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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/28/11 in tutte le aree
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LA NUOVA MONETAZIONE DI ANASSILA A MESSANA Nel 480 a.C., una data cruciale anche per tutta la Sicilia (lo stesso anno della vittoria di siracusani contro cartaginesi e alleati ad Himera) Anassila riportò la vittoria ai Giochi Olimpici facendo correre una pariglia di mule. Il tiranno commemorò l’evento introducendo sulle monete l’immagine della biga di mule (detta “apene”) guidata da un auriga accoccolato e sul rovescio una lepre in corsa. tetradramma Le vittorie agonistiche dei tiranni nei giochi panellenici servivano a legittimarne il potere e ad accrescere la base del consenso popolare. Ma perché Anassila preferì correre con un veicolo poco elegante e goffo con mule, privo della spettacolarità tipica delle corse con le quadrighe di cavalli? Il tiranno non aveva alcuna intenzione di risparmiare sulle spese, ma riuscì non solo a distinguersi da tutti i suoi colleghi, ma anche ad evocare un notevole significato religioso. Nella cultura greco-orientale (non dimentichiamo che Anassila proveniva dalla Grecia continentale ed era sensibile ai culti dell’Asia Minore!), il mulo, nato dall’unione della cavalla con l’asino, esprimeva il concetto della mistione di popoli. Non per nulla Erodono aveva chiamato hemionos, ossia mulo, Ciro il Grande, essendo figlio di madre Meda e di padre Persiano. Anassila, avendo rifondato Zankle mescolando insieme Calcidesi e Messeni, volle dimostrare con l’esaltazione dell’hemionos la possibilità di superare i contrasti e i sanguinosi conflitti insiti nella coabitazione forzata di popolazioni diverse. Inoltre la biga di mule era in sintonia con le credenze e le tradizioni locali. La biga traeva origine dall’antico carro agricolo impiegato nella celebrazione dei cortei nuziali e dei riti funebri, ed utilizzato nelle pratiche magiche per ottenere la fertilità della terra e probabilmente collegato alle sacre nozze di Persephone con Hades, come su numerose terrecotte figurative (pinakes) dall’Italia meridionale. E’ importante osservare che sotto la biga delle mule è presente una foglia di alloro, la pianta sempreverde simbolo di eternità ed associata con Apollo (ecco !.....). Apollo, insieme al padre Zeus, presiedeva alla crescita delle piante e alla fertilità della terra, ed assicurava la costante rinascita della natura dopo la pausa invernale. La biga diventava simbolo di significativi momenti di passaggio e di fondamentali mutamenti di stato, attraverso una immagine legata all’alternanza della vita e della morte e all’eterno “ricominciamento”, in una visione ciclica dell’esistenza che sottraeva anche l’uomo al suo destino mortale (da sempre l’assillo dell’uomo….). La lepre cosa significava? L’animale era legato all’idea di abbondanza e di prolificità; la straordinaria fertilità la rendeva un simbolo d’amore. Nell’arte figurativa greca, come anche nelle pitture vacolari, è ripresa in corsa (talvolta inseguita dal cane o dal cacciatore), accovacciata, me più spesso morta, innocente preda ghermita dalle aquile (come sulle monete di Akragas). La caccia diviene di conseguenza presagio di morte, ma la “rinascita” della lepre è adombrata dalle scene in cui l’aquila la innalza verso il cielo. Nelle pitture vascolari dell’Italia meridionale la lepre è spesso associata ad Apollo e si conosce un vasetto bronzeo a forma di lepre morta che reca incisa una dedica ad Apollo stesso. Anche qui siamo di fronte ad antiche credenze religiose basate sul duplice aspetto luminoso/diurno e oscuro/notturno, corrispondente a una “morte” costantemente seguita dalla “nuova nascita” coltivate nell’area dello Stretto, sulle quali il tiranno faceva leva per dare credito e legittimità a un governo indebolito dall’accresciuto potere dei tiranni siracusani, vincitori nel 480 a.C ad Himera sui Cartaginesi, che