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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/25/11 in tutte le aree
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La prima opera del dopo guerra che cura la monetazione Savoia è il pignolo lavoro di un commerciante e studioso fiorentino, Luigi Simonetti. In tre volumi sintetizza sia il CNI, sia quanto emerso in seguito. Uno studio che gli amici cultori delle monete del Ducato di Savoia sicuramente conoscono e stimano. Spesso accade che per impossibilità di verifica, l'autore si debba accontentare di note, di cataloghi magari non chiari, oppure riportare quanto scritto in precedenza non potendolo smentire. Vige la regola, infatti, che nel dubbio, per definizione, si prende per buono quanto in precedenza scritto. La numismatica non è una scienza a se stante in questo. Quindi accade che un errore venga riportato su più testi unicamente perchè agli autori viene meno la possibilità di verificare dal vivo la bontà di una legenda, di una data o di un particolare. Il Testone di Carlo II ha ben 17 tipi differenti a seconda del periodo di coniazione, del maestro di zecca, degli incisori e della zecca stessa dove questi veniva battuto. Alcuni tipi sono della più esimia rarità e non compaiono mai, altri con maggiore frequenza ed alcuni sono semplicemente rari. Vorrei prendere in esame il testone di tipo II quale riferimento Simonetti 18 e nel caso specifico il 18/2 per la zecca di Bourg con le sigle BH, sigle attribuite al maestro HENRI PUGNIET in carica a Bourg dal 24 gennaio 1528 al I dicembre 1532. Il Simonetti cita quale riferimento la Collezione de Peyster di Londra n 575, collezione della quale non ho il catalogo. Il Cudazzo nel MIR a pag. 201, rif 339/b cita il Simonetti 18/2. Mentre Biaggi illustra numerosi esemplari del II tipo classificandoli come 293 (18). Pertanto dell'esistenza del Testone di Carlo II per il maestro Henri Puignet si deve alla collezione de Peyster. Come sapete il Ducato di Savoia non è il mio pane quotidiano, anzi ho non poche difficoltà, quindi mi sono messo alla ricerca di un esemplare con queste sigle BH in cataloghi e vendite, e non l'ho trovato, ma questo non significa certo che non esista. Ciò che è certo, invece che l'esemplare citato da Simonetti 18/2 non ha le sigle BH ma BB. Il Maestro è quindi Benedetto Bacod più volte confermato alla carica di Maestro a Bourg en Bresse tra il l’11 settembre del 1523 sino al 9 giugno del 1527. Ho rintracciato questa moneta, dalla Collezione de Peyster n. 575 è stata poi venduta nella vendita della collezione Dolivo da Munzen und Medaillen XXVII n. 101 negli anni ‘60 Ducato di Savoia Carlo II di Savoia (1504 - 1553) Testone non datato con sigle BB (1523-1527). Zecca di Bourg en Bresse Argento 9,164 diametro 28,80 mm D/ DVX' SAB' II' CAROLVS semi busto del Duca imberbe, con berretto in posizione obliqua, volto destra, ed intersecante la leggenda in basso. Rv: + NILDEST' TIMENTIBVS' DEVM' B'B' (Benedetto Bacod, zecchiere) Scudo sabaudo sormontato da nodo Savoia, e da anellino; ai lati FE - RT T/ liscio. Ravegnani Morosini 8, MIR 339a, CNI 46, Simonetti 18/2*, Biaggi vol. **, pag. 445, n. 293. *Esemplare è citato dal Simonetti 18/2 erroneamente con cifre BH, invece di BB. Il testone di II tipo, secondo quanto riportato da Simonetti fu battuto tra il 24/1/1528 al 1/10/1532 per 3.329 marchi ... ed ora che ho dato il mio minimo contributo alla numismatica Savoia, posso tornarmene a Napoleone :)2 punti
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Ecco, se evitassi di insultare le famiglie altrui, te ne sarei grato. Perchè non vi informate, davvero, voi sui chi fossero queste 1000 persone, prima di sparare certe cose (evito le parolacce). Esaltiamo briganti come patrioti e insultiamo i garibaldini, certo. A quando la riabilitazione dei sanfedisti? Se, poi, qualcuno inizia ad intervenire, con i vostri toni, nelle discussioni filo-borboniche, vediamo come reagite. Discorso chiuso, da parte mia.2 punti
