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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/27/11 in tutte le aree

  1. esempio di diritto anche in questo caso è evidente il cerchio, faccio notare sopra il nodo del giglio leggermente spostato sul lato destro della parte bassa del vessillo la traccia del centro geometrico della faccia di diritto. A differenza dei rovesci, dove l'evidenza del centro è frequente, questa è l'unica evidenza che ho trovato per i diritti. Non credo che le misure di riferimento fossero espresse come valori numerici, penso più a dei campioni di misura da riportare con un compasso per tracciare. È solo una riflessione. Non ho un riferimento alle misure espresse nelle unità in uso nel XIII secolo, delle quali ho notizie solo generiche come anche di eventuali strumenti per rilevazioni così minute, in misura decimale corrente il diametro del cerchio esterno è compreso tra i 19,5 e i 20,5 mm. A questo intervallo di misure medie teoriche sono da aggiungere le misure degli elementi della “perlatura” del bordo a volte di dimensioni generose. Questa variabilità nelle dimensioni del cerchio esterno non è legata alla dimensione dei tondelli da coniare in modo diretto, in quanto questi ultimi erano fondamentalmente “aggiustati” e rifilati per rispettare il peso, il controllo degli spessori delle lamine da cui ritagliare i fedoni era critico e il processo per realizzarle più un’arte legata alle capacità dell’operatore che una tecnica precisa, tutto questo aveva ripercussioni dirette sulle dimensioni dei tondelli. Generalmente il cerchio esterno delle monete si presenta incompleto, a riprova di quanto affermato, e sono frequenti monete con forme poco regolari e legende “tagliate” a causa di tondelli troppo piccoli (e più spessi, prescindendo dalle tosature) . Per spiegare le differenze riscontrate nel diametro del cerchio esterno della moneta, tra l’altro a volte anche con riferimento alle due facce del medesimo Fiorino, ho provato a pensare ai tre possibili modi di seguire un riferimento circolare con un punzone, tutto dentro, tutto fuori oppure “a cavallo”. Il lavoro poco curato di qualche incisore consente di apprezzare quanto affermato. Uno degli aspetti che mi ha complicato la vita in questa ricerca, è l’apparente (o effettiva) mancanza di un preciso metodo nel posizionamento geometrico delle figure e delle lettere delle legende, infatti quando dalle misurazioni su una moneta sembravano emergere regole e simmetrie, un controllo sulla successiva le smentiva. Per questo evito di trarre conclusioni e provo a fare una descrizione senza definire regole e schemi generali. Nelle legende la disposizione delle lettere è la stessa per tutto il periodo in esame, differenze minori sono invece apprezzabili nella forma delle singole lettere. Prima di elencare le osservazioni effettuate sulle singole componenti vorrei esporre la ipotesi alla quale sono arrivato, non si tratta di nulla di conclusivo ma ha il pregio di adattarsi alle osservazioni. Analizzando le monete sono giunto alla conclusione che il posizionamento relativo delle componenti delle figure e delle legende era “costruito” in corso d’opera dalla sommatoria delle variazioni introdotte nel corso delle operazioni eseguite in sequenza, non come avevo ipotizzato in precedenza dalla individuazione di più punti precisi a cui riferirsi, i riferimenti fissi erano pochi, quelli essenziali per pianificare il lavoro. Per entrambe le facce possiamo separare una porzione figura, sia essa Giglio o Santo, dalle legende; non sono stato in grado di trovare evidenze fisiche per stabilire una precedenza, delle une o delle altre, discorso a parte per il segno di zecca e per la punteggiatura, una analisi di tipo logico, oltre ad alcune evidenze non generalizzabili, porterebbe a pensare che una volta realizzata la figura venissero distribuite le lettere negli spazi conseguentemente individuati, esiste un legame diretto tra figura e legenda almeno al rovescio rappresentato dall’asta della croce, a volte l’asta si presenta storta per recuperare l’allineamento con la croce, questo sembra rimarcare la esecuzione in due tempi (o da parte di due diversi operatori) delle componenti della faccia, la croce si può considerare parte della legenda. continua cordialità