erano alleati di Anassila. E’ interessante osservare che sotto la tirannide di Anassila e dei suoi figli (alla sua morte, nel 473 a.C., erano minorenni e furono affidati al tutore Micito e la tirannia degli Anassilaidi durò fino al 460 a.C), Messana e Rhegion insieme emisero il quantitativo più importante di monete prodotte in tutta la grecità occidentale. Nel mondo antico i tetradrammi ateniesi vennero volgarmente chiamate “civette”, mentre quelli dello Stretto pare che furono chiamati “lepri”. La monetazione di Messana fu molto regolare e costante, con un elevato numero di conii, mentre Rhegion ebbe ritmi di coniazione discontinui e più lenti. Queste mie brevi note, basate su approfonditi studi della Caccamo Caltabiano, vogliono semplicemente rendere più comprensibili certe tipologie adottate su monete greche, che sempre risentono sia dei particolari momenti storici sia delle profonde credenze religiose allora praticate.2 punti
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Salve a tutti :) Vi allego la mia scambiolista per le monete mondiali ed italiane, premetto che scambio soltanto con utenti con almeno 100 messaggi nel forum. Sulla lista è assegnato anche un valore alle monete, tale valore è riportato a soli fini indicativi, nonchè per facilitare la congruità dello scambio. Dato che ho avuto problemi con l'excel di recente, sareste così gentili da dirmi se la lista si legge o se ci dovessero essere problemi anche qui? Grazie a tutti..... ;) lista doppie 4.txt1 punto
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Rick2 vive un pò nel mondo delle favole, da lui si trovano le monete da 100 euro nelle ciotole da 50 cent, i commercianti ti acquistano l'argento a prezzo pieno di mercato (!) e così' via. Mi sa che dovremmo venire a vivere tutti a Londra, è davvero il paese del Bengodi da questo punto di vista. Scherzi a parte va detto che anche portando a fondere direttamente l'argento mica abbiamo un guadagno netto. Ci sono dei costi, che non so quantificare ma che mi hanno spiegato essere molto più alti per l'argento che per l'oro. 5,10 Euro per caravella è un prezzo onesto, forse si può trovare di meglio, ma non è così facile. Il mese scorso mi hanno detto che c'è un tizio che ritira a 5,80, ma non so chi sia ne hanno voluto dirmelo. Ed è il prezzo più alto che ho sentito proporre in giro da un commerciante. Non so nemmeno chi potrebbe essere un privato che ti paga 7 Euro per una caravella, visto che numismaticamente parlando non ha alcun senso (con quei soldi la compri pure in FDC), ed è chiaro che chi compra caravelle a lotti oggi lo fa solo per speculare sul metallo. A questo punto aspettiamo che Rick2 ci comunichi i nomi di questi sant'uomini che ti prendono dentro le caravelle a 7 Euro non guadagnandoci niente ed addirittura rimettendoci le spese di fusione. Come dice gionni980 poi, visto che tu conosci questi sant'uomini, io ti offro un lotticino di caravelle e mi accontento di 6,90, tu ci guadagni 10 cent a pezzo senza colpo ferire, ci stai?1 punto
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guarda qui se trovi qualcosa ciao http://www.wildwinds.com/coins/greece/sicily/syracuse/i.html1 punto
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Siracusa anche questa; non saprei dare un riferimento preciso. Alcuni esempi: http://www.acsearch.info/record.html?id=237042 http://www.acsearch.info/record.html?id=231386 Luigi1 punto
