero giorno con voi, essere presente alla conferenza, pranzare tutti insieme, non potrei desiderare altro :)1 punto
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Che dire di più riguardo alle differenze tra l'imperiale di Parma ed il denaro di Genova? :lol: Tuttavia qualcosa si può aggiungere, anche se non riguarda direttamente la monetazione di Genova, ma solo perché è stata tirata in ballo Parma. La monetazione di Parma inizia nel 1207 (il denaro a nome di Corrado il Salico (1027-1037) citato ancora in MIR Emilia n. 899 in realtà non esiste!). Le prime monete (forse a nome di Ottone IV e non a nome di Filippo di Svevia come generalmente ritenuto) recano sul rovescio l'immagine della porta urbica, come nelle monete di Genova, ma di una differente tipologia: innanzitutto è ad un arco solo e ha inoltre la base aperta. Il motivo per cui Parma decise di adottare tale immagine sulle proprie monete al momento mi è del tutto ignoto. Non ho trovato nulla che possa permettere di fare la benché minima congettura. Vista la relativa vicinanza tra le due città, la moneta genovese doveva certo circolare nel territorio del Comune ed ho effettivamente notizia di rinvenimenti sporadici di monete genovesi nel territorio dell'odierna Provincia. Però la moneta di Genova a Parma non fu mai caput monetae e la città, salvo un breve periodo alla fine dell'XI secolo, da mettere forse in relazione con l'egemonia politica dei conti di Canossa, venne sempre sostanzialmente approvvigionata con il numerario delle zecche lombarde (Milano e Pavia). Perché dunque utilizzare l'immagine della porta urbica? Sinceramente non lo so. Quello che si avvicina di più all'immagine delle monete parmigiane è un'emissione ungehrese anonima di XII secolo (Huszàr 135) che in passato è stata effettivamente ritenuta essere della zecca di Parma (si tratta del tipo MIR Emilia 912) ma non si può certo pensare che all'inizio del Duecento i maggiorenti parmigiani abbiano preso a modello questa moneta ungherese... E quindi!!!???... Boh! a meno che con tale rappresentazione a Parma si volesse ricordare NON la porta rappresentata sulla moneta di Genova, ma il monogramma ottoniano delle monete lucchesi... ;) Comunque, quello che qui mi premeva sottolineare era che questa immagine subì nel tempo diversi cambiamenti (cambiamenti che consentono oggi di tratteggiare una parziale cronologia delle emissioni). Il "castello" inciso sugli imperiali parmigiani come quello postato da lollone effettivamente può ricordare quello delle monete di Genova, ma non so fino a che punto questa similitudine debba ritenersi voluta e quanto invece ci sia di casuale. PS Per chi fosse eventualmente interessato ad un approfondimento sulla circolazione monetaria in territorio parmigiano durante il medioevo rimando al breve saggio Moneta e circolazione monetaria a Parma nel medioevo (secc. VII-XIVI), in Bertelli C. et alii, Vivere Il medioevo. Parma al tempo della Cattedrale, catalogo della mostra, Parma, 7 ottobre 2006-14 gennaio 2007, Cinisello Balsamo 2006, pp. 106-113 (se interessa a qualcuno posso inviargli il PDF). Cordiali saluti, Teofrasto1 punto
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Penso Potrebbe anche essere il sesino o quattrno di Maccagno per Giacomo Mandelli, la croce e' abbastanza caratteristica (imitazione di quello milanese);ultimamente ne sono passati diversi nelle aste. Io ora sono sul palmare e non riesco a trovare i link ma se fai una ricerca penso ti sara' facile trovare i giusti riferimenti. Ciao. Mario1 punto