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  2. Buona Sera, Provo a continuare riportando le osservazioni effettuate su alcune monete, per analizzare il processo di realizzazione dei coni per i Fiorini negli anni attorno al 1300. Forse si tratta solo di un modo errato di interpretare i fatti quello secondo il quale nel periodo medioevale assistiamo a una sorta di stagnazione nei vari campi tecnologici, oppure la cosa è valida per alcuni campi e il concetto è stato impropriamente allargato, ma fatico a vedere nella tecnologia di realizzazione dei coni del Fiorino i segni di un cambiamento (significativo) rispetto a quanto si evidenzia dalla visione delle monete dei secoli precedenti. La considerazione si riferisce al solo ambito della tecnica di realizzare il conio, (prescindendo dalla innovazione stilistica) che risulta essere più complesso (rispetto a molte delle monete precedenti e contemporanee), e subisce aggiornamenti sostanziali in tempi relativamente brevi, anche se in genere non sono immediatamente evidenti, probabilmente per rendere più complessa la contraffazione. Ad ogni modo risulta realizzato con l’impiego di punzoni accostati; allo stesso modo si erano realizzati i coni nei secoli precedenti. Per comprendere (o cercare di farlo) quali potessero essere le tecniche specifiche, la disponibilità di monete non usurate da analizzare è indispensabile. Informazioni fondamentali sulle tecniche potrebbero venire dal gruppo di fiorini proveniente dalle logge dei banchi di Pisa ora Museo S. Matteo, tutti relativi ai primi decenni di coniazione (a esclusione di tre monete non pertinenti) generalmente in conservazione molto alta, il loro studio consentirebbe di confermare la “staticità” della tecnologia e individuare le diverse mani degli incisori a partire dallo studio dei punzoni impiegati. Il complesso delle lavorazioni che consentivano la realizzazione delle “matrici” destinate a coniare monete, per molte ragioni, non ultima la necessità di codificare i singoli passaggi in assenza di istruzioni scritte, principalmente per motivi di riservatezza, era legato a procedure, regolate probabilmente dalle consuetudini, una sorta di elenco di istruzioni sequenziali con un ordine più o meno preciso, memorizzate durante il periodo di apprendistato dell’incisore. Non credo che in questo periodo esistessero scuole per incisori in generale e di incisori di coni in particolare, ogni attività che ne prevedesse l’impiego provvedeva alla formazione per le sue specifiche esigenze delle figure professionali necessarie. L’incisore era vincolato alla zecca da un rapporto esclusivo, in ogni caso era espressamente esclusa la possibilità di realizzare coni al di fuori di essa. A fare da contrappeso rispetto alle limitazioni imposte, almeno per alcune figure professionali, non credo siano da sottovalutare il prestigio sociale oltre che il ritorno economico, se per gli operai e le mansioni meno qualificate la cosa non è così evidente lo diventa per le figure chiave, tra queste gli incisori. La realizzazione di monete in generale e di Fiorini in particolare era per le tecnologie del periodo un operazione di una certa complessità, prevedeva una sequenza di operazioni non banali, una organizzazione puntuale e controlli rigorosi in tutte le fasi del processo produttivo. Il riferimento è chiaramente a una zecca ufficiale, le zecche che producevano imitazioni o i falsari avevano altri e diversi obiettivi. La sequenza delle operazioni è stata descritta con dovizia di particolari in molti testi, alcune fasi manifestavano specifiche criticità, ad esempio quelle legate alla titolazione dell’oro in ingresso, che determinava la “resa” in Fiorini della partita di metallo al netto delle spese di affinamento e coniazione, o ancora il processo di affinamento dell’oro. La procedura garantiva la disponibilità di oro quasi puro con titolo molto elevato e relativamente costante. La bontà intrinseca della moneta aveva anche risvolti meno positivi, soprattutto nei primi anni