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PRIMA MONETAZIONE DI ANASSILA A MESSANA Nel 487 a.C. Anassila fece venire un gruppo di compatrioti della Messenia (una regione del Peloponneso, che aveva dato i natali al tiranno reggino) ed attaccò i Samii, espellendoli da Zankle, che fu poi rifondata col nuovo nome Messene (in ricordo della sua regione di origine). Tale attacco mirava chiaramente a togliere ai Samii il controllo economico sullo Stretto. Sotto il suo governo, Rhegion e Messene costituirono in unico Regno, economicamente florido e sorretto dall’appoggio delle classi popolari. A comprova dell’unico regno, le monete recano gli stessi tipi della testa di leone e della protome di vitello e l’iscrizione MESSENION (per Messene) oppure REGINON (per Rhegium), articolate in vari nominali, compresi frazionali. Rhegion Messana Questa monetazione di Anassila svolse un importante ruolo economico, sociale e politico. Grazie alla presenza anche di frazionali, fu usata anche nelle piccole transazioni di mercato e si prestò bene a ricompensare servizi, agevolando il pagamento dei pedaggi e dei dazi portuali. Infine la moneta di Anassila concorse alla formazione di un articolato tessuto sociale, che si arricchiva con la promozione di attività commerciali e mercantili e con produzioni artigianali, da cui traevano profitto le classi che avevano appoggiato l’ascesa del tiranno. Per capire meglio la scelta dei tipi adottati da Anassila, il leone e il vitello, bisogna partire dalla tradizione orientale (Asia Minore e Cipro), dove era spesso rappresentato il leone e il toro, insieme in una lotta oppure separatamente sui due lati della moneta. Il Leone e il Toro rappresentavano due poteri, l’uno della luce solare e del calore vitalizzante, l’altro della fecondità e della forza generatrice, e inoltre essi simboleggiavano l’alternanza ciclica dei fenomeni naturali: il prevalere del giorno sulla notte, quello dell’estate sull’inverno. Con un simbolismo caro alle monarchie orientali, i due animali raffiguravano anche il bene che trionfa sul male e il sovrano che vince il suo nemico. Perché il vitello al posto del toro? Tale sostituzione, voluta da Anassila, richiamava l’attenzione sull’animale giovane al posto dell’animale maturo e – attraverso di lui – l’estremità della penisola italica su cui Anassila contava di estendere il suo dominio, terra di “vitelli”. Giovani uomini “figli del toro”, l’animale in cui la cultura minoica aveva riconosciuto la manifestazione della divinità. Lo stesso nome dell’ITALIA deriva dall’osco VITELIV, che significa appunto toro….. (e che poi figureranno sui famosi denari coniati dai ribelli italici durante la Guerra Sociale contro Roma, nel 91-87 a.C.) (continua)1 punto
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LA MONETAZIONE DEI SAMII DI ZANKLE Desiderando continuare a descrivere intanto la monetazione di Zankle-Messana ( e sono ancora debitore alla prof.ssa Caccamo Caltabiano), è da rilevare che nel 494 a.C., con un colpo di stato, Anassila (in greco, Anaxilas) divenne tiranno di Rhegion. Con il suo aiuto un gruppo di Samii, ricchi mercanti provenienti dall’isola orientale di Samos, coniarono una monetazione basata su piede attico, formata da stateri e da varie frazioni, soprattutto dioboli. Tetradramma Diobolo Una importante caratteristica degli stateri (didrammi) dei Samii di Zankle è che spesso recano una lettera dell’alfabeto greco, da A ad E, indicanti gli anni a partire dalla presenza samia nella città. Al diritto si vede lo scalpo di un leone e sul rovescio la prua della nave samia (detta “samiana”, molto apprezzata in antichità per la sua robustezza), con caratteristico scafo desinante in testa di cinghiale. Lo scalpo di leone era simbolo era simbolo della divinità solare di un Helios morto. La prua di nave, oltre a commemorare il viaggio dei profughi samii verso Zankle, era anche espressione simbolica del viaggio notturno di Helios, che all’alba sarebbe tornato a “risorgere”. Il cinghiale, a sua volta, era simbolo del calore invernale e notturno del sole. La religiosità solare, evocata dalle monete samie, appare consona alle tradizioni mitiche dell’area dello Stretto. La cuspide nord-orientale della Sicilia, la Trinacria (isola dei tre promontori), era considerata sede degli armenti sacri ad Helios, il dio Sole, che poi il pensiero pitagorico aveva contribuito ad assimilare con il greco Apollo (ancora lui !...). I nuovi signori dello Stretto cercarono di dialogare con la cittadinanza zanklea sintonizzandosi innanzitutto su comuni tematiche religiose. (continua)1 punto
