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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/17/11 in tutte le aree

  1. POSTUMO (Marcus Cassianius Latinius Postumus) 259 - 268 (260 – 269?) d.C. Si conosce ben poco delle origini di Postumo, alcune fonti ritengono fosse un Batavo che grazie alle sue indubbie capacità, fece carriera nell’esercito fino a diventare un abile generale e un bravo amministratore, tanto che l’imperatore Valeriano lo volle nominare Legato Imperiale della Germania Inferiore e Superiore. Probabilmente quando Valeriano finì nelle mani dei Sassanidi, Postumo cominciò a sognare di poter diventare imperatore egli stesso, e presto gli si presentò l’opportunità di realizzare la sua aspirazione. Quando Gallieno dovette muovere in oriente per sedare alcune rivolte, lasciò a difesa della frontiera del Reno il figlio sedicenne Cornelio Salonino, sotto la protezione di quelli che riteneva suoi uomini di fiducia, tra questi Postumo e il prefetto del pretorio Silvano, la Germania subì un incursione degli Alamanni fronteggiata con successo dalle truppe di Postumo, che distribuì il bottino tra i soldati. Silvano, venuto a conoscenza del fatto, pretese, a nome di Salonino, l’invio del bottino di guerra a Colonia. Postumo informò l’esercito dell’ordine del giovane Cesare, le legioni si ribellarono proclamandolo imperatore; immediatamente si presentò con il suo esercito a Colonia, e sembra che fu la stessa guarnigione assediata ad aprirgli le porte. Si impadronì della città e fece giustiziare Silvano e Salonino, benchè in seguito, i suoi sostenitori dichiarassero che gli omicidi fossero opera dei galli locali. In breve anche le legioni e le popolazioni della Gallia, dell’Hispania e della Britannia, riconobbero Postumo come imperatore, che si insediò ad Augusta Trevirorum, fondando uno stato Romano indipendente, dotato di un senato proprio e di una coppia di consoli con carica annuale; si circondò di una guardia Pretoriana ed arricchì la città con opere architettoniche, a cominciare da un arco trionfale per celebrare la vittoria. Nel tentativo di calmare le acque, dichiarò che era suo intento solamente eseguire il compito che gli aveva affidato Gallieno, e cioè proteggere la Gallia, e che era sua ferma intenzione non spargere nemmeno una goccia di sangue romano. Questo intento fu ampiamente pubblicizzato sulle sue monete, dove si definiva “RESTITVTOR GALLIARVM” REST GALLIAR o che rappresentavano culti locali, come quello di Ercole a Deuso (una città sul Reno), HERC DEVSONIENSI Fece coniare una serie di monete per ricordare il suo impegno nella lotta contro i pirati, con le raffigurazioni di Nettuno NEPTVNOREDVCI e di una nave da guerra LAETITIA AVG Oltre ai confini marittimi, si dichiarò anche difensore delle frontiere terrestri, riconquistando e fortificando le postazioni avanzate nella valle del Neckar, respinse i Franchi e gli Alamanni che avevano attraversato il Reno nel 261, quindi la sua “vittoria germanica” è in parte giustificata. VICTORIA GERMANICA Gallieno però non poteva tollerare la secessione di una parte dell’impero; avendo sotto controllo i passi alpini, nel 263 scese in Gallia per affrontare Postumo. Riuscì a riportare un importante successo, ma Postumo, con parte del suo esercito riuscì a fuggire, perché Aureolo, il comandante della cavalleria di Gallieno, non inseguì l’usurpatore sconfitto, dando modo a Postumo di