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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/26/11 in tutte le aree

  1. LA PRIMA MONETAZIONE DI ZANKLE In attesa che Piakos riprenda il suo interessante excursus sul ruolo di Apollo per la “fondazione” di colonie greche, penso sia interessante spendere alcune parole su Zankle e sulle sue prime monete, allo scopo di trovare anche qui qualche connessione col mito fondativo di Apollo. Il nome Zankle, fondata da coloni calcidesi provenienti dall’Eubea intorno al 756 a.C. deriva da Ζὰγκλης ossia Zanklos, che era un nome siculo indicante la falce, a causa della particolare forma dell’antico porto (vedi figura, risalente al XVI secolo, che offre una idea semplificata della forma del porto). Le prime monete, che sono dracme di piede calcidese, risalgono al 525 a.C. ca. e riflettono chiaramente la vocazione marinara di Zankle. Al diritto s’inarca un delfino al centro di un quadrato diviso in nove settori irregolari, simili a mura e a merli che circondano un recinto. Più raramente sono state coniate anche frazioni, in particolare oboli ed emioboli calcidesi. Dracma Obolo Emiobolo Sulla particolare forma a falce è stato creato un antico mito greco. Gaia, la Terra Madre, fu costretta da Urano a trattenere in grembo tutti i figli che generava. Ella allora affidò al figlio Crono una gigantesca falce con cui evirare il padre. Dai genitali del dio caduti in mare nacque Afrodite (Venere) che, viaggiando per mare, raggiunse l’isola di Cipro. La falce fu nascosta nello Stretto e diede origine al porto di Zankle. Il tipo del delfino caratterizza le monete di diversi centri marittimi nel Mediterraneo arcaico, probabili tappe di una rotta che poneva l’area dello Stretto in relazione col mondo orientale e soprattutto con i porti fenici. Il delfino era uno degli attributi di Apollo. Il dio aveva scelto dei marinai cretesi quali ministri del suo culto ed era balzato sulla loro nave sotto l’aspetto di un delfino, e li aveva condotti fino a Delfi dove sarebbe poi sorto il suo famoso santuario. L’Apollo Delphinios è un altro degli attributi di Apollo e aveva guidato i Greci nella colonizzazione dell’Occidente e in particolare i coloni Calcidesi nella fondazione di Zankle. L’immagine del delfino dentro il porto evocava forse questo mitico passato, ma anche un ruolo di Apollo quale somma guida di un viaggio non esclusivamente terreno, come chiarisce la presenza della conchiglia sul rovescio della moneta. Nella cultura mediterranea la conchiglia è uno dei simboli maggiormente ricorrenti. Nell’Egeo pre-greco, come nel coevo mondo semitico occidentale, le conchiglie erano connesse con dee patrone della fertilità e signore del mare, come Astarte e Afrodite. In seguito assunsero un significato magico-religioso che, dalla semplice funzione apotropaica, si allargava a simbolo di nascita e di rigenerazione anche dopo la morte. Un processo che le correnti filosofiche orfico-pitagoriche, fiorite presso la grecità magno-greca nei medesimi anni delle emissioni zanklee, intesero anche come rinascita spirituale attribuendone l’effetto all’azione salvifica di Apollo. Ecco come c’entri Apollo anche in una moneta come quella di Zankle che non mostrano apparentemente evidenti connessioni con questa divinità…. (Le notizie sono tratte da M. Caccamo Caltabiano, Le monete greche di Messana e Rhegion, In: Lo Stretto di Messina nell’Antichità, Messina 2005, p. 113-114).
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  2. Il problema delle kappa e delle abbreviazioni esiste. Mi capita spesso di cercare testi in rete in lingua inglese e fin li nessun problema, perché lo leggo e lo capisco, ma se cercassi testi in francese o tedesco, come anche in questo caso spesso accade e gli utenti avessero scritto con abbreviazioni o kappa il testo mi sarebbe diventato indecifrabile, anche con il traduttore online. Di conseguenza, siccome siamo una comunità abbastanza importante e sicuramente anche molti utenti all'estero ci seguono non è giusto non potergli dare la possibilità di tradurre determinati testi. Poi, certo, il problema non è di sicuro un'espressione quale può essere "ciauz", si comprende che non fa parte del "corpo" del messaggio. Mica siamo in riformatorio che tutti dobbiamo utilizzare un linguaggio sempre rigido e "noioso", basta sapersi regolare. Rimane comunque, tra i due, il problema minore, quello delle abbreviazioni/kappa rispetto ai SuperQuote.
