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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/21/11 in tutte le aree
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Sì, il 1340 è l'anno del calendario islamico che inizia nel 1921 e termina nel 1922 gregoriani. :)1 punto
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Buona sera a tutti. A distanza di qualche tempo riprendo la discussione per riportarVi una novità che ritengo molto importante ai fini di quanto stiamo dibattendo. Alcuni giorni fa ho pensato di mandare una mail alla Johnson 1836 S.r.l. per avere qualche notizia in merito ai presunti saggi/prove/progetti attribuiti alla Ditta milanese e riferiti alla monetazione repubblicana. La mia richiesta di informazioni è stata trasmessa alla Ditta Johnson attraverso un apposito form presente su una pagina del loro sito internet. Ieri mi è arrivata questa risposta: Volendo utilizzare la risposta in questa sede, ho inviato al Dott. Carati questa mail: ed il Dott. Carati mi ha subito autorizzato con la seguente mail di quest'oggi: Premesso quanto precede, lascio a Voi esprimere i commenti conseguenti (io, a questo punto, avrei veramente poco da dire.........). Vorrei invece rivolgere una domanda agli amici di INASTA che sono intervenuti poco sopra. La domanda è questa: La descrizione riferita al tondello oggetto del Vostro lotto nr. 4756 dell'Asta nr. 38 del 15.2.2011, così recita: “Repubblica italiana (monetazione in lire) (1946 - 2001) - Saggio - 1946 NI RRR Pag. P.P. manca Stabilimento Johnson - Possibile coniazione di iniziativa privata". Con l'aggettivo “possibile” (coniazione di iniziativa privata) che cosa volete indicare: forse che il tondello potrebbe anche non essere una coniazione privata? O che altro? Grazie in anticipo per la risposta. Vorrei aggiungere ancora una cosa. Alla luce della risposta della Johnson, da cui si accerta che questa ditta non ha mai eseguito prove, progetti e saggi per la monetazione repubblicana, osservo che le descrizioni di detti tondelli con perifrasi anche solo latamente allusive di una possibile relazione fra le emissioni private della Johnson e le prove progetti o saggi per la monetazione repubblicana, non potranno che apparire ingannevoli e fuorvianti. E ciò potrebbe dare luogo ad una serie di conseguenze facilmente intuibili, sia di natura civile che penale. Voi che ne pensate? Saluti. Michele1 punto
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E per me è un asino che vola! :D Tu rick, a mio avviso, semplifichi spesso troppo e volentieri. Come puoi paragonare le sterline attuali a questo fals! Quando proprio in Gran Bretagna, oltretutto, fino al 1860 coniavano quegli enormi penny in rame. E non parliamo poi delle riforme di questi stessi fals il cui peso varia: dal 1280 AH viene ridotto da 3,5 grammi a 3 grammi scarsi. Quindi, anche in considerazione di questo, come si fa a sostenere che è un falso d'epoca solo sulla base di una eventuale legenda poco accurata, senza proporre confronti con decine di pezzi e aggiungere che un falsario ci guadagnava senza nessun riscontro. Ma poi il problema, a questo livello di conoscenza, non è neppure se sia o meno un falso d'epoca, ma scrivere tenendo presente gli elementi che compongono il mosaico. E se fosse un falso, avresti semplicemente indovinato. Un po' come un bel giallo. C'è chi si accontenta di indovinare chi è il colpevole, sparando più o meno a casaccio. Per altri invece oltre al "chi", ci sono anche e almeno il "come" e il "perché".1 punto
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Appurata la "subalternita'" a cui è seggetto il collezionismo privato,mi piacerebbe approfondire un quesito. Vorrei soffermarimi a capire cosa sia effettivamente il collezionismo,e come inquadrare la figura del collezionista. A me sembra onerosa questa riflessione,come si puo' discutere/argomentare con profitto senza delineare una sorta di indentikit o definizione di cio' che oggetto di analisi? A questo punto mi appello a voi,a chi ha maggiori conoscenze,ha anni di esperienza ed oramai è ben navigato. Butto giu' sul momento qualche riflessione che mi passa per la testa,tanto per gettare qualche schizzo. Quando penso in genarle a "collezionismo privato",subito associo l'idea a un'accezione estremamente individuale ed intima. A pensarci bene,gran parte del tempo le nostre collezioni lo tracorrono o in medagliari/espositori collocati negli