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Salve a tutti non scrivevo in questo forum da un bel pò di tempo. L'ultimo mio intervento è stato sulla vita dell'imperatore Vespasiano che se non ricordo male ha riscosso molto "successo". Eccomi qui a Parlarvi nuovamente dell'imperatore Vespasiano (il mio adorato Vespasiano). Illrycum65 mi ha chiesto di scrivere qualcosa conoscendo la mia grande passione per questo imperatore che ha tenuto in piedi Roma in un momento in cui stava per vacillare l'intero impero. Ricordiamoci le guerre civili e le successioni di ben 3 imperatori (in meno di un anno) prima della sua nomina alla massima carica. Vespasiano non era affatto l'ultimo arrivato aveva alle spalle anni e anni di esperienza in battaglia e non solo. Prima di parlare della conquista della IVDEA bisogna fare un breve cenno alla vita di Vespasiano Egli rapprenta l'ideale romano, un romano veccho stile di un'antica stirpe cresciuto nei valori di altri tempi: coraggio, magnanimità nella vittoria, un buon soldato e un buon contadino La prima scalata di Vespasiano verso il senato romano comincia nell'esercito. Come tribuno inizia ad osservare come viene guidato l'impero. Per entrare in carriera come politico e quindi al senato bisogna avere amici influenti e molto denaro. C'è un requesito minimo di ammissione di 1.000.000 di sesterzi. I soldati guadagnano circa 900 sesterzi l'anno, quindi avere un capitale di 1.000.000 di sesterzi era molto. La ricchezza della madre porta il diciottenne Vespasiano in corsa per il senato, ma il suo denaro non garantisce nulla oltre una buona posizione di partenza. La società romana è una società militare, la sua forza dipende dall'avere, nelle alte sfere, persone che possono comandare le armate e difendere le frontiere. Così tutti i giovani aristocratici, che dovranno entrare in politica, devono avere un'esperienza militare, così come il giovane Vespasiano, che prima di tutto venne mandato a fare il militare nel nord della Grecia in Tracia. Vespasiano ha 23 anni quando fa la prima esperienza a Roma. E' stato assegnato alla citta come triunvito "triumph capitalis". All'età di circa 26 anni diventa questore di Creta e Cirene in Africa settentrionale. Con questa nuova esperienza il giovane Vespasiano getta uno sguardo più ravvicinato al modo in cui Roma raccoglie il suo denaro, esperienza che gli consentirà di diventare un grande imperatore ed un grande salvatore dell'impero romano. Le cariche di questore sono 20 distribuite dal senato: 10 a seconda del rango e 10 ad estrazione. Vespasiano ottiene la sua per estrazione, che risultò essere quella più bassa dell'ordine gerarchico cioè quella di proconsole a Creta e Cirene, una carica che risultò la più sconosciuta. Al suo ritorno a Vespasiano entra nel gruppo di comando, a 26 anni ha conosciuto il funzionamento dell'impero ma non sà ancora nulla delle politiche di palazzo, cosa che imparerà presto. Pochi mesi dopo per ben 2 volte Vespasiano deve fare domanda per la sua ulteriore promozione, la prima era stata rifiutata. Ma gli ostacoli si fanno sempre più difficili, infatti tra una domanda e l'altra l'imperatore Tiberio muore. Vespasiano riesce comunque a salire di grado ma non come avrebbe voluto lui. Infatti ottiene l'incarico di edile e tra i suoi compiti c'è quello di tenere le strade pulite. Questo incarico gli spetta durante il regno dell'imperatore Caligola che notando le strade ricoperte di fango, diede a Vespasiano l'incarico di ripulirle. E' durante questo suo soggiorno a Roma che Vespasiano si sposa e nasce suo figlio Tito. Successivamente gli viene attribuito un protettore di nome Narciso, che si rivelerà molto importante per la sua carriera. Si tratta