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Ritengo l'organizzazione di questo " EVENTO " un successo di tutti quelli che hanno contribuito e partecipato ,un successo per LAMONETA che entra nella porta principale di una Società Storica e Istituzionale come la S.N.I.,un successo per la NUMISMATICA ITALIANA in genere che dimostra di avere vitalità anche nella componente giovanile , per quanto riguarda noi ,come " Quelli del Cordusio " ci saremo e l'appuntamento per tutti è sabato alle ore 9,30 davanti all'ingresso del Castello Sforzesco di Milano o per chi arriva più tardi nella Sala Weiss Weil ,Biblioteca Trivulziana ,entrando in fondo a sinistra ; mi auguro che sia una giornata dedicata oltre alla premiazione del Concorso Rapetti , a un momento di aggregazione e di conoscenza tra tutti noi Dabbene1 punto
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Caro dizzeta, devo dire che giunti a sera (o meglio a notte quasi fonda) riesci sempre a farmi sorridere: la tua descrizione del denaro di Genova a confronto con quello di Parma mi pare davvero "pregnante" : la adotterò anche io ! Sempre per restare sui denari di Parma, che chiaramente in queste tipologie occhieggiano ai denari genovesi (vedi anche esemplare finito nella collezione di Banca Carige; e non a caso nel corso del Duecento-inizi Trecento me li ritrovo a circolare insieme in Lunigiana, come potrete leggere in un prossimo articolo..), mi sembrano molto interessanti le proposte crono-tipologiche di Bazzini, e Bazzini-Ottenio. Ovvero: Marco Bazzini, Moneta e circolazione monetaria a Parma nel medioevo (sec.VII-XIV), in Vivere il Medioevo. parma al tempo della Cattedrale, Milano 2006, pp. 106-113, 265-274; Marco Bazzini, Luca Ottenio, Monete inedite di Reggio Emilia e Parma, "Cronaca Numismatica" ottobre 2009, pp. 34 e ss. Per quanto riguarda il denaro mostrato da lollone, non sapendo quali notizie si volevano avere di preciso, posto qui la scheda di Bazzini 2006 (n. 197), sperando che l'autore, che legge e partecipa anche attivamente su questo forum, non me ne voglia, ma anzi abbia poi modo di intervenire con eventuali più specifiche osservazioni in merito. Saluti a tutt* MB P.S. sempre per DZ: per la lettura di questi denari non te la prendere nè con i tuoi occhi, nè con i tuoi occhiali. Dalle fotografie digitali, e non sempre a buona definizione per visualizzarle sul sito, è facile vedere una cosa per l'altra, e per questo chiedo sempre conferme a chi possiede o può vedere direttamente il pezzo.1 punto
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Un breve riepilogo Diabolik73 mi ha confermato l'avvenuto ricevimento Cudumar mi ha confermato l'avvenuto ricevimento b27 mi ha confermato l'avvenuto ricevimento Camarguebull2009 mi ha confermato l'avvenuto ricevimento Alelollo mi ha confermato l'avvenuto ricevimento farghitto mi ha confermato l'avvenuto ricevimento fulmine mi ha confermato l'avvenuto ricevimento mirko8710 + vv64 mi ha confermato l'avvenuto ricevimento rorone mi ha confermato l'avvenuto ricevimento nerone69 mi ha confermato l'avvenuto ricevimento brindellone mi ha confermato l'avvenuto ricevimento valentino73 mi ha confermato l'avvenuto ricevimento Alessandro1970 mi ha confermato l'avvenuto ricevimento Sirmatt mi ha confermato l'avvenuto ricevimento Gruppo Roma mi ha confermato l'avvenuto ricevimento mn0082 in prioritaria mi ha confermato l'avvenuto ricevimento Mancano ancora la conferma di ricezione di sarasofia (ritirata il 13/4) fulvione (ritirata il 14/4) frap87 (ritirata il 13/04) Desert_Twister in prioritaria1 punto
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caro Oento, ovviamente io ce l'ho: se sapevo che ti interessava potevo portare anche quello a Genova. Penso che sia stato ristampato in un paio di volumi diversi che raccolgono gli articoli di Lopez (uno della serie "Variorum reprints"), che si dovrebbero trovare nelle biblioteche genovesi, non so invece se è presente nelle biblioteche del Levante ligure. In caso non lo trovassi possiamo vedere come fartelo arrivare (ci sentiamo per MP). Per quanto riguarda l'altra questione, ovvero secondo me è difficile rispondere con precisione in mancanza dei libri della zecca e di dati precisi