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Clemente XII (Lorenzo Corsini 1730-1740) di Firenze, Papa severo ed austero, purtroppo lo fu anche con le piastre. Nei dieci anni di papato si ha una sola emissione della piastra, e per giunta molto rara. Fu parco anche con le mezze piastre, tre emissioni e poche varianti di conio. Fortunatamente con i testoni, giuli, grossi, e mezzi grossi c'è di che divertirsi, e da spendere, se si ricercano esemplari in conservazione splendida. Ripassando le fotografie ... triste destino dei collezionisti ... quando sono lungamente separati dalle proprie monete, mi sono imbattuto nella mezza piastra coniata per i lavori di San Giovanni dei Fiorentini in Roma. Se l'avesse elevata a piastra sarebbe stata magnifica e probabilmente anche l'ultima battuta da un Papa, peccato. Personalmente considero questo ritratto il migliore per esecuzione tra tutte le emissioni di Clemente XII, non è firmato per esteso; solo le sigle O H per Otto Hamerani incisore ufficiale della zecca duranti il papato di Lorenzo Corsini (che aveva in appalto con il fratello Ermenegildo parte della zecca). Stato Pontificio Clemente XII (Lorenzo Corsini) 1730-1740 Mezza Piastra MDCCXXXVI (1736) Anno VII Roma Argento gr. 14,642 mm 36,34 D/ CLEMENS - XII . P : M : A : VII, busto del Pontefice a destra con camauro, mozzetta e stola adorna di croce raggiata Rv. DECVS - PATRIAE fronte della chiesa di San Giovanni dei Fiorentini in Roma, all'esergo MDCC - (armetta Mons. Casoni) - XXXVI T/ foglie di lauro, o fogliami in rilievo ↑ Conservazione migliore di Splendida, moneta Rara Varesi Pavia Asta 16 n. 487 23/10/92 Muntoni 019 CNI 134 Clemente XII il 17 agosto 1738 acquistò dal Cardinal Albani una raccolta di 328 medaglioni imperiali, greci e romani, per la somma di 11,000 scudi. Pubblicati nel 1739 da Rodolfino Venuti, illustre numismatico, il primo volume della raccolta con 120 tavole incise da Gaetano Piccini. Questa raccolta di monete classiche è il principio del Medagliere vaticano, che nel 1748 acquisisce altri 148 preziosi medaglioni, e numerose altre monete provenienti dal Museo Carpegna. Clemente XII fu anche il fondatore del Museo Capitolino, acquistando per 60.000 scudi tutte le collezioni d'arte del Cardinale Albani.1 punto
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salve....a posto di pesi,per quale monete erano quelli li....?sembrano listessi,ma di peso diverso :blink:1 punto
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3.5 grammi era il peso dello zecchino veneziano e del fiorino di firenze che poi e` lo standard di tutte le monete d oro fino al 1700 secondo me son pesi monetali per una moneta d oro tipo fiorino1 punto
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Saluti a tutti , ecco una moneta di PISA ....no no mai visto questo roverccio ? peso ...2,8 grammi / Diametro ..24mm...............URL=http://img152.imageshack.us/i/pisa1.jpg/][/url].........................roverccio............. :D .. Uploaded with ImageShack.us...................ringrazi anticipati...... a prestu1 punto
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Sarà che sono malata, ma queste monetine per me sono ...bellissime :) ! Sopratutto davvero perchè interessanti, date le condizioni in cui si trovano (se pulite bene, non mi sembrano affatto male a livello di leggibilità) e vista l'associazione. Se trovate insieme, infatti, sono molto utili per verificare le ultime ipotesi fatte sia sulla datazione dei quartari di Genova che sulle eventuali versioni bonifacine. Quindi grazie ancora una volta agli amici corsi per avercele segnalate ! E mi sa che li contatterò presto via MP per avere qualche info in più. Per quanto riguarda le datazione del quartaro "al castello" o cosiddetto di primo tipo sottoscrivo