di uno schiavo, ma non dell'imperatore, ma di uno schiavo di Claudio e precisamente lo zio di quest'ultimo. L'influenza di questo schiavo, che era più un liberto, fece ottenere a Vespasiano l'incarico dei suoi sogni ovvero comandante di una legione "La Seconda Augusta" situata in Germania. Con la morte di Caligola viene eletto un nuovo imperatore, Claudio. Vespasiano entrerà a far parte delle ambizioni personali del nuovo imperatore che lo mette al comando di una nuova legione per la conquista della Britannia. Ed è proprio in seguito a questa nomina che Vespasiano vede la sua prima occasione di gloria. Con una coordinazione magistrale lancia un assalto simultaneo da fronte e da retro che si rivelerà un grande successo riuscendo a conquistare la parte sud occidentale della Britannia. Così Vespasiano ritorna trionfante a Roma, ma alla corte dell'mperatore un uomo trionfante è un uomo pericoloso. Il suo protettore Narciso non può aiutarlo, l'imperatore ha sposato Agrippina sorella di Caligola. Agrippina è piena di odio e Narciso viene messo fuori gioco, così come Vespasiano che fin quando è sgradito ad Agrippina non va da nessuna parte. Quando nel 54 d.c. Claudio muore ed il suo giovane figlio, Nerone, diventa imperatore,la sua nemica diventa la donna più potente al mondo. Ma dopo 5 anni Nerone uccide sua madre. Vespasiano torna in pista. Viene nominato proconsole governatore d'Africa, che rappresentava il rango più alto della scala senatoriale. In questa provincia Vespasiano rappresenta l'imperatore in persona con pieni poteri. Dppo un anno il suo governatorato finisce. Nel periodo in cui egli avrebbe potuto far soldi, ha preferito farsi degli amici. E' stato un buon investimento, infatti dove altri guadagnano sesterzi lui guadagna rispetto. Quando torna a Roma è piuttosto dura. Deve tornare a lavorare nell'impresa dei trasporti con i convogli di muli. Ed è qui che gli viene dato l'appellativo di "mulattiere". Inaspettatamente Nerone lo chiama a sè. Nel 66 d.c. i giudei, da sempre disadattati all'impero pagano, si ribellano contro la tirannia pagana e scandalosa di Nerone piombando su una legione romana e annientandola. Inizialmente Vespasiano si muove contro la città di Galilea e per 40 giorni e 40 notti viene messa sotto assedio, scatenado le forze massicce dell'impero contro i ribelli giudei. E' una battaglia feroce che si conclude con l'annientamento di tutti gli abitanti, tutti tranne uno, Giuseppe, il generale in carica delle forze di difesa. Giuseppe sopravvive e passa attraverso una miracolosa conversione per diventare un grande studioso e storico. Egli offre i propri servigi a Vespasiano ed a suo figlio Tito. Comincia a fare la cronaca delel avventure di Vespasiano ed a scrivere una storia della guerra di Giudea. Ed è grazie a lui che conosciamo un lato oscuro di Vespasiano cioè un uomo capace di compiere a pieno la vendetta di Roma. Anziani e bambini vennero uccisi insieme a coloro che avevano combattuto in battaglia, gli altri invece venduti come schiavi. Ma è in questi luoghi che Vespasiano rischia per la prima volta di morire. nella città di Gamla infatti dopo una prima sconfitta delle truppe romane, Vespasiano rimane solo con pochi soldati i quali lo coprono con i loro scudi riuscendo a salvarlo. Per il guerriero 58enne è un momento pericoloso. Ma nel giro di pochi giorni un secondo assalto ha successo ed i ribelli vengono uccisi, (molti dei quali decisero di suicidarsi buttandosi nello strapiombo della vallata). E' proprio in questo periodo, probabilmente intorno al giugno del 68, che Vespasiano apprende la notizia del suicidio di Nerone. Vespasiano sà che Roma è in pericolo perchè Nerone non ha lasciato eredi e sopratutto