L'argomento trattato è davvero interessante e mi complimento ancora per le notevoli conoscenze che Fabius ha riportato in questa discussione e che, per quanto mi riguarda, hanno aperto delle prospettive di approfondimento non indifferenti. Colgo l'occasione, inoltre, per dargli il benvenuto nel Forum, certo che il suo contributo non potrà che ampliare le conoscenze di ognuno di noi.
Ringrazio anche GPittini per le utili, altre foto delle monete e chiunque ha partecipato e perteciperà attivamente all'approfondimento della presente tematica. Si potrebbe fare davvero un ottimo lavoro!
Con l'intento di aggiungere una prospettiva altra alla tecnica di "argentatura" dei denari suberati e che potrebbe essere utile a sviluppare delle tesi dialetticamente interessanti, cito quanto scrive Fiorenzo Catalli in "Numismatica Greca e Romana, Libreria dello Stato, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma 2003". Scrivendo dei suberati, l'autore argomenta: "L'anima (dei denari che era in Rame), realizzata per fusione, doveva essere pulita a specchio in modo tale da eliminare tutti gli ossidi della superficie e, quindi, rivestita, a freddo e per pressione, di una lamina d'argento di piccolo spessore pur se incostante. Il tutto veniva portato alla temperatura di 960°C per raggiungere il punto di fusione dell'Argento che sciogliendosi avrebbe aderito alla superficie del tondello di Rame. Sembra giusto credere che, essendo il punto di fusione del Rame a non eccessiva distanza (1080°C), l'adesione dell'argento fosse favorita anche dal forte surriscaldamento della stessa superficie esterna del Rame. La coniazione vera e propria doveva avvenire ancora durante la fase di raffreddamento dei tondelli" (P. 84). Enrico :)