successivi alla emissione ma ancora nel periodo in esame, il fiorino è forse oltre che una moneta una merce, per alcuni è una sorta di risorsa per approvvigionarsi di oro per la coniazione di altre monete, la bontà del Fiorino dovuta ai rigorosi controlli di produzione e il moderato sovrapprezzo dovuto alla coniazione ne ha favorito anche questo utilizzo. Il moderato sovrapprezzo è riferito in particolare ai paesi del nord Europa e all’Inghilterra (Peter Spufford, "Money and its Use in Medieval Europe") per i diversi rapporti di cambio. È possibile che interi lotti di fiorini siano stati utilizzati in questo modo. Nel migliore dei casi si ribattevano, oppure venivano fusi “in purezza” o con l’aggiunta di “altro” per realizzare altre monete. Un ulteriore aspetto cruciale era legato alla realizzazione delle matrici, per coniare i Fiorini. Qualche precisazione (repetita iuvant): il fiorino è stato coniato in un arco temporale che spazia dalla fine del 1252 al 1533, sostanzialmente immutato anche se costantemente aggiornato stilisticamente; in questo spazio di tempo si sono succedute diverse generazioni di incisori e ciascuna ha lasciato anche traccia del suo tempo; fin dalle prime coniazioni emerge e si riscontra conseguentemente, la necessità di un controllo di qualità preciso e puntuale, non è stato da subito considerato sufficientemente “fine” un controllo basato sui semestri e sulle conseguenti responsabilità dei signori della zecca per l’oro, ogni partita-lotto di oro produceva una partita-lotto di fiorini individuabili nel complesso dei fiorini con lo stesso segno, le varie figure responsabili avevano compiti di controllo e di garanzia. (di queste procedure, che sono indubbiamente esistite e delle quali abbiamo evidenza nelle monete, non credo siano rimaste tracce documentali o almeno non ne ho conoscenza ) Senza entrare nei dettagli, la realizzazione del conio generico (parliamo in particolare dei rovesci) privo delle caratterizzazioni (segno di zecca e punteggiatura identificante la variante lotto) poteva essere precedente al momento dell’impiego e indipendente dalla effettiva caratterizzazione con segno di zecca e punteggiatura (stesso discorso per i diritti che non avevano in genere bisogno di caratterizzazioni), fino al momento del trattamento termico di indurimento le modifiche erano possibili e agevoli, modifiche successive penso possano essere altamente improbabili per le problematiche tecniche connesse. Ho riscontrato in un Fiorino una piccola scheggia di ferro incastrata nella moneta, penso sia dovuta alla cattiva conservazione del conio che presenta anche tracce di ossidazione evidenti. Che i coni fossero in ferro è risaputo. Penso si possa ipotizzare che i singoli coni, generalmente i coni di Rovescio (di martello), venissero distrutti dopo la battitura di ogni partita di metallo, le varianti sono in genere classificate in base ai rovesci (nella quasi totalità dei casi). I coni di diritto avevano probabilmente una durata maggiore e non è escluso potessero avere impiego per più lotti successivi. Descrivere una possibile sequenza di operazioni è un esercizio di fantasia in assenza di evidenze concrete; può consentire di comprendere le tecniche e i metodi impiegati quando le tracce degli interventi sono intuibili per i motivi più vari. Generalmente sono le monete incise in modo approssimativo, incompleto o con evidenti errori di lavorazione a fornire le indicazioni più significative in merito. La prima fase del processo, relativa alla preparazione del blocchetto di ferro con le caratteristiche chimiche e fisiche necessarie, opportunamente sagomato e trattato termicamente per consentire il lavoro di “incisione”, era un “lavoro” da fabbro che prevedeva conoscenze di metallurgia. Realizzato il blocchetto, veniva ricavata la faccia destinata ad essere incisa che una volta realizzata veniva levigata finemente. La definizione geometrica di ciascuna faccia del Fiorino prevedeva il tracciamento del bordo (circolare) e la conseguente individuazione del centro geometrico della faccia. Determinata la superficie della moneta un secondo cerchio concentrico (in genere, ma non