perchè aveva molti nemici. Decide di attendere osservando quale strada avrebbe preso l'impero. In pochi mesi cadono 2 imperatori: Galba e Otone. Ed è allora che si accorge che l'impero che ama si sta disintegrando. Si accorge anche che le regole che ha sempre seguito vengono infrante. Con un esercito fortificato dalle battaglie sotto il suo comando diretto e la lealtà di altre 5 legioni al nord e al sud, con 2 figli adulti a loro volta comandanti militari, decide che è arrivato il momento di fare il suo gioco, e gioca da maestro. Non si dirige però a Roma, l'esperienza gli aveva insegnato molte cose. Lascia Tito a tenere a bada i giudei. Manda una parte dell'esercito a marciare verso Roma. Lui invece si dirige verso L'Africae qui si limita ad impedire i rifornimenti di grano diretti a Roma. In un colpo solo Vespasiano rende Roma ingovernabile e senza pane le rivolte a Roma sono inevitabili. Intanto il figlio Tito, ormai con la strada spianata dal padre, rade al suo il tempio di Gerusalemme nel 70 DC. Per commemorare questa Vittoria in Giudea Vespasiano, ormai divenuto Imperatore, fa coniare ed emettere monete in oro, argento e bronzo. Gli elementi base di queste monete sono una Palma e una figura femminile seduta che piange con una mano posta fra il mento e la guancia a rappresentare lo sconforto e allo stesso momento la rassegnazione di una terra ormai distrutta. Quella figura Femminile rappresenta appunto la Giudea. La rappresentazione su queste monete può riflettere la profezia di Isaia (c. 700 aC): " Poiché Gerusalemme vacilla e Giuda crolla ... I tuoi uomini cadranno di spada, e i tuoi prodi, in battaglia. .....e piangente e desolata siederà per terra "(Isaia 3:8, 25-26). Altre varietà di Giudea Capta includono la figura in piedi dell'imperatore vittorioso, un prigioniero di sesso maschile legato ad una palma con una catena. lamoneta più comune di IVDEA CAPTA è il denario d'argento emesso da Vespasiano, raffigurante la Giudea in pianto sotto un trofeo romano. Poi vi sono altre monete emesse dall'imperatore Domiziano per commemorare la vittoria in Giudea ma in questo caso si tratta di monete provinciali con altri simboli in rilievo: vedi la dea Nike o Minerva con lancia, inoltre le iscrizioni, in queste monete, sono in greco e non in latino. Spero che sia stata piacevole e di grande interesse la lettura di questo articolo fatto da me. Saluti a presto. Walter1 punto
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Il dominio è scaduto in gennaio: Domain: dimimonete.it Status: REDEMPTION-NO-PROVIDER Created: 2001-01-18 00:00:00 Last Update: 2011-01-25 00:01:09 Expire Date: 2011-01-18 quindi il proprietario ha deciso o si è dimenticato di rinnovarlo1 punto
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Il sito a questo indirizzo c'è: http://web.archive.org/web/20080802034334/www.dimimonete.it/home.htm solo che è molto lento o pesante dovresti dirgli di allergere tutto altrimenti nessuno riesce a vederli ed io ho la ADSL1 punto
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http://www.lamoneta.it/topic/56632-denaro-provisino/ Ti allego una precedente discussione riguardo il "provisino" ( anche se non trovo troppa analogia con il tuo) mah !.....guarda un po tu!!1 punto
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Per completare la rassegna posto qualche esemplare di epoca più tarda catturato sul web. La prima è una rara tetradracma di Alessandria coniata dalla famosa regina Zenobia, regina di Palmira, le cui gesta sono state narrate da Illyricum. La seconda una tetradracma alessandrina di Salonina, moglie di Gallieno, nella quale si nota una maggiore differenziazione nella figura dell’Elpis: presenza del ramo di palma, maggiore pesantezza della tunica, braccio che regge il fiore più sollevato. Sempre Salonina per questo bronzo battuto a Magydos in Panfilia, nel quale si nota una certa goffaggine, evidente segno della decadenza dell’impero. Infine tetradracma alessandrina di Massimiano , la cui perfetta conservazione permette di apprezzare l’involuzione stilistica degli incisori rispetto ai loro predecessori del primo secolo. .1 punto