    2 punti
  3. Oggi mi è arrivato un lotticini recentemente acquistato da Cayón Subastas . La cosa piacevole è che nel lotto era presente un 10 soldi 1786 non raffigurato nel catalogo (perlomeno quello su sixbid): http://www.sixbid.com/nav.php?p=viewlot&sid=346&lot=460 come 1786 sarebbe del tutto inedito visto che gli esemplari che conosco hanno lo scudo ovale con due rami di lauro ai lati: infatti lo scudo con questa foggia è stato usato l'anno precedente (ma anche nel 1784):: l'esemplare in questione in effetti potrebbe anche essere un 1785 con il 5 malridotto a tal punto da sembrare un 6, ma anche qui c'è qualcosa che non torna infatti se dal 1786 la J inizia a soppiantare la I per l'1 della data fino a diventare regola per gli anni successivi questo sarebbe il primo esemplare con la J del 1785 che vedo (viceversda esistono esemplari del 1786 con la I)... Peraltro questa regola della transizione I/J per l'1 della data a partire dal 1786 vale per tutte le monete battute per Parma e Piacenza (personalmente l'associo al cambio dell'incisore che in quegli anni diventa Siliprandi). Qualcuno potrebbe azzardare un utilizzo errato del conio del 10 soldi per Piacenza. Effettivamente a Piacenza lo scudo sannitico andava ancora di moda ma la legenda non tornerebbe: Insomma voi cosa ne pensate?
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  4. KM è il codice identificativo del catalogo World Coins (dalle iniziali degli autori, Krause-Mishler). Il noto catalogo di monete mondiali spesso non brilla per precisione, ma d'altronde è scusabile, vista la mole immensa di monete che cataloga. Penso quindi sia solamente un refuso, visto che non esistono due versioni del 2 Euro dedicato alle Olimpiadi di Torino 2006.
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  5. PRIMA MONETAZIONE DI ANASSILA A MESSANA Nel 487 a.C. Anassila fece venire un gruppo di compatrioti della Messenia (una regione del Peloponneso, che aveva dato i natali al tiranno reggino) ed attaccò i Samii, espellendoli da Zankle, che fu poi rifondata col nuovo nome Messene (in ricordo della sua regione di origine). Tale attacco mirava chiaramente a togliere ai Samii il controllo economico sullo Stretto. Sotto il suo governo, Rhegion e Messene costituirono in unico Regno, economicamente florido e sorretto dall’appoggio delle classi popolari. A comprova dell’unico regno, le monete recano gli stessi tipi della testa di leone e della protome di vitello e l’iscrizione MESSENION (per Messene) oppure REGINON (per Rhegium), articolate in vari nominali, compresi frazionali. Rhegion Messana Questa monetazione di Anassila svolse un importante ruolo economico, sociale e politico. Grazie alla presenza anche di frazionali, fu usata anche nelle piccole transazioni di mercato e si prestò bene a ricompensare servizi, agevolando il pagamento dei pedaggi e dei dazi portuali. Infine la moneta di Anassila concorse alla formazione di un articolato tessuto sociale, che si arricchiva con la promozione di attività commerciali e mercantili e con produzioni artigianali, da cui traevano profitto le classi che avevano appoggiato l’ascesa del tiranno. Per capire meglio la scelta dei tipi adottati da Anassila, il leone e il vitello, bisogna partire dalla tradizione orientale (Asia Minore e Cipro), dove era spesso rappresentato il leone e il toro, insieme in una lotta oppure separatamente sui due lati della moneta. Il Leone e il Toro rappresentavano due poteri, l’uno della luce solare e del calore vitalizzante, l’altro della fecondità e della forza generatrice, e inoltre essi simboleggiavano l’alternanza ciclica dei fenomeni naturali: il prevalere del giorno sulla notte, quello dell’estate sull’inverno. Con un simbolismo caro alle monarchie orientali, i due animali raffiguravano anche il bene che trionfa sul male e il sovrano che vince il suo nemico. Perché il vitello al posto del toro? Tale sostituzione, voluta da Anassila, richiamava l’attenzione sull’animale giovane al posto dell’animale maturo e – attraverso di lui – l’estremità della penisola italica su cui Anassila contava di estendere il suo dominio, terra di “vitelli”. Giovani uomini “figli del toro”, l’animale in cui la cultura minoica aveva riconosciuto la manifestazione della divinità. Lo stesso nome dell’ITALIA deriva dall’osco VITELIV, che significa appunto toro….. (e che poi figureranno sui famosi denari coniati dai ribelli italici durante la Guerra Sociale contro Roma, nel 91-87 a.C.) (continua)