metallografici in merito. E sopratutto visto quello che sappiamo un poco delle zecche medievali almeno per il tardo medioevo, e cioè che poteva accadere di usare nello stesso periodo sia metallo di cava, che biglione, ovvero metallo da riciclo (altre monete, oggetti etc..). Comunque dipende anche a quale periodo ci riferiamo: per quanto un certo aumento del flusso di monete dal Nord Europa e della circolazione monetaria in Italia centro settentrionale lungo il versante tirrenico (basso Piemonte, Liguria e Toscana) sia ormai registrato dai ritrovamenti fino dalla seconda metà/fine dell'XI secolo, non so se questo poteva considerarsi sufficiente a sostenere le coniazioni del primo periodo della zecca genovese che, come si vede sia dai ritrovamenti che dalle collezioni, fu piuttosto abbondante. Quel documento del 1131, registrato quindi ben 8 anni prima la formale concessione dei diritti di zecca, testimonia che i Genovesi, come del resto i Pisani, avevano "fiutato" che il mercato della moneta poteva crescere e cercano di progettare bene la nuova "impresa" del Comune tentando di garantirsi un gettito di base costante di argento ed anche di piombo per la coppellazione. E penso che nonostante la concorrenza dei Pisani in terra sarda ,almeno per quelle cave della Nurra e fino al pieno Duecento ci siano riusciti. In seguito, direi a partire dal terzo quarto/fine del XII secolo la disponibilità di metallo da riciclo per mezzo del circolante crebbe certamente e per il Duecento possiamo pensare ad un utilizzo ampio di queste risorse, pur con i problemi dei rincari dell'argento che già si fecero sentire a metà e poi negli anni Ottanta/Novanta del XIII secolo. Ma questo a rigore di logica e senza poter quantificare allo stato attuale delle ricerche le eventuali variazioni nel tempo delle proporzioni delle due "fonti" in modo preciso. Non so se sono stata chiara e se in qualche modo ho risposto al tuo quesito. Saluti MB1 punto
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Forse hai già notato che sul sito si trovano pure i passaggi d'asta. E' necessario però che qualche esperto valuti quali sono le reali condizioni della moneta. FDC significa che è perfetta.1 punto
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1909 W-VE3/12-1 Roma Evaristo Luigi Giorgi Leonardo Bistolfi C 19.280.000 Moneta emessa in 19.280.000 esemplaei - è comune- ha valore numismatico solo se in alta conservazione-1 punto
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Ciao Darectasapere, come ben sai, e come è noto anche a Pierboni, la variante è già ben nota da più di due anni, ovvero da quando nell'ottobre-novembre del 2008 ebbi modo di osservarla e segnalarla sul noto sito di aste on-line, dove, proprio la moneta che illustri, fu aggiudicata per circa 150 euro da un privato collezionista. Apprendo ora, visto che la moneta è in tuo possesso, che l'acquirente di allora ha deciso di disfarsene. In merito alla conservazione, effettivamente quella mancanza a ore 12 è deturpante, ed in un mercato che premia tipologia e conservazione non so quanto una bella e rara variante come questa ma in scarsa conservazione possa spuntare. Inoltre sottolineo che quelle che tu, ed anche altri, chiami "freccette" non sono in realtà tali ma sono molto semplicemente delle spine, infatti guardando bene lo stemma Cibo Malaspina si noterà che gli scacchi (o meglio i Cubi) della banda Cybo sono stati punzonati con gli stessi punzoni utilizzati per le spine (o fiori) dei rami di spino (fiorito). Ma c'è di più, non è questa l'unica particolarità che si può fare per questo interessante conio (anche se in questa foto non si vede molto bene). Sono noti, Bellesia 2/D, esemplari con la scritta COSTODIAT, ma in questo esemplare possiamo notare la prima O di COSTODIAT corretta in V a formare la corretta scritta CVSTODIAT. Potrei dilungarmi oltre ed illustrare anche l'altro esemplare conosciuto, entrambi ho avuto modo, grazie a Pierboni, di segnalarli all'ottimo Cammarano che pure era già a conoscenza di uno di questi, e sul quale pure si possono fare interessanti considerazioni e che proviene da un diverso conio di dritto rispetto all'esemplare che hai illustrato ma non vorrei anticipare troppo alcune parti di un lavoro che sto portando avanti da tempo e che non vorrei "bruciare". Non nascondo, infatti, che un pò mi spiace di questa tua segnalazione pubblica visto che di tutto o quasi eri già a conoscenza.1 punto
