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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/29/11 in tutte le aree

  1. Cari amici del Forum, provo a sfruttare lo spazio gentilmente messo a mia disposizione dallo staff... Quanto segue vuole essere, senza pretese di verità, una mia libera interpretazione, un'ipotesi su cosa poteva essere il concetto di Genio nella mentalità degli abitanti di Roma Imperiale, e di quanto questa idea, sotto vari aspetti, sia ancora presente in noi "Romani moderni". Il tutto accompagnato da qualche bella moneta, non necessariamente in ordine cronologico. Troverete qualche discordanza con quanto si legge sui libri, ma si tratta di un argomento intricato e controverso, evolutosi di generazione in generazione, dunque basato su interpretazioni di interpretazioni precedenti, questa è la mia :) Quindi, se avrete la pazienza di leggere, e qualcosa non vi convince (e ci sarà sicuramente) vi prego di farmelo notare, spero di aver modo di discuterne con voi e colmare le mie lacune, il motivo principale che mi ha fatto avvicinare a questo Forum. Exergus Il Genio Romano Nel politeismo degli antichi romani, una figura molto importante era il Genio, una divinità protettrice, discreta ma onnipresente, che faceva da tramite con gli Dei; presente in ogni individuo, e successivamente in ogni animale, cosa o luogo; e così, città, cittadini, strade, incroci, porte, animali, piante, oggetti, e qualsiasi cosa vi venga in mente aveva il proprio Genio, divinità comprese. La nascita dell'idea che tutto abbia uno spirito è una concezione le cui radici si perdono nella preistoria. L'etimologia del nome Genius è da ricondurre a 'gen-' generare, ma non è ben chiaro se sia da intendere in senso attivo o passivo; qualcuno propone che possa derivare dalle religioni pre-islamiche, dove sono presenti i Jinn, nome con forte assonanza fonetica, ma questi, benché somiglianti ai benevoli Genii nella funzione di intermediari tra l'uomo e le divinità, sono invece entità maligne nate all'inizio dei tempi; è più probabile che il concetto romano di Genio, o parte di esso, sia stato ereditato dagli Etruschi; anche nella cultura Greca sono presenti spiriti simili, i Dàimon (demoni), che, per quanto foneticamente distanti, hanno diverse funzioni e poteri in comune. Non è possibile attribuire questa "invenzione" a nessuna civiltà in particolare, e vista la nota capacità dei romani di assimilare e sviluppare le usanze e la tecnologia dagli altri popoli, suppongo che la loro concezione del Genio e dei suoi poteri, fosse un calderone dove si mescolavano le tradizioni delle loro origini ed elementi di tutte le culture animiste con le quali sono entrati in contatto. Nel corso dei secoli i Genii romani sono andati confondendosi con i Mani, i Lari ed i Penati, condividendo alcune caratteristiche, prima fra tutte quella di proteggere i mortali, anche se in realtà c'è una differenza fondamentale, questi ultimi esistono già da lungo tempo, ed entrano in gioco dopo la nascita dell'individuo, mentre il Genio presiede alla nascita dell'uomo, anche se in modo piuttosto misterioso, o alla costruzione di un edificio, e nasce contemporaneamente ad esso. Si trattava di uno spirito guardiano che seguiva l'individuo senza allontanarsi mai, con la funzione essenziale di mantenerne l'esistenza, consigliando l'uomo nelle decisioni difficili, e se non era propizio si limitava a guardare da un'altra parte, infatti il Genio non era un'entità molto propositiva, quindi sarebbe meglio dire "sconsigliando". Per fare un esempio numismatico: quando vediamo una moneta che ci piace ma "una vocina", senza dirci il motivo preciso, ci sconsiglia di acquistarla, ecco, questa è una manifestazione del Genio, chi di noi non si è mai detto: "avrei dovuto ascoltare la vocina...".Ma per ascoltare la voce del Genio abbiamo bisogno di tranquillità interiore, dobbiamo estraniarci dalle ansie che distolgono la nostra mente, in modo da percepire con chiarezza la "voce della saggezza". Chiaramente il 