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Sulla waybackmachine il sito risulta aggiornato fino al 3 agosto al 2008. http://web.archive.org/web/*/www.DIMIMONETE.IT http://web.archive.org/web/20080803064102/http://www.dimimonete.it/ Luigi1 punto
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Guarda, passi tutto, ma quando sento dire che un 2 lire del 1904 originale, non valga 150 Euro perchè è in bassa conservazione mi chiedo se siamo in forum di collezionisti o cos'altro. Il fatto è che di monete comuni in FDC ne trovi delle vagonate a qualsiasi convegno, di queste così poco comuni invece, se ne trovano pochissime anche in pessima conservazione e comunque a prezzai ben più sostanziosi. Poi che male c'è ad avere un MB in collezione? Non capisco come sia possibile portare a termine una collezione imponendosi esclusivamente le alte conservazioni! Per fare un'esempio banale, quanti di voi hanno una 50 centesimi del 1924 in alta conservazione? Io no, e se la trovassi anche in MB ad un prezzo abordabile la prenderei al volo!1 punto
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Senza entrare nel merito circa l'autenticità della moneta in oggetto e della bruttissima foto che la presenta, mi piace rimarcare quanto detto con post precedente circa la errata valutazione che si da molte volte alle monete non comuni o addirittura rare,perchè condizionati da una iperconsiderazione dello stato di conservazione (spl o Fdc). Penso come molti che la moneta vada valutata soprattutto considerando il suo grado di reperibilità sul mercato e poi come plusvalore, dallo stato di conservazione.1 punto
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Se non sbaglio, si tratta di 1 Pice del Bengala, quando era sotto il controllo della East India Company, dovrebbe essere databile ai primi dell'ottocento (comunque entro il 1835), zecca di Calcutta. Dritto: Shah Alarn II Badshah Verso: valore in Bengali, Hindi e Persiano KM#56, dovrebbe avere 26mm, se è più piccola (23mm) è il KM#57 Ciao, Exergus :)1 punto
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ciao finalmente si parla del mio lavoro :P sono posatore e piccolo commerciante di infissi in pvc-legno -alluminio e legno alluminio. per spiegari meglio tutto avrei bisogno di scrivere una buona ora. cerco comunque di darti qualche consiglio . NUOVO (con opere murarie) se devi mettirli nuovi (senza sostituire i vecchi ) ti consiglio vivamente un controtelaio in lamiera con la predisposizione per la zanzariera incassata. RESTAURO-(senza opere murarie) se invece devi smontare i vecchiinfissi (in legno) sappi che l'ingombro del nuovo infisso (in alluminio o in pvc ) ti costerà in termini di luce vano un buon 10/15% ,perchè il nuovo andrà montato sul vecchio RISPARMIO ENERGETICO 55% sappi che ogni comune ha la sua "tabella" per il risparmio energetico. per poter risparmiare il 55% in 10 anni ( fino allo scorso anno erano 5) , vanno montati infissi che abbiano caratteristiche specifiche sia per la termicità che per l'acustica. Quasi tutte le aziende d'infissi compilano gratuitamente la pratica per il recupero del 55% , quindi il primo consiglio chiedi sempre se la pratica è compresa nel prezzo , c'è chi la fa pagare anche 300-400 euro. VETRI per il risparmio energetico vanno sempre