riorganizzarsi, arruolando nelle sue file anche Germani provenienti dall’altra parte del Reno. Gallieno ebbe la meglio e costrinse Postumo a barricarsi in una città, ma durante l’assedio rimase ferito da una freccia e fu costretto a rientrare in patria. Da allora sembra si fosse stabilito un tacito accordo di non aggressione, questo sembra il messaggio che traspare dalle monete coniate nel 265, dove Mercurio viene definito come l’intermediario tra Postumo e Gallieno INTERNVNTIVS DEORVM Quali che fossero i motivi, Postumo fu lasciato in pace e cominciò a coltivare nuove ambizioni, le sue mire uscivano dai territori già in suo possesso, infatti non è più il restauratore delle Gallie, ma il protettore di Roma Eterna, ROMA AETERNA restauratore, RESTITVTOR ORBIS e pacificatore del mondo PACATOR ORBIS non trascurando l’oriente, ORIENS AVG e annunciando qualcosa che sembra riferito a tutto l’impero: il benessere delle provincie. SALVS PROVINCIARVM La sua politica religiosa si ampliò di pari passo, non si sentì più parlare dell’Ercole di Deuso, ma dell’Ercole romano, al quale Postumo si sente legato quale emulo del leggendario semidio. HERCVLI ROMANO Questa associazione risulta piuttosto evidente sulle monete dove compaiono i ritratti affiancati di Postumo ed Ercole, riuscite a distinguerli? Ercole e Postumo, i “gemelli” In fin dei conti, forse Postumo aveva buoni motivi per fare tali affermazioni, visto che aveva risollevato l’economia e protetto la Gallia molto più efficacemente di quanto avevano fatto Valeriano e Gallieno, costantemente impegnati in qualche crisi ai confini dell’impero. Nel 268 a Mediolanum, Aureolo, il comandante della cavalleria di Gallieno che cinque anni prima aveva permesso la fuga dell’esercito sconfitto di Postumo, e che era stato messo al controllo dell’Italia settentrionale da Gallieno, passò dichiaratamente dalla parte dell’usurpatore, facendo coniare una serie di monete a suo nome, le raffigurazioni dei rovesci esaltano la virtù e la fedeltà della cavalleria, e sono una chiara offerta di sostegno a Postumo. PAX EQVITUM FIDES EQVIT CONCORD EQVIT VIRTVS EQVITVM Postumo non andò in aiuto di Aureolo, assediato a Mediolanum dalle truppe di Gallieno, e questa decisione provocò lo scontento delle truppe della Germania Superiore, che erano favorevoli all’intervento, la guarnigione di Mogontiacum e le truppe della regione, compresa la Legio XXII Primigenia, si ribellarono ed elessero imperatore il locale governatore Leliano. Postumo reagì e prese in poco tempo la città di Mogontiacum; fece giustiziare Leliano, ma si rifiutò di permettere alle sue truppe il saccheggio della città, una decisione che gli si rivelò fatale, infatti fu assassinato dai suoi stessi soldati. Alla morte di Postumo la Britannia e la Spagna ritornarono fedeli al governo centrale, e quello che rimase del cosiddetto Impero Gallo-Romano passò tra le mani di Mario per circa due mesi, poi a Vittorino dal 268 al 271 d.C. ed infine a Tetrico dal 271 al 274 d.C. fino all’arrivo di Aureliano. Per noi è una fortuna che la monetazione di Postumo sia così varia e ricca di informazioni, l’esame delle sue 13.000 monete facenti parte del Cunetio Hoard hanno permesso di ricostruire, almeno in parte, la storia di questo periodo. L’unica zecca di cui si ha certezza è quella di Colonia, espressamente nominata su una moneta del 267, con la dea Moneta (Aequitas?) e legenda COL CL AGRIP COS IIII , di seguito