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  6. LA MONETAZIONE DEI SAMII DI ZANKLE Desiderando continuare a descrivere intanto la monetazione di Zankle-Messana ( e sono ancora debitore alla prof.ssa Caccamo Caltabiano), è da rilevare che nel 494 a.C., con un colpo di stato, Anassila (in greco, Anaxilas) divenne tiranno di Rhegion. Con il suo aiuto un gruppo di Samii, ricchi mercanti provenienti dall’isola orientale di Samos, coniarono una monetazione basata su piede attico, formata da stateri e da varie frazioni, soprattutto dioboli. Tetradramma Diobolo Una importante caratteristica degli stateri (didrammi) dei Samii di Zankle è che spesso recano una lettera dell’alfabeto greco, da A ad E, indicanti gli anni a partire dalla presenza samia nella città. Al diritto si vede lo scalpo di un leone e sul rovescio la prua della nave samia (detta “samiana”, molto apprezzata in antichità per la sua robustezza), con caratteristico scafo desinante in testa di cinghiale. Lo scalpo di leone era simbolo era simbolo della divinità solare di un Helios morto. La prua di nave, oltre a commemorare il viaggio dei profughi samii verso Zankle, era anche espressione simbolica del viaggio notturno di Helios, che all’alba sarebbe tornato a “risorgere”. Il cinghiale, a sua volta, era simbolo del calore invernale e notturno del sole. La religiosità solare, evocata dalle monete samie, appare consona alle tradizioni mitiche dell’area dello Stretto. La cuspide nord-orientale della Sicilia, la Trinacria (isola dei tre promontori), era considerata sede degli armenti sacri ad Helios, il dio Sole, che poi il pensiero pitagorico aveva contribuito ad assimilare con il greco Apollo (ancora lui !...). I nuovi signori dello Stretto cercarono di dialogare con la cittadinanza zanklea sintonizzandosi innanzitutto su comuni tematiche religiose. (continua)
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  7. È la seconda volta che appare sul forum una moneta simile. Nel caso precedente era fatta molto meglio. Butto lì due ipotesi che all'epoca non mi sembra fossero state fatte:: - tosatura elaborata? - questioni di corso legale?
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  8. salve....sempre curioso vedere una moneta con ritrato del genere..... :huh:
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  9. vi ringrazio amici pa l'interressu...a pretsu... :)
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  10. http://cgi.ebay.it/SPAIN-SPAGNA-5-PESETAS-1891-ARGENTO-/250777699462?pt=UK_Coins_European_RL&hash=item3a63840486
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  11. ecco l'altro latto....la nazionalita non lascia alcuni dubbiti.... :) 38mm di cerclo per24.93 d'argento...... :D un info sul zecchiere,e perche no ,la sua storia.....a ringraziavi,a prestu.... :)
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  12. Proverei con Liegi, Giorgio d'Austria: http://www.duiten.nl/luiktot1612.htm
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  13. E una moneta molto comune, la puoi trovare qui: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3/32 Saluti
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  14. Cito questa discussione: alone misterioso
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  15. Gran bella conservazione e patina, hai fatto bene a prendere anche questa :rolleyes: Stavolta senza indugi mi posso buttare sui mezzi grossi, la legenda è differente dai grossi...:P Si tratta della tipologia descritta dal Muntoni al n°27 (stemma Chigi semplificato al D., scritta in cartella semiovale con nastri al R.) CNI 49, Berman 1911, Serafini 47-54 (sempre a fidarsi del Berman, che raccoglie tutte le varianti in unica tipologia). La legenda del rovescio è un incitamento alla carità, allude al buon uso che si può fare del denaro, traducibile in "risplenda per un buon uso"; è tratta dalle Odi di Orazio, in particolare dall'ode 2 del libro II: "Nullus argento color est avaris abdito terris, inimice lamnae Crispe Sallusti, nisi temperato splendeat usu". Non classificherei più di NC la moneta, ma come lascia intuire la domanda posta da Veridio, solitamente ha grande interesse e seguito, con conseguente realizzo...;)
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  16. Va decisamente a destra la colomba, e io stamattina mi ero appena svegliato, tanto da concentrarmi sui mezzo grossi del titolo della discussione e non mettere a fuoco la parola GROSSO del tuo post :rolleyes: Per cui niente stranezze, è il grosso Muntoni 7 (stemma oblungo triangolare, colomba a dx). Venendo al CNI è il tipo classificato al n°7 (tavola XXXV, n°3) Il Berman la classifica al n°2206, 90 $ del periodo, hai fatto anche secono lui un affare...:P Purtroppo mi manca il volume del Serafini relativo a questo periodo, fidiamoci del Berman che riporta S 12-13. La legenda del rovescio è tratta dall'orazione della messa di Pentecoste (... da nobis in eodem Spiritu recta sapere et de ejus semper consolatione gaudere), ed allude alla discesa dello Spirito Santo, il Muntoni la traduce in "facci sapere le cose giuste" La classificherei almeno R.
