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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/16/11 in tutte le aree
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Vorrei sottoporvi le mie scambioliste Euro clicca Monete mondiali clicca Banconote clicca Se trovate qualcosa di vostro interesse, fatemelo sapere via PM o email. Accetto in cambio monete o banconote; sono disponibile per scambi "misti". Sottoponetemi le vs. scambioliste. Liste aggiornate al 23 settembre 20111 punto
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DE GREGE EPICURI Cerco di riassumere l'articolo, operazione abbastanza ardua. L'A. inizia con un riassunto abbastanza esteso dei contributi di A.Bellinger, ai quali si richiama anche in seguito ripetutamente. Nella Tabella 1 riunisce tutto il materiale trattato in Bellinger (1961), indicando per ogni imperatore il n° di monete e la percentuale sul totale (in tutto sono 1357, di cui 315 civiche). Sostiene che B., stando ad altri contributi, conosceva sicuramente un maggior numero di esemplari. Nella Tabella 2, Lucchelli riunisce tutto il materiale non noto a Bellinger e pubblicato dopo il 1961, per un totale di 438 monete (sempre suddivise per imperatore; le civiche sono 98). Nella Appendice A poi precisa la provenienza di questi 438 esemplari, tutti presenti in collezioni (maggior numerosità in: Mabbott, Pitchfork e Winsemann-Falghera). Infine nella Tabella 3 elenca, con lo stesso criterio, i 251 pezzi di una collezione privata che ha avuto la possibilità di studiare (di cui 73 civiche). Segnala infine 2 tesoretti, pubblicati rispettivamente da MacDonald nel 1987 e da Arslan nel 1996; i dati sono incompleti. Questi vari nuclei (cui aggiunge qua e là qualche dato da aste) hanno fra loro alcune differenze, ma sembrano abbastanza omogenei: gtran numero di monete di Commodo, Caracalla (difficilmente distinguibile da Elagabalo), Alessandro Severo, Treboniano Gallo, Valeriano e Gallieno. Alcuni imperatori sono pochissimo rappresentati (A.Pio, Filippo, Gordiano 3°, ecc.) o assenti (M.Aurelio). Nel periodoi di Treboniano Gallo, Valeriano e Gallieno c'è un forte aumento; inoltre Lucchelli tende, per una serie di ragioni espresse nei dettagli, ad attribuire a questo periodo tutte (o quasi) le emissioni civiche. Quanto ai pesi delle monete, alla Fig.2 si raccolgono i pesi per singolo imperatore e per le civiche, mostrando significative differenze: pesi maggiori per SettimioSevero-Caracalla e per Massimino e Gallieno, pesi più bassi per Commodo,Valeriano-Gallieno e per le civiche. Comunque non si prende in considerazione l'esistenza di numerari di tipo diverso. Le civiche sembrano mediamente le più leggere di tutte, anche di quelle di Commodo; per una serie di ragioni, viene escluso che alcune civiche possano essere attribuite al regno di Commodo. Viene affrontato poi molto ampiamente il problema: cronologia delle emissioni civiche. I due tesoretti citati, con monete civiche in buono stato, dovrebbero essere stati nascosti (datazione archeologica) poco dopo i regni di Valerino-Gallieno; chi li ha pubblicati suggerisce, per varie ragioni, che anche la loro coniazione sia collocabile in questo periodo. Entrando poi ad occuparsi della "tipologia delle civiche", vengono esaminati quasi tutti i tipi individuati da B., ed alcuni altri a lui sconosciuti. Lucchelli pensa che un certo rovescio delle civiche sia verosimilmente da associare (come momento cronologico) allo stesso rovescio con ritratto imperiale. Ma quasi tutti i rovesci delle civiche compaiono anche nella monetazione dell'ultimo periodo (da Treboniano Gallo a Gallieno), salvo 4 o 5 rovesci che vengono