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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/25/11 in tutte le aree

  1. DE GREGE EPICURI Gli unici popoli del mondo antico che i Romani non riuscirono a vincere, e non sottomisero, pur avendoli a lungo combattuti, furono i Parti ed i Germani. I Parti addirittura catturarono in battaglia Valeriano 1°, morto poi in cattività. Con i Germani la storia è diversa, perchè non rappresentavano un regno unitario, ma un insieme di tribù che, a quanto sembra, si alleavano solo di fronte ad un nemico potente, sotto la guida di capi provvisori ( come Arminio). L'illusione di estendere l'Impero alla Germania si infranse già sotto Augusto; nel 9 d.C. le legioni di Varo, durante uno spostamento nel cuore dell'inverno, caddero in un'imboscata nella Selva di Teutoburgo, e subirono gravissime perdite e la cattura delle insegne. Germanico, il figlio maggiore di Nero Claudio Druso e di Antonia, riuscì ad ottenere dei successi parziali ed a riottenere le insegne; ma venne mantenuta la decisione di fissare la frontiera lungo il Reno ed il corso superiore del Danubio. Successivamente, vennero creati degli avamposti (mai definitivi e sempre precari), ma in funzione sostanzialmente difensiva. Non ve la faccio troppo lunga, anche perchè la storia dei rapporti fra Romani e Germani è molto complessa, e non la conosco a sufficienza: spero ci siano integrazioni. Dal punto di vista numismatico, le interazioni militari sono ricordate in più modi: 1) Col titolo GERMANICUS attribuito a molti imperatori, in genere per campagne in Germania (Domiziano, Traiano, M.Aurelio, Commodo, Caracalla...) oppure ereditato in forma dinastica (Caligola,Nerone); 2) Con alcuni rovesci in cui viene rappresentata la Germania sconfitta, e/o un guerriero germanico catturato; 3) con rovesci a tipologia "vittoria" e la legenda VICTORIA GERMANICA, qualche volta con un numerale (ad es. V per Gallieno). Ad esempio: Traiano prima di divenire imperatore fu governatore della Germania Superiore, nominato da Nerva. Commodo accompagnò il padre M.Aurelio nella campagna del 177. Probo combattè ripetutamente i Germani con successo. Infine: Crispo coniò monete con la legenda ALEMANNIA DEVICTA, non mi è chiaro se la sua campagna sia stata rivolta specificamente contro gli Alemanni. Le monete da mostrare sarebbero davvero troppe: ne mostro alcune, spero che facciate il resto! Inizierei col solito Germanico.
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  2. Ecco un Domiziano, che prese il titolo GERMANICUS dopo una spedizione in Germania nell' 83.
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  3. http://www.monnaiesdantan.com/vso2/feodales-c11.htm
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  4. Riprendo anche questa discussione, solo per segnalare questa vendita recente. Classificata come TTB e venduta per 290 euro. @@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@
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  5. Medaglia devozionale tonda,Bronzo/ottone della prima metà del XVIII,(dopo il 1726).D/San Luigi Gonzaga,in contemplazione del crocefisso che tiene tra le mani,scritta:S.AL - OIS. G-ONZ. .R/ San Stanislao Kostka,che sorregge Gesù Bambino, scritta: S. - ST -AN.KOST..- Medaglia diffusa dai Gesuiti(Compagnia di Gesù),dopo la canonizzazione dei due santi avvenuta nel 1726.Ciao Borgho.
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  6. Mi sa che sia un errore di digitazione, il Pagani riporta un tipo principale e 7 varianti, tutte con QVATTR, di queste l'unica con il punto a seguire è la 90a, con le stelle grandi al diritto. Ho corretto la nota della scheda, sarebbe anche il caso di separare le varianti per evidenziarle, aggiungendo anche una riga per l'esemplare QUATTR ;). Ciao, RCAMIL.
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  7. Indubbiamente una variante interessante, ho controllato sul Muntoni ma non la menziona, cosa abbastanza "normale" come già visto in passato. Più significativo il fatto che nemmeno il Serafini ne censisca esemplari nel medagliere Vaticano, dato che riporta 16 pezzi di quattrino 1802, tutti con il classico "QVATTR". Se non è inedita come variante (ci vorrebbe anche la verifica sul CNI) è senz'altro molto rara. Complimenti ;) Ciao, RCAMIL.
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  8. Grazie infinite, gentilissimo Numa numa, per la preziosa segnalazione! Già su queste pagine avevamo avuto modo di commentare il tuo puntuale resoconto sulla I Parte di questo ciclo di conferenze, tutta dedicata agli Oboli della Sicilia (con gustose anticipazioni di inediti davvero notevoli presentati dal relatore....: uno per tutti - e scusate se è poco ...;) - l'inedita litra attribuita a Lipari!!). Attendiamo pertanto ansiosamente e con viva curiosità il tuo report su questa II parte, che si preannuncia sicuro altrettanto intrigante!!! Chissà che magari anche altri Amici Lamonetiani non possano essere presenti... In ogni caso desidero inviare al Dr. S.Macchi il mio più vivo apprezzamento per questa sua opera di divulgazione di un settore, le frazioni argentee, finora trattato in modo frammentario o disperso in pubblicazioni strettamente specialistiche e pertanto di difficile reperibilità... Grazie !!! Anche a nome di tutti quei Lamonetiani che, come me, hanno imparato ad amare Oboli e Obolini (:P) proprio attraverso queste stupende pagine... Valeria Ps: Bentornato Numa numa!
