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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/29/10 in tutte le aree
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ogni tanto qualche amico mi chiede cosa ci trovi di bello nelle monete... io rispondo che la moneta è una delle cose più belle... storia pura... la moneta l' ha vissuta la storia... e non l' ha vissuta appesa al muro come un quadro o ferma come un antico palazzo, lei l' ha vissuta con tutti, con la gente semplice e con i grandi signori, nelle tasche di mille persone, ha vissuto guerre, paci, grandi momenti, la moneta c' era quando sono nato magari nelle tasche di qualche dottore, c' era quando ero solo, quando ero con gli amici, quando crescevo, quando studiavo, quando leggevo, quando guardavo un film, quando mangiavo... la moneta c'è sempre, e quella stessa moneta c'è stata anche quando sono nati altri bambini, quando sono morti dei grandi, la moneta c'era nella marcia su roma, era nei campi di sterminio, la moneta ha visto cadere le torri gemelle e il muro di berlino, ha visto smantellare il colosseo, costruire s. pietro, ha visto nascere e cadere i grandi imperi come roma, la moneta ha percorso migliaia di anni in qualche vecchio cassetto di legno, in qualche tomba etrusca o magari dietro a qualche mattone, la moneta ha sempre comandato ma non come farebbe un uomo... lei comanda in silenzio e nessuno disobbedisce! eh si... la moneta ha fatto piangere chi non poteva possederla e ridere chi era più fortunato, ha trasmesso nei secoli le immagini di grandi imperatori e uomini di cultura e ha sentito le melodie dei più grandi compositori, ha visto scrivere Virgilio e Dante... la moneta è qualcosa di maestoso e incontrollabile... l' unica invenzione dell' uomo in grado di sottometterlo... io non colleziono monete... io colleziono storie, le storie di mille persone che prima di me le hanno toccate!1 punto
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Lo sai perchè? Perchè in un mondo ormai totalmente privo di valori e di sensibilità colpisce tutti quando una persona soprattutto giovane esprime sentimenti e sensazioni profonde. Perchè le abbiamo dimenticate! Bravo! B)1 punto
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Beh, non è così semplice....proprio perchè la moneta seguiva pedestremente il valore del metallo prezioso (in questo caso l'oro) che il mercato determinava, le parità monetarie ed i valori scritti sul tuo foglietto, sono "cristallizzate" nel momento in cui è stato fatto. Bastava che a distanza di un mese si rivedesse il valore dell'oro, e tutte le valute venivano ragguagliate. Prendi ad esempio quella definita nel foglietto come Piemonte: Doppia nuova. La Doppia piemontese valeva a cavallo del secolo, 4 scudi, ossia 24 lire. Il 24 - infatti - ti corrisponde nella colonna "Val. di Piemonte". Controprova: se prendi la Pezza da Doppie 5 (sempre del Piemonte), le 24 lire diventano, moltiplicate per 5, Lire 120. Il dato torna! L'ultima colonna "dovrebbe" corrispondere alla valuta in franchi francesi. La prima posso solo immaginare (non ne sono certo) che si riferisca ad una misura ponderale di sottomultiplo relativa alla valuta: d = ducato e poi Soldi ed infine Denaro???? Saluti Luciano1 punto
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Mirko io avrei una proposta. :rolleyes: Non si potrebbe sospendere l'ordine fino all'emissione di un qualche argento 2011 e/o della divisionale proof e poi partire con l'ordine? I vantaggi potrebbero essere: - diventare di più - aggiungere altro all'ordine di nuova emissione e abbassare fra tutti ulteriormente le spese di spedizione dall'Irlanda a casa tua. Nel frattempo non penso che i 2€ comm del 2007 e la divisionale 2011 o 2010 vadano esaurite, viste le tirature e le giacenze del passato. Nel frattempo rimangono validi gli acquisti indicati dagli utenti. Comunque la scelta ultima è del razziatore, cui non voglio creare problemi. :)1 punto