'Genio Numismatico' al pari degli altri, diventa più potente con l'esperienza personale, o forse, diventa più esperto chi nasce sotto la protezione di un Genio più potente, in ogni caso, potere dell'individuo e potere del Genio, come sono nati così crescono: assieme. Nei millenni il concetto di Genio non è andato perduto e sopravvive a tutt'oggi, alcuni sono diventati i nostri Angeli Custodi e i Santi Patroni, anche in Oriente l'idea degli spiriti presenti in ogni cosa è ben vivo e si integra nella religione ufficiale, ad esempio in Thailandia, benché la religione di stato sia il Buddhismo, esistono spiriti per ogni cosa e vivono in luoghi specifici, o nel caso degli spiriti erranti, nelle piccole "case degli spiriti" delle vere e proprie case in miniatura che i Thailandesi collocano davanti alle loro abitazioni, facendo offerte quotidiane di cibo, bevande, fiori e incenso; cito un esempio su tutti, lo spirito della soglia, si trova proprio sul pavimento in corrispondenza della porta d'ingresso, è considerato di cattivo auspicio calpestare la soglia, bisogna scavalcarla per rispetto dello spirito che lì vive… vi ricorda qualcosa? Una tradizione simile l'abbiamo anche noi, magari per altri motivi: portare in braccio la sposa attraverso la porta, una tradizione ereditata dai Romani. Non esiste una raffigurazione specifica del Genio, le più frequenti sono esseri alati e/o giovanetti (maschi) spesso rappresentati con cornucopia e a capo coperto, in alternativa potevano avere forma di animali, il più diffuso dei quali era il serpente, un animale legato alla cultura mistica di tutto il mondo, antico e moderno. Un Genio su un vaso del 320 a.C proveniente dal sud Italia, un Genio alato con cornucopia, ed un altro molto simile ad un amorino moderno Il Genius Loci Il serpente è la tipica rappresentazione del Genius Loci, il Genio del luogo, raffigurato spesso sopra un altare, mentre si nutre di frutta, a simboleggiare il rinnovamento della vita, oltre ad essere il protettore del luogo vigila anche su chi vi abita o vi transita, in suo onore venivano eretti degli altari in luoghi particolari, le offerte erano fiori, frutta e incenso (…piuttosto simile alle case degli spiriti Thailandesi…). Possiamo renderci conto della presenza del Genius Loci quando ci troviamo in un posto particolare, dove si avverte quel "non so che" nell'atmosfera del luogo, "l'essenza divina" qualcosa di unico che altri posti non hanno, più l'atmosfera è intensa, più è potente il Genius Loci; ad esempio edifici antichi ricchi di storia, come il Pantheon, o manifestazioni naturali come un luogo con un bel panorama, una cascata imponente, un fiume, una montagna, un vulcano e così via; nello stesso luogo possono coesistere altri Genii minori in una sorta di gerarchia, quindi il Genius Loci della cascata sarà subordinato al più potente Genius Loci della montagna. Bacco e il Genius Loci del Vesuvio La benevolenza del Genio dipende dal rispetto che il suo protetto (o chi transita) gli riserva, se non si rispetta il proprio Genio, o qualsivoglia Genius Loci non rispettandone il luogo, tutto si ritorcerà contro. Un concetto che dovremmo tener presente anche noi moderni nei riguardi del nostro pianeta. Il Genius Loci non ha sesso, quando si invocava bisognava precisare 'sive mas sive foemina', che sia maschio o che sia femmina, altra caratteristica degli Angeli moderni. Il Genio è una presenza frequente sulle monete romane, iniziata già in epoca repubblicana, quella che segue è la prima rappresentazione certa (senz'altro una delle prime) del Genio del popolo romano(GPR) a prova di quanto il culto fosse diffuso e riconosciuto dallo stato. Il Genio del popolo romano, su un denario della Gens Cornelia Cn.Lentulus, denario, 76-75 a.C. Crawford 393/1a. Sydenham 752. RSC Cornelia 54. Dritto: busto del Genio del Popolo Romano rivolta destra, GPR sopra Verso: EX-SC, CN.LEN.Q sotto scettro, globo e timone E' comunque ancora riferita ad un'entità associabile all'operato umano, all'identità del popolo di Roma. La