sempre) al precedente e di raggio leggermente inferiore era tracciato per individuare la sommità delle lettere della legenda disposte lungo due archi di circonferenza, ai due lati della figura centrale con la base delle singole lettere orientata verso il centro, tale cerchio solo talvolta è rilevabile, risultando finalizzato alla disposizione delle lettere, generalmente veniva cancellato nel corso delle operazioni di finitura. L’area delle legende sia al diritto che al rovescio si presenta libera non delimitata da cerchi. Al diritto la parte centrale della moneta è occupata dal Giglio simbolo di Firenze mentre al rovescio è presente S. Giovanni Battista benedicente. Quello che ho descritto come secondo cerchio, (quando rilevabile,) caratterizza gli incisori di questo periodo, in periodi diversi,altri incisori, hanno utilizzato cerchi di riferimento per la base delle lettere o anche due riferimenti a delimitarne sia la base che la sommità. da notare oltre alle tracce del cerchio che individua la sommità delle lettere, in prossimità del nodo del cordone che cinge la tunica, la protuberanza (sul conio un foro) segno del centro geometrico della faccia
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  3. Medaglia devozionale ovale con tre appendici globulari o pomellate, bronzo/ottone,del XVII sec. - D/ Maria che tiene sulle ginocchia Gesù morto(deposizione),dietro la croce,il tutto in contorno di perline. R/ San Rocco,con a dx il cane(suo attributo) , a sx figura in ginocchio(angelo?),con la mano sinistra tiene alzata la veste per mostrare la ferita alla gamba, il tutto entro cornice di perline.Medaglia molto interessante per la tipologia e lo stile,a mio parere rara,bella conservazione,complimenti.Ciao Borgho.
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  4. Filippo V , proclamato re di Spagna il 24/11/1700 ,introdusse sui vessilli il nuovo stemma reale con le armi inquartate di Castilla e Leon con lo scudetto di Angio' con i tre gigli d''oro in campo azzurro Regno di Spagna, Reino de España, 1700-1785
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  5. ciao, quoto min ver in tutto. valore 7-15 euro Luca Attenzione Luca, stiamo parlando d'argento:. 25 grammi a titolo 900/1000 valgono or ora 19,26 euro... anche se in condizioni scarse. Non ho mai visto scudi a meno di 20 euro, anche comuni e di scarsa conservazione
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  6. Sembrerebbe lo stemma del Regno di Spagna, anche se (a causa delle dimensioni del bottone) molto stereotipato ;)
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  7. Probabilmente Panormos, ma non ci giurerei. http://www.magnagraecia.nl/coins/Area_III_map/Panormos_map/descrPanC_108.html Luigi
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  8. http://www.magnagraecia.nl/coins/Area_IV_map/Syracusa_map/descrSyrC_024.html Luigi
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  9. Si vede una ruota dietro al cavallo; probabilmente è una biga. Cercherei tra le monete di Siracusa. Luigi
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  10. segnalo e ringrazio andreadema per l'ottimo scambio :D
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  11. LA NUOVA MONETAZIONE DI ANASSILA A MESSANA Nel 480 a.C., una data cruciale anche per tutta la Sicilia (lo stesso anno della vittoria di siracusani contro cartaginesi e alleati ad Himera) Anassila riportò la vittoria ai Giochi Olimpici facendo correre una pariglia di mule. Il tiranno commemorò l’evento introducendo sulle monete l’immagine della biga di mule (detta “apene”) guidata da un auriga accoccolato e sul rovescio una lepre in corsa. tetradramma Le vittorie agonistiche dei tiranni nei giochi panellenici servivano a legittimarne il potere e ad accrescere la base del consenso popolare. Ma perché Anassila preferì correre con un veicolo poco elegante e goffo con mule, privo della spettacolarità tipica delle corse con le quadrighe di cavalli? Il tiranno non aveva alcuna intenzione di risparmiare sulle spese, ma riuscì non solo a distinguersi da tutti i suoi colleghi, ma anche ad evocare un notevole significato religioso. Nella cultura