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  9. 3. Demetra tra chora Katanaia ed Etna: Immagini dal Mito 3a) Il "Ratto di Persephone" Secondo Igino (Fab. 5) Kore stava raccogliendo fiori su un prato dell'Etna quando fu rapita da Ade: l'Etna compare come uno dei varchi del Tartaro, in quanto mette in comunicazione l'oltretomba con il mondo dei vivi … Il modello mitico del "Ratto di Persephone", contradditorio in quanto localizza l'evento in Sicilia e non nell'Attica, si fissa proprio nel corso del V secolo …. Diodoro (5, 4.) riporta per primo la tradizione secondo cui Demetra abbia dato inizio alle sue peregrinazioni, alla ricerca della amata figlia, accendendo le torce ai crateri dell'Etna… Narra Ovidio nelle Metamorfosi: " Né l' Aurora, quando arrivò con i suoi capelli rugiadosi ... ... né Vespero la videro mai riposarsi. Essa accese alle fiamme dell' Etna due torce di pino, e tenendone una in ciascuna mano vagò senza requie nella notte brinosa ....". Ecco Demetra, tra i fuochi dell'Etna e le luci di Katane sullo sfondo …. (Foto Copyright e Cortesia Marco Fulle: http//stromboli.net) "Alta giace l'Etna sul volto del grande Tifeo, del cui igneo respiro brucia la terra. Là accende a quel fuoco due pini per lampada, donde viene l'uso odierno di tede nelle feste di Cerere…" Ovidio, Fasti (continua)
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  10. 2. Demetra tra chora Katanaia ed Etna: l'evidenza archeologica ... La Demetra effigiata sul R/ del bronzetto catanese da me postato qui sopra, potrebbe raffigurare il "signum … perantiquum", l'antichissimo simulacro di Demetra fatto trafugare in modo empio da Verre dal tempio ad essa dedicato (Cicerone, in Verr. 4,99-100). Il tempio era servito da nobili e virtuose sacerdotesse ed era inibito agli uomini: in esso infatti si tenevano cerimonie di tipo misterico riservate alle sole donne. Il passo di Cicerone troverebbe conferma nel rinvenimento nel 1959, da parte di G. Rizza, di un ricco deposito votivo nella Piazza San Francesco a Catania, con ogni probabilità pertinente al Santuario di Demetra, localizzabile poco più a monte. A questo riguardo esiste un rilievo frammentario della fine del V secolo aC, realizzato in marmo pentelico e recante un'iscrizione dedicatoria a Demeter e Kore: DAMATRI KAI KORAI (vedi in alto a sinistra sul rilievo). Il rilievo era stato rinvenuto da Libertini negli anni '30, tra le fondazioni del Palazzo in cui aveva allora sede la Banca d'Italia e in cui oggi si trova la Questura. In esso appaiono le due dee: Kore nell'atto di sollevare il lembo della veste, un peplo dorico con kolpos e apoptygma; Demetra mentre regge una lunga torcia che poggia a terra ... Ai piedi di Demetra si distingue chiaramente un rialzo del terreno – normalmente interpretato come un focolare o un piccolo altare – nel quale si può invece benissimo riconoscere grazie alla vistosa cavità centrale, l'indicazione sintetica del cratere del vulcano! E' probabile che il rilievo sia stato realizzato ad Atene: l'immagine delle due divinità ricalca chiaramente i tipi statuari creati per il Santuario di Eleusi, sede dei celebri Misteri delle due Dee. In occasione della spedizione in Sicilia del 415 a.C., Atene strinse alleanza con Catania contro la dorica Siracusa: il rilievo potrebbe essere quindi espressione del legame stretto in questa occasione tra le due città di stirpe ionica. E' facile pensare che lo scultore ateniese, ponendo sul rilievo destinato a Catania l'indicazione del cratere dell'Etna accanto all'immagine delle due dee eleusine, volesse celebrare l'alleanza tra Atene e Katane facendo leva, al di là della comunanza di stirpe, sull'appartenenza ad un'unica geografia sacra disegnata dalle divine peregrinazioni di Demetra. Immagine del rilievo copyright e cortesia: "In Ima Tartara. Miti e Leggende delle Grotte dell'Etna, a cura dell'archeologo Francesco Privitera e del presidente del Centro di Archeologia cretese Vincenzo La Rosa." Valeria (continua)
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