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Facendo i rapporti con il fino contenuto nelle monete in effetti l'ultima colonna sembra l'equivalente in franchi francesi. Questo sposta la data post quem al 1795 (perlomeno del foglio d'appoggio).1 punto
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Ciao Massy Innanzitutto complimenti per il bilancino (se è tuo ovviamente). Comunque non è (non era) strumento per orafi e/o gioiellieri; stiamo parlando di un periodo nel quale la moneta non aveva carattere fiduciario ed il suo valore era determinato dal contenuto di oro o argento o rame. Stiamo anche parlando di un periodo nel quale ogni stato aveva la propria moneta. Qual'è il periodo? Da come si presenta la scatoletta ed i pesi in essa contenuti, direi ultima metà del 1700. La bilancina, corredata da molteplici pesi (ognuno indica un tipo di moneta corrente tra i più ricorrenti ed usati) serviva al commerciante in genere, ma anche al privato, per verificare se la tal moneta che gli veniva offerta era giusta di peso; quindi messa la moneta su di un piatto della bilancia, poneva il relativo e corrispondente peso sull'altro piatto. Se collimavano la moneta era giusta di peso; se calante doveva essere "raguagliata" con ulteriori spiccioli, oppure "declassata" in funzione del suo esatto peso. I pesi della tua scatoletta sono dei semplici quadratini sui quali è impresso il tipo di moneta che rappresentano e vedo pure dei punzoni; questi ultimi rappresentano il controllo che, periodicamente, le amministrazioni facevano per garantire il giusto peso degli stessi alla corrispondente moneta che identificavano. Altri pesi, invece, sono tondi e su di una faccia è effigiato il conio della moneta che rappresentano. Infine, la legenda indica, per taluni stati, il tipo di moneta d'oro esistente, il relativo giusto ragguaglio .....Val di Piem, mi fa pensare al ragguaglio di quella tal moneta in valuta piemontese, mentre l'ultima (credo) in franchi francesi Saluti luciano1 punto
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La legenda non corrisponde a Nicea. Anche il diametro di 32 mm ed il peso di 19 g sono insoliti per la zecca della Bitinia La legenda sembra qualcosa tipo ...L AVR - PIA .... La moneta è a mio avviso una emissione di Elagabalo per Sidone in Fenicia. http://www.acsearch.info/record.html?id=183322 Luigi1 punto
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Gran belle monete Non devi affatto scusarti per le Saint-Gaudens, sono sempre un bellissimo vedere intendo parlarne diffusamente in una discussione che seguirà questa, conto sulla tua collaborazione E ora diamo un pò di numeri per la Double Eagle del tipo 1, coniata per la circolazione dal 1850 al 1866. In totale sono state coniate 23.666.195 monete, nelle tre zecche di Philadelphia, New Orleans e San Francisco, cui vanno aggiunti 345 esemplari con finitura proof, tutti coniati a Philadelphia. Per quanto riguarda la rarità collezionistica, oltre a tutte quelle con finitura proof, vanno senz’altro citate le Double Eagles coniate a New Orleans nel 1854 e 1856, conosciute oggi in circa 30 esemplari per ogni annata. Una 1854O in conservazione AU-58 è stata venduta in asta Heritage nel luglio 2005 per 431.250 dollari. Ma la più rara è sicuramente la Double Eagle 1861 Paquet Reverse. Anthony C. Paquet era assistente incisore della zecca, e sul finire del 1860 apportò delle modifiche al rovescio della moneta, per quanto riguarda la posizione delle stelle e dei raggi sopra la testa dell’aquila, e per la forma di alcune lettere. Modifiche ritenute non particolarmente rilevanti, tant'è che le sue monete sono identificate solo come una variante del tipo 1, nei cataloghi tipo 1a. Con questo rovescio modificato nel 1861 furono coniate 19.250 monete nella zecca di San Francisco. A Philadelphia invece, furono riscontrati diversi problemi tecnici per l’utilizzo del nuovo conio, che fu ben presto abbandonato, dopo che erano stati prodotti solo pochi campioni. Le Paquet Reverse coniate a San Francisco sono sicuramente molto rare, si stima che ne siano rimasti non più di 200 esemplari, ma quelle di Philadelphia sono da considerare della più estrema rarità, poiché a oggi solo 2 sono gli esemplari conosciuti. Uno di essi, in conservazione MS-61, è stato aggiudicato in asta Heritage nell’agosto 2006 per la bella somma di 1.610.000 dollari. petronius1 punto