greco-orientale (non dimentichiamo che Anassila proveniva dalla Grecia continentale ed era sensibile ai culti dell’Asia Minore!), il mulo, nato dall’unione della cavalla con l’asino, esprimeva il concetto della mistione di popoli. Non per nulla Erodono aveva chiamato hemionos, ossia mulo, Ciro il Grande, essendo figlio di madre Meda e di padre Persiano. Anassila, avendo rifondato Zankle mescolando insieme Calcidesi e Messeni, volle dimostrare con l’esaltazione dell’hemionos la possibilità di superare i contrasti e i sanguinosi conflitti insiti nella coabitazione forzata di popolazioni diverse. Inoltre la biga di mule era in sintonia con le credenze e le tradizioni locali. La biga traeva origine dall’antico carro agricolo impiegato nella celebrazione dei cortei nuziali e dei riti funebri, ed utilizzato nelle pratiche magiche per ottenere la fertilità della terra e probabilmente collegato alle sacre nozze di Persephone con Hades, come su numerose terrecotte figurative (pinakes) dall’Italia meridionale. E’ importante osservare che sotto la biga delle mule è presente una foglia di alloro, la pianta sempreverde simbolo di eternità ed associata con Apollo (ecco !.....). Apollo, insieme al padre Zeus, presiedeva alla crescita delle piante e alla fertilità della terra, ed assicurava la costante rinascita della natura dopo la pausa invernale. La biga diventava simbolo di significativi momenti di passaggio e di fondamentali mutamenti di stato, attraverso una immagine legata all’alternanza della vita e della morte e all’eterno “ricominciamento”, in una visione ciclica dell’esistenza che sottraeva anche l’uomo al suo destino mortale (da sempre l’assillo dell’uomo….). La lepre cosa significava? L’animale era legato all’idea di abbondanza e di prolificità; la straordinaria fertilità la rendeva un simbolo d’amore. Nell’arte figurativa greca, come anche nelle pitture vacolari, è ripresa in corsa (talvolta inseguita dal cane o dal cacciatore), accovacciata, me più spesso morta, innocente preda ghermita dalle aquile (come sulle monete di Akragas). La caccia diviene di conseguenza presagio di morte, ma la “rinascita” della lepre è adombrata dalle scene in cui l’aquila la innalza verso il cielo. Nelle pitture vascolari dell’Italia meridionale la lepre è spesso associata ad Apollo e si conosce un vasetto bronzeo a forma di lepre morta che reca incisa una dedica ad Apollo stesso. Anche qui siamo di fronte ad antiche credenze religiose basate sul duplice aspetto luminoso/diurno e oscuro/notturno, corrispondente a una “morte” costantemente seguita dalla “nuova nascita” coltivate nell’area dello Stretto, sulle quali il tiranno faceva leva per dare credito e legittimità a un governo indebolito dall’accresciuto potere dei tiranni siracusani, vincitori nel 480 a.C ad Himera sui Cartaginesi, che erano alleati di Anassila. E’ interessante osservare che sotto la tirannide di Anassila e dei suoi figli (alla sua morte, nel 473 a.C., erano minorenni e furono affidati al tutore Micito e la tirannia degli Anassilaidi durò fino al 460 a.C), Messana e Rhegion insieme emisero il quantitativo più importante di monete prodotte in tutta la grecità occidentale. Nel mondo antico i tetradrammi ateniesi vennero volgarmente chiamate “civette”, mentre quelli dello Stretto pare che furono chiamati “lepri”. La monetazione di Messana fu molto regolare e costante, con un elevato numero di conii, mentre Rhegion ebbe ritmi di coniazione discontinui e più lenti. Queste mie brevi note, basate su approfonditi studi della Caccamo Caltabiano, vogliono semplicemente rendere più comprensibili certe tipologie adottate su monete greche, che sempre risentono sia dei particolari momenti storici sia delle profonde credenze religiose allora praticate.
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  12. Siete due pazzi scatenati...allora vi dico che io ci vedo un sole che nasce... :D :D . Ognuno ha le sue visioni. Giò :)
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  13. Autentica, MB+/qBB, vale pochi euro. Cat Pagani significa Catalogo Pagani, una delle massime autorità in materia, autore dell'omonimo catalogo del secolo scorso.