analizzati specificamente. VIene fatto anche un discorso sulle legende, con una sola conclusione certa: le legende con ALEXANDRIA (o abbreviazioni) sono posteriori al 214 d.C. Viene esaminata anche la tipologia della Tyche, direi senza giungere a conclusioni sicure. Alla fine, vi è un "Catalogo delle emissioni civiche" , fotografate e commentate: sono 73 tipi, differenziati per immagini o per legende, con le citazioni delle opere o delle collezioni o aste da cui sono state riprese. Scusate per le imprecisioni e omissioni, che temo siano numerose.1 punto
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Costantino I, CONSTANTINIANA DAFNE, Vittoria seduta a sx, regge ramo e palma, prigioniero inginocchiato ai suoi piedi, trofeo sullo sfondo. la zecca se non sbaglio è solo Costantinopoli, esiste con tre tipi di busto, testa con diadema di rosette, testa con diadema di rosette e sguardo rivolto verso l'alto, busto con diadema di rosette, drappeggio e corazza, come sulla tua.1 punto
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Le banconote emesse dalle forze di occupazione alleate sono state: AM-Lire (Italia) AM-Franchi (Francia) Am-Marchi (Germania) Am-Yen (Giappone) Am-Scellini (Austria) Non vennero stampate dallo stesso stampatore: la maggior parte vennero realizzate negli USA, dal Bureau of Engraving & Printing (dove vengono stampati anche i dollari) e dalla Forbes Lithograph Manufacturing Company di Boston. Inoltre, così a memoria, ricordo che una parte degli Am-Scellini venne stampata in Inghilterra: infatti i n° di serie di queste banconote hanno lo stesso font delle sterline dell'epoca. Il formato, per quel che riguarda Am-Lire e Am-Franchi (non so per i marchi, sicuramente NO per gli Am-scellini) è simile perchè, per sbrigarsi prima, gli USA utilizzarono lo stesso formato delle banconote in dollari per i tagli alti, e un formato "dimezzato" per quelli più piccoli. Se fate caso, ad es. due banconote da 1 Am-lira affiancate in orizzontale sono grandi quanto un biglietto da 1 dollaro :rolleyes: In Giappone usarono anche un formato "due terzi": i tagli intermedi erano larghi due terzi di un biglietto da 1 dollaro Riguardo l'esistenza di varietà/rarità, che sicuramente esistono, occorrerebbe restringere un po' il campo di indagine :unsure: Ho acquistato un bel lotto di MPC... mi sta arrivando dalla California, a breve aggiornerò quella pagina :D1 punto
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Luigi XV la tua e` un 2 sol emesso dal 1738 al 1764 la data e` sopra prima del SIT , vedi se la leggi la zecca invece e a 180 gradi dalla data dal lato delle 2 L incrociate. non e` una moneta comune questa , ne son sopravvissute poche ciao1 punto
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Eh, addirittura!!! :blush: :blush: :blush: :blush: :blush: :blush: :blush: :blush: :blush: :blush: :blush: :blush: :blush: :blush: :blush: :blush: :blush: :blush: :blush: :blush:1 punto
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Il ritratto pare proprio radiato e Pio V all'epoca di papa Ottoboni era già beato (dal 1672 per la precisione) e in probabile odore di santità (fu canonizzato nel 1712). Forse a questo punto possiamo dire di averlo identificato, ma se ci sono altre ipotesi ben vengano. Di nuovo grazie a picchio, anche per il bel particolare della piastra.1 punto
