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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/20/10 in tutte le aree

  1. I penny bronze grandi della Gran Bretagna di 1860-1970 erano, nel loro heyday, fra delle la monete riconosciute del mondo e maggior parte utili migliori. I penny grandi hanno girato intorno al globo per funzionare nelle varie parti dell'impero, e nel paese dentro Inghilterra--al centro dell'impero, al centro di Europa, e forse, vicino alla conclusione dei 19Th il secolo, al centro del mondo—del penny britannico dei tempi di Victorian era una moneta giornaliere, agganciata nel lavoro giornaliere. I numeri enormi di queste monete stavano usandi nei tester del gas della “penny-in--scanalatura„ che stavano moltiplicando attraverso Londra ed altrove. Erano così velocemente i gaslights che sono installati nelle sedi britanniche ed in modo da molti altri gas-forni che usando cuocere il pane nelle sedi britanniche, che la produzione britannica della moneta di rame stava triplicando circa il tempo questo penny 1896 sono stati colpiti. I penny dai molti dieci di milioni stavano usandi in questi tester del gas della “penny-in--scanalatura„ e sarebbero per più di mezzo secolo. L'inflazione, tuttavia, prenderebbe il relativo tributo usuale…. ---------------------------------------------------- Great Britain’s big bronze pennies of 1860-1970 were, in their heyday, among the world’s best recognized and most useful coins. The big pennies went around the globe to work in the various parts of the Empire, and at home in England—at the center of Empire, at the center of Europe, and perhaps, near the end of the 19th century, at the center of the world—the British penny of Victorian times was an everyday coin, engaged in everyday work. Huge numbers of these coins were being used in the “penny-in-the-slot” gas meters that were multiplying across London and elsewhere. So rapidly were gaslights being installed in British homes, and so many more gas-ovens being used to bake bread in British homes, that British copper coin production was tripling about the time this 1896 penny was struck. Pennies by the many tens of millions were being used in these “penny-in-the-slot” gas meters, and would be for more than a half century. Inflation, however, would take its usual toll....
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  2. Buona sera a tutti. In questa discussione volevo proporVi alcune immagini della Zecca dello Stato di Roma, tratte dall'opuscolo "La Zecca Italiana" edito dall'I.P.Z. nel 1955. La data di pubblicazione avrebbe dovuto suggerirmi di collocare queste foto nella sezione della Repubblica, ma le atmosfere che si colgono sembrano indulgere ancora verso un contesto storico più simile a quello prerepubblicano e quindi ho pensato di metterle qui. Mi sono sembrate immagini particolarmente "vive", forse perchè in quasi tutte, accanto ai macchinari, ci sono delle persone al lavoro. Si potranno osservare particolari molto eloquenti sulla condizione degli operai, degli ambienti e dell'organizzazione del lavoro dell'epoca e se ci si soffermerà qualche secondo a riflettere su ciò che si vede si potrà anche apprezzare il salto di qualità che in poco più di mezzo secolo da quelle immagini la nostra società è stata in grado di realizzare. Buona visione. L'area della "contazione" delle monete non sembra esattamente rispecchiare un luogo ordinato quale ci si aspetterebbe di trovare........ L'operaio in primo piano, con quell'indumento da lavoro, non sembra anche a Voi Paul Newman nel film "Nick mano Fredda"? Più che un vestito da lorovo sembra indossare la divisa di un carcerato!!!!.............. :lol: Da notare anche. in alto di fronte a lui. un'immagine del Papa (dovrebbe essere Pio XII), un'altra foto che non riesco a riconoscere, un ramoscello d'olivo e una presa di corrente che oggi, la Legge 626, non permetterebbe più di utilizzare..... ;) Interessanti anche i sacchetti bianchi recanti il monogramma "ZI", contenenti le monete da spedire alle tesorerie provinciali, Solo donne nella sala presse monetarie da 60 Tonnellate? Sullo sfondo, vestito di nero, si intravede un uomo, forse il Capo Reparto, che sorveglia la situazione. Il "Laminatoio a nastro" indicato nella foto potrebbe essere quello "duo reversibile di notevole potenza capace di laminare a a caldo ed a freddo i metalli: Esso era dotato di due forni di preriscaldo di cui uno elettrico e l'altro a gas propano". (N. Jelpo - La monetazione metallica Italiana - Roma 1980 pag. 93). Nel "Laboratorio di incisione" invece, solo uomini??............. B) Par condicio al "Pantografo"...... :( Il "Forno per ricottura laminati" della Siemens (in tutto 3) sostituirono quello ad induzione ad alta frequenza ceduto ai tedeschi durante la guerra. Si tratta di una delle presse monetarie capaci di coniare circa centoventi monete al minuto, acquistate dall'Inghilterra e fabbricate dalla Taylor and Challen di Birmingham. Saluti. Michele
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  3. Non per rubare il lavoro a Daniele, ma penso sia sufficiente che copi il file DB_ARCH.FDB, che trovi all'interno della cartella del programma sul PC. Quello dovrebbe contenere l'intero DB con le eventali personalizzazioni. Provare non costa nulla. Altra bella, veloce, semplice soluzione. Grazie :D
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  4. Ok ora meglio. Dunque puoi installare il programma su una chiavetta di memoria USB (la trovi a 6-7 euro, va bene quella più economica). La posizione di dove installare il programma te lo chiede in fase di installazione. Una volta installato puoi inserire la chiavetta nel pc fisso o nel portatile e lanciare il programma da li (il file swnumisma.exe). I dati ovviamente sono sulla chiavetta e leggibili da li. Ti chiederà la chiave di attivazione su pc fisso e portatile ma puoi usare sempre la stessa chiave... Spero di essermi spiegato io questa volta :rolleyes: ...
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  5. Valentiniano II Al D/ DN VALENTINIANVS PF AVG, busto a destra, diadema a perle, corazza e drappeggio Al R/ REPARATIO-REIPVB, l'Imperatore che solleva da terra una donna. In esergo, SMRP, Roma RIC IX 43c, Roma, Comune L'ultima potrebbe essere anche una B, nell'esergo, ma il RIC non cambierebbe. Comunque mi pare una P
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  6. Dovrebbe essere questa: RIC VIII Costantinopoli, 93 D: DNCONSTAN-TIVSPFAVG V: FELTEMPREPARATIO Fenice su globo Esergo: CONSI star (decima officina) Rarità: S Che dubbi hai?
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  7. Tetrico 270-273 TETRICVS PF AVG
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  8. è una medaglietta devozionale, raffigurante s. antonio e s. francesco.... a mio avviso, è della fine del 700 - primi decenni dell'800 - mancando l'appiccagnolo.. che darebbe un'informazione in + per la datazione e la manifattura. Le aree di produzione e distribuzione di queste medagliette è molto ampia.... sono presenti in tutto il territorio nazionale e oltr'alpe... Padova o Venezia potrebbe essere il luogo + probabile di questo esemplare
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  9. Trovato....! :D http://xoomer.virgilio.it/paolopitotto/devozionali/schede-c.pdf .... ai numeri 1386 e 1387.