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  14. 'zz....adesso lo vedo pure io il braccio del piccolo re Inca! :blink: :blink: :blink: Io intendevo: i due tondini bislunghi = occhi; la linea in mezzo ai tondini = naso; quella che per Giovanna è la coda del pavone = corona inca! ;) :lol: :lol:
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  15. Guarda, è un pò complicato anche per noi fornirti delle indicazioni precise, perchè le monete sono davvero tante ed esistono numerose varianti......cercherò quindi di darti delle indicazioni di massima, ma ribadisco il consiglio (anzi con tutto questo materiale credo sia una necessità per te), di perdere un pò di tempo a fare delle liste precise delle monete che hai a disposizione...... :) 1) Per prima cosa forse ti conviene acquistare un catalogo che porti le quotazioni delle monete americane; quello specifico si chiama Red Book ed è veramente ben fatto e con un costo molto contenuto.......oppure c'è il World Coins periodo 1900-2000, che raccoglie tutte le monete coniate nel mondo nel corso del XX secolo, comprese quindi quelle americane.....quest'ultimo catalogo è forse meno preciso dell'altro, ma lo trovi con molta più facilità qui in Italia...... 2) Roosevelt Dimes: In linea di massima sono tutte molto comuni e valgono il peso dell'argento, con un piccolo premio se in alta conservazione......controlla al limite le monete del 1950, se nel segno zecca hanno sovrapposte la D e la S..... 3) Mercury Dimes: Anche qui sono poche le date rare tout court; in particolare il 1916 D (la più ricercata) e quelle del 1942-1942 D, con il 2 ribattuto su un 1, degne di nota sono anche le monete datate 1921 e 1921 D. Poi però subentra l'importanza dello stato di conservazione, molte date, in particolare nei primi anni di coniazione, valgono il prezzo dell'argento o poco più se circolate, ma possono arrivare a valere grandi cifre se in altissime conservazioni. 4) Un euro l'una in blocco ci potrebbe anche stare come offerta, ma solo per le monete comuni o circolate, tenendo conto che contengono circa 1,50 euro di solo argento a pezzo..........per questo è necessario che tu perda un pò di tempo a cercare di identificarle correttamente. Comunque se le vendessi su Ebay ci faresti sicuramente più soldi. 5) Anche per le altre monete ti consiglio di fare delle accurate liste, sinceramente non vedo alternative.........a grandissime linee, i quarters Washington Head sono tutti molto comuni, nel periodo 1936-1950, lo stesso vale per i mezzi dollari Franklin. I mezzi dollari Morgan invece non esistono, ci sono solo i dollari Morgan, ricontrolla bene di che tipologia si tratta. Più attenzione bisogna fare ai mezzi dollari Walking Liberty, ed in particolare ai Barber, con tante date e zecche rare e dove le alte conservazioni possono far variare enormemente il valore di una moneta...... Buon lavoro, e non sai quanto ti invidio....... :D oo)
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  16. segnalo scambio positivo con Plinio82! :D
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  17. Mi pare che l'argomento , vista la situazione italiana ,venga affrontato in modo errato. Le nostre leggi sono complesse e farraginose, per cui il cittadino che deve farle rispettare può agire,QUASI, secondo una interpretazione personale e può mettere in chiara difficoltà il cittadino che ha il piacere di collezionare monete antiche, Tutti gli sfoghi che ho letto in questo forum giungono alla conclusione che bisognerebbe cambiare la legge che dovrebbe essere più liberale, non dico permissiva,ma più aperta verso i collezionisti che non vogliono impadronirsi dei beni che dovrebbero essere a disposizione di tutti, cioè lo " STATO". Dato però che questa repubblica è fondata sulla furbizia , come fanno a discernere, coloro che devono far rispettare le leggi gli onesti dai furbi,o se vgliamo,da coloro che agiscono in malafede? Ecco che allora non essendoci mai stata una fiducia reciproca ,come forse, c'è nei paesi anglosassoni, nascono leggi intolleranti e repressive che poi in definitiva portano a scarsi risultati pratici,ma in compenso castigano in modo iniquo il cittadino. Nel mio piccolo,visto che, secondo me le leggi attuali non verranno mai cambiate, nonostante tutte le proteste e gli sfoghi che leggo sul forum, ho cercato di instaurare un rapporto con coloro che sono preposti alla conservazione del nostro patrimonio archeologico, appunto denunciano la mia collezione,che cmq. è molto modesta. Pobabilmente questo potrebbe anche non servire a tutelarmi da eventuali sequestri, ma mi pare che nel contesto attuale ci sia poco altro da fare. In ultima analisi : asserire che le leggi andrebbero cambiate, che si dovrebbe, che bisognerebbe ..... tutto giusto , purtroppo però mi sa tanto che a nulla serve!