un esemplare proveniente proprio dal “tesoretto” di Cunetio. Una citazione piuttosto insolita, che forse celebra l’inaugurazione di una nuova zecca, dove era stata trasferita la produzione monetale da qualche altro centro, probabilmente da Treviri, la capitale di Postumo. Postumo viene ritratto con una folta barba riccioluta, spesso con indosso corazza ed elmo di fattura elaborata, e spesso con un’espressione bonaria e rassicurante. In qualche caso il ritratto, anzichè di profilo, è eccezionalmente visto di fronte. Le monete di Postumo non hanno nulla da invidiare alle contemporanee dell’impero ufficiale, anzi, forse sono superiori sia come raffinatezza delle incisioni, sia, nelle emissioni in oro, come precisione del peso, una dimostrazione del benessere economico dell’impero dissidente. Per finire avrei un dubbio: non mi è del tutto chiaro se l’inizio del regno di Postumo sia da far iniziare nel 259, come generalmente accettato, o, come ritengono alcuni, nell’estate o nell’autunno del 260. Se così fosse, le date riguardanti l’impero Gallico andrebbero spostate di un anno? Spero di non avervi annoiato troppo, e visto che la monetazione di Postumo è molto varia, se qualcuno volesse integrare con foto di monete interessanti o altro, ben venga. Ciao, Exergus
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  2. Soldino del 1611 di Genvoa si vede la data nella prima foto a ore 11 prima della croce e di DVX ciao
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  3. be se posso aiutarti....le usavano anche dentro ai campi di concetramento...ti dico perchè mio nonno c'è stato e possiedo tutt ora il suo libretto di lavoro nel campo...con tanto di questi centesimi oltre ke hai 5-10-20-50 marchi del reich...poi ce anche il taglio da 20 pfenning...ed è verde... per poterle tenere...mio nonno ha dovuto denunciarle...infatti ho tutt ora il foglio della prefettura datato 1941 dove è scritto ke possiede tali banconote con relativo libretto del lavoro..poichè internato in campo nazista... ciao
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  4. Certo ogni volta che cambiavano conio (per usura o rottura e questo avveniva spesso) potevano cambiare i caratteri perchè risistemavano i punzoni in maniera diversa. Ti copio questa bella spiegazione presa da altro post che puoi leggere interamente qui:http://www.lamoneta.it/topic/9309-coni-e-punzoni/ "Il procedimento utilizzato in epoca rinascimentale per la preparazione dei coni prevedeva l'utilizzo di punzoni. Questi erano costituiti da brevi aste metalliche una cui estremità riproduceva particolari (lettere e simboli, ma anche busti o parti di questi) che, opportunamente assemblati mediante impressione nel metallo del futuro conio, davano vita all'immagine in negativo della moneta che si desiderava creare. L'utilizzo dei punzoni divenne comune già nel medioevo proprio per agevolare l'incisore nella sua attività. Essi consentivano, infatti, di operare in "positivo" ed erano disponibili per più utilizzi, col doppio vantaggio di accelerare il lavoro e di rendere maggiormente uniformi le monete di una medesima emissione rispetto a quelle realizzate mediante coni interamente incisi a bulino. Il valore artistico delle monete dipendeva anzitutto dalla qualità dei singoli punzoni ma anche dalla cura con la quale questi erano stati assemblati nel conio e dall'attenzione posta nell'eseguire i ritocchi finali..." pp. 186-87.