quanto già pubblicato sull'articolo Nac e sul catalogo Carige 2010, come già detto dottamente dal buon Fra Crasellame. Visto che (riassumo le principali argomentazioni per questa attribuzione cronologica): 1) ne sono stati trovati alcuni esemplari ribatttuti sui tipi con il grifo; 2) si trovano spesso in contesti archeologici della seconda metà del Trecento ed inizio Quattrocento, e mai in contesti della fine del Duecento 3) se ne trovano soprattutto in Liguria ed in Corsica, ma guarda caso non in Sardegna, isola in buona parte della quale la legislazione aragonese vietò la circolazione di moneta "straniera" nel 1330. 4) infine, vi sono alcuni aspetti estrinseci della moneta che completano il quadro: molti dei caratteri della legenda sono già gotici; il tipo del casetello/porta urbica rimanda ai denari tipo Simon Boccanegra (1339-1344); il tipo del rovescio con croce intersecante rimanda invece ai denari della seconda metà e fine del XIV secolo. Qui le foto inviate sono a bassa definizione, ma mi pare di intravedere forse un quartaro con il grifo di cosiddetto terzo tipo (in realtà il secondo), questi con il castello/porta urbica di cosiddetto primo tipo (in realtà il terzo se non il quarto, per via dei TOMAINVS) e quelli di tipo bonifacino. Il denaro in mistura di diverso conio spezzato in basso a sin. invece non si vede proprio bene, come anche la moneta piegata sopra. Infine: mi pare strano che il catalogo Carige 2010 sia già esaurito visto che si parlava della stampa di 6000 copie...e che fino a Natale ve ne erano copie in vendita anche in rete, direi a prezzi abbastanza modici :unsure:. Un caro saluto a tutt* MB1 punto
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Ah dimenticavo! :lol: La moneta rientra ovviamente nel corpo fatimide e il nominale è 1/2 dirham...1 punto
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Ho provato a leggerla con molta calma. Ne ho tratto le seguenti informazioni, sperando siano corrette. La moneta è stata emessa durante il califfato di Ma'add al-Mu'izz. Purtroppo la parte mancante è proprio quella ove sono indicati l'anno e la zecca. Fatta salva la possibilità di una indentificazione precisa per abilissimi(ssimi) riconoscitori di conii, per la data non c'è nulla da fare. Per quanto riguarda la zecca, invece, si leggono le prime lettere abbastanza distintamente e questo permette di concentrarci su un parco limitato di possibilità, in particolare al-Mansuriyah e al-Mahdiyah. Senza esserne sicuro propenderei per la seconda, ma se fosse la prima non sarebbe certo un problema! :D1 punto
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buongiorno a tutti....ho fatto foto con i pesi.....dapresso me,non avevano balancia..... :D1 punto
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Ciao Teofrasto e Bizerba62, nessuno sbaglia... Da sempre si suol dire che il contadino spinge l'aratro, anche se tutti sanno che l'aratro era generalmente agganciato ad una coppia di buoi o a dei cavalli. E' vero che il grosso della spinta non viene dal contadino, ma si trattava pur sempre di un lavoro molto faticoso: guidare l'aratro, come dici giustamente tu Teofrasto, vuol però anche dire spingerlo faticosamente nella giusta direzione. "Orientare" faticosamente l'aratro nella giusta direzione, anche verso un obiettivo, una meta, è un'azione fortemente allegorica. Un'azione rappresentata idealmente (molto idealmente...) come una bella signora e che "spinge" disinvoltamente l'aratro con una sola mano, una mano appena appena poggiata sull'aratro, anche perché con l'altro braccio "fa tesoro" del frutto del proprio lavoro (una seconda evidente allegoria)... Un salutone,1 punto
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Ciao teofrasto. Infatti, hai ragione, "l'Aratrice" non spinge proprio nulla. La mano destra è solo "poggiata" sul manico dell'aratro. Così recita la descrizione contenuta nel R.D. 5.5.1910 nr. 258 che approva il nuovo tipo monetale e che riporto di seguito nella parte che ci interessa. Saluti. Michele1 punto
