ne aggiugo un'altra di lira con aquila araldica.
Non è che le debba postare tutte ... per carità ma è per renderVi partecipe di un modo, di una sorta di filosofia del raccogliere e del collezionare.
Le monete devono avere una loro identità, la patina deve essere omogenea per quanto possibile alla collezione,e non si cambia più.
E' il marchio di fabbrica della raccolta, una moneta spatinata, una lavata, una con una patina artefatta, un'altra che non si capisce cosa c'è sotto non sono un bel vedere e mancano d'identità.
Certo che capita di comprare monete "intonse" ci metteranno del tempo prima di ossidarsi e su quelle c'è poco da fare, ma quando hanno iniziato il processo poi sono certo del risultato, rientra nel mio modo di vivere la collezione, immaginare cosa succederà.
Mi è capitato di snobbare grandi conservazioni per questo motivo, sentivo che sarebbero rimaste così come le vedevo.
La collezione venduta da Nomisma di Pier Luigi Vitalini, che ho conosciuto e di cui rimpiango le belle serate a parlare di monete, aveva un unico difetto, mancavo di identità di raccolta, non avevano omogeneità. Si era dedicato solo ed esclusivamente alla grande conservazione, cambiando e ricambiando di continuo gli esemplari man mano che ne comparivano di migliori sul mercato. Era il suo modo di collezionare il decimale; - voglio il meglio che oggi il mercato può offrire - è quanto mi diceva; ecco non è il mio concepire la collezione, per me non è una questione di fdc ma di "bello" ecco se una persona volesse farmi un complimento e mi dicesse: "Picchio che belle monete", per me è il massimo che si possa dire a chi ama quest'arte. Mi dicessero ..." le hai tutte fior di conio" (che non è vero) tra me e me penso che chi mi parla non ha capito nulla della numismatica (senza offesa per nessuno).