Classifica
Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/27/11 in tutte le aree
-
REGI DECRETI DEL REGNO DI SARDEGNA A TEMA NUMISMATICO (1796-1861) Raccolta di decreti di coniazione, demonetazione, altro. Sulla falsariga della discussione aperta da Uzifox sui decreti relativi al Regno d’ Italia voglio qui raccogliere i documenti originali del Regno di Sardegna (da Carlo Emanuele IV a Vittorio Emanuele II) (1796-1861) Invito quindi tutti gli utenti ad inserire in questa discussione IMMAGINI di COPIE CARTACEE REALI (non quindi testi semplicemente trascritti) in modo da avere per il futuro riferimenti certi e sicuri su ogni tipologia di moneta. Per iniziare posto il Decreto n.1000 del 9 marzo 1850 (reg 10 marzo 1850) che definisce il tipo della moneta da Lire 5 (Scudo) in argento del Regno di Sardegna (Vittorio Emanuele II ) ripreso anche per la serie in argento e in oro1 punto
-
Anzitutto bisognerebbe fare un distinguo importante: ogni perito é ( o dovrebbe essere ) particolarmente esperto in un determinato settore. Ci sarà quindi chi é molto capace nella monetazione greca, chi in quella romana, chi in quella medievale (magari limitata ad una zecca particolare), chi nelle decimali, chi nelle estere ecc. ecc. Eviterei chi si dichiara esperto di tutto. Ci sono sicuramente persone poco note che lavorano con professionalità e costanza, ma se non hanno la risonanza di altri é solo perché, probabilmente, non hanno le stesse capacità. E' il mercato che premia, non ci sono scorciatoie; se sei bravo ed affidabile il mercato ti premia.1 punto
-
Sopra Pegaso dovrebbe trovarsi la legenda COS IIII, evidentemente cancellata dall'usura. La classificazione è R.I.C.(1 ed) 238 R.I.C.(2 ed.) 921 C2 (Vespasian). Ciao1 punto
-
Un magnifico oggetto : la figura del Cristo è bellissima, una piccola scultura di notevole pregio. Davvero un bel ritrovamento !1 punto
-
Hai fatto una bella domanda... ma senza andare a leggere l'articolo di E. S. G. Robinson "The Coins from the Ephesian Artemision Reconsidered" - The Journal of Hellenic Studies, Vol. 71 (1951), pp. 156-167 (che trovi a pagamento qui: http://www.jstor.org/pss/628197 ) e di Bammer (1991- vedi nota in basso), prendi in biblioteca "Archeologia della moneta" di Federico Barello. in pratica tutta la datazione che aveva proposto D. G. Hogarth nel 1904-05 è stata rivista. Delle tre scuole di pensiero, quella più accettata ultimamente è una datazione intorno al 600 a.C. La prima scuola è per una datazione alta e segue Hogarth che nella pubblicazione del 1908 sugli scavi ad Efeso piazzava la costruzione della base centrale intorno al 700 a.C. Anche B. V. Head datava in quel periodo l'apparizione delle prime monete (sotto Gyge - c. 680-645 a.C.) Anche L. Weidauer (la cui pubblicazione è un must) seguendo analisi stilistiche propone una data intorno al 660 a.C. A questa scuola di pensiero appartiengono anche D. Kagan ed altri che vedono tutti la nascita della moneta intorno al 700 a.C. Poi abbiamo una cronologia più bassa. Diciamo media, proposta dal su detto E. S. G. Robinson. Ipotesi incoraggiata anche da P. Jacobsthal, il quale considerava che gli oggetti trovati assieme alle monete non potessero avere una datazione così alta come proposto in precedenza. La base centrale secondo loro datava del primo decennio del VI secolo (600-590 a.C.) e le gocce con solo la punzonatura erano apparse verso il 630 e che poco dopo un tipo era stato posto al diritto. Già G.M. Cook (qui un articolo interessante: http://www.jstor.org/pss/4434576 ) aveva suggerito una tale datazione, ma nessuno prima di Robinson aveva trattato la questione con tale autorità ed argomentazioni così solide. Sulla sua scia nomi importanto come S. Kiyonaga, C. M. Kraay, M. J. Price, R. R. Holloway, R. W. Wallace (The Origin of Electrum Coinage) e S. Karwiese... Price e Carradice nel loro famoso volume hanno proposto una data attorno al 600 