Salve Rick,
non penso che un cambiavalute avrebbe rifiutato tale moneta, anzi proprio con queste tipologie poteva lucrare buoni guadagni.
Chi ci rimetteva, semmai, erano il popolano o il contadino che le accettavano per il pieno valore per poi magari vedersele valutare per un minor importo (in diversi libri da me consultati ciò trova conferma tanto che la Serenissima emanò molti proclami per eviatre che le classi più deboli patissero danni da tale situazione).
Partendo dal presupposto che le monete in oro e d'argento -ciò fino al XIX° secolo - erano valutate per il loro intrinseco e non come le attuali meramente "fiduciarie", il nostro cambiavalute per una 1/2 Giustina integra e di giusto peso avrebbe corrisposto il controvalore "ufficiale" di 62 soldi.
Questo nel periodo che va dalla prima emissione di tale specie a - guarda caso - fino al periodo del dogado dell'Erizzo.
Successivamente, con la svalutazione della moneta Veneziana conseguente alle enormi spese di guerra sostenute per la difesa di Candia (Creta), avrebbe corrisposto 91 soldi e 2 denari circa.
Questo considerando che fino a tale doge, il contenuto in argento fino del soldo era pari a 0,215 grammi e successivamente scese a 0,146 grammi.
Ne consegue che la 1/2 Giustina di Mnelao avrebbe avuto tale concambio:
peso della moneta 11,66 grammi X 948 millesimi di purezza = grammi 11,05 di argento fino.
- con il soldo a 0,215 gr. il valore era pari a 51 soldi e 3 denari circa
- con il soldo svalutato a 0,146 gr. il valore risultante era pari a 78 soldi e 6 denari circa.
Tutto questo ragionamento vale ovviamente se la moneta, pur calante di peso, è autentica (e a mio modesto parere lo è).
Cordiali saluti.
Silvano.