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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/04/11 in tutte le aree
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DE GREGE EPICURI L'etimologia del termine tardo-latino ALTARE (più raro ALTARIUM, nel periodo classico solo ALTARIA al plurale) viene probabilmente da "alta-ara", cioè: la parte superiore, il ripiano dell'ara, usata per i sacrifici. L'ara era eretta sia nei templi che nei cortili delle case; Tacito (Ann. 16,31) dice "altaria et ara" per indicare il focolare e l'altare. L'"ara sepulcri" è la pira. L'altare è il luogo del sacrificio alla divinità, e quasi sempre il singolo altare è dedicato proprio a "quella" divinità: Esiste una celebre pagina di S.Agostino, che di fronte alla massa imponente delle divinità antiche, ciascuna "specializzata" in un solo settore, si chiede perchè mai non potrebbero essere considerate come manifestazioni di un unico dio. Si ponga attenzione ai nomi bellissimi di queste divinità, che richiamano tale ambito specializzato: CUNINA è la dea che protegge il bimbo nella culla (cuna), e VATICANUS è il dio che loprotegge quando piange; pronunciando come i latini UATICANUS ci si accorgerà che il nome del dio deriva dal vagito dei neonati: "Uah! uah!" (da N.Flocchini, Ab Urbe Condita, ed. Mursia). I romani attraverso il rito, che andava compiuto con estrema esattezza perchè fosse efficace, cercavano di "costringere" il dio ad essere benevolo, o per lo meno a non porre inciampi sul loro cammino. Le più antiche cerimonie di cui abbiamo notizie riguardano aspetti tipici di una società contadina, legata per la propria sopravvivenza all'abbondanza dei raccolti, ed alla buona salute delle greggi. Si tratta di riti di purificazione e propiziazione, legati alla vita dei campi. La raffigurazione dell'altare è comunissima già nelle monete greche ed imperiali greche. Esso esiste: semplice, circolare, con corona, con scultura, dinanzi ad albero, con aquila, con spighe, con incenso, con fuoco, acceso e inghirlandato, acceso con tralci e grappoli, sormontato da quadriga, con corvi, con serpente o contornato da serpenti, a due piani, con alberi, con torce (Ambrosoli-Ricci, Monete Greche). Esistono poi altari particolari e specifici: dei Dioscuri a Mantinea, di Iside a Laodicea, di Elagabalo ad Emesa. La grande diffusione di simboli religiosi sulle monete ovviamente non ci stupisce: essi si ricollegano all'identità di una città o di un popolo. Tale identità si esprime anzitutto nella divinità protettrice (spesso, anche attraverso il nome). Nella monetazione romana, gli altari compaiono già in età repubblicana, anche se in essa non sono frequentissimi (forse per un timore reverenziale più accentuato?) Comincerei però dall'Altare di Lione, con un asse di Augusto: al D: CAESAR PONT MAX, al R. ROMETAUG.1 punto
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Salve inserisco immagini moneta di Firenze purtroppo piegata, vorrei qualche informazione in piu' se possibile, il segno di zecca sembrerebbe una specie di "B" . Grazie anticipatamente per l'aiuto un saluto a tutti. 17mm 0,8gr1 punto
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NON E` Lille ma MA Marseille , Marsiglia questa e` la varieta` con la testa di cane , tete de chien , quella piu` comune se aveva l ancora era una moneta strarara ! ciao1 punto
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Molto intressante il quesito sollevato da Monbalda sul "ritorno" alle coniazioni d'oro sul territorio italiano. Argomento sempre interessante e dibattuto anche recentemente su queste colonne ("piccole note di storia economica medievale") ma che vale sempre la pena approfondire. In realtà quello del ritorno alla coniazione aurea pare essere un falso problema. Ha un pò il sapore della provocazione :P , ma pensiamo allargando i confini a tutta la Penisola. L'oro in terra siciliana, e nel Meridione si è sempre continuato a coniare. Dopo le emissioni auree greche e del periodo romano si succedono quelle bizantine (Siracusa..) , longobarde (Benevento), arabe (emiri Aglabidi e Fatimidi), normanne (anche Amalfi, Salerno), sveve, angione (Brindisi..), aragonesi, fino all'avvento di Carlo V. Qundi il problema di un ritorno alla coniazione aurea nelle regioni meridionali non è mai esistito. Diversa, chiaramente , la situazione delle regioni centro-settentrionali della Penisola, dove a seguito della riforma carolingia l'oro scompare per quasi quattro secoli e mezzo. L'augustale, battuto dopo le Costituzioni di Melfi promulgate da Federico II nel 1231, nonostante il fino (20 carati e mezzo, ovvero 4.44gr. di fino contro un peso nominale di 5.25gr.) ben superiore a quello dei tarì coevi, e la bella, splendida, "presenza" della moneta non ebbe mai una fortuna commerciale eccessiva, anche se esemplari di tale emissione arrivarono addirittura in Inghilterra. In ogni caso l'augustale e il successivo reale (Carlo I e II d'Angiò) restano monete auree legate ad un sistema bizantino, slegato da quello che vigeva nelle altre regioni della penisola. Guardando a quanto succede più a nord notiamo che gli stessi bisogni che hanno portato all'introduzione della moneta "grossa", hanno determinato