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  17. Moneta a me particolarmente cara :rolleyes:, dedicata dal pontefice a commemorare la devoluzione del Ducato di Urbino allo Stato Pontificio, all'estinzione della famiglia Della Rovere con la morte del duca Francesco Maria II nel 1631. La legenda del rovescio allude appunto all'annessione ed "accrescimento" del patrimonio della Chiesa sul Metauro. Tra l'altro con questo passaggio si ha l'inizio di quella che sarà la "carriera" romana della famiglia Albani, con l'ormai anziano duca che inviò come suo ambasciatore Orazio Albani, sarà l'inizio di una "stretta collaborazione" tra la Chiesa e questa famiglia urbinate, che avrà ben cinque cardinali, oltre ovviamente a papa Clemente XI (1700-1721). La moneta esiste in due tipologie, entrambe coniate a martello, con lo stemma al diritto (il tipo da te postato) e la più rara (R2 almeno) con il busto del pontefice opera di Gaspare Mola. Il Muntoni non lo riporta, ma nell' esemplare che segue, per quanto non facili a vedersi, sono presenti le iniziali "GM" sotto il busto, al margine del tondello. Tra l'altro al rovescio la legenda è "DITION" e non "DITIONE" come appare più di frequente. Per quanto "maltagliato" il tondello è integro, dato che il peso è di 9,475 grammi: Più che giusto, l'occhio allenato non ha bisogno del peso per giudicare un testone tosato (soprattutto quelli coniati a martello che appaiano "insolitamente" rotondi), ma il peso è un parametro che non costa nulla e che può mettere al riparo da qualsivoglia contestazione futura...:rolleyes: Ciao, RCAMIL.
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  18. Di questo testone non ho trovato passaggi in altre aste recenti (mancante anche in Alma Roma del 2000 e nella Varesi 16 del 1992), solo un passaggio nella celeberrima asta KUNST&MUNZEN del 1980, lotto 430 dato per raro, in MB stimato 200 CHF, ne fece 400 di realizzo, ed era il tipo con ANN. V orientato in modo contrario al resto della legenda. Di certo si tratta di una emissione assai rara, e l'esemplare di Kunker rappresenta certamente un pezzo eccezionale se si considera non solo la conservazione, quanto la precisione della coniazione, che come tu stesso affermi era ancora a martello pertanto decentrature, slittamenti e salti di conio erano la norma. Questo esemplare ne è esente e di certo la cosa ha influito non poco sull'esito finale dell'asta. Interessante notare che, per quanto non firmato, lo stile sopraffino delle incisioni lo faccia attribuire con ragionevole certezza a Gaspare Mola, senza dubbio il più valente incisore pontificio della prima metà del XVII secolo. Riguardo la coniazione dei testoni di Urbano VIII, come fai giustamente notare, le prime emissioni furono eseguite a martello, a cui seguiranno emissioni al torchio (tecnica che viene introdotta da questo pontefice e rimane in uso per gli ori e le piastre), per finire di nuovo con coniazioni a martello per gli anni terminali del pontificato. Non è noto il motivo di questo "ripensamento" legato unicamente a questo nominale, ma considerando che gli argenti minori sono sempre rimasti coniati a martello, probabilmente fu una scelta diconvenienza, evidentemente non erano monete per cui si ritenesse fondamentale la resa estetica, per cui si optò per la tecnica più collaudata e semplice. Evidentemente la manodopera non era un problema ;) Indubbio tra l'altro che siano decisamente più rari i testoni coniati al torchio, che non a caso spuntano alle aste prezzi doppi rispetto ai cugini a martello. Chissà che non fossero solamente degli "esperimenti" terminati con il logorio dei primi coni, sarebbe interessante fare una statistica del genere dalle immagini delle varie tipologie. Ciao, RCAMIL.