montati vetri almeno 5 / 15 / 5 magnetronici , con gas all'interno è meglio ma costano di piu. per l'acustica (sempre tenendo conto della zona comunale dove si risiede ) in genere bastano i 3+3 / 15 / 3+3 ALLUMINIO ci sono molte tipi di profili in commercio, metra - domal - ponzio - shuko ecc . ogni profilo ha la sue caratteristiche ma sono per lo pi soggettive ( la bellezza ) l'importante è chiedere sempre per un 'abitazione il TAGLIO TERMICO, se vi consigliano quello a continuità termica andate da un'altra parte non sono seri. PVC come per l'alluminio i profili sono molteplici ,alphacan , reau ,finstrall ecc LEGNO meglio se lamellare , per il tipo non fa moltissima differenza , ripeto basta sia lamellare. per il legno e l'allumio il montaggio puo essere effettuato con tutti e due i itemi esposti sopra , per il legno solo con il primo ( con il secondo si potrebbe ma si stringerebbe troppa la soglia interna ) CONSIGLI a casa mia io ho istallato finestre in legno e persiane in pvc .Oggi come oggi non il legno è verniciato con vernici ad acqua , quindi non andranno piu carteggiate, ma solo ravvivate col passare del tempo, però il ravvivare fa perder tempo :P l'alluminio meglio non metterlo in un'appartamento anche il taglio termico a volte crea condenza , usatelo solo per controfinestre . per le persiane il meglio in assoluto è il pvc , il legno ha bisogno di manutenzione , l'alluminio essendo metallo specie in estate "cattura " calore che poi trasmette all'interno. forse potessi tornare indietro istallerei tutto pvc. una volta montato non ci pensi piu. ti consiglio ante ribalte su tutte le finestre ( poca spesa grande comodità) , cerniere e ferramenta registrabile ( meglio se maico ) e se al momento hai finiestre piccole a due ante, quando le rifai nuove sostituisci queste con finestre ad un anta. in ultimo se abiti in un condomio occhio ai colori e ai permessi con gli altri condomini ... potrebbero crearti grattacapi. ho cercato di essere piu coinciso possibile . massikx1 punto
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Per cortesia cerca di postare le foto dritte... :P il verso della prima moneta (foto a sx) va ruotato di 180°. Se non sbaglio, dovrebbero essere due cash della zecca di Hu Pu, Pechino (Board of Revenue) Emissioni Generali, a nome dell'imperatore Kao Tsung, Chien Lung T'ung-pao, databili al 1736-1795. Non hai detto il diametro, esistono in due misure, 21-27 mm, e 28 -30 mm. Ciao, Exergus1 punto
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Tiberius (AD 14-37), Aureus 7.70g, Lugdunum, [TI C]AESAR DIVI AVG F AVGVSTVS, laureate head right, rev PONTIF MAXIM, female figure (Livia) seated right, holding branch and sceptre (RIC 29; BMC 46; RCV 1760). Reverse slightly off-centre, good very fine to nearly extremely fine. Tiberius, 14-37 A.D. Denarius, after 16 A.D. Lugdunum. Laureate head r. Rv. Livia as Pax seated r. on throne with ornamented legs. The Tribute Penny of the Bible. RIC 30. Medium gray with slight golden iridescence. Obverse off-center affecting the legend. Choice Very Fine. (200-300) Il ricordo di Livia non si cancella con la scomparsa del figlio e questo denario lo conferma: Galba 68-69 Denario (4,54 g), Rome 68/69. Av. CAESAR AVG IMP SER Galba. Head to the right. Rv. (?) DIVA AVGVSTA, Livia as Venus with patera and scepter is on the left. RIC 186, BMC ... o si tratta di "debito di riconoscenza"? ;) Ciao Illyricum :)1 punto