a.C. (tenendo conto del tesoro di Asyout, che ha frazioni in argento ma che per quello può essere d'aiuto nella datazione delle monete in elettro delle stesse città che hanno emesso queste frazioni). La cronologia più bassa l'ha proposta M. Vickers (Early Greek coinage, a reassessment, NC 1985 - articolo che non ho). Secondo questo studioso il terminus ante quem della base centrale sarebbe il 520 a.C. Quindi l'inizio delle coniazioni sarebbe intorno al 550 o forse più tardi perché secondo lui non è certo che Creso abbia coniato moneta (teoria secondo la quale i cosiddetti creseidi sono da considerarsi tutti persiani achemenidi). Nota Anton Bammer nel 1990 ha scrtto: "A "Peripteros" of the Geometric Period in the Artemision of Ephesus", Anat. St. 40; nel 1991: "Les sanctuairies du VIII et VII siècle à l'Artemision d'Ephèse", in Revue Archéologique (pag. 63-83); nel 1993: "Fouilles à l'Artémision d'Ephèse (période géometrique et archaique): nouvelle données", in Revue Archéologique (pag. 187-99). Tutti articoli che ancora non ho, ma il cui "succo" lo trovi nel già citato libro di F. Barello. Spero di non essere stato noioso :P1 punto
-
Bel crocefisso(avorio?) di ottimo stile,lavorazione artigianale finissima,sinceramente e il primo che vedo con una croce così particolare,,non sono un esperto di crocefissi ma dovrebbe essere del XVIII inizio XIX sec. sentire altri pareri farà piacere anche a me,complimenti per il ritrovamento.Ciao Borgho.1 punto
-
Chi decide chi lo merita e chi non lo merita? Tu? Lo Stato onnipotente? La Commissione per l'Identificazione degli Indegni di Vivere? Attenzione: questa è una brutta strada, e in passato l'abbiamo già stata percorsa ...1 punto
-
1 punto
-
A questo punto ritengo utile spendere due parole per identificare il nominale dell’aureo di 1,74 g. Nel catalogo di Leu-Hess del 1956, citato in precedenza, queste monetine d’oro erano state considerate di 30 Litre. Questo perché tali monete d’oro hanno un peso equivalente a due litre in argento (0,874 g x 2) e con un cambio AV:AR pari a 1:15 se ne ricava facilmente che due litre in oro corrispondevano a 30 litre in argento. Tuttavia in tempi successivi, nel 1999, Boehringer (su Revue Belge de Numimsmatique) ha fornito una chiave di lettura molto più complessa proprio per queste tardive emissioni in oro, subito prima delle gravi distruzioni operate dai Cartaginesi nel 406-405 a.C.. Per il peso di 1,74 g sono note finora in tutto 4 zecche (Akragas, Gela, Siracusa, e Messana). Sulla base anche di studi effettuati dalla Bérend sulle monete d’oro di Siracusa emesso poco dopo, sotto l’inizio del regno di Dionisio I, i famosi “ercolini”, il Boehringer si è detto convinto che il cambio AV:AR di 1:15 era troppo alto e doveva essere sceso, anche a causa della guerra, a 1:12. In maniera molto ingegnosa ha ritenuto che queste emissioni d’oro dovevano essere basate sul cosiddetto “talento siceliota”, che NON va confuso con il classico “talento attico”, equivalente a 60 mine e a 6000 dramme attiche. Questo talento siceliota, strettamente legato anche alla litra siceliota, era molto più “leggero”e citato già in Polluce e Aristotele (basta consultare H. Mattingly, The “little” talents of Sicily and the West, NC, 1942, p. 14-20). Il talento siceliota valeva 12 nomoi (= tetradrammi) e quindi 240 litre di argento, secondo la seguente tabella predisposta dal Boehringer: Osservando attentamente la tabella, che permette anche di stabilire i reciproci rapporti tra oro – argento – bronzo, si ricava facilmente che una moneta d’oro del peso di 1,74 pesa esattamente un decimo del talento d’oro di 17,44 g. Se un talento d’oro, come si evince della tabella, valeva 240 litre, quanto poteva valere, secondo questo schema, una monetina d’oro di 1,74 g. La risposta è nella proporzione 1:240=0,1:x e quindi il vero valore di tale moneta d’oro era di 24 litre in argento (e non 30 litre come nel catalogo di asta). Purtroppo la metrologia è una materia piuttosto ostica e non sempre facilmente comprensibile. In ogni caso si ipotizza che in quel periodo di grande sommovimento politico causato dalla drammatica invasione cartaginese in Sicilia la moneta d’oro veniva “agganciata” al sistema del talento di 12 tetradrammi e quindi espressa in termini sia di frazioni di talento sia di multipli di litre.1 punto