ambienti domestici, o in sicure valigette custodite da istituti bancari. Difficilmente,o meglio,non tanto spesso varcano l'uscio di casa. Credo che,proprio in qualita' di privato,ciascuno di noi senta le proprie monete come Sue. Si forma un legame,spesso le si gira e rigira,le si osserva e al tempo stesso ammira. Insomma,si viene a creare una fruizione spesso fine a sè stessa,per appagare sia un desiderio di continuo miglioramento,sia di continuo accrescimento culturale, informandoci senza sosta su cio' che si possiede.E' vero,si condivide molto con amici,conoscenti,collezionisti,ma resta,pur sempre,una cerchia elitaria.Credo che il "Singolo" sia il protagonista. Innazi a questa realta' ,sono dell'idea che il collezionismo sia imbattibile nel campo della cura/interesse ed amore riservato al Bene Culturale.E' un ottimo custode Temporaneo. Quanto a fruizione pubblica?A diffusione di conoscenze?Oltre che a ottimo Custode,il collezionismo privato puo'assumere una funzione di Valorizzazione e Diffusione Culturale? Ecco,il "singolo". Ogni collezionista è un individuo diverso,con interessi,scopi differenti.Ognuno colleziona "a modo suo". In una realta' così frastagliata si puo' parlare in termini generali? Penso che anche solo tracciare l'identita' del collezionista sia difficoltoso. Qundo si parla di ruolo Sociale e civico,si fa un gran passo in avanti,enorme(in senso positivo) Parliamo di "Societas" e "Cives",una realta' collettiva pertanto.Che implica esporsi,uscire dal guscio,avere un atteggiamento propositivo verso il grande il pubblico. Ah,quando si parla di "societas" a chi ci riferiamo? a chiunque,al grande pubblico,o a un uditorio ristretto di soli conoscenti della materia? Quando si dice che il collezionismo privato abbia un ruolo Civico e Sociale,non lo si tende a considerare troppo come un gruppo compatto? Siamo sicuri che tutti/molti vogliano uscire da questo clima individuale,personale o comunque ristretto? Beh,non saprei proprio. Chiedo perdono se sono apparso troppo slanciato o aggressivo,la mia intenzione era di stimolare,avere risposte. Beh,al termine di questo discorso creso sia d'obbligo rendere chiara la mia posizione :D Forse perchè sono ancora giovane e ingenuo,ma a me piace pensare che la Collaborazione con le realta' istituzionali rappresenti la via maestra e al tempo stesso una scelta 'Virtuosa.Come lo sia pubblicare,per diffondere conoscenza,nozioni,affinchè tutti possano avere la possibilita' di entrare in contatto con l'arte,la storia...1 punto
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Ulpia Severina Ulpia Severina è stata la moglie dell'imperatore romano Aureliano e augusta dell'Impero romano dal 274 al 275. La sua esistenza è attestata dalla numismatica e dall'epigrafia, mentre non viene citata dalle fonti letterarie. Le venne conferito il titolo di mater castrorum et senatus et patriae, tipico delle influenti donne della dinastia dei Severi. Esiste la possibilità che fosse la figlia chiamata Severina dell'imperatore Filippo l'Arabo e di Marcia Otacilia Severa. Il titolo di augusta le venne probabilmente conferito nell'autunno 274, in quanto tutte le iscrizioni che lo riportano sono successive a quella data, mentre precedentemente è attestato il titolo pia, e le monete coniate a suo nome sono successive all'inizio del sesto anno di regno del marito. Esiste la possibilità che Severina abbia regnato da sola nell'"interregno" tra la morte di Aureliano e l'elezione di Marco Claudio Tacito: in tal caso sarebbe l'unica imperatrice romana a governare di proprio diritto. Tale ipotesi è supportata dalla profusione di monete coniate a suo nome e databili all'ultimo anno di vita di Aureliano, dall'utilizzo della legenda CONCORDIA AVG invece di quella più tipica per due imperatori (CONCORDIA AVGG), e per la presenza su alcune monete coniate ad Antiochia di simboli di zecca usati da Tacito ma non da Aureliano. SEVERINA As; 9.59 g. Obv. SEVERI-NA AVG Draped and diademed bust r., hair in the back in plait and tied up on top of head. Rev. IVNO RE-GINA / Z Juno, draped, veiled and diademed standing facing, head turned l., holding long scepter in her l. hand, patera in her outstretched r. hand; at her feet, peacock standing l., head turned towards patera to catch drops flowing out of patera. Scarce. Fully centered on large flan. Excellent green patina, slightly smoothed. Severina. Augusta, AD 270-275. Antoninianus (22mm, 4.38 g, 5h). Rome mint, 5th officina. 10th emission, AD 275. Draped bust right, wearing stephane, set on crescent / Concordia standing facing, holding two signa; E//XXIR. RIC V 4; BN 231. EF, good silvering, hairline flan crack. Severina. Augusta, AD 270-275. Antoninianus (21mm, 3.27 g, 12h). Ticinum mint, 5th officina. 4th emission, AD 274. Diademed and draped bust right, set on crescent / Fides standing right, holding two signa, and Sol standing left, extending arm and holding globe; UXXT. RIC V 9; BN 644. Near VF, brown patina, minor porosity. Spero di avervi interessato con questo tema. Ciao Illyricum :)1 punto