ad un certo punto la necessità di avere nominali maggiori. Fu la conseguenza del tutto naturale dei commerci e dello sviluppo economico conseguito dalle grandi Repubbliche : Genova, Firenze e Venezia. Alla fine del 1100 in queste regioni circolavano esclusivamente "denari", l'esigenza, man mano che cresceva la potenza mercantile e , insieme , militare delle principali città/repubbliche fece insorgere l'esigenza, per pagare lavori di arsenale e le truppe nel caso di Venezia, dim moneta più grossa, e quindi nel 1202 soto Enrico Dandolo furono battute monete di 2.2gr. (965/1000 di fino) che inaugurarono una nuova stagione monetaria che presto si diffuse rapidamente nei territori e paesi circostanti. Con l'aumentare dei traffici il ricorso a moneta piu grossa, che riduce la quantità di denari da portare in giro e facilita, velocizzandoli, gli scambi è solo una naturale conseguenza del più elevato livello di attività economica. Ricordiamoci che la moneta è essenzialmente un fenomeno economico , che implica da un lato motivazioni di tesaurizzzione, dall'altro di agevolazione degli scambi, (mai almeno a quest'epoca un fenomeno numismatico!) e quindi l'introduzione di nuovi nominali o riforme monetarie vengono realizzate in base a d una precisa esigenza e non tanto per introdurre una novità e vederne l'effetto.. Parimenti si è avuto con l'introduzione delle grandi monete auree del XIII secolo. Gli svaultati tarì siciliani che in pratica sopperivano, assieme all'altrettanto svalutato oro bizantino (anche se veniva chiamato Hyperpyra = superpuro ..) costituivano la moneta d'oro disponibile a quell'epoca non bastavano più a sopperire la struttura degli incrementati trafficie scambi commerciali. Fu quindi solo una naturale evoluzione e conseguenza l'introduzione di nominali aurei nuovi e purissimi, sulla base di quanto già fatto pochi decenni prima con il grosso, da parte delle tre maggiori potenze economiche nella penisola. E se possiamo , credo, riconoscere al genovino il primato dell'introduzione rispetto alle altre due, da un punto di vista di importanza economica e di diffusione furono il fiorino e il ducato veneziano che influenzarono con una rilevanza senza pari la storia monetaria europea.1 punto
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Ecco la scansione delle pagine relative alla Monetazione di San Marino1 punto
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Si tratta di una emissione anonima attribuita all'Ilkhanato. Nel tuo esemplare la zecca non è leggibile, ma sulla base di esemplari analoghi può essere ragionevolmente considerata Tabriz. L'anno è parzialmente leggibile: 66? AH Il sovrano, come ho scritto sopra, non è presente in legenda. Hulagu regnò fino al 663, a lui successe Aqaba; in questi termini l'esemplare potrebbe appartenere ad uno dei due sovrani, ma questo tipo è noto appartenere ad Aqaba. Esemplari in cui la data è completamente leggibile lo attestano inequivocabilmente. Ovviamente, per quel che mi riguarda, è fatta salva, per abili lettori o fini conoscitori, la possibilità di decifrare l'ultima cifra che consentirebbe una identificazione completa della data.1 punto
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Le cinque medagliette devozionali,ottone/rame,sono della seconda metà del XIX sec.,sono tutte in lingua francese.La prima a sx ,al D/ è rappresentato il busto di Gesù (Sacro Cuore).R/Madonna seduta su trono?- La N°2,3,4.differenti versioni della medaglia miracolosa,già molte volte apparsa sul forum e ampiamente descritta. La N°5,al D/ la Madonna in piedi che guarda a dx.R/S.Francesco ? (C'è ne sono molti,non riesco a leggere bene per dare una attribuzione certa?).Ciao Borgho.1 punto
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Ho notato che la mia cosiddetta "erudizione" e la mia relativamente recente comparsa sulla scena del forum hanno ingenerato in molti lettori il sospetto che io sia un accademico, in grado quindi di sfoggiare tutta una specifica cultura sotto nascoste spoglie.... Niente di vero! Sono un semplice cultore privato, di formazione biomedica, con alle spalle molti anni di personali e appassionati studi numismatici nel tempo libero. Ora sono in pensione e quindi ho solo un pò più tempo a disposizione. Spero con questo di dimostrare che chiunque, con sincera applicazione e passione, può raggiungere un livello non dico accademico ma almeno competente e in grado di comprendere certi misteri nascosti nelle monete antiche, con grande soddisfazione personale. Buonanotte a tutti!1 punto
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Oggi ho fatto una lezione alla mia classe sull' unificazione monetaria avvenuta con l' unità d' Italia. Volete il resoconto? Classe sbalordita di come conoscessi un argomento per loro assolutamente estraneo e risate a non finire quando nominavo la piastra dato che la confondevano con quella per i capelli e tutte le monete con nomi di persona come giulio paolo francescone :) E' stato divertentissimo e molto interessante. La prof mi darà 10 in storia!!!!! La numismatica mi servirà molto all' esame di terza media per collegare i vari argomenti :)1 punto
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