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Vorrei contribuire a questo post con alcune foto che ho fatto quando ho visitato il museo Smithsonian a Washington il mese scorso. Non ho molta conoscenza sulle monete classiche americane, visto che colleziono principalmente monete moderne e bullions. Spero che apprezziate l'unicità delle Double Eagles qui sotto. (scusa petronius se mi sono permesso di aggiungere due "pezzi" di Saint-Gaudens.1 punto
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Concordo con Mirko su tutto ciò che rigurda le italiane, inoltre mi piacciono molto Vaticano 2006 Finlandia 2004 / 2010 Grecia 2010 orribili le francesi e le lussemburghesi.1 punto
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APOLLO ARCHEGETES Un importante contributo del forum è quello di fornire non solo spunti di discussione, ma anche di avanzare nuove proposte che permettano di cogliere diverse prospettive rispetto a quelle già avanzate in precedenza. Ringrazio l’amico Piakos per avere attirato l’attenzione su una possibile nuova attribuzione alla nota figura di giovane nudo sacrificante con ramo di pianta davanti a un altare. Finora TUTTI i numismatici avevano ritenuto di ravvisare in tale personaggio un dio fluviale, ovviamente collegato al fiume che passa vicino alla città responsabile all’emissione. Io avevo posto il problema dell’identificazione in quanto in fondo avevo alcune perplessità. Prima di tutto non era poi così intuibile fosse un dio fluviale, come ad esempio il toro androprosopo marciante o nuotante, che costituisce sempre la personificazione di un dio fluviale, derivata dal dio Acheloo. E’ vero che per Selinunte il veccho Schwabacher aveva ritenuto di ravvisare in alcuni conii dei cornetti sulla fronte, tipico attributo di dio fluviale, ma sinceramente io personalmente non sono riuscito a trovarli. Sarei lieto se qualcuno li scopre…. Vista la nota storia di Empedocle con salvataggio della popolazione selinuntina da pestilenze e considerando che tale personaggio compare per la prima volta su monete proprio a Selinunte, avevo ritenuto poter identificarlo come un dio fluviale “salvifico” e interpretando la pianta sorretta in mano come un salice alba. Piakos, con la sua buona competenza, suggerisce invece che possa essere una statua di Apollo Archegetes, ossia “colui che guida la fondazione della colonia” e quindi patrono delle colonie greche oltremare. Infatti prende spunto dalla nota testimonianza di Tucidide (6, 3, 2), per la quale è possibile stabilire che nel 734-735 a.C. coloni calcidesi guidati da Teocle fondarono Naxos, costruendo un altare dedicato ad Apollo Archegetas sulla spiaggia non lontano dal luogo di approdo, forse sulla riva destra del torrente Santa Venera e vicino alla sua foce. Pochi anni dopo, nel 730-729 a.C. un contingente di uomini guidati da Teocle partì da Naxos, scendendo lungo la costa orientale della Sicilia, per fondare anche Leontinoi e Catana. Tale culto di Apollo Archegetes deriva direttamente da quello di Delo (quello di Delfi è posteriore, non prima del VI secolo a.C.). Il sito dedicato ad Apollo a Naxos è stato identificato e scavato, ma non sono state trovate tracce dell’altare né della probabile statua posta vicino. Secondo gli archeologi e in base a tradizioni, la statua di Apollo Archegetes dovrebbe essere di dimensioni relativamente ridotte, circa la metà delle misure umane. Purtroppo non si sa nulla della sua originaria iconografia, anche se si suppone che fosse come quella rappresentata sui famosi stateri di Caulonia. Allego uno del periodo successivo a quello degli incusi, in quanto al rovescio reca il noto cervo con a destra un ramoscello che assomiglia molto al ramo tenuto dal giovine nudo sacrificante a Selinunte: Appare evidente che il ramo in questione sia quello di alloro, pianta