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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/26/11 in tutte le aree
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Quasi certamente appartiene ad una augusta del periodo che va dai Severi a Gallieno. Ipotizzo (ma non sono sicuro): Dupondio di Iulia Mamaea, madre di Severo Alessandro. Dritto: IVLIA MAMAEA AVGVSTA - Busto diademato a sx Rovescio: FELICITAS AVG - S C - La Felicità stante a sx con cornucopia e caduceo. Cohen 13 RIC dovrebbe essere il 125 visto che il 124 ha il busto a dx: http://www.acsearch.info/record.html?id=198916 Ciao1 punto
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Allora, già sapevo che con queste mie affermazioni avrei sollevato un mezzo polverone. Provo a spiegarmi. Se la zecca riutilizza (ricicla?) consapevolmente una moneta con una data di un anno precedente per ribatterne sopra un'altra, secondo me non abbiamo un errore, ma una vera e propria variante. Una variante, se vogliamo, "in senso stretto". Il principio potrebbe valere (come già dicevo nel mio precedente intervento) per il 1817 con il 7 sul 6 ed anche per il 1882 con il 2 sull'1 (per il 2 su 1 ricordo però l'autorevolissima corrente di pensiero che sostiene che in questo caso sia stato fatto un qualche esperimento, se non posto addirittura in essere un intervento con finalità truffaldine). Se invece la zecca interviene per correggere un errore, allora ha ragione Maregno: perché sempre di errore si tratta... Ecco perché, carissimo amico Sesino, il 1882 (ed anche il 1878) con 1 su 1 a rovescio può ricondursi più all'errore/difetto che alla variante di cui sopra, cioè a quella "in senso stretto". Che poi, per entrambi i casi, si possa parlare di variante, diciamo così, "in senso lato" (lo faccio anch'io tutti i giorni), mi può stare benissimo. Ma, a ben vedere, una differenza c'è. Una differenza, però, che non deve essere tale da far ritenere meno importante la seconda fattispecie (errore/difetto) della prima. Un grado, pure elevato, di rarità di queste monete può essere determinato anche da un ipotetico errore/difetto. Per rispondere a Maregno. Sì, secondo me potremmo cominciare a parlare di due tipi differenti di "varianti" (nel senso che ho appena tentato di chiarire). La totale assenza del segno di zecca (vd. 20 lire Carlo Alberto 1834 o 1847) è, a mio avviso, riconducibile al secondo tipo (errore/difetto). Con la differenza, però, che in questo caso la zecca non ha neppure tentato di correggerlo. Naturalmente il mio ragionamento sulle monete s.s.z. regge solo se la mancata impressione sia da ascriversi ad un errore. Qualora invece sia dovuta ad una qualche specifica determinazione della zecca, allora dovremmo parlare di variante "in senso stretto".1 punto
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buonasera Fra crasellame se fosse Paolo di Campofregoso doge XXXI anche per il dritto mi sembra che non corrsiponda: da quello che vedo scritto, e non dalla foto, al posto della nostra A c' è una C ( ma la foto è corretta??) :) Invece potrebbe effettivamente essere Antoniotto Adorno governatore (1522-1527) ma non avendo testi per un confronto e essendo la scheda del catalogo senza la foto non saprei dire1 punto
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Non succederà mai. L'unico modo per far si che un 5 Lire "trovato" in un cassetto sia originale, è comprarne uno originale e metterlo dentro al cassetto del nonno :D1 punto
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Con giugiu ci vediamo domani a Trastevere. Johndoe mi ha scritto. Aspetto modalità di pagamento da cudumar che mi ha avvertito di attendere e da lasky che non ho più sentito.1 punto
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ANCORA SU APOLLO cornupeta. Al riguardo, per ricollegare l'apollo monetale e cornupeta di Selinunte, è fondamentale accorgersi che trattasi i figura dai tratti stilistici ancora arcaici. Nei successivi tetradrammi impostati secondo il canone classico...le protuberanze scompaiono. Quante assonanze e similitudini od analogie potrà scorgere un occhio esercitato nelle immagini che seguono? Le immagini, ove abilmente inserite in un contesto culturale...possono essere magiche...in quanto capaci di evocare e rendere intellegibili mondi lontani e di immensa suggestione. Ingenerano quindi capacità visionarie (nota 2)in senso nobile: cioè la capacità di evocare e immaginare quasi tangibilmente contesti perduti nel passato o ancora in fieri. La prima immagine mostra una statua in bronzo del 1200 a.C. alta 55 cm. che è tra le più grandi del periodo a noi giunte. Proviene da Enkomi (Cipro..vedi nota 1), dove era adorata come divinità, è associata alla fertilità e nella stanza del ritrovamento c' erano anche una protome taurina (nei rovesci selinuntini è presente la figura taurina su piedistallo) e una maschera, probabilmente utilizzati dai sacerdoti durante i riti sacrificali. Il corpo sembra ispirarsi alle fattezze di un giovane atleta e palesa un' origine Minoica, poi evolutasi nel Kouros dorico, il viso anticipa la scultura Greca...ma è di chiara impronta siriaca/mesopotamica. La statua, è stata identificata con il Dio Apollo di Alashira, citato in una iscrizione a Tamassos