fase successiva è quella dell'associazione con i Lari, che ha portato ad attribuire un Genio anche alle cose inanimate ed ai luoghi. Sull'esempio che sto per fare qualcuno griderà al sacrilegio (su questa moneta dedicata ai Ludi Apollinari) perché tradizioni antiche legano Apollo a Pitone (o Delfine), un serpente (o drago) che nella pianura di Crisia si abbandonava ad ogni tipo di saccheggio, intorbidando le acque dei ruscelli, portando via mandrie e contadini, devastando i campi e spaventando le Ninfe, e che Apollo uccise a Delfi con arco e frecce, ma il serpente avvolto su un tripode, qui rappresentato, non mi sembra qualcosa di minaccioso o di negativo, e mi ricorda decisamente l'immagine di un Genius Loci del periodo imperiale. Gens Volteia M. Volteius M.f , denario, Roma 75 a.C. Al drittola testa laureata di Apollo, al verso un serpente avvolto su tripode. Crawford 385/5. Sydenham 778 (R8). RSC Volteia 5. Il ruolo del Genio/serpente non è necessariamente da protagonista, come ad esempio su questo aureo dove viene nutrito dalla Salus (legata al serpente tramite Asclepio, l'eroe/dio della medicina, che alla sua morte venne trasformato nella costellazione del Serpentario), in questo caso si potrebbe (liberamente) interpretare come la Salus che nutre il Genius Loci del territorio di Roma, il quale protegge e mantiene in salute anche chi vi abita. Adriano e la Salus RIC II (1926) 46c, aureo, zecca di Roma, 118 d.C Dritto: IMP CAESAR TRAIAN HADRIANVS AVG Verso: PM TRP COS I I I, Salus seduta che nutre un serpente (Genius Loci) avvolto su un altare. Esergo: SALVS AVG In età Augustea ogni uomo aveva il suo Genio, mentre le donne avevano la Iuno, che si occupava di questioni prettamente femminili, abbiamo la Iuno Virginalis, della verginità, la Iuno Iugalis, "del matrimonio", la Iuno Pronuba, "della sposa" e la Iuno Matronalis", della donna sposata. Il letto matrimoniale è consacrato al Genio, e vista la sua interazione con la nascita, veniva definito Lectus Genialis, la sua logica conseguenza era il Genius Natalis, il Genio del giorno della nascita o Genio personale, festeggiato soprattutto nel giorno del compleanno con libagioni (che comprendevano anche una torta), incenso, ghirlande, fiori e vino; la locuzione latina "indulgere Genio" significa lasciarsi andare a soddisfazioni personali e per estensione, al bere. Il Genio non chiede rinunce, anzi invita a godere dei piaceri della vita, ma secondo il principio di saggezza dei romani, senza cadere negli eccessi. Sul Genio Natalis venivano inoltre pronunciati i giuramenti. Secondo credenze popolari, anche le divinità avevano il loro Genio, generalmente raffigurato in forma di animale, e ciò non mi stupisce, visto che persino Giove, il padre degli dei, appena nato, ha rischiato di essere divorato da suo padre, ed è stato salvato da Amaltea, secondo alcune tradizioni una ninfa secondo altre una capra, che lo appese ad un albero in modo che Crono non potesse trovarlo "né nel cielo, né sulla terra né per mare" in seguito Amaltea si prese cura di lui allattandolo; la cornucopia (il corno di Amaltea, che Giove bambino spezzò giocando) è uno degli "attrezzi" tipici del Genio. Tra i Genii/avatar più conosciuti abbiamo l'aquila di Giove, il pavone di Giunone, la civetta di Minerva e il cervo di Diana, tutti presenti su monete imperiali. Benché questi animali siano considerati da tradizioni più antiche come estensioni delle divinità che accompagnano, fanno anche da intermediari con gli esseri umani, una funzione propria del Genio. Giove e l'aquila di Costantino Magno RIC VII 5, follis, zecca di Heraclea quinta officina, 313 – 314 d.C. Dritto: IMPCFLVALCONSTANTINVSPFAVG Verso: IOVICONSER – VATORIAVGG, Genio con scettro, regge Vittoria su globo, ai suoi piedi un'aquila con una ghirlanda nel becco. Esergo: SMHT, epsilon in campo destro Giunone e il pavone su un sesterzio Faustina minore RIC III (Marco Aurelio) 1651, zecca di Roma, 154 – 157 d.C. Dritto: FAVSTINA AVGVSTA Verso: IVNONI REGINAE, Giunone in piedi con scettro