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  18. Quattrino in rame battuto a Mantova da Federico II Gonzaga (1519-1540). La scritta del rovescio si legge "Olimpo", dall'impresa del monte con sulla cima un mausoleo dove sorgeva un altare, data da Carlo V a Federico Gonzaga, primo duca di Mantova per la valorosa difesa di Pavia fatta nel 1522 contro i francesi (vedi "Il linguaggio delle monete" di Mario Traina). Rif. CNI 173-179.
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  19. PRIMA MONETAZIONE DI ANASSILA A MESSANA Nel 487 a.C. Anassila fece venire un gruppo di compatrioti della Messenia (una regione del Peloponneso, che aveva dato i natali al tiranno reggino) ed attaccò i Samii, espellendoli da Zankle, che fu poi rifondata col nuovo nome Messene (in ricordo della sua regione di origine). Tale attacco mirava chiaramente a togliere ai Samii il controllo economico sullo Stretto. Sotto il suo governo, Rhegion e Messene costituirono in unico Regno, economicamente florido e sorretto dall’appoggio delle classi popolari. A comprova dell’unico regno, le monete recano gli stessi tipi della testa di leone e della protome di vitello e l’iscrizione MESSENION (per Messene) oppure REGINON (per Rhegium), articolate in vari nominali, compresi frazionali. Rhegion Messana Questa monetazione di Anassila svolse un importante ruolo economico, sociale e politico. Grazie alla presenza anche di frazionali, fu usata anche nelle piccole transazioni di mercato e si prestò bene a ricompensare servizi, agevolando il pagamento dei pedaggi e dei dazi portuali. Infine la moneta di Anassila concorse alla formazione di un articolato tessuto sociale, che si arricchiva con la promozione di attività commerciali e mercantili e con produzioni artigianali, da cui traevano profitto le classi che avevano appoggiato l’ascesa del tiranno. Per capire meglio la scelta dei tipi adottati da Anassila, il leone e il vitello, bisogna partire dalla tradizione orientale (Asia Minore e Cipro), dove era spesso rappresentato il leone e il toro, insieme in una lotta oppure separatamente sui due lati della moneta. Il Leone e il Toro rappresentavano due poteri, l’uno della luce solare e del calore vitalizzante, l’altro della fecondità e della forza generatrice, e inoltre essi simboleggiavano l’alternanza ciclica dei fenomeni naturali: il prevalere del giorno sulla notte, quello dell’estate sull’inverno. Con un simbolismo caro alle monarchie orientali, i due animali raffiguravano anche il bene che trionfa sul male e il sovrano che vince il suo nemico. Perché il vitello al posto del toro? Tale sostituzione, voluta da Anassila, richiamava l’attenzione sull’animale giovane al posto dell’animale maturo e – attraverso di lui – l’estremità della penisola italica su cui Anassila contava di estendere il suo dominio, terra di “vitelli”. Giovani uomini “figli del toro”, l’animale in cui la cultura minoica aveva riconosciuto la manifestazione della divinità. Lo stesso nome dell’ITALIA deriva dall’osco VITELIV, che significa appunto toro….. (e che poi figureranno sui famosi denari coniati dai ribelli italici durante la Guerra Sociale contro Roma, nel 91-87 a.C.) (continua)