sacra ad Apollo e che comunque è considerata anch’essa una pianta medicinale. Infatti la sua azione farmacologia è per le foglie, antisettica, assorbente, carminativa, diaforetica, espettorante, stimolante, mentre per le bacche è antalgico-topica, antinevralgica, lenitiva. E’ molto interessante l’ipotesi di Piakos che il personaggio sacrificante possa essere appunto la statua di Apollo Archegetes che veniva posto vicino all’altare a lui dedicato fin dal tempo della fondazione della colonia e sicuramente presente a Naxos, la prima colonia greca fondata in Sicilia. Richiamo l’attenzione che la principale review su questo culto a Naxos è: Brugnone, A. (1980), Annotazioni sull’Apollo Archegete di Nasso, in «Philias charin. Miscellanea in onore di E. Manni», Roma 1980, pp. 279-291. Spero di riuscire a trovare tale articolo in qualche biblioteca dopo Natale, per maggiori informazioni. Appare interessante il collegamento con Leontinoi, che reca lo stesso tipo e che fu, come già detto, fondata da Nassii pochi anni dopo. Selinunte invece fu fondata intorno al 650 a.C. da coloni greci provenienti da Megara Iblea e quindi di probabile stirpe dorica e non calcidese. Tuttavia si sa per certo che a Selinunte fu dedicato un intero tempio ad Apollo Archegetes, con il relativo altare, il cosiddetto tempio C. Infatti il culto di Apollo Archegetes non appare essere esclusivo delle genti calcidesi, ma anche di altre stirpi greche, divenendo una delle divinità più venerate in tutto il mondo greco. Perfino al tempo del dorico Timoleonte, nel IV secolo, si sentì la necessità di dedicare a Tauromenion alcune emissioni bronzee a questa divinità, solo che lo stile ovviamente risente del suo tempo, con capelli lunghi al posto dei capelli corti di un secolo prima. Resta ovviamente da spiegare i motivi della necessità di rappresentare nella seconda metà del V secolo a.C. a Selinunte, Leontinoi e Stiela una simile raffigurazione di Apollo Archegetes nudo, sacrificante e con ramo di alloro. A quel tempo Selinunte era alleata di Siracusa, mentre Naxos e Leontini erano strette fin dal 434-433 a.C. (al tempo della guerra del Peloponneso) da un accordo di alleanza con Atene, grande nemica di Siracusa. Stiela sicuramente ricadeva nell’area di influenza di Naxos e probabilmente aveva accolto un importante insediamento di Nassii, che si erano inoltrati verso l’ìnterno dell’isola, lungo la valle dell’Alcantara e quindi inizialmente doveva essersi allineata alla politica filoateniese di Naxos. Ma perché ha copiato, assieme a Leontinoi, il personaggio sacrificante che era già apparso pochi anni prima e ancora in corso a Selinunte, nel campo politico avverso? Posso capire la seconda serie di Stiela, che è posteriore e con segni di dorizzazione (STIA) e quindi presumibilmente battuta subito dopo il 413 a.C., quando ormai passò sotto l’influenza della dorica Siracusa, che infatti pochi anni dopo darà il colpo mortale a Naxos. Ma la prima serie, con il personaggio nudo sacrificante, dovrebbe risalire intorno al 430 a.C. quando appunto non c’era ancora la forma dorica dell’etnico e quindi era ancora sotto influenza “calcidese”, eppure ha copiato una tipologia della nemica Selinunte. Sono curioso di conoscere l’opinione di Piakos, nel corso del suo excursus, su questa “discrasia” storica.1 punto
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Le cose però, non sempre vanno lisce. Diversi naufragi funestano questi viaggi, e oltre alla perdita di vite umane va registrata anche quella di ingenti quantità di monete. Da questo punto di vista, il naufragio più ricco e famoso è sicuramente quello della S.S. Central America....correva l'anno 1857. Il 20 agosto 1857 più di 400 passeggeri si imbarcano a San Francisco sulla nave a vapore S.S. Sonora della Compagnia Pacific Mail Steamship Line. In aggiunta al "gold treasure" (così veniva chiamato dalla stampa popolare) stivato nella nave come trasporto commerciale, si calcola che ogni passeggero avesse con sè da 1.000 a 5.000 dollari in monete d'oro. Il valore stimato di oro, in