e patera, pavone ai suoi piedi In campo: S C Domiziano con Minerva e la sua civetta (la moneta è di Crivoz) RIC II (ed.1926) 132 (657 nuova edizione), denario, 88-89 d.C. Dritto:IMP CAES DOMIT AVG GERM PM TRP VIII, Verso:IMP XVII COS XIIII CENS PPP, Minerva con lancia e scudo su prora, civetta ai suoi piedi. Diana e il suo cervo su un antoniniano di Postumo RIC Vb 300, antoniniano, zecca di Colonia, 260 – 269 d.C. Dritto: IMPCPOSTVMVSPFAVG Verso: DIANAEREDVCI, Diana con arco conduce un cervo. Una categoria curiosa ed interessante sono i Genii lavoratori, o inventori, che vegliano sulle varie arti e mestieri, tra questi abbiamo i Genii che battono moneta, i Genii orefici, musicisti, pittori, scultori, come esistono per i falegnami, i fabbri, i mercanti e comunque per ogni categoria, corporazione o società, e per qualsiasi attività ed evento rilevante, anche in campo militare e amministrativo, cito ad esempio il Genio dell'esercito, predominante su tutti gli altri Genii militari, come quello della legione, della coorte, dello stendardo, della spada e delle calighe, abbiamo il Genio del Senato, o quello della Giustizia, divinità legata a Nemesi "la vendetta divina" l'inesorabilità della giustizia, e che viene spesso raffigurata nell'atto di reggere un serpente; su questo aureo di Adriano, si nota la presenza di un serpente, seminascosto, quasi confuso con la sedia, tanto da non essere nemmeno citato dal RIC, ma presente e vigile, svolgendo le funzioni di Genius Loci del tribunale. Aureo di Adriano con la Giustizia RIC II 252a, aureo, zecca di Roma, 134-138 d.C. Dritto: HADRIANVS AVG COS I I I PP Verso: IVSTITIA AVG, Giustizia seduta a sinistra con patera (io ci aggiungo anche un Genius Loci) Il serpente è sulla sedia, sopra la spalla destra della Giustizia, all'altezza del volto Il Genio del Senato di Antonino Pio RIC III 69, denario, zecca di Roma, 140 – 143 Dritto: ANTONINVS AVG PIVS PP TRP COS III Verso: GENIO SENATVS, Genio in piedi a sinistra con ramo e scettro. Aureo di Adriano con Roma e il suo Genius Loci RIC II (1926) 77c, aureo, zecca di Roma, 119 – 122 d.C. Dritto: IMP CAESAR TRAIAN HADRIANVS AVG Verso: PM TRP COS III, Roma seduta con lancia e Vittoria, dietro la sedia uno scudo (…e Genius Loci). Anche qui, il Genius Loci non è assolutamente il personaggio principale, ma svolge con una presenza discreta, una funzione di controllo guardando le spalle a Roma, la sua protetta. Nemmeno per questa moneta il serpente è citato dalla descrizione del RIC, è piccolo e dietro la sedia, sopra un piccolo altare. Il Genius Loci del Circo su un aureo di Adriano RIC II (1926) 144, zecca di Roma, 121 d.C. (A.V.C. 874) Dritto: IMP CAES HADRIANVS AVG COS III Verso: ANN DCCCLXXIIII NAT VRB P CIR CON, giovane figura maschile (Genius Loci) con ruota. Il Genio Augusti Il Genio dell'imperatore era il più potente e il più temibile dei Genii individuali, come l'imperatore era superiore agli altri esseri umani, così era per il suo Genio, e veniva considerato il Genius Loci di tutto l'impero romano, e numerosi templi dedicati al Genio Augusti sorsero in varie parti dell'impero. Dato che l'imperatore era il Pater Patrie, il suo Genio lo consigliava nelle decisioni da prendere per il bene dell'impero e dei sui cittadini. Quando Ottaviano rientrò a Roma dopo la battaglia di Azio, apparve chiaro al senato che si trattava di un uomo di grande potere e successo, un chiaro marchio divino, così fu decretato che tutti i banchetti comprendessero una libagione offerta al suo Genio. Questo diede inizio alla tradizione degli imperatori "divini", ad ogni modo la "divinità" era legata alla carica e non all'uomo, infatti gli imperatori romani hanno dato ampia prova di non essere né divini né immortali. La rappresentazione del Genio su monete in età imperiale ha avuto inizio con Nerone, ed è stata ripresa, più o meno spesso da molti imperatori successivi. Un dupondio di Nerone, primo imperatore a rappresentare il Genio su monete. RIC I 215, zecca di Roma, 63 d.C. Dritto: NEROCLAVDCAESARAVGGERMPMTRPIMPPP Verso: GENIO AVGVSTI, Genio con cornucopia e patera su altare Esergo: T, in campo SC Un Genio Imperatoris di Galerio RIC VI 101a, follis, zecca di Alessandria prima officina, 308-310 d.C. Dritto: IMPCGALVALMAXIMIANVSPFAVG Verso: GENIOIMP – ERATORIS, Genio con patera e cornucopia, in testa un modius Esergo: ALE, in campo K, A su P Genio Caesaris di Massimino Daia RIC VI 36, Heraclea quarta officina, dicembre 308 – maggio 310 d.C. Dritto: GALVALMAXIMINVSNOBCAES Verso: GENIOCA – ESARIS, Genio con patera e cornucopia. Esergo: dot HT delta dot Propiziarsi il favore del Genio Imperatoris, o del Genio Augusti, faceva sì che ciò avesse effetto anche sui Genii delle truppe sotto il suo comando. Le truppe provinciali ampliarono l'idea del Genio di Stato, nella Britannia romana sono stati rinvenuti altari dedicati ai Genii di Roma ed a tutti i Genii delle legioni, delle coorti, delle alae e delle centurie presenti in Britannia, come ai Genii del pretorio, dei castra e persino dei vessilli. Traiano Decio e il Genio dell'esercito Illirico RIC IVc 105b (variante nella legenda al dritto), sesterzio, zecca di Roma, 249? d.C. Dritto: IMPCAESCMESSTRAIQDECIOAVG – Busto laureato con drappeggio e corazza. Verso: GENIVSEXERCITVSILLVRICIANI – Genio in piedi a sinistra con patera e cornucopia, stendardo militare sulla destra. Le iscrizioni su altari e lapidi non erano confinate al mondo militare, nel territorio dell'Impero ci sono numerosi esempi di dediche ai Genii di persone autorevoli e rispettate, ed anche ai Genii dei loro parenti ed amici, come esistono iscrizioni sepolcrali, in alcuni casi la dedica al Genio è combinata con "Genio ed onore" o nel caso di coppie con "Genio e Iuno"; spesso si trova in forma abbreviata come ad esempio GPR "Genio Populi Romani" al Genio del popolo romano, GHL "Genio Huius Loci" al Genio di questo luogo o GDN "Genio Domini Nostri" al Genio del nostro signore (o padrone). Il fatto che siano sopravvissuti fino ad oggi centinaia di esempi di queste dedicazioni, è una testimonianza di come questa credenza fosse un culto ufficiale diffuso in tutto l'Impero. Una vasta emissione di rappresentazioni del Genio si ebbe durante la tetrarchia, sia gli Augusti in carica che i loro Cesari, coniarono monete dedicate al Genio del popolo Romano (anche con legenda abbreviata GENIO POP ROM), quindi questa iconografia la troviamo per Diocleziano, Massimiano, Costanzo I, Galerio, Massimino II, Severo II, fino a Licinio e Costantino I. Diocleziano e il Genio del popolo Romano RIC VI 17a, zecca di Heraclea terza officina, 296 – 297 d.C. Dritto: IMPCCVALDIOCLETIANVSPFAVG Verso: GENIOPOPV – L – IROMANI, Genio con Patera e scettro Esergo: HT gamma Un follis di Costantino I, ultimo imperatore a rappresentare il Genio su monete imperiali. RIC VI 74c, Nicomedia quinta officina, 312 d.C. Dritto: IMPCFLVALCONSTANTINVSPFAVG Verso: GENIO AVGVSTI, Genio con cornucopia e patera su altare Esergo: SMN, in campo a destra stella sopra epsilon Con Costantino I, dopo circa quattro secoli, il Genio scompare dalle monete romane, ed il culto "ufficiale" dei Genii, dei Lari e dei Penati, viene definitivamente soppresso nel 392 d.C. per volere di Teodosio I, decretando così la vittoria finale della Cristianità. Tuttavia, il concetto non è morto affatto, e continua ad essere rappresentato in altre forme e con altri nomi, avete bambini? Oppure la saga di Harry Potter piace anche a voi? Beh, anche il maghetto di Hogwarts ha il suo Genio personale, solo che lui, essendo appunto, un mago, ha il potere di evocarlo a piacimento tramite l'incanto Patronus (Expecto Patronum "conto su un guardiano") uno spirito che, guarda caso, ha la forma di un animale, un cervo. La presenza del Genio continua a vegliare su di noi, che ci crediate o no. Le immagini delle monete sono tratte da: wildwinds.com dirtyoldcoins.com acsearch.info , a parte la moneta inconsapevolmente concessa da Crivoz :) p.s. Un ringraziamento particolare a Rapax per la consulenza riguardo il periodo repubblicano.