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Si tratta di 1/3 d'obolo, 250-225 di Neapolis, anche se, in questo caso di peso eccezionale, in media è di circa 2,30 gr. Non troverai esemplari di questo nominale con la sigla IΣ sotto il toro in letteratura, l'unico "pubblicato" è apparso in asta Kunker , asta 133 lotto 7020 del 14/10/20071 punto
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Visto che profausto ha portato in discussione l'esemplare visibile a questo link, aggiungerei che secondo me la classificazione è errata. 2 falus 1277 In questo caso, mi sembra che sia abbastanza chiaro il motivo ad onda nell metà superiore del rovescio e non direi che vi si possa leggere il nome della zecca.1 punto
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Ciao, ho svolto qualche ulteriore ricerca e posso confermare che anche per l'anno 1279, i fals presentano una linea che divide il campo in due metà: dunque la data di questo esemplare può essere effettivamente 1279 e, ripeto, pur non avendo particolare esperienza, mi sembra sia la più probabile. Per quanto riguarda la zecca, posso solo ribadire che io non riesco a leggerne nessuna. Ci vedo piuttosto un motivo decorativo ad onda e qualche escrescenza, ma anche qui non è che possa sostenerlo con assoluta certezza.1 punto
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Oggi ho potuto dare un'occhiata al volume Les Mines Antiques di Claude Domergue, reperito in una biblioteca. Si tratta di un volume riccamente illustrato, ma molto tecnico, che si sofferma sull'esistenza di antiche miniere dei vari metalli usati nell'antichità nonché delle varie tecniche di estrazione e lavorazione allora usati. Ovviamente le maggiori informazioni riguardano l'epoca romana, mentre poco si sa al tempo della colonizzazione e civiltà greca. Limitatamente all'argento, esso veniva estratto quasi esclusivamente dalla galena, un minerale ricco anche di piombo. Quindi dove c'era la galena argentifera si poteva ricavare sia l'argento sia il piombo, che col rame formava la lega del bronzo. In pratica non esistono tradizioni letterarie attestanti l'esistenza di miniere d'argento in Italia, mentre ben note erano le miniere di Siphnos (una delle isole delle Cicladi) e soprattutto di Laurion, a 60 km a SE di Atene. La miniera di Laurion fu famosa e apprezzata, anche per l'elevato grado di purezza dell'argento estratto (anche 986/1000). Praticamente tutti i tetradrammi con civetta di Atene furono ottenuti con l'argento di Laurion, come confermato con l'analisi metallografica (C.M. Kraay e V.M. Emeleus, The composition of Greek silver coins, Ashmolean Museum, Oxford, 1962). Secondo una ipotesi, da tale miniera furono estratti fino a circa 3500 tonnellate di puro argento. Successivamente, verso l'epoca romana, acquisirono maggiore importanza le ricche miniere d'argento in Spagna (specialmente vicino Carthago Nova), anche se già fin dagli albori della civiltà greca era assai rinomato l'argento proveniente dal regno di Tartessos (forse l'attuale Andalusia, in Spagna), che esportò soprattutto a partire dalla fine del VII secolo a.C. Sono estremamente rari i ritrovamenti di lingotti d'argento d'epoca greca. Per l'Italia circa una ventina di tali lingotti, assieme ad altri di piombo, furono rinvenuti nel 1969 in un relitto di nave greca della fine V secolo a.C. al largo di Porticello, sulla costa tirrenica della Calabria, vicino a Villa S. Giovanni. In quell'occasione fu rinvenuta anche una bellissima testa di "filosofo", decapitata da una statua della metà del V secolo a.C., assieme ad alcuni frammenti di bronzo, fra cui una mano di vecchio, praticamente all'indomani del fortunato ritrovamento dei famosi bronzi di Riace. Allego la foto della testa di "Filosofo", attualmente nel museo di Reggio Calabria. All'analisi metallografica, grazie