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  20. LA MONETAZIONE DEI SAMII DI ZANKLE Desiderando continuare a descrivere intanto la monetazione di Zankle-Messana ( e sono ancora debitore alla prof.ssa Caccamo Caltabiano), è da rilevare che nel 494 a.C., con un colpo di stato, Anassila (in greco, Anaxilas) divenne tiranno di Rhegion. Con il suo aiuto un gruppo di Samii, ricchi mercanti provenienti dall’isola orientale di Samos, coniarono una monetazione basata su piede attico, formata da stateri e da varie frazioni, soprattutto dioboli. Tetradramma Diobolo Una importante caratteristica degli stateri (didrammi) dei Samii di Zankle è che spesso recano una lettera dell’alfabeto greco, da A ad E, indicanti gli anni a partire dalla presenza samia nella città. Al diritto si vede lo scalpo di un leone e sul rovescio la prua della nave samia (detta “samiana”, molto apprezzata in antichità per la sua robustezza), con caratteristico scafo desinante in testa di cinghiale. Lo scalpo di leone era simbolo era simbolo della divinità solare di un Helios morto. La prua di nave, oltre a commemorare il viaggio dei profughi samii verso Zankle, era anche espressione simbolica del viaggio notturno di Helios, che all’alba sarebbe tornato a “risorgere”. Il cinghiale, a sua volta, era simbolo del calore invernale e notturno del sole. La religiosità solare, evocata dalle monete samie, appare consona alle tradizioni mitiche dell’area dello Stretto. La cuspide nord-orientale della Sicilia, la Trinacria (isola dei tre promontori), era considerata sede degli armenti sacri ad Helios, il dio Sole, che poi il pensiero pitagorico aveva contribuito ad assimilare con il greco Apollo (ancora lui !...). I nuovi signori dello Stretto cercarono di dialogare con la cittadinanza zanklea sintonizzandosi innanzitutto su comuni tematiche religiose. (continua)
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  22. :( spero sia solo un mancato aggiornamento del sito delle poste e che arrivi presto. tienimi informato
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  23. Riepiloghiamo: DragoDormiente 1 Coincard 9€ + 1€( spese sped da lux. ripartite) = 10€ Consegna a mano -Milano Confermato alessandro1970 2 Monete : 2x2,38 + 0,7( spese sped da lux. ripartite + busta) +4,4( racc) = 9,66 Palermo RICEVUTE :D bloodinside 1 Moneta : 1x2,28 +0,45( spese sped da lux. ripartite + busta) + 0.6 (prior.) =3,33 Torino RICEVUTA :D Giulix 1 Moneta : 1x2,28 +0,45( spese sped da lux. ripartite + busta) + 0.6 (prior.) =3,33 RICEVUTA :D Money_59 2 Monete : 2x2,38 + 0,7( spese sped da lux. ripartite + busta) +1,4 ( prior.) = 6,66 RICEVUTE :D Paolino67 1 Moneta : 1x2,28 +0,45( spese sped da lux. ripartite + busta) + 0.6 (prior.) =3,33 RICEVUTA :D Ricca81 + giakomo981 4 Monete : 4x2,38 + 1,2( spese sped da lux. ripartite + busta) +1,5 ( prior.) = 12,22 RICEVUTE :D Baiog 2 Monete : 2x2,38 + 0,7( spese sped da lux. ripartite + busta) +1,4 ( prior.) = 6,66 RICEVUTE :D derek83 2 Monete : 2x2,38 + 0,7( spese sped da lux. ripartite + busta) +4,4( racc) = 9,66 Treviso RICEVUTE :D Nicky 2 Monete : 2x2,38 + 0,7( spese sped da lux. ripartite + busta) +1,4 ( prior.) = 6,66 RICEVUTE :D DanPao 2 Monete : 2x2,38 + 0,7( spese sped da lux. ripartite + busta) +1,4( prior.) = 6,66 Anzio RICEVUTE :D diopili 1 Moneta : 1x2,28 +0,45( spese sped da lux. ripartite + busta) + 0.6 (prior.) =3,33 SPEDITA Ne manca solo una all'appello facevo prima a portarla io nella buca delle lettere di casa tua. :D :D :ph34r: :ph34r: Speriamo bene. :rolleyes: Le monete sono state tutte spedite. Attendo conferma delle ricezioni. Saluti
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  24. ne ho provate un altro paio e risultano anche loro ferme a milano :( in fondo sono li "solo" da mercoledi, anche se c'è stata la festa del 17 e relativo ponte in mezzo, spero che si diano una mossa....
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