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  19. A me personalmente il Cavour non è dispiaciuto affatto :) a me è piaciuto :D
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  20. Concordo con foto piu' chiare, anche se penserei anche io a Lorenzo Tiepolo (e che con le altre lettere indicasse una possibile lettura di S.M.VENETI)
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  21. Nell'attesa di leggere il gran finale che Piakos ci sta preparando, la curiosità sta salendo alle stelle!!! meglio ingannarla immergendoci in avvincenti letture .... :rolleyes: Grazie infinite ancora una volta al nostro Acraf, fonte inesauribile di oltremodo stimolanti spunti bibliografici, nonchè .... vero nettare per il "... mio voler cercare oltre alla meta"! (L.Ariosto, Orlando Furioso) :P Già avevo postato in precedenza diversi estratti dalla monografia di Margherita Guarducci "Una nuova dea a Naxos in Sicilia e gli antichi legami fra la Naxos siceliota e l'omonima isola delle Cicladi", dove l'autrice (citando anche la Brugnone) argomenta la tesi secondo cui anche all'Apollo di Delo spetterebbe l'epiteto di Archegethes …. Nel saggio presentatoci da Acraf, Antonietta Brugnone illustra invece la tesi (che rilancia, ahi noi!... ;), ad ulteriori approfondimenti…) secondo cui l'epiteto "Archeghetes": - non è esclusivo di Apollo …. - non risulta documentato con certezza in età arcaica né per l'Apollo di Delo, né per l'Apollo di Delfi Desidererei discutere con Voi le conclusioni a cui l'Autrice giunge nelle due pagine finali del saggio "Annotazioni sull'Apollo Archegete di Nasso" (1980) L'Autrice conclude che l'esame dei materiali di età geometrica, rinvenuti nei due santuari, dimostrerebbe che Delfi era collegata principalmente con i Dori del Golfo di Corinto e di Creta, mentre Delo avrebbe intrattenuto rapporti commerciali oltre che con le Cicladi, con l'Attica e con il mondo orientale. Da questo punto di vista parrebbe sufficientemente probabile il collegamento tra l'Apollo della Naxos siceliota ed il culto di Delo, anche se resterebbe da vedere se, e fino a che punto, l'epiteto di Archegete contrasti con questo collegamento. A questo proposito aggiunge infatti, in nota 69, che in seguito al ruolo conquistato da Delfi nel movimento coloniale, l'Apollo Archegete è stato messo spesso in relazione con l'Apollo delfico, guida dei coloni. Rileva invece che meriterebbe più attenzione l'opinione espressa dal Pugliese Carratelli (in Atti del Convegno sul tema: Naxos e i beni culturali del comprensorio. Naxos 31 Aprile-1 Maggio 1979. Carissimo Acraf, ne hai notizia??? :rolleyes: ) secondo cui l'epiteto Archegete starebbe ad indicare NON il dio che guida i coloni, bensì il dio che PRESIEDE ALLA NASCITA DELLA NUOVA CITTA'…. La Brugnone osserva inoltre come l'epiteto Archeghete non sia esclusivo di Apollo, né d'altronde sia documentato con certezza in età arcaica né per l'Apollo di Delo, né per l'Apollo di Delfi. In nota 70 spiega come l'epiteto Archegétes possa essere attribuito a chiunque, sia esso mortale, un eroe o un dio, abbia un ruolo di comando o sia stato il fondatore di una città oppure il capostipite di una famiglia o di una tribù. Illustra, citando le fonti relative, gli esempi di Sparta che attribuisce questo epiteto a Eracle e ai capostipiti delle due famiglie reali, di Atene che lo attribuisce ad Atena, agli eroi eponimi delle dieci tribù clisteniche e ad un eroe anonimo, di Cirene ad Apollo e all'ecista Batto, di Lesbo ai sette re che furono a capo del primo stanziamento greco, di Delo ad Apollo e forse ad Anios. Riguardo Delo, l'unica testimonianza sicura del culto di Apollo Archegete a Delo è rappresentata da un decreto onorario nonché dall'epiteto attestato su cocci graffiti: posto lo stralcio in nota 71 con i riferimenti bibliografici. Riguardo invece a Delfi, la documentazione numismatica ed epigrafica di Delfi non conserverebbe tracce dell'attribuzione all'Apollo pitico dell'epiteto Archegete se si accettua un'iscrizione del 128/7 a.C. (FD III 2, nr.50) in cui il dio viene definito "musegete e archegete della poesia". Significativo pare del resto, secondo la Brugnone, che Apollo non sia mai archegetes in quei passi degli storici antichi in cui l'intervento dell'oracolo delfico nella fondazione delle colonie viene riferito spesso con ricchezza di particolari. Merita di essere riportato per intero il testo della nota 72 in quanto alla fine, citando l'esempio di Cirene (di cui Erodoto tramanda la tradizione delfica riguardante la fondazione e testimonia la presenza in città del culto di Apollo) viene attestata l'attribuzione dell'epiteto Archegete, oltre che ad Apollo, anche all'ecista Batto. Questo punto mi ha affascinato, e mi ha fatto riflettere sui culti eroici attestati nei confronti dell'ecista fondatore della città sia a Selinunte come a Megara siceliota e pure ad Himera...., dove le evidenze archeologiche (M. Torelli) attestano la presenza di un'area sacra nell'agorà, entro cui è presente un heroon, il sepolcro reale o presunto dell'eroe-ecista fondatore... Ad esempio a Selinunte, il recinto dell'ecista Pammilo... Aspettando .... (non Godot ;)) ma Piakos ...., continuerei sull'argomento "Culti eroici a Selinunte" .... (naturalmente se non Vi annoia, e non lo ritenete off-topic!!!) Intanto, FELICE EQUINOZIO DI PRIMAVERA!!! Valeria
    1 punto
  22. Allego di seguito la mia lista lire ITALIA-SAN MARINO-VATICANO E REGNO D'ITALIA. Dai che forse qualcosa di interessante si può trovare...... :D LIRE E REGNO DOPPIE 02-03-11.doc
    1 punto
  23. Ciao a tutti, allego una lista di monete francesi che scambierei con argenti italiani ed europei. ovviamente posso mandare a chi è interessato delle foto per valutare le conservazioni dei pezzi migliori e delle monete rare. buona ricerca! ciao robert_ lista francia x scambi.doc
    1 punto
  24. Salve Sig. Gabriele, spero di non essere stato io ad aver incrementato con il mio intervento i suoi dubbi che hanno causato la rottura della moneta. Volevo esporre alcune considerazioni sul comportamento nel tempo dell'argento. L'argento si trova in natura come elemento e cristallizza nel sistema monometrico. Tuttavia con il tempo non perde la sua caratteristica di duttilità e malleabilità. Spesso però nei giacimenti minerari si trova associato a minerali dei così detti metalli fragili (Arsenico-Antimonio-Bismuto---->Arsenopirite, Antimonite, Bismutinite ed altri) Una notevole presenza di tali metalli può rendere la lega di Argento più fragile e portare alla rottura sotto forte percussione. Se ipotizziamo che un tondello raffreddato sia stato scaldato troppo velocemente e poi utilizzato per il conio, potrebbe essersi scaldato in superfice ed essere più freddo all'interno. Un forte colpo dovuto al conio potrebbe aver incrinato la parte interna che si trovava a temperatura più bassa. Tuttavia dalle fotografie che Lei ci ha inviato la moneta sembra essere chiaramente suberata.-Bordo2 -a rotta1.jpg Francamente come ho già esposto la moneta non mi convinceva e da un analisi successiva devo dire che continua a non convincermi. Le allego i particolari che mi lasciano forti dubbi. Potrebbe essere un falso d'epoca? La moneta appare suberata come mai l'anima è in altro metallo rispetto al bronzo o al rame. Potrebbe risolvere in parte tali dubbi un analisi (chimica o spettrografica della lega che compone l'anima della moneta) ma tali analisi sono costose. Teodato
    1 punto
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