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  10. Andiamo avanti. Su questa parte sarò un po' generico e potrò apparire anche superficiale. Purtroppo, per quanto riguarda il XIV secolo, le incertezze sono veramente troppe per poter pretendere di essere minimamente esaustivo, quindi per onestà intellettuale mi limiterò a esporre i (pochi) capisaldi. Ben vengano i commenti o l'esposizione delle perplessità sui punti che avrò sorvolato, o esposto in maniera infelice. Cominciamo a parlare delle aree monetarie. Nel XIV secolo si delineerebbero sempre più nettamente aree peculiari, caratterizzate da un lato dall’impiego di specifiche unità monetarie di riferimento nei contratti di vendita, dall’altro dalla predominanza di specie monetarie alquanto precise dovute con la vicinanza di particolari realtà territoriali. Oltre all’area piemontese caratterizzata principalmente dalla presenza di imperiali, astesi e viennesi, cui si affiancano in misura minore viennesi di Lione e genovini, si possono distinguere almeno due altre aree monetarie. Un’area è individuabile nei territori transalpini sotto la dominazione sabauda, caratterizzata dalla presenza di viennesi, mentre più rade risulterebbero le menzioni di astesi ed imperiali, sopravanzate quanto a numerosità dai denari mauriziani, losannesi, genevesi e tornesi, vale a dire dalle specie monetarie più locali, che costituivano il riferimento per quei territori. Non è un caso che lo Stato sabaudo, pur avendo maturato un sistema monetario proprio, scelse di emettere localmente monete in palese imitazione ad esempio dei denari losannesi e mauriziani, come dimostrano per l’appunto gli esemplari a nome di Aimone (1329-1343) e Amedeo VI (1343-1383). Un’ulteriore area monetaria si delinea in corrispondenza della Valle d’Aosta. Punto di transito tra le regioni piemontesi e quelle transalpine, le citazioni documentarie di questa regione mostrano una contemporanea presenza di imperiali e astesi a fianco di viennesi, genevesi e mauriziani, in una sorta di ideale luogo di contatto delle due aree piemontese e transalpina. Qualche incertezza presenta la definizione di una eventuale quarta area monetaria nei territori del Cuneese, ai confini col Nizzardo e la Provenza,, ma per sciogliere questo dubbio occorrono altri studi. Le monete riflettono queste diversità nelle aree monetarie. A partire da Amedeo V (1285-1323) inizia una differenziazione dei nominali molto più marcata rispetto a quanto si è visto fino ad ora. Come dicevo, sono cambiati i tempi: sono aumentate le zecche attive, sono comparsi multipli del denaro (il grosso matapan di Venezia ha già quasi cent'anni di vita). Dopo Genova e Firenze, anche Venezia ha iniziato a coniare il suo ducatus d'oro. Anche nello Stato di Savoia iniziano le emissioni di monete "grosse", di peso superiore ai tre grammi. Le ordinanze (le prime che conosciamo con certezza) cominciano a parlare di grossi, denari, aquilini, ... moneta bianca e moneta nera. Con Edoardo (1323-1329) si parla di forti, con Aimone (1329-1343) di redottesi, parisiensi, ... e così via. Nasce una proliferazione di nominali molto forte, con profonde differenze tra la produzione di una zecca piuttosto che un'altra. Questo è un punto molto importante. Le tipologie comandate alle diverse zecche, le caratteristiche intrinseche degli esemplari, rispondono ad esigenze locali. Le monete sono prodotte per innestarsi su mercati ben precisi, molto diversi tra loro, espressioni di aree monetarie - più o meno vaste - differenti. Le monete comandate alla zecca di Donnaz sono diverse da quelle comandate a Saint-Maurice-d'Agaune, a loro volta diverse da quelle di Pont d'Ain. I grossi tornesi di Aimone e le altre sue monete coi gigli, ad esempio, prendono ispirazione dalle monete di Francia, altre sue monete hanno le stesse caratteristiche intrinseche dei pezzi coniati all'epoca a Milano. C'è molta incertezza sui legami tra le diverse monete prodotte da una determinata zecca. L'impressione è che quasi mai ci sia una proporzionalità precisa tra i valori nominali, proprio per il fatto che esse rispondono a esigenze locali e puntuali, anche se ci sono eccezioni. Con Aimone abbiamo forse (e rimarco la parola forse) la prima espressione certa tra nominali, con le seguenti proporzioni: 1 grosso dozzeno = 3 forti bianchi = 6 oboli. Ma per tante