-
Tutti hanno ragione il Signor G. di più Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo per fortuna o purtroppo per fortuna per fortuna lo sono.1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
Accolgo volentieri l'invito di Piergi a parlare di Domenico Rossi, anche se la cosa mi commuove sinceramente. Il buon Domenico era persona davvero cordiale con tutti e credo di non sbagliare quando dico che MAI l'ho visto arrabbiarsi: anche quando parlava di qualcuno che, a suo dire, lo aveva "fregato" non lo faceva con rabbia, ma col sorriso sulla bocca. Non era uno stupido, un fessacchiotto, ma una persona estremamente gentile che conosceva i valori della vita e li apprezzava. Ho un vago ricordo dei primi tempi in cui l'ho conosciuto; all'epoca certamente portavo i pantaloni corti, come si usa dire, ed una figura "normale" come quella di Domenico non resta subito impressa, non tanto quanto quella, più imponente e "prepotente", di un Bobba, ad esempio. Domenico invece apparteneva a quella categoria di persone dal "profilo basso" ma che stimi da subito per la cordialità e la competenza; persone che migliorano col tempo, come il buon vino (passatemi il paragone perchè sono certo che Domenico lo apprezzerebbe). Lavorò per tanti anni alla Martini e Rossi, nota ditta di bevande, ma coltivò sempre la passione per la numismatica. Dapprima furono le romane; settore che poi abbandonò per dedicarsi alla monetazione sabauda, della quale riuscì a costituire una collezione ragguardevole per completezza e qualità. Successivamente si dedicò a quella che si può definire la sua creatura: la raccolta di cataloghi d'asta di tutte le ditte numismatiche a livello mondiale pubblicati fino al 1950 circa. Stipò all'inverosimile il suo appartamento. Quando mi invitò a visionare la raccolta rimasi davvero stupito dell'enorme quantità di pubblicazioni che era riuscito a collezionare: cataloghi di Ditte che neanche conoscevo, vendite del '700, del '600 e persino del '500 (!!!!), rilegature in piena pelle con impressioni in oro....una libidine per gli occhi. Sorrido ancora quando ripenso a quella una volta in cui, di ritorno dal Marocco, portò a casa una gran quantità di pellame conciato, così da rifornire il suo rilegatore. A distanza di alcuni giorni mi disse, mettendosi le mani tra i capelli, che non ne poteva più per la gran puzza che gli aveva letteralmente saturato l'abitazione..... Nonostante alcuni problemi di salute non rinunciava a qualche viaggio in Francia, sua seconda patria, dalla quale spesso tornava con qualche "chicca", ovvero una rara monetina sabauda del periodo medievale. Quel grammo di argento, a volte anche malconservato, gli riempiva il cuore e gli faceva brillare gli occhi come neanche monete ben più blasonate sarebbero riuscite a fare: era un vero Numismatico. Molti lo ricorderanno dietro un tavolo a qualche convegno, io ho avuto il piacere e la fortuna di condividere con lui anche momenti più leggeri e gioviali, come il pranzo post-convegno di Torino, divenuto con gli anni un immancabile appuntamento, nella "pioletta" di Poirino, un albergo-ristorante modesto nell'aspetto ma ricco nei contenuti (a buon intenditor..) Quando ci andiamo è d'obbligo un brindisi all'amico Domenico. Un saluto a tutti1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
Lamoneta.it
La più grande comunità online di numismatica e monete. Studiosi, collezionisti e semplici appassionati si scambiano informazioni e consigli sul fantastico mondo della numismatica.