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  2. mat. argento 958,3 millesimi peso gr. 1,72 dia. mm 21,03 D/+ SENA VETUS lettera S accostata da quattro globetti, in cerchio rigato R/ + ALFA ET ( I ) croce patente in cerchio rigato Da le monete della repubblica Senese: In questo grosso è stata inserita una croce all'inizio delle legende del dritto e del rovescio,uniformandosi così in questo particolare alla quasi generalità delle altre zecche comunali Italiane. La difficoltà di reperibilità di questo tipo di grosso indicherebbe una coniazione limitata nel numero e nel tempo. Moneta battuta poco prima del 1245
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  3. bongiorno Esiste anche una cera, (renaissance wax –micro-crystalline wax polish)che è al top per il colloquio delle monete pattinato
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  4. Guarda che diciamo la stessa cosa. Tu vuoi poterti appoggiare ad un perito pretendendo ,giustamente, di trovare in quella figura tutta una serie di valori intrinseci al ruolo. Io invoco il cambio di regole ,dalle attuali estremamente blande e per nulla selettive o probanti, a regole che facciano veramente da filtro e setaccio per discernere il grano della conoscenza ( poco) dalla lolla della millanteria (tanta, tanta, uhhhh ma quanta...) Alla fine vogliamo tutti e due che perito numismatico faccia rima con esperto vero e responsabile....
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  5. Qua, c'è pane per i vostri denti... http://ret001qm.eresmas.net/Bienvenida.htm
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  6. Questa discussione è stata ispirata da un ritrovamento, ma non ha l'obiettivo di riunire qui ritrovamenti, fregature e relativi commenti quanto piuttosto illustrare una serie di monete potenzialmente pericolose. In effetti qualche sovrapposizione c'è, del resto è un tema interdisciplinare e alcuni cenni anche in questo forum, male non faranno! Certo che voi che frequentate la sezione euro vi tengono a stecchetto... sembra che abbiate l'ansia di "beccare" discussioni altrui... Concedete un minimo di respiro, per Diana! :lol:
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  7. Buongiorno a tutti, vedete quando ho proposto questo tema con un titolo anche un pò provocatorio il mio intento era quello di smuovere qualche opinione e cercare di tirare fuori qualche verità sul mondo dei periti numismatici. Purtroppo il mio intento è andato fallito perchè ho riscontrato molta chiusura dalla maggior parte di voi....senza ancora capirne il vero motivo..... Ho apprezzato invece qualche intervento a favore e li ringrazio di questo veramente ma purtroppo per il resto.... Ciò che mi è dispiaciuto di più è stato riscontrare una certa animosità e "cattiveria" da parte di alcuni con frasi tipo "DISCORSO INUTILE.... NON HA SENSO PROPORLO" e via dicendo........ Scusate se ho dato fastidio a qualcuno constatando purtroppo che ci sono anche degli INTERESSI dietro a certi discordi....però AMANDO questo forum chiudo questo discorso perchè è giusto così..... Per chiudere vorrei ringraziare il Dott. Alberto Varesi, è sempre un piacere leggere i suoi interventi e di fronte a persone di tal livello sarò sempre io a darle del Lei.. Buona giornata a tutti Lele :)