altre valute non sappiamo granché. Anzi, possono essere avanzate forti perplessità circa la correttezza della denominazione proposte dai cataloghi. Prima di arrivare ad avere un quadro preciso dei legami tra i nominali, forse, è necessario lavorare ancora parecchio sullo studio delle fonti. In tutta questa nebbia, tuttavia, comincia a emergere quello che sarà l'assetto del sistema metrologico sabaudo. Verso la fine del XIV secolo il viennese non costituisce più l’antica moneta dei vescovi di Vienne o l’imitazione straniera modellata su di essa. Diviene ora un nominale autonomo del sistema monetario sabaudo, assumendo il rapporto di 1 grosso = 16 viennesi che gli sarà propria per tutto il XV secolo e per buona parte del successivo. Il grosso diventa la base del sistema di conto per quasi tutti i territori sabaudi (ma le eccezioni sono numerose). L'ordinanza del 14 giugno 1384 per la zecca di Susa (siamo ormai sotto Amedeo VII) stabilisce per la prima volta un'esatta proporzione nel valore nominale delle monete che vengono emesse in quell'occasione, nel modo seguente: 1 fiorino = 12 grossi 1 grosso = 4 quarti = 8 forti = 16 viennesi = 32 oboli di viennese (ancora la proporzione 1 grosso = 16 viennesi, dunque), ma anche 1 grosso = 12 bianchetti = 24 oboli di bianchetto. Questo sistema di nominali no si dimostrerà stabile, ma evolverà negli anni successivi. Le monete subiranno azioni di debasement, nasceranno differenziazioni per le specifiche zecche, saranno comandati altri pezzi fuori da questo schema (es. lo scudo d'oro, i denari mauriziani). Nei sistemi di conto, però, l'espressione dei prezzi tenderà a uniformarsi, a partire soprattutto da questa ordinanza, rimarrà la proporzione 1 fiorino = 12 grossi = 48 quarti. In estrema sintesi: pur rimanendo aree monetarie separate, pur nascendo altri altri nominali fuori dalle proporzioni appena proposte, il sistema di conto rimarrà fissato sulle proporzioni stabilite con questa ordinanza. Mi rendo conto di aver generato un po' di confusione. Nei prossimi giorni preciserò meglio alcuni concetti, in base anche alle vostre eventuali osservazioni. Fine della quarta parte.
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  11. salute, da un lato la scala Santa di Gerusalemme, si vede in alto Gesù che porta la croce. Secondo la tradizione, sant'Elena la madre di Costantino, ha fatto portare a Roma la Scala. L'altro lato presenta la Porta Santa di san Pietro, che viene aperta in occasione dell'Anno Santo. La gente raffigurata rappresenta i pellegrini che la passano, per sciogliere un voto o chiedere una supplica.
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  12. RIC 248 Carinus, billon antoninianus. Rome, 284-5 AD. IMP CARINVS P F AVG, radiate, draped, cuirassed bust right / AETERNIT AVGG, Aeternitas standing left, holding phoenix on globe, lifting hem of robe with left hand. KAΓ in ex. No si tratta di un altra variante! Infatti la legenda del rovescio sulla tua prima dell'Aeternitas è AETER - NIT AVGG
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  13. Ma sguardo che cosa ha rivelato in un junkbox dei moneta-commercianti americani un mese fa, un mese dopo che trovi una parte identica nel junkbox del commerciante 150 miglia (240km) via: Un halfpenny 1960 tosato al diametro di uno scellino, e placcato per imitare il colore di uno scellino. Una moneta britannica del “tester del gas„ della fabbricazione riservata, una scellino falsa! :) v. ----------------------------------------------- But look what showed up in an American coin-dealer’s junkbox a month ago, a month after I had found an identical piece in a dealer’s junkbox 150 miles (240km) away: A 1960 halfpenny sheared to the diameter of a shilling, and plated to mimic the color of a shilling. A British “gas meter” coin of private manufacture, a "faux" shilling! :) v.
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  14. Non per rubare il lavoro a Daniele, ma penso sia sufficiente che copi il file DB_ARCH.FDB, che trovi all'interno della cartella del programma sul PC. Quello dovrebbe contenere l'intero DB con le eventali personalizzazioni. Provare non costa nulla.
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  15. Il lungo nastro bucherellato verra' nuovamente fuso come pure i dischetti difettosi
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