ed ancora nel IV secolo; oppure con l' Apollo "cornuto" citato in un' altra iscrizione a Pyla. Secondo la "versione" cipriota, come viene identificata in base alle informazioni raccolte: trattasi di immagine del dio cornuto (Horned God): Il culto di Apollo, sarebbe giunto a Cipro con i primi coloni Achei, dall' Arcadia dov' era conosciuto ed adorato come il dio dei Pastori. La seconda immagine è un tetradramma di selinunte coniato circa nella metà del V sec. a.C., che presenta ancora tratti arcaici nella figura stante al rovescio: la testa e le gambe (non del tutto naturali e nervose) sono di profilo, il torso mantiene ancora una postura rigida e semifrontale...secondo un canone proprio di una figurativa arcaica...che affonda radici nel periodo geometrico. In queta figura monetale, per motivi di corenza compositiva rispetto ai limiti di uno stile ancora acerbo, le braccia sono rappresentate con un angolo di divaricazione che le rende divergenti...per ettenuare la rigidità dell'impostazione del torso. La terza immagine è un ingrandimento della testa raffigurata nello stesso rovescio monetale ed evidenzia il corno sulla testa di Apollo che, per stile e conformazione, è anaolgo a quello della statua di Enkomi, anche se si pone di profilo. La quarta immagine è quella del c.d. efebo di Castelvetrano, databile intorno al 470/460 a.C., probabile raffigurazione di Apollo, sicuramente teneva degli attributi con le due mani: probabilmente una phiale con la sinistra e ramo di alloro con la destra. La postura delle braccia e delle mani, come noterete, è simile a quelle della statua di Enkomi ed a quelle dellla figura del rovescio monetale selinuntino. Noterete che la statua bronzea siceliota presenta delle asimmetrie e qualche sproporzione nelle misure degli arti e delle braccia rispetto al tronco, ha un'impostazione meno rigida rispetto all'Apollo monetale ma presenta comunque uno stile acerbo e con connotazioni non canoniche, tipiche di un ambiente "provinciale". - nota 1 Enkomi (in greco Έγκωμη) è un sito archeologico dell'età del bronzo nell'isola di Cipro. Si trova presso la città di Famagusta, nella parte nord-occidentale dell'isola. L'insediamento nacque nella media età del bronzo presso un'insenatura della costa in seguito riempita da una pianura, sulla riva settentrionale del fiume Pedieos, allora navigabile. Dal XVI al XII secolo a.C. fu un importante centro per il commercio del rame, che veniva fuso nel luogo, con stretti legami culturali con Ugarit, situata sulla costa della Siria. Fu forse per un periodo la capitale dello stato di Alasiya o Alashiya, che doveva comprendere almeno una parte dell'isola di Cipro, menzionato in testi egizi, ittiti, micenei (in lineare B) e della stessa Ugarit. - nota 2:per intenderci è stato un grande maestro visionario l'archeologo Paolo Orsi (Rovereto, 17 ottobre 1859 – 1935) che girava per i campi e le coste dell'Italia meridionale, individuando quasi a naso...o per magia i siti archeologici; E' stato un grande visionario: Heinrich Schliemann (lo scopritore di Troia); Altri maestri visionari più recenti (professionisti dell'immagine ma fuori dall'archeologia): Stanley Kubrik e Federico Fellini. Parte di questo intervento è tratta da : SHARDANA I POPOLI DEL MARE » storia e archeologia (Continua...)1 punto
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APOLLO CORNUPETA: iconografia. Che le protuberanze monetali di Apollo (così abbiamo identificato il river god Selinos di comune attribuzione, secondo noi erronea...) siano corna bovine...è anche da dimostrare...se l'utenza sarà indulgente nel voler promuovere le foto su riportate, potremmo osservare che: - non è detto che le protuberanze siano due...nelle monete selinuntine; - probabilmente è rinvenibile una similitudine con le protuberanze caprine. Apollo Carneo, venerato a Sparta e generalmente nel mondo dorico, come abbiamo già argomentato, rappresenta già un momento di passaggio tra l'apollo pre dorico e quello che ritroviamo nel mondo classico. Nel mondo pre-dorico ed agli inzi dell'epopea dorica, Apollo tutela le greggi ovine (non le mandrie bovine...) e ad Apollo Lykeios si chiedeva la protezione dai lupi, da sempre in competizione con l'uomo, predatori intelligenti ed organizzati che facevano ( e fanno...) strage di pecore e capre per assicurare la propria sopravvivenza. In quel mondo così lontano da noi, dove lo stato di necessità era sovrano ed il confine tra il sacro ed il soprannaturale ben tangibile e quotidiano, il dio che protegge sia le greggi che l'uomo, da un predatore concorrente...è un dio importante, potente e misterioso. L'aspetto di dio 'cacciatore ed inseguitore' del 'lupo' (da cui Apollo Liceo), era in commistione con le qualità di dio ambiguo ('obliquo': Lossia) tuttavia, per chi sapeva capirlo rettamente, apollo era 'salvatore' e 'liberatore'. Al riguardo evidenziamo alcune pertinenti osservazioni: - Megara Nisea era la metropoli di Selinunte, - Megara Nisea era una Polis dorica; - Megara Nisea venerava, sin dalla fondazione, Apollo (il dio avrebbe contribuito ad innalzarne le mura...) ed aveva dedicato un tempio, ad Apollo Lykeios, in epoca arcaica. (Continua...)1 punto
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