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Sono venuto in possesso di questo tallero di convenzione di peso 28,07 g e diametro 40mm. http://utenti.multim...mg/PIC_0183.JPG http://utenti.multim...mg/PIC_0184.JPG SUlla base delle utilissime informazioni prese da : http://numismatica-i...ta.php/W-MTTL/1 ho cercato di verificare i punti salienti della mia moneta: Generale a) Diametro 40 mm Al dritto: 1) Bottone ovale 2) S.F. Piccolo (almeno a me così sembra). Al Rovescio: 3) Croce di S. Andrea preceduta da 1 punto (•X ) 4) Nello scudo centrale mancano i 2 puntini tipici del conio di Vienna. 5) Le 2 croci sono dissimili (1 sola poggia su un grande globo) 6) C'è una sola penna. 7) disposizione penne di coda 1:3:1. Non sono talleri del lombardo veneto per le caratteristiche 1 e 3. Non dovrebebro essere talleri coniati a Vienna perchè di diametro piccolo (40 invece che 42) e assente i 2 puntini descritti nel punto 4. Tuttavia le 2 croci dissimili indicherebbero Vienna. Dovrebbe essere attribuito al conio di ROMA per la presenza della 7, diametro 40, ma l'assenza delle 2 piume e l'assenza della legenda sfuggente depone a sfavore di questa ipotesi. Mi aiutate nel classificarlo? Inoltre, secondo voi che gradazione è (SPL+, SPL/FDC etc). Grazie.1 punto
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Ringrazio picchio per aver iniziato questa discussione e tutti quanti sono intervenuti. Mi soffermavo sulla figura della Chiesa e mi piacerebbe approfondire alcuni aspetti iconografici. Innanzitutto il tempio: penso valga la pena notare la porta, non a caso aperta, elemento di tutta evidenza dell'insieme. Un richiamo esplicito alla classicità e al Tempio di Giano, le cui porte, sappiamo, rimanevano aperte in tempo di guerra. Secondo elemento importante è l'insegna legionaria (come la definisce il Muntoni), con l'aquila, altro esplicito riferimento alla gloria militare della Roma antica ed insieme parte sopra dello stemma papale. La parte sotto dello stemma è rappresentata nel tondo in alto, subito sotto l'aquila, ed è trinciata alla banda. Scendendo incontriamo un secondo tondo con una effigie. Osservandolo devo dire che detta effigie non mi pare quella del Papa Ottoboni. L'acconciatura della barba ed il piviale mi fanno pensare ad un Papa del secolo XVI: in particolare potrebbe trattarsi di Pio V, Antonio Michele Ghisleri, promotore della Lega Santa che a Lepanto vinse la flotta ottomana. Tuttavia né il Muntoni né il Traina nel suo testo "Il Linguaggio delle Monete" danno una descrizione completa dell'insegna e dunque non fanno menzione del ritratto. Mi farà piacere leggere la vostra opinione di cui vi ringrazio in anticipo. :)1 punto
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La prima prova documentata dell'uso della forchetta ci è data da un manoscritto miniato del XI secolo. l' Hrabanus Maurus Clossaria di Montecassino in cui si vedono 2 uomini seduti a tavola uno dei qualli regge una forchetta intagliata e l'altro porta la forchetta alla bocca. La tradizione vuole che sia stata la Principessa bizantina andata sposa a Doge Orseolo II nel 1060 ad introdurre questa raffinatezza a Venezia, Pero' fino al XIV secolo l'uso non era molto comune, e si diffonde quando forse in coincidenza al graduale mutamento di alimentazione , dalla carne selvaggina arrosto , tagliata col coltello , si passa ad una alimentazione comprendente i legumi che potevano essere consumati piu' agevolmente con la forchetta. I metalli piu' usati per i ceti medio borghesi erano, il rame, lo stagno spesso fusi in leghe, ottone e peltro mentre l'argento era appannaggio esclusivo della nobiltà Il tuo oggetto , presumo debba ricondursi al XV- XVI secolo1 punto
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San Giorgio dovrebbe esserlo certamente. Mi sembra di riconoscere la figura della principessa, liberata dal santo, in atto di preghiera in alto sullo sfondo, subito alla sinistra del destriero.1 punto