alla presenza di particolari isotopi delle impurezze, tali lingotti sono risultati provenire dalle miniere di Laurion. Quindi la Magna Grecia e la Sicilia importavano il metallo dalla Grecia. La Sicilia è totalmente priva di argento e quindi esso doveva essere del tutto importato, forse dapprima da Tartessos (Spagna) e poi anche dalla Grecia. In ogni caso frequente fu la rifusione di precedenti monete e anche altri oggetti in argento per ricavare nuove monete. L'analisi dei tetradrammi siracusani mostra generalmente una maggiore impurezza di rame (intorno al 3%) rispetto ad esempio ai tetradrammi di Atene (dove la quantità di rame spesso non arriva nemmeno al 0,1% !). Più complessa è la situazione della Magna Grecia, ove non si esclude un'estrazione locale di argento, specialmente in Calabria (non sembra attestata in Campania). Bisognerebbe fare una indagine geologica per verificare la presenza ed estrazione di galena argentifera in epoca antica (almeno greca e non sembra che una simile indagine sia stata fatta in maniera approfondita). Ad esempio sono noti commerci fra Sibari ed Etruria ed anche Cartagine, per cui in ogni caso l'argento usato ebbe origine diversa. Si rimanda soprattutto allo studio di Kraay e Emeleus per maggiori dettagli sulla composizione dell'argento uato in alcune zecche greche (Egina, Atene, Corinto, Macedonia, Thasos, Samos, Akragas, Gela, Siracusa, Caulonia, Crotone, Taras, Thurium), considerando però che l'analisi, basata sull'attivazione dei neutroni, ha riguardato un piccolo numero di esemplari.1 punto
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Ecco un interessante intervento di Gorini: 3. Le fonti del metallo Le fonti di approvvigionamento dell’argento sono uno dei temi più interessanti, credo, per la comprensione del fenomeno delle monete incuse e delle stesse fondazioni coloniali lungo la costa dell’attuale Calabria. Il tema era già stato notato dal Lenormant (Lenormant 1881: 15, II), ripreso poi dall’Ebner (Ebner 1964: 1, nota 2), dalla Zancani Montuoro (Zancani Montuoro 1965-1967) e da me (Gorini 1975: 52, nota 11) e oggi appare acquisito, come confermano i lavori recenti della Fioravanti (Fioravanti 2001: 41) e del Medaglia(4). Infatti sappiamo che esistevano miniere di questo minerale, come di altri metalli nelle vicinanze della città e questo dato, già appurato per Sibari, porta a stabilire che alcune delle fondazioni coloniali della Magna Grecia possano ricondursi anche a località vicine a fonti di argento, sulla scia di una precedente colonizzazione forse micenea (5). Per altro anche nella tradizione mitografica circa le fondazioni della città sembra adombrarsi un filone legato ai «nostoi» (Fioravanti 2001: 35), con la discussa identificazione di Clete con Caulonia, più volte ricordata in queste giornate. Ora non è mio compito addentrarmi in un’analisi del mito e della sua possibile storicizzazione, tuttavia è probabile che la fondazione di Caulonia possa ricalcare in un certo qual modo una precedente frequentazione micenea, di cui sarebbe interessante trovare traccia nei ritrovamenti ceramici della zona (Vagnetti 1982; Vagnetti 1983; Marazzi, Tusa e Vagnetti 1986). Se questa interpretazione è plausibile, allora può apparire chiaro sia il fenomeno della riconiazione del numerario straniero in Magna Grecia, sia la presenza di alcune emissioni suberate, sia la documentazione epigrafica, ad es. dell’accordo tra Sibari e i Serdaioi6, sia infine la particolare riduzione del piede monetale corinzio, tutti elementi che si riconducono a una carenza di metallo, venutasi a verificare forse subito dopo le prime fasi di insediamento coloniale. Il controllo e lo sfruttamento di queste risorse potrebbe poi anche essere forse uno dei motivi dello scontro tra Crotone e Metaponto da un lato e Sibari dall’altro. Già la Zancani Montuoro aveva richiamato l’importanza delle miniere di Longobucco nel quadro della fase incusa della monetazione della Magna Grecia e aveva concluso «né è da escludere che l’ostilità di Crotone, fosse, almeno in parte, suscitata dal desiderio di conquistare i filoni argentiferi, sulle montagne a metà strada fra le due grandi città» (Zancani Montuoro 1965-1967: 30). Note: (4) Cuteri 1994; Medaglia 2002b: 15, 25; Loiero 2003-2004: 9 e gli ottimi interventi di Cuteri e Hyeraci in questo Convegno. (5) Per le miniere nel mondo antico v. da ultimo Domergue 2008. Bibliografia citata nel testo e