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Già nel 35 a.C. Ottaviano le aveva concesso l'inusitato onore di gestire le sue finanze personali, dedicandole anche una statua in pubblico. Livia aveva anche il proprio circolo di clientes, e utilizzò la propria influenza per mettere i propri protetti nei posti pubblici, tra cui il futuro imperatore Galba e il nonno del futuro imperatore Otone. La coppia non ebbe figli propri, quindi Giulia maggiore, la figlia di Ottaviano e Scribonia, era l'unica erede di Augusto. Livia mise in atto una politica volta a garantire ai propri figli, avuti da Nerone, un futuro politico. Alcune voci, riportate da Cassio Dione Cocceiano, insinuarono che vi fosse Livia dietro la morte di Marco Claudio Marcello, il nipote favorito di Augusto, morto nel 23 a.C. Vero è che uno a uno i figli di Giulia maggiore e di Marco Vipsanio Agrippa morirono tutti: prima Lucio, poi Gaio Cesare, entrambi adottati da Augusto, morirono di morte naturale; infine Agrippa Postumo, anch'egli adottato da Augusto, venne incarcerato e ucciso. Dei figli di Livia, invece, Druso sposò Antonia minore, la nipote preferita di Augusto, e intraprese una brillante carriera militare. Nell'11 a.C. Tiberio sposò Giulia maggiore, la figlia di Augusto che aveva già sposato il collaboratore del padre, Marco Vipsanio Agrippa; Tiberio venne infine adottato dall'imperatore nel 4, divenendone l'erede. Tacito e Cassio Dione affermano che Livia non fosse estranea a questi decessi, mentre Svetonio non riporta alcuna notizia nella sua Vita dei dodici Cesari, sebbene questa fosse stata compilata basandosi su documenti ufficiali. In difesa di Livia va ricordato che Tacito e Cassio Dione riferiscono anche l'improbabile accusa nei suoi confronti di aver assassinato Augusto. Il testamento di Augusto, morto nel 14, conteneva il provvedimento di adozione di Livia. Questo atto inusuale, che la rendeva figlia del proprio marito, aveva lo scopo di permettere a Livia di entrare a far parte in pieno diritto della gens patrizia dei Iulii. Il testamento, oltre a garantirle un terzo del patrimonio di Augusto (gli altri due terzi andarono a Tiberio), le riconosceva il titolo di "Augusta". Sfruttando la sua notevole popolarità, contribuì all'elezione di Tiberio al rango di imperatore. Per un certo periodo, Livia, ora nota col nome ufficiale di Giulia Augusta, andò d'accordo col figlio imperatore: Tiberio fece passare nel 20 una legge che equiparava al tradimento la diffamazione nei confronti della madre, cui garantì nel 24 un posto a teatro tra le Vergini vestali. Questa situazione fece sì che Livia divenisse molto potente, fino a far scagionare la sua amica Urgulantia e Plancina, sospettata dell'assassinio di Germanico. Nel 22 giunse ad erigere una statua ad Augusto nella cui dedica il suo nome veniva prima di quello di Tiberio. Di conseguenza i rapporti tra madre e figlio deteriorarono, in quanto Tiberio divenne geloso del potere della madre, ma soprattutto del fatto che Livia gli ricordasse di essere divenuto imperatore per suo merito. Tra gli altri atti, mise il veto alla decisione del Senato di conferire a Livia il titolo di Mater Patriae, "Madre della Patria"(il titolo era l'omologo femminile di quello di Pater Patriae, "Padre della Patria", che era già stato conferito in passato a Cicerone, Cesare e Augusto; va ricordato anche che Tiberio rifiutò per tutto il suo principato il conferimento del titolo alla sua persona). Pare anche che Tiberio si ritirò a Capri proprio per allontanarsi dall'influenza della madre. Nel 22 Livia si ammalò: il figlio la raggiunse da Capri per starle vicino; quando però nel 29 si ammalò nuovamente, Tiberio rimase a Capri. Il corpo di Livia venne seppellito con parecchi giorni di ritardo, e solo quando lo stato di decomposizione rese l'atto non più procrastinabile, perché si attendeva l'arrivo di Tiberio. L'imperatore mandò Caligola ai funerali di sua madre, col compito di pronunciare l'orazione funebre. Come per lasciare