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  5. Sempre a Bologna è stata battuta moneta per 159 esemplari in oro da 20 lire 1860 e da 10 lire 1860, comunemente denominata Regie Provincie per la legenda. Il 20 lire 1860 Bologna è una delle monete più rare dell'800 e di conseguenza anche delle più costose, recentemente da NGSA un esemplare è stato aggiudicato a 150.000 chf, cifra che gravata di diritti e dazi sfiora i 190.000 chf, che non sono bruscoli. Ricordo che il primo step di prezzo fu in un'asta di Negrini una quindicina di anni orsono superando i 100.000.000 di lire, poi da li un leggero ma costante crescendo sino alle ultime aggiudicazioni. Le monete non hanno mai circolato e sono state coniate per ostentazione, deve essere fondo a specchio con la testa sabbiata, solo per questi esemplari è giustificabile un tale esborso. Esistono esemplari accidentalmente entrati in circolazione, avendo la moneta totale ed effettivo titolo di acquisto. Diversamente il 10 lire 1860, ha avuto tiraruta ben superiore per 1.145 esemplari, ha pochissime differenze rispetto al conio del 20 lire, ed anch'esso è stato battuto nel 1861 ... diciamo a cose fatte, praticamente ad unità d'Italia quasi conseguita. Ho visto astucci con entrambi i pezzi in fondo a specchio (in realta con i conii a nuovo e di primissima battitura, non con i tondelli preparati). Porei dire che se per il 20 lire la supposta conservazione eccezionale è la norma, per il 10 lire rientra nelle eccezioni essendo queste monete entrate in circolazione, duvuto anche al fatto di una certa carenza del "mezzo marengo" sul mercato. Regno di Sardegna Vittorio Emanuele II Re Eletto (1859-1861) 10 Lire 1860 Bologna Oro D/ VITTORIO - EMANUELE II - 1860 testa nuda a sinistra, sotto alla base del collo D.B. Rv. REGIE PROVINCIE DELL' EMILIA, rami di lauro incrociati e legati alla base, sotto B. Nel campo LIRE - 10 T/ rigato ↓ 1.145 Pagani 431, MIR 1062a, Friedberg 257 I conii sono di Donnino Bentelli incisore che operò lungamente in Emilia.
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  6. Con un poco di ritardo sulla tabella di marcia che mi ero riproposta torno a parlare del denaro "dabbene-valerio". Ovvero, per chi si fosse perso le puntate precedenti, un denaro di tipo lucchese con caratteristiche estrinseche (tondello, forma epigrafica etc..) e ponderali della metà circa del XII secolo caratterizzato: - al dritto da una H con aste potenziate molto ravvicinate tanto da poter sembrare una F al primo esame; - al rovescio dalla scritta LVCA intorno a globetto ben leggibile ma con una legenda non ordinaria, perché sembrerebbe esservi scritto +HEDIRCVS o forse +FREDIRCVS. Il problema era capire se in un'eventuale classificazione, seppur dubbia viste le caratteristiche sopra descritte, fosse più opportuno ascriverlo a Lucca o a Pisa, le cui vicende circa le imitazioni dei denari lucenses sono state più volte ricordate in questa discussione e che in uno degli ultimi posti per sommi capi ho riassunto. Devo dirvi che - ovviamente - non ho una soluzione certa da proporvi: piuttosto posso illustrarvi il tipo di percorso che a me pare più logico per giungere ad una qualche attribuzione, con tutti i se e tutti i ma del caso :rolleyes:. . Abbiamo già appurato che la legenda del rovescio, in entrambe le possibili letture, sembra usare parte delle lettere del nome o alludere a Federico I. Per ciò la moneta deve essere stata coniata dopo il 18 giugno 1155, giorno dell'incoronazione imperiale del Barbarossa. I Lucchesi ricevono rassicurazioni dal nuovo imperatore affinchè nessuno imiti più la propria moneta in un qualche giorno successivo dello stesso mese di giugno (il documento in realtà non è datato, ma da vari elementi formali usati e dalla sottoscrizione del notaio, gli editori tedeschi del MGH lo collocano nel periodo poco successivo alla nomina imperiale). Più di un mese dopo i Pisani intercettano Federico I a Faenza, e si fanno riconoscere il diritto di zecca per la coniazione di una propria moneta (proprium nummisma). In seguito a questo atto (che