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E da un barbuto elmato …… ad un'elmata dea : Athena o Aphrodite ??? 1) Il documento monetale : al D/ Herakles … ladrone :P Questa litra fa parte della II serie frazionaria che - insieme alla I serie litra/delitron, descritta in precedenza e riguardante Kronos – pur essendo stata emessa a Thermai-Himera (e posteriore quindi alla distruzione della città di Himera) risulta comunque caratterizzata dall'antico etnico IMEPAION, quasi a documentare "un breve risveglio della passata identità nazionale" in concomitanza con i numerosi fermenti indipendentistici stimolati, sia pure in maniera diversa, dalle età di Timoleonte e di Agatocle (IV sec. a.C.). Referenze: BMC n.49, 0.70 g. = Gabrici 73, n. 117, Tav VI, 15) (Fonte: "Himera tra realtà ed immaginazione" – A.Cutroni Tusa" in Archeologia del Mediterraneo: studi in onore di Ernesto De Miro) Ricordiamo come Thermai-Himera, pur inglobata nella epikrateia cartaginese, fosse rimasta comunque in stretto contatto con la grecità siceliota e soprattutto con Kephaloidion … Sul D/ di questa litra compare il profilo di un giovane Herakles con leontè : sicuramente un'allusione alla presenza delle fonti termali e al relativo culto delle acque a cui Eracle – in quanto divinità salutifica - era connesso insieme alle Ninfe locali (vedi indietro i numerosi post su questo tema …) Di Herakles narra anche il poeta imerese Stesicoro che lo dipinge in maniera del tutto innovativa come un ladrone solitario munito addirittura di arco (arma la cui prerogativa di colpire a distanza non si addiceva per nulla ad un eroe epico :rolleyes: …) Ecco come la sua mania di rinnovare i miti viene testimoniata da Ateneo : "… i nuovi poeti lo (Eracle) rappresentano in veste di ladrone che gira da solo, con la clava, la pelle di leone e l'arco: e questo per primo lo ha fatto Stesicoro di Imera." Ladrone o ... divinità salutifica…., in ogni caso questo Eracle ci ricorda i suoi profili sulle tre litrae postate da Piakos ancora da identificare … a pag 29 … ;) ) Al R/ invece …. (continua … ... :P ) Valeria1 punto
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Di profili barbuti e baffuti .... : una questione di Stile ... :) **************************************************** Confrontate questi tre profili al D/ della celeberrima litra di Himera (di cui abbiamo già ampiamente discusso ...) ... ... La terza litra (472-409 a.C.) proviene dall'Asta Artemide 14 Dicembre 2008 (Base : € 300,00 - Invenduta). Le referenze: D/ Testa virile con barba, a destra. R/ Elmo corinzio. Intorno, HIMEPA. SNG Lloyd 1028. gr. 0.62 RR. AG. SPL/SPL+. Di grande rarità e bellezza. Mi sembra davvero diversa come stile, a iniziare dal baffo :P ... Di che variante si tratta ? Ne conoscete altre simili? Valeria1 punto
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"Uomo barbuto ... , sempre piaciuto !!!" :D :blum: Complimenti per questa spettacolare litra, Piakos : davvero stupendo questo barbuto elmato imerense .... :angel: Dev'essere un modello in voga nella Himera degli inizi del V secolo … : guardalo riprodotto (non elmato) anche su questa bellissima ceramica locale … :rolleyes: (Antiquarium di Himera) Nota la barba a ricciolini e le labbra all'insù … Valeria1 punto
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