monete e lingotti, sulla S.S. Sonora è di oltre 2 milioni di dollari, calcolando il prezzo dell'oro a 20,67 dollari l'oncia, come era allora (provate a calcolare il valore odierno, con l'oro a quasi 1.400 dollari l'oncia ). I primi giorni di viaggio sono un incanto Dopo una sosta a Manzanillo, sulla costa messicana, e una notte passata ad Acapulco, la nave raggiunge il Golfo di Panama il 2 settembre 1857. I passeggeri vengono fatti sbarcare e trasferiti in treno (con la Panama Railroad, aperta nel 1855) ad Aspinwall, sulla sponda atlantica dell'istmo. Qui, vengono fatti salire sulla Central America, destinazione New York petronius1 punto
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Quindi secondo Schwabacher il dio fluviale sacrificante comparve intorno al 467 a.C (col conio S1 dei tetradrammi). In realtà la questione cronologica è ancora assai dibattuta. Essa è strettamente correlata con il famoso ripostiglio di Selinunte 1923 (IGCH 2084). Esso fu rinvenuto intorno al 1923 nelle immediate vicinanze di Selinunte e rapidamente disperso al solito all’estero, tra Londra e New York. Esso aveva la seguente composizione: Akragas 3 tetradrammi + 88 didrammi Gela 25 tetradrammi + 70 didrammi Himera 2 dramme arcaiche + 1 tetradramma + 1 didramma Katana 2 tetradrammi Leontinoi 19 tetradrammi + 8 didrammi Messana 20 tetradrammi Selinus 25 tetradrammi + 75 didrammi Siracusa 129 tetradrammi + 4 didrammi (per un totale di ben 472 esemplari). I tetradrammi di Selinus presenti in tale ripostiglio erano TUTTI e SOLO del primo gruppo di Schwabacher (fino al n. 11 del suo catalogo) e quindi il ripostiglio doveva essere anteriore alla comparsa dei successivi tre gruppi. Questi tetradrammi e anche i didrammi sono tutti di buona conservazione e pertanto dovevano essere coniati almeno pochi anni prima dell’interramento del ripostiglio, la cui data pertanto assume grande importanza, anche considerando la presenza di altre zecche. Secondo i primi studiosi che hanno analizzato tale ripostiglio, come Herzfelder e Lloyd, hanno proposto la data intorno al 455 a.C., mentre successivamente Jenkins, nel suo Corpus su Gela (a pagine 66-67) rilevava come invece, tenendo specialmente la composizione degli esemplari di Gela e di Siracusa, la data andava ribassata al 435 a.C. (massimo intervallo 440-430 a.C.). Più recentemente Christof Boehringer, Konkordanz und nachtrag zum Munzfund von Selinunte 1923 (IGCH 2084), Schweizerische Numismatische Rundaschau, 76, 1997, p. 5-19 e 4 ottime tavole, ha riesaminato la questione e ha concluso che il ripostiglio doveva essere stato interrato negli anni 435-430 a.C. (dando quindi ragione al Jenkins). Poi deduce che i primi tetradrammi di Selinus non possono essere anteriori agli anni 450-440 a.C. e i didrammi sicuramente furono coniati a partire dal 440 a.C. Da quanto sopra esposto appare chiaro, come avevo già accennato, che l’inizio della nuova monetazione di Selinus, con il dio fluviale sacrificante, appare essere consono con la nota testimonianza, già citata in precedenza, di Diodoro di Efeso sull’intervento di Empedocle a sanare una grave situazione sanitaria a Selinus, nel 444 a.C. I tempi più o meno coincidono….. D'altra parte è sufficiente passare in rassegna i vari conii usati a Selinunte per i tetradrammi e i didrammi per rendersi conto che non è valida la teoria di Schwabacher per una emissione durata dal 467 fino al 409 a.C., anche ammettendo periodi di pausa. Esiste una notevole uniformità stilistica, con piccole variazioni dovute alla presenza di diversi incisori, per cui la produzione di questi autentici capolavori di Selinunte doveva estendersi al massimo circa dal 445/440 a poco prima della distruzione della città nel 409 a.C. ad opera dei Cartaginesi (alleati della nemica Segesta). Questa datazione determina anche quella della litra di Leontinoi e quella di Stiela, con simile dio fluviale sacrificante nudo, confermando la mia proposta già esposta in precedenza, grosso modo intorno al 430 a.C.1 punto
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