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  8. Salve amici. Il Forum non è propriamente uno spazio facile...di qui maggiore interesse e anche divertimento. Concordo sul fatto che discutere insieme è importante e ci arricchisce. La democrazia nasce nell'agorà delle antiche città e lo scambio dialettico è alla base della conoscenza e l'unico vero motore che stimola la chimica del cervello...favorendo le interconnessioni tra i neuroni. Tranquilli! Mi fermo qui perchè non ho intenzione di addormentare la discussione tediandovi.:D Tuttavia non dobbiamo confondere lo scambio dialettico con fare quattro piacevoli parole e questo credo volesse dire l'amico Bizerba ...anche se in modo quasi tecnico.:) Peraltro sappiamo che la democrazia pone delle regole...altrimenti non è più tale.;) Nel contempo comprendo l'autore della discussione ed altri amici quando ci dicono che potrebbe essere interessante per gli appassionati parlare anche di periti, del loro lavoro e di particolari competenze. Ma non è obiettivamente possibile...come alcuni hanno rilevato, a prescindere dal regolamento e dalla deontologia di questo Sito...che pure suggeriscono di non farlo. Purtroppo si cadrebbe nel dare comunque valutazioni soggettive sulla scorta di coinvolgimenti, esperienze, specializzazioni, notizie de relato (cioè per sentito dire...), impossibilità oggettiva di valutare ciò che è stato dai periti valutato. Per ridurre il tutto a criteri oggettivi (cioè realistici...) dovremmo creare una supercommissione (fantascientifica....) di collezionisti al fine di esaminare almeno quindici monete (di vario conio e periodo) sigillate dai vari periti in passato ed a loro insaputa. Ogni moneta sigillata (ma coprendo il cartellino del perito per evitare qualunque coinvolgimento) prende un voto. la somma (dei voti) fa il totale (come diceva Totò...al secolo Antonio De Curtis). Di qui potremmo decidere qualcosa...ma sarebbe sempre e solo la valutazione di un coinsesso (non autorizzato) di Collezionisti. Avrebbe un valore? Ne dubito. Nel frattempo i Signori periti potrebbero anche ritenere tale contesto non tecnico e nemmeno legittimo, sicuramente lesivo della loro immagine. Ed avrebbero pure ragione. Peggio ancora se ci mettiamo a scambiare mere valutazioni verbali su Professionisti in luogo pubblico...quale è un Forum. Perchè, anche in buona fede e senza accorgercene, cadremmo un un ambito molto prossimo alla: - pubblicità (nella migliore delle ipoesi); - diffamazione (nella peggiore); e vi assicuro che basta molto poco perchè ciò possa essere configurato. Purtroppo è così. Quindi non ci offendiamo, non rimaniamoci male, ma su alcuni argomenti si deve fare la fatica di impostare il discorso in modo indiretto e piacevole...come suggeriva l'amico Alberto Varesi. Comunque resterebbe oggettivamente e tecnicamente un argomento di difficile riscontro...quindi del tutto opinabile. Che poi ognuno di noi possa avere delle idee al riguardo è possibile e plausibile...ma non sono esprimibili in questo spazio pubblico, come spero di aver tecnicamente spiegato. Il tutto non per limitare o censurare ma per chiarire delle dinamiche tecniche e legali che vanno tenute in conto e che il sito è obbligato ;) a chiarire ai graditi frequentatori. Un caro saluto. :)
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  9. Lele, credo che la domanda sia stata posta nella maniera sbagliata e come dice il vecchio adagio "chi mal intende peggio risponde", da qui - probabilmente - alcuni interventi in contrasto con il suo (a questo punto uso anch'io il Lei....hai visto mai) Se al posto di quella frase iniziale "Chi sono secondo voi i più meritevoli e famosi d'italia????" avesse scritto "parliamo dei periti con i quali abbiamo avuto a che fare" forse la discussione avrebbe preso una piega diversa. Stilare classifiche, oltre che poco elegante, é praticamente impossibile e nel giudizio peserebbe maggiormente la componente soggettiva a discapito di quella oggettiva (sempre che vi sia, una componente oggettiva, concordo con Bizerba al riguardo). Ciò non toglie che si possano avere delle preferenze e non credo ci sia nulla di male a riportarle o a descrivere, perché no, esperienze non proprio positive.