insoddisfatti i desideri della madre, Tiberio non volle divinizzarla, come era invece successo per Augusto. Mise il proprio veto a tutti i titoli che il Senato aveva intenzione di conferirle dopo la morte, e giunse persino ad annullare il testamento di Livia. Fu poi Claudio, nel 42, a divinizzare la propria nonna. La Diva Augusta ("Divina Augusta") veniva onorata in occasione dei giochi pubblici da un carro trainato da elefanti che portava la sua immagine; nel tempio di Augusto le venne dedicata una statua; corse di carri vennero indette in suo onore, mentre le donne dovevano nominarla nei loro giuramenti. Bibliografia: • Cassio Dione, Storia romana • Svetonio, Vite dei dodici Cesari • Tacito, Annali1 punto
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A questo punto ritengo utile spendere due parole per identificare il nominale dell’aureo di 1,74 g. Nel catalogo di Leu-Hess del 1956, citato in precedenza, queste monetine d’oro erano state considerate di 30 Litre. Questo perché tali monete d’oro hanno un peso equivalente a due litre in argento (0,874 g x 2) e con un cambio AV:AR pari a 1:15 se ne ricava facilmente che due litre in oro corrispondevano a 30 litre in argento. Tuttavia in tempi successivi, nel 1999, Boehringer (su Revue Belge de Numimsmatique) ha fornito una chiave di lettura molto più complessa proprio per queste tardive emissioni in oro, subito prima delle gravi distruzioni operate dai Cartaginesi nel 406-405 a.C.. Per il peso di 1,74 g sono note finora in tutto 4 zecche (Akragas, Gela, Siracusa, e Messana). Sulla base anche di studi effettuati dalla Bérend sulle monete d’oro di Siracusa emesso poco dopo, sotto l’inizio del regno di Dionisio I, i famosi “ercolini”, il Boehringer si è detto convinto che il cambio AV:AR di 1:15 era troppo alto e doveva essere sceso, anche a causa della guerra, a 1:12. In maniera molto ingegnosa ha ritenuto che queste emissioni d’oro dovevano essere basate sul cosiddetto “talento siceliota”, che NON va confuso con il classico “talento attico”, equivalente a 60 mine e a 6000 dramme attiche. Questo talento siceliota, strettamente legato anche alla litra siceliota, era molto più “leggero”e citato già in Polluce e Aristotele (basta consultare H. Mattingly, The “little” talents of Sicily and the West, NC, 1942, p. 14-20). Il talento siceliota valeva 12 nomoi (= tetradrammi) e quindi 240 litre di argento, secondo la seguente tabella predisposta dal Boehringer: Osservando attentamente la tabella, che permette anche di stabilire i reciproci rapporti tra oro – argento – bronzo, si ricava facilmente che una moneta d’oro del peso di 1,74 pesa esattamente un decimo del talento d’oro di 17,44 g. Se un talento d’oro, come si evince della tabella, valeva 240 litre, quanto poteva valere, secondo questo schema, una monetina d’oro di 1,74 g. La risposta è nella proporzione 1:240=0,1:x e quindi il vero valore di tale moneta d’oro era di 24 litre in argento (e non 30 litre come nel catalogo di asta). Purtroppo la metrologia è una materia piuttosto ostica e non sempre facilmente comprensibile. In ogni caso si ipotizza che in quel periodo di grande sommovimento politico causato dalla drammatica invasione cartaginese in Sicilia la moneta d’oro veniva “agganciata” al sistema del talento di 12 tetradrammi e quindi espressa in termini sia di frazioni di talento sia di multipli di litre.1 punto
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La prima colonna contiene indicazioni di peso, in denari e grani e granotti. La scatola è stata integrata nel tempo, probabilmente per adeguarla alla nuova monetazione, vedi il peso da 50 lire. Auguri da Gzav1 punto
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