tra l'altro ha un prologo interessantissimo, in cui si capisce bene perché Federico dice di fatto di esentare i pisani da altre sue leggi e concede loro il diritto di battere moneta: ovvero perché in sostanza per l'impresa contro il regno normanno-svevo ha necessità della flotta pisana, di cui si ricordano le imprese navali nel Mediterraneo e non a caso anche le sconfitte inferte a Salerno e Amalfi !) i Pisani, a mio parere, non hanno alcun problema a coniare un denaro con scritto F/IMPERATOR al dritto e PISA/+FREDERICVS al rovescio, che io identifico con i il mio gruppo F.I con relative varianti. Detto questo mi parrebbe assai strano che Lucca avesse potuto coniare un denaro con scritto H LVCA e inserendo la scritta FREDIRCVS e tanto più una scritta confusa, dopo che i Pisani avevano ricevuto la concessione da Federico ed avevano cominciato a battere i nuovi denari che si riferivano al Barbarossa. Infatti così facendo avrebbero accresciuto ancora di più la possibilità che le due monete non fossero distinte. Rimane quindi da considerare se fosse stato possibile che Lucca avesse prodotto questo denaro in quel lasso di tempo di poco più di un mese intercorso tra il proprio documento di riconoscimento imperiale ed il privilegio per i Pisani. Ma anche questa soluzione mi pare poco convincente, perchè introdurre questo seppure piccolo cambiamento in un momento - per così dire - di confusione, vista l'esistenza di altre monete di imitazione dei propri tipi, era assai rischioso. I denari originali potevano essere scambiati per quelli di imitazione. E poi c'è quella H che occhieggia così ad una F...e visto che non abbiamo documenti in cui i Pisani si lamentano perchè i lucchesi imitavano la propria moneta...allora comincerei a valutare un'attribuzione a Pisa! Devo dire che questi sono i motivi per cui sono abbastanza scettica che esistano denari di Lucca al nome di Federico I, anche perchè tutti quelli presunti che ho riscontrato direttamente (quello illustrato da Massagli nella Collezione dell'Accademia di Lucca e quello illustrato dal CNI, ad esempio, che però sarebbero stati del genere F/ LVCA) erano pisani o tipi ibridi di difficile inquadramento come e più di questo. Insomma, mai nessun esemplare chiaro e conclamato: mi sbaglierò, ma questo qualcosa vorrà dire...;). Nel caso, non penso che Pisa abbia coniato questo denaro tra la fine giugno ed il luglio/agosto 1155, ma che lo possa aver prodotto poco dopo, magari in un periodo di transizione prima dell'affermazione del suo nuovo denaro e/o in affiancamento a questo (considerando che salvo esigenze particolari dei privati la zecca coniava annualmente e poi per semestri, proporrei la seconda parte del 1155 e/o 1156?). Questa legenda potrebbe essere il frutto di un'operazione voluta, di transizione, per preparare l'utenza al nuovo tipo (imitazione per imitazione...), oppure essere risultato della disattenzione o dei tentativi dell'incisore che doveva preparare i conii per la prossima battitura in forma lucchese, mentre progettava il nuovo denaro pisano e valutava come utiiizzare al meglio i vecchi punzoni con la nuova iscrizione, visto che nello stesso spazio avrebbe dovuto inserire almeno due o tre lettere (FREDERICVS) in più. Quindi propongo: Pisa, nel primissimo periodo post 1155 (fine 1155-1156) :). Ma ora aspetto i vostri commenti in merito: chiudiamo il caso, seppur con formula dubitativa, o lo lasciamo ancora tra i "cold case" ? Un caro saluto a tutt* MB P.S. Interessante il denaro di scacchi, sopratutto per la mappatura dei ritrovamenti; viste le misure del diametro, ed anche il peso, pare anche a me più che altro una scentratura di conio. L'effetto osservato da scacchi è accentuato dal fatto che si usavano conii tondi (vedi il c. esterno) su tondelli quadrangolari o poligonali.
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  7. Fa parte delle banconote del Reichskreditkassenchein, 1939. Banconota comune che vale sui 3 euro in BB Avrebbe più valore se presentasse dei timbri provenienti dal belgio dove ha circolato durante l'ocupazione.