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  11. Concetto che ritengo ineccepibile, personalmente sono per intendere letteralmente il termine "fior di conio" e per monete che non siano nate per essere tali, perchè finivano nei cassoni della zecca tutte assieme in attesa delle estrazioni, o per rimanere tali perchè destinate alla normale circolazione, lo vedo come un traguardo utopico... Poi è chiaro che monete eccezionali ce ne siano, e che per alcune trovare tracce di usura, contatti o quant'altro è impresa ardua, forse si può salire dal tuo "migliore di splendido" a qFDC, ma sono sfumature di colore...:P Tornando alla carrellata di monete di Clemente XII che hai presentato, mi accodo ai complimenti di Giov60, perchè ne esce un assieme davvero splendido. Aggiungo il mio ben più modesto contributo con tre argenti romani di papa Corsini; ho dovuto selezionare il meglio per non sfigurare ;): Testone A.V per Ancona porto franco (Muntoni 40): Giulio A.V della già citata serie "A.A.A. F.F." (Muntoni 75): Grosso A.V con S.Pietro (Muntoni 136): Per "completare" l'opera su Clemente XII occorrerebbe postare anche qualche oro, che al momento mi manca...:rolleyes: Ciao, RCAMIL.
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  12. Grande moneta Latino,complimenti davvero,tra parentesi,avendo avuto proprio ieri un bellissimo regalo ,il Toderi " Le monete della repubblica senese",questo mi permette di poterla rivedere sul libro,dovrebbe essere il Toderi N°5,è interessante riportare la storia della S in legenda verticale a differenza del primo tipo con le grosse S coricate,questo è dovuto al fatto ,che nel tipo con le S coricate veniva incisa la lettera sul conio con punzoni a forma di semicerchio,ma essendo questi semicerchi troppo grandi,la S risultante era troppo alta per stare in verticale e quindi veniva messa in orizzontale,per cui per il grosso da te postato sono stati usati punzoni con semicerchi appropriati che permettessero la S verticale,come risulta nel tipo Toderi 4 e 5 come il tuo.
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  13. ecco la tabella 10 lire d\'oro aratrice - Vittorio Emanuele III.pdf
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  14. Cenni di pondometria Il termine piede indica il modello di misura ponderale nei diversi metalli e nei diversi sistemi monetari. In tutto il mondo antico, la base ponderale è il talento che si divide in mine. In Grecia il talento è diviso in 60 mine e la mina in 100 dracme. La dracma si divide in 6 oboli. L'obolo è pari a 2 emioboli e a 4 tetartemori. I principali modelli (piedi) monetari della Grecia sono: * l'eginetico, in cui un talento pesa 36.960 Kg., una dracma pesa 6.16 g. e da' luogo al didramma da 12.32 g. Diffuso in Peloponneso, Beozia, Tessaglia, Focide, Cicladi. * l'euboico-attico, con talento da 26.196 Kg., dracma da 4.36 g. e tetradrammi da 17.44 g. Diffuso in Attica, Eubea, e colonie greche della Sicilia. Riceverà la massima diffusione proprio dalla monetazione di Alessandro III di Macedonia. * il corinzio, con dracma da 2.90 g. e tridrammi da 8.70 g. Diffuso in Magna Grecia con l'esclusione di Posidonia e Velia. Dobbiamo tuttavia ricordare anche i sistemi: * di Corcyra: dracma da 5.80 g. e didrammo da 11.60 g. Forse diffuso all'inizio in alcune colonie della Sicilia (Zancle, Imera, Nasso) e poi sostituito con quello attico. N.B.: la monetazione citata potrebbe però essere stata fondata sul piede di Corinto battuto in didrammi anziché in tridrammi. * di Chio e di Rodi: dracma da 3.90 g., didrammo da 7.80 g. e tetradrammo da 15.60 g. * di Samo: dracma da 4.37 g. e tridrammo da 13.10 g. * della Tracia e della Macedonia: dracma da 4.80 g. e didrammo da 9.70 g. Diffuso a Tasos e Neapolis. * fenicio: dracma da 3.60 g., didrammo da 7.20 g. e tetradrammo da 14.40 g. Diffuso in Tracia, Macedonia, Calcidica, Cirenaica, Egitto. Copiato e incollato da: Alessandro III il Grande, storia e monete (Ottavio de Manzini - Sergio Rossi) in: http://www.roth37.it/COINS/Alex/index.html
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