DE GREGE EPICURI
L'etimologia del termine tardo-latino ALTARE (più raro ALTARIUM, nel periodo classico solo ALTARIA al plurale) viene probabilmente da "alta-ara", cioè: la parte superiore, il ripiano dell'ara, usata per i sacrifici. L'ara era eretta sia nei templi che nei cortili delle case; Tacito (Ann. 16,31) dice "altaria et ara" per indicare il focolare e l'altare. L'"ara sepulcri" è la pira.
L'altare è il luogo del sacrificio alla divinità, e quasi sempre il singolo altare è dedicato proprio a "quella" divinità: Esiste una celebre pagina di S.Agostino, che di fronte alla massa imponente delle divinità antiche, ciascuna "specializzata" in un solo settore, si chiede perchè mai non potrebbero essere considerate come manifestazioni di un unico dio. Si ponga attenzione ai nomi bellissimi di queste divinità, che richiamano tale ambito specializzato: CUNINA è la dea che protegge il bimbo nella culla (cuna), e VATICANUS è il dio che loprotegge quando piange; pronunciando come i latini UATICANUS ci si accorgerà che il nome del dio deriva dal vagito dei neonati: "Uah! uah!" (da N.Flocchini, Ab Urbe Condita, ed. Mursia).
I romani attraverso il rito, che andava compiuto con estrema esattezza perchè fosse efficace, cercavano di "costringere" il dio ad essere benevolo, o per lo meno a non porre inciampi sul loro cammino. Le più antiche cerimonie di cui abbiamo notizie riguardano aspetti tipici di una società contadina, legata per la propria sopravvivenza all'abbondanza dei raccolti, ed alla buona salute delle greggi. Si tratta di riti di purificazione e propiziazione, legati alla vita dei campi.
La raffigurazione dell'altare è comunissima già nelle monete greche ed imperiali greche. Esso esiste: semplice, circolare, con corona, con scultura, dinanzi ad albero, con aquila, con spighe, con incenso, con fuoco, acceso e inghirlandato, acceso con tralci e grappoli, sormontato da quadriga, con corvi, con serpente o contornato da serpenti, a due piani, con alberi, con torce (Ambrosoli-Ricci, Monete Greche).
Esistono poi altari particolari e specifici: dei Dioscuri a Mantinea, di Iside a Laodicea, di Elagabalo ad Emesa.
La grande diffusione di simboli religiosi sulle monete ovviamente non ci stupisce: essi si ricollegano all'identità di una città o di un popolo. Tale identità si esprime anzitutto nella divinità protettrice (spesso, anche attraverso il nome).
Nella monetazione romana, gli altari compaiono già in età repubblicana, anche se in essa non sono frequentissimi (forse per un timore reverenziale più accentuato?) Comincerei però dall'Altare di Lione, con un asse di Augusto: al D: CAESAR PONT MAX, al R. ROMETAUG.