nelle note Cuteri F.A. 1994, La Calabria nell’Alto medioevo (VI-X sec.) , in Francovich R. e Noè G. (a cura di), La storia dell’alto medioevo italiano (VI-X secolo) alla luce dell’archeologia , Convengo Internazionale, Siena 2-6 dicembre 1992, Firenze: 339-359. Domergue C. 2008, Les mines antiques. La production des métaux aux époques grecques et romaine , Paris. Ebner P. 1964, La monetazione di Poseidonia-Paestum , Salerno Fioravanti C. 2001, Note su alcuni problemi storicotopografici relativi al territorio di Kaulonia in età arcaica e classica , in Kaulonìa I : 27-57. Gorini G. 1975, La monetazione incusa della Magna Grecia , Milano. Lenormant F. 1881, La Grande Gréce. Paysages et histoire , Paris. Loiero E. 2003-2004, Iconografia ed interpretazione delle raffigurazioni sulla monetazione di Kaulonia , Tesi di Laurea, Facoltà di Lettere e Filosofia, Università degli Studi di Firenze, inedita. Marazzi M., Tusa S. e Vagnetti L. (a cura di) 1986, Traffici micenei nel Mediterraneo. Problemi storici e documentazione archeologica , Atti del Convegno di Palermo, 11-12 maggio e 3-6 dicembre 1984, Taranto. Medaglia S. -2002a, Materiali erratici dal mare di Kaulonia , ASubacq, 3: 163-185. -2002b, Il porto di Caulonia. Testimonianze letterarie ed evidenze archeologiche , Magna Graecia XXXVII, 1-2: 13-15, 24-25. Vagnetti L. -1982, Magna Grecia e mondo miceneo,nuovi documenti , Catalogo della mostra tenutasi in occasione del XXII Convegno di Studi sulla Magna Grecia, Taranto. -1983, I Micenei in Occidente: dati acquisiti e prospettive future , in Modes de contacts et processus de transformation dans les sociétés anciennes , Actes du Colloque de Cortone (24-30 mai 1981), organisé par la Scuola normale superiore et l’Ecole française de Rome avec la collaboration du Centre de recherches d’histoire ancienne de l’Université de Besançon (Collection de l’Ecole française de Rome, 67), Rome: 165-181. Zancani Montuoro P. 1965-1967, Un peso di bronzo e l’argento di Sibari , AnnIstItNum, 12-14: 21-30. --------------------------------------------------------------------------- da: Giovanni Gorini. Tavola Rotonda in "Caulonia tra Crotone e Locri Tomo 2 Atti del Convegno Internazionale, Firenze, 30 maggio – 1 giugno 2007" a cura di Lucia Lepore e Paola Turi Firenze 2010 - Tavola Rotonda, p. 481 (Testo reperibile in rete)1 punto
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Ciao a tutti, dopo un certo numero di scambi e alcuni cospicui arrivi, rimetto online la nuova lista di doppie. Cerco sempre monete europee, più alcuni paesi non geograficamente europei. Con l'occasione ringrazio anche Giuseppe "Apulian", Antonio Caracozzo, Angelo Pellizzoni, Bruno Riva, Giuseppe Minafra, Marco Cocchi, Andrea Bonadei e Alessandro Nuccio per gli ottimi scambi conclusi (E spero di non essermi scordato nessuno).... Swap List Red River.zip1 punto
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Gentile Franco2, complimenti per la tua monetina. A dispetto della conservazione la trovo comunque piacevole, sarà pure per le suggestioni a cui quel kantharos rimanda... :rolleyes: ... In ogni caso, se ti interessa approfondire la monetazione della Palestina ti consiglio di visitare le pagine nel nostro Roth37, grande estimatore di questa monetazione: http://www.roth37.it...onetazione.html Un caro saluto Valeria1 punto
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... direi proprio di una doppia coda... : infatti si vedono distintamente sia la coda di polveri che quella di plasma... :rolleyes: Mi permetto di postare la foto - Cortesia e Copyright di AndreaPD - del quattrino da 4 soldi presente in LaMonetapedia e a confronto un famoso disegno di Hevelius ... Che ne pensate??? Grazie ancora per questi interessanti spunti di ricerca, e mi raccomando... continuate a raccontare: noi Vi seguiamo deliziate/i ...:) .... e che ho anch'io il piacere di conoscere e stimare moltissimo ... Se ci sta leggendo, aggiungo anche i miei saluti a quelli di AndreaPD! Valeria1 punto
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Gentili Amici, Complimenti a Voi tutti e il mio Grazie per questa discussione davvero interessante dal punto di vista sia storico-numismatico che storico-astronomico!!! Vi riporto l'immagine dell'affresco dell'Oratorio di S.Michele a Padova dove compare una cometa assai simile a quella rappresentata da Giotto ... Valeria1 punto
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