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  8. Credo che sia d'obbligo una linea guida, Tm_NPZ. Le faccio un esempio; durante il periodo napoleonico Roma, Torino e Genova erano zecche dell'impero francese, al pari di Parigi, Lione, La Rochelle, o Bordeaux etc. etc, Ginevra, o Utrecht in Olanda. Quindi dato che tutta questa monetazione aveva libera circolazione in Italia ed equiparata alla monetazione del Regno d'Italia, sarebbe da inserire nei nostri cataloghi. E' una tale massa di estrazioni che sarebbe già un catalogo a parte solo questo. Merita studi approfonditi, che per altro stanno facendo in Francia con non poche difficoltà, ove questa monetazione è assai curata e dove le zecche di Genova, Torino e Roma sono considerate facenti parte dell'Impero. Considerarle zecche francesi le tre sopraindicate, da parte dei francesi ha un senso storico, di aggiungere ai nostri cataloghi le zecche disclocate in Francia, Svizzera, ed Olanda, è storicamente meno corretto.
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  9. Ringrazio robe79 per lo scambio: collezionista onesto, preciso ed affidabile! :) Mauro
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  10. A SN: APOLLON e Leto - Museo Archeologico Etrusco di Firenze. Hydria attribuita al Pittore di Midia, ca 450 - 400 aC A DS: APOLLON e Marsia - Musée du Louvre. Cratere di età classica, attribuito al Pittore Pothos.
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  11. Dea tracia BENDIS, APOLLON e HERMES - Musem of Fine Arts, Boston Cratere del Pittore di Bendis - ca 370 - 360 aC
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  12. O Capitano! Mio Capitano! Ecco le tue immagini in arrivo ...:P Iniziamo con due testimonianze offerte dalla pittura vascolare. 1 - APOLLON - Museo Nazionale Archeologico di Taranto. Cratere del Pittore della Nascita (di Dioniso) - ca 405-385 aC. Il dio è mostrato sotto le sembianze del dio di Delphi, con ramo e corona d'alloro, mentre di fronte a Zeus profetizza il destino del Dioniso-bambino appena nato. 2 - APOLLON e DAPHNE o MARPESSA - Hydria, ca 450 aC (British Museum) Per razionalizzare lo spazio, anche due famosi Apolli marmorei ... E il Tempio C di Selinunte
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  13. Ciao, ecco le monete che sto cercando: V.E. II 2 cent 1861 N 20 cent 1863 T 50 cent 1863 T stemma 50 cent 1863 T valore 50 cent 1867 M valore 50 cent 1867 N valore 5 lire 1878 R V.E. III 1 lira 1943 10 lire 1928 1 rosetta Repubblica 200 lire: 1978 (variante collo lungo), 1979 (variante testa pelata) 100 Lire: 1972 (variante /) 20 Lire: 1970 (zecca P) 10 Lire: 10 lire 1991 (variante col rovescio capovolto) Vaticano 100 lire: 1970, 1994, 1996, 2000, 2001 200 lire: 1979, 1981, 1982, 1986, 1988, 1996, 1999, 2000, 2001 500 lire: 1982, 1986, 1996, 1997, 1998, 1999, 2000, 2001 1000 lire: 1999, 2000, 2001 San Marino 100 lire: 1977pesce, 1982, 1984, 1985, 1986, 1991, 1992, 1993, 1994, 1995, 1996, 1997, 1998, 1999, 2000, 2001 200 lire: 1984, 1985, 1986, 1998, 1999, 2000, 2001 500 lire: 1997, 2000, 2001 1000 lire: 2001 Posso dare in cambio: V.E. II 20 cent 1894 KB 10 cent 1866 M 5 cent 1861 M, 1862 N 2 cent 1867 T 1 cent 1862 N Umberto I 2 lire 1882 1 lira 1887 10 cent 1893 BI, 1894 BI 2 cent 1900 1 cent 1895, 1900 V.E. III 5 lire famiglia 1936 + altre e allego la mia lista delle monete doppie di tutti i tipi. Allego ancvhe la mia lista del materiale che sto cercando, colleziono anche euro. Ciao, Post SwapList.doc Lista delle monete mancanti.doc
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