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Si, stai rischiando molto. Ti conviene buttarle subito nello scarico del water e tirare l'acqua.. :unsure: oo) Scherzavo... :P In realta' rischi se vendi tu stesso o acquisti da venditori italiani non professionisti, di inchieste internazionali finora a parte quella di mediterranean coins si è sentito pochissimo...1 punto
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DE GREGE EPICURI Riprendo la discussione perchè ho fatto un'altra scoperta. Un breve lavoro di A.Geiser nel Bull. de la Soc. Franç. de Numismatique del nov. 1996 discute di queste monete (Petits bronzes coulés "à la rouelle" attribués à la Gaule méridionale et à l'Helvétie): sottolinea che in effetti alcune monete di questo tipo sono state rinvenute in tali territori, e sono esposte oggi in musei svizzeri e francesi. Però...in scavi nel Ponto-Eusino, a Histria, è stato trovato un tesoretto in cui queste monete erano 266 sulle 2114 complessive. E infatti al R le lettere I-sigma-tau, cioè IST, non possono che significare ISTROS; tanto più che nel 1° secolo a.C., datazione approssimativa della moneta, non ci sono più monete celtiche con lettere greche. Credo che l'equivoco sull'origine celtica possa proprio derivare dall'immagine "ruota". A proposito delle "rouelles" celtiche, ho anche trovato alcuni articoli di archeologi francesi che sparano a zero contro le "manie ed infatuazioni celtiche", dimostrando che a volte vengono vendute come celtiche anche rotelline di piombo o piombo-stagno del 1800, usate nelle più varie attività.1 punto
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Senza fare polemiche inutili, ma Napoleone non è dipinto, nei libri di storia, come un pazzo che ha vinto qualche battaglia e persa la "guerra". E' una delle figure storiche maggiormante studiate dell'evo moderno, con centinaia di testi, saggi, e studi. Rivisitato oggi in tutte le accademie militari del globo terracqueo, ed in tutte le università di legge. Come tutte le grandi personalità, ha un lato oscuro, ma questo è ben poca cosa rispetto alla grandezza delle sue gesta e della sua visione universale. Non ci dimentichiamo del Codice Civile (21.3.1804), opera di grande attualità, chiara, che non ammette vie d'uscita, solo per fare un minimo esempio di riforma. Ricostruì dal nulla l'Amministrazione in Francia, l'ordinamento scolastico, poi esteso a tutti i paesi che dipendevano dalla Francia. Eguaglianza di tutti i cittadini innanzi alla legge, la laicità dello Stato ed il concordato con la Chiesa di Roma (riconoscimento della Chiesa Cattolica, e rinuncia di questa a tutti i beni incamerati in Francia), e la libertà di culto ... fu promotore e fondatore della Banca di Francia, introduzione della moneta unica per equità di scambio all'interno dell'impero. Diamine, ed è solo una minima parte a livello nozionistico. Abrogazione della Santa Inquisizione in Spagna con Giuseppe Buonaparte ad esempio. Napoleone non è dipinto come un pazzo. Temo che se l'interesse per le monete napoleoniche sia relativamente modesto, questo non ha nulla a che vedere con la figura di Napoleone. Per fare le collezioni ci vanno i soldi e le monete in Italia sono tante a centinaia di migliaia, ed è certamente più facile seguire una monetazione lineare come quella del Regno d'Italia "savoiardo", storicamente più vicino a noi; facile da reperire, che forse qualcuno ha avuto anche modo di trovare nei cassetti di casa, e non una monetazione così vasta ed ampia come quella napoleonica. Il periodo parte dalle prime repubbliche di ispirazione francese 1797 a Pizzo Calabro 1815, con una miriade di varianti e coniazioni differente e la cosa spaventa.1 punto
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