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Oltre al Tetra del Maestro di Aitna, A. Campana colloca durante il I Periodo di Aitna-Inessa (463-452) anche le litrae con simile testa di Sileno coronata d'edera/fulmine alato, caratterizzate da diverse disposizioni dell'etnico. Queste litrae sono caratterizzate da : (n. 2) - testa di Sileno volta a sinistra : etnico AI TN, peso 1,o4-0,75 (n. 3) - testa di Sileno volta a destra : sono più leggere e con diverse disposizioni dell'etnico. Entrambe le immagini sono state estrapolate e modificate da A.Campana "Aitna-Inessa" Corpus Nummorum Antiquae Italiae (Sicilia) - PANORAMA NUMISMATICO 99/luglio 1996 Tali emissioni dovettero cessare nel 452 aC quando Aitna-Inessa fu espugnata da Ducezio e incorporata nel suo regno. E qui amici mi perdo…… HELP!!!!! Domanda: appartengono ad Aitna-Inessa la stupenda Litra dei post di Piakos #679 e #680 e l'INCREDIBILE emilitra (di 0,48 g!) ad etnico AIT NAI qui #681 e qui #682 ???? Qui un esemplare simile proveniente dalla A.D.M. Collection, vendita NAC AG 13.05.2004, così descritto: Aitna. No.: 1275 Estimate: CHF 1000. d=11 mm Litra c. 460-450, AR 0.54 g. Ivy-wreathed head of Silenus r. Rev. Winged thunderbolt. Campana 3 var. C. - SNG Fitzwilliam 948 (=). Jameson 537. Scrivono solo AITNA: intendono Aitna Inessa ??? Il riferimento è a Campana 3 var. C. ... Scusate l'ingenuità!! :pardon: Ma per potermi costruire un'opinione personale, devo prima orientarmi su quelle altrui ben consolidate! Ergo, spero proprio vorrete scusarmi se spudoratamente attingo a piene mani alla vostra esperienza e al vostro studio (fatto di sudore e denaro come ci ricorda spesso ArkaPD ;)) … Grazie ancora a tutti Voi per lo sforzo che profondete per farci AMARE queste monetine… e con esse tutto il micro/macro cosmo che gira loro intorno :air_kiss: :air_kiss:… Valeria1 punto
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E le suggestioni di Okt hanno rimesso in moto la mia immaginazione …. …. e pure per il mitilo di Kuma tra le chele del granchio di Himera Agrigentina ….. :rolleyes: Ho negli occhi il curioso didramma di Cuma-Kymai, databile in questa stessa epoca (475 aC circa -Paris, Cabinet des Medailles) con al D/ Athena con elmo corinzio (…e anche questa dea elmata strizzerebbe l'occhio ad Himera…) e al R/ un Granchio che stringe tra le chele un mitilo, il simbolo onnipresente sulle emissioni della calcidese Kymai… Se è certo (in letteratura) che…. - in questa strana raffigurazione A. Stazio, considerato che la scelta tipologica nella moneta antica riveste un significato normalmente politico, vedrebbe un'allusione a collegamenti ed influssi reciproci tra Cuma ed l'Himera agrigentina del 480-472 aC, dei quali la monetazione ci rende testimonianza… (vedi la comune origine calcidese nonché il comune passaggio dal sistema monetale calcidese a quello attico-siracusano) - anche secondo C.M. Kraay potrebbe rappresentare l'atto ostile del granchio che cerca di ghermire il mitilo, o più probabilmente potrebbe indicare sostegno, cioè aiuto del primo (Akragas) al secondo (Kymai): da questa seconda interpretazione deriva l'ipotesi di alleanza tra le due città nella guerra contro gli Etruschi culminata nella battaglia navale di Cuma del 474 aC. Facendo volare l'immaginazione … ... si potrebbe ipotizzare un nesso politico anche per la presenza delle valve aperte sul nostro micron kerma ??? ??? Riguardo al ruolo preponderante che Agrigento assunse ad Himera dopo il 480 a.C. e alla ricolonizzazione dorica del 476 aC. mirante all'eliminazione dell'elemento calcidese, desidererei riportare alcune considerazioni (già espresse in precedenza, per cui mi scuserete