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LA PRIMA MONETAZIONE DI ZANKLE In attesa che Piakos riprenda il suo interessante excursus sul ruolo di Apollo per la “fondazione” di colonie greche, penso sia interessante spendere alcune parole su Zankle e sulle sue prime monete, allo scopo di trovare anche qui qualche connessione col mito fondativo di Apollo. Il nome Zankle, fondata da coloni calcidesi provenienti dall’Eubea intorno al 756 a.C. deriva da Ζὰγκλης ossia Zanklos, che era un nome siculo indicante la falce, a causa della particolare forma dell’antico porto (vedi figura, risalente al XVI secolo, che offre una idea semplificata della forma del porto). Le prime monete, che sono dracme di piede calcidese, risalgono al 525 a.C. ca. e riflettono chiaramente la vocazione marinara di Zankle. Al diritto s’inarca un delfino al centro di un quadrato diviso in nove settori irregolari, simili a mura e a merli che circondano un recinto. Più raramente sono state coniate anche frazioni, in particolare oboli ed emioboli calcidesi. Dracma Obolo Emiobolo Sulla particolare forma a falce è stato creato un antico mito greco. Gaia, la Terra Madre, fu costretta da Urano a trattenere in grembo tutti i figli che generava. Ella allora affidò al figlio Crono una gigantesca falce con cui evirare il padre. Dai genitali del dio caduti in mare nacque Afrodite (Venere) che, viaggiando per mare, raggiunse l’isola di Cipro. La falce fu nascosta nello Stretto e diede origine al porto di Zankle. Il tipo del delfino caratterizza le monete di diversi centri marittimi nel Mediterraneo arcaico, probabili tappe di una rotta che poneva l’area dello Stretto in relazione col mondo orientale e soprattutto con i porti fenici. Il delfino era uno degli attributi di Apollo. Il dio aveva scelto dei marinai cretesi quali ministri del suo culto ed era balzato sulla loro nave sotto l’aspetto di un delfino, e li aveva condotti fino a Delfi dove sarebbe poi sorto il suo famoso santuario. L’Apollo Delphinios è un altro degli attributi di Apollo e aveva guidato i Greci nella colonizzazione dell’Occidente e in particolare i coloni Calcidesi nella fondazione di Zankle. L’immagine del delfino dentro il porto evocava forse questo mitico passato, ma anche un ruolo di Apollo quale somma guida di un viaggio non esclusivamente terreno, come chiarisce la presenza della conchiglia sul rovescio della moneta. Nella cultura mediterranea la conchiglia è uno dei simboli maggiormente ricorrenti. Nell’Egeo pre-greco, come nel coevo mondo semitico occidentale, le conchiglie erano connesse con dee patrone della fertilità e signore del mare, come Astarte e Afrodite. In seguito assunsero un significato magico-religioso che, dalla semplice funzione apotropaica, si allargava a simbolo di nascita e di rigenerazione anche dopo la morte. Un processo che le correnti filosofiche orfico-pitagoriche, fiorite presso la grecità magno-greca nei medesimi anni delle emissioni zanklee, intesero anche come rinascita spirituale attribuendone l’effetto all’azione salvifica di Apollo. Ecco come c’entri Apollo anche in una moneta come quella di Zankle che non mostrano apparentemente evidenti connessioni con questa divinità…. (Le notizie sono tratte da M. Caccamo Caltabiano, Le monete greche di Messana e Rhegion, In: Lo Stretto di Messina nell’Antichità, Messina 2005, p. 113-114).1 punto
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Concordo che toni utilizzati non siano stati idilliaci. I miei solo in seguito a palese provocazione. Basta leggere le motivazioni sull'argomento da me addotte al post 88 e la risposta che ho ricevuto al post 89. Noto, comunque, che come conclusioni concordate con me, cioè sull'utilità di inserire anche i NON ritrovamenti. E questo è quello che conta. Vincenzo.1 punto
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