la replica…) sulla Himera agrigentina. Sempre A.Stazio in "Moneta, economia e società." (Agrigento e la Sicilia greca. A cura di Lorenzo Braccesi e di Ernesto De Miro) sottolinea come nel periodo 480-472 aC: - al contrario di Akragas dove stranamente cessa l'attività della zecca, il volume di produzione della zecca di Himera risulti piuttosto consistente, suggerendo che la moneta di Himera sia servita anche per Akragas. - ad Himera fosse riservato il compito di coniare moneta per precise esigenze di mercato dato che questa moneta era evidentemente destinata a diffondersi in un ambiente, quello del Mar Tirreno, nuovo per Agrigento, ma assai familiare a Himera…. (che ricordiamo associata alla vincitrice e non assoggettata…) STOP! Mi arrendo .... Ho esaurito gli argomenti a difesa dell'ipotesi "valve di conchiglia" .... :wacko: :pardon: OKT concludeva: E su questo punto tutti concordiamo in pieno …. Ma se l'ipotesi "valve di conchiglia" Vi sembra del tutto fantasiosa… e di schinieri invece si tratta …., chi mi posta un'immagine di gambali sagomati al ginocchio, ma non al polpaccio (come appare sulla moneta)??? Io ho negli occhi solo le raffigurazioni ben definite ginocchio/polpaccio sulle altre monete di Himera postate e anche sullo splendido didramma di Kamarina, oltre che in esergo sui tetra di Siracusa..... :rolleyes: Valeria1 punto
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Grazie ancora gentilissimi amici per il Vostro sostegno… MA stavolta mi tocca proprio deludere le Vostre aspettative … : della serie: più che "dare fondo" ...., mi sa che Medusa ha toccato il fondo… !! :silly: :blum: In realtà, il mio ritorno alle origini….. era dettato dal desiderio di esplorare il significato delle conchiglie rappresentate su altre celebri monetine dell'area calcidese in Sicilia e non, alla ricerca di un senso da attribuire a quelle due valve aperte/schinieri della litra di Piakos… (Indagine pericolosa, per chi come me ha sempre nel cuore questo verso dai montaliani Ossi di Seppia ... (ooooopsssssss, altro mollusco .... :angel: ...) "Sensi non ho; né senso. Non ho limite." ;):D ) Mi chiedevo infatti quanto la raffigurazione monetale si proponesse di essere realistica (come appare evidente nelle due valve aperte di Tarentum che ho postato in precedenza: Numa numa acutamente aveva sottolineato la straordinaria " capacità dell'incisore di rendere realisticamente i dettagli del mitile in cosi angusto spazio e mezzo"…)…, e quanto invece solo allusiva … E a questo proposito mi è venuta in mente quella serie di Zankle, con quell'apparentemente semplice rovescio …: cercando cercando… mi si è schiuso un mondo che dall'ambito votivo (Tempio di Kronos…. , ed Himera stessa era appellata Kronia, come già ampiamente esposto in precedenza….) ha inevitabilmente sconfinato in quello commerciale-politico attraverso il cenno alla produzione del bisso (forse quell'ORO stesso del mitico vello degli Argonauti citati da Piakos e che per lo Stretto pure passarono ….) per chiudere con un tentativo di rigorosa identificazione tassonomica di quella conchiglia Pelorias … E di Pinna in Pinna (rudis o nobilis…) son finita a Cizico e ai suoi mitici tonnetti …. Del resto, Ipse scripsit: … e io stessa ho già più volte ricordato come il perdermi sulle infinite suggestioni di queste monetine, è per me ogni volta "... quasi come tenere continuamente contro l'orecchio una conchiglia strappata al mare del passato. Il suo perpetuo rombo tiene sveglia la mia immaginazione ..." The Portrait of Lady - H. James Di conchiglia in conchiglia …., appunto. :rolleyes: Valeria1 punto
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