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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/19/10 in tutte le aree

  1. Tralasciando quanto avvenuto ultimamente ed anzi ringraziando tutti per la solidarietà dimostratami, prendo spunto dal “famigerato” post per spiegare, come è stato richiesto, il “significato” del motto DOMINUS MIHI ADIUTOR ET EGO DESPICIAM INIMICOS MEOS dal Salmo 117, versetto n°7. Andiamo ad analizzare proprio il salmo che pare celebri la vittoria e la riconquista del tempio di Gerusalemme da parte di Giuda Maccabeo; in uno dei suoi passaggi possiamo leggere: “ Il Signore è con me, non ho timore; che cosa può farmi l’uomo? Il Signore è con me, è mio aiuto, sfiderò i miei nemici” (Ver. 6-7) dal quale è tratto poi il motto oggetto della discussione, ma continuando a leggere troviamo “ E’ meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nei potenti. Tutte le nazioni mi hanno circondato, ma nel nome del Signore le ho distrutte. Mi hanno circondato, mi hanno accerchiato, ma nel nome nome del Signore le ho distrutte. Mi hanno circondato come api, come fuoco che divampa tra i rovi, ma nel nome del Signore le ho distrutte. Mi avevano spinto con forza per farmi cadere, ma il Signore è stato il mio aiuto. Mia forza e mio canto è il Signore, egli è stato la mia salvezza” (Ver. 9-14), quindi è chiaro come nel testo si celebri la vittoria sui nemici grazie all’aiuto del Signore. Fatta questa dovuta premessa, andiamo quindi ad osservare la presenza di questo motto sulle monete, in particolare quelle del Regno di Napoli. Le prime monete che riporteranno questo motto sono quelle emesse a nome di Alfonso I d’Aragona e, conoscendo la tradizione cattolica (almeno sulla carta) dei sovrani aragonesi e le lotte che ha dovuto affrontare Alfonso I per la conquista del Regno, viene facile immaginare il motivo del motto ed il riferimento al Salmo in questione. Cercherò brevemente di descrivere le vicende storiche dell’epoca… Morto Ladislao di Durazzo, pare avvelenato attraverso… (forse è meglio soprassedere visto la presenza di minori), sale sul trono di Napoli sua sorella Giovanna II che ormai è in età avanzata e senza eredi. Giovanna II entra in contrasto con papa Martino V che chiede aiuto a Ludovico III d’Angiò al quale non pare vero di poter mettere le mani sul regno di Napoli anche perché già suo padre (Ludovico II) aveva cercato di riportare il trono di Napoli, senza riuscirci, sotto il dominio angioino. Ma Giovanna non resta a guardare e, nominando Alfonso V d’Aragona (che in Italia diverrà Alfonso I) come suo erede al trono, ne ottiene la protezione. Ma Alfonso non attende di diventare re per attuare i suoi piani ed il suo comportamento lo fa entrare subito in contrasto con la regina che, dopo varie vicissitudini, tra cui anche il ricorso alle armi, revoca l’adozione di Alfonso e nomina suo erede proprio l’ex nemico Ludovico d’Angiò. Quest’ultimo però morirà prima di diventare re ed alla morte di Giovanna II, sale sul trono di napoli Renato d’Angiò, fratello di Ludovico. Alfonso però, rivendicando il trono di Napoli, si muove in guerra contro Renato d’Angiò, per la successione al trono. Assedia Gaeta e, nonostante una sconfitta navale nei pressi di Ponza, riesce col suo esercito ad assediare anche Napoli. Qui si narrà che fu un traditore, tale Agnello Ferraro ad indicare alle truppe aragonesi come accedere in città attraverso l’acquedotto che già pare fu usato con lo stesso scopo da Bellisario nel 536 d. C. durante la guerra gotica. Conquistata Napoli da parte di Alfonso I, a Renato non resta che rifugiarsi in Francia. In queste poche righe ho cercato di far comprendere quali lotte e guerre ha dovuto affrontare Alfonso I prima di diventare re di Napoli (in effetti sotto il suo regno si riunisce sotto un’unica corona il regno di Napoli e quello di Sicilia) e che quindi è palese per un re aragonese, (era tipico di questi sovrani inserire sulle loro monete motti religiosi) far coniare una moneta proprio con un riferimento all’aiuto divino per sconfiggere i propri nemici. La prima moneta con questo motto fu coniata proprio durante l’assedio di Gaeta (anche se ad oggi non è possibile distinguere gli esemplari coniati a Gaeta con quelli coniati a Napoli) e si tratta del sesquiducato dal valore di 1 ducato e mezzo, quindi 15 carlini (in questo Alfonso seguì il sistema monetario napoletano). Il motto sarà rappresentato poi anche sui carlini e sui denari. Dopo Alfonso I questo motto fu ripreso anche da suo figlio che gli successe sul trono di Napoli, Ferdinando I d’Aragona. Anch’egli infatti si trovò a combattere per il trono di Napoli, anche se questa volta i nemici erano “interni” al regno, nella famosa congiura dei baroni, infatti ritroviamo il motto anche sui carlini a nome di Ferdinando I, su una rarissima cinquina, sui tornesi e sui denari. Cambiano i re, ma non le guerre per la corona di Napoli e sotto il regno di Federico III, su un mezzo carlino ritroviamo di nuovo il motto soggetto della discussione che ritroveremo anche su un ducato di Ferdinando il Cattolico. Spero di essere riuscito con parole semplici a spiegare il motto presente su queste splendide monete napoletane ed il motivo per il quale esso fu scelto. Giova precisare, come già indicato, che è tipico della monetazione aragonese l’utilizzo di frasi religiose e, se può far piacere, continuare in futuro con la descrizione di altri motti. Chiedo venia se posso essere incorso in qualche imprecisione o omissione, che spero venga segnalata, ma ho scritto al volo durante il viaggio in treno che mi portava al lavoro… Se mi consentite poi vorrei dedicare queste poche righe alla memoria del caro amico Pino (sul forum legiovirest) che solo oggi ho appreso non essere più fra di noi. fedafa
    2 punti
  2. Ecco la scansione dell'articolo sulla "Mostra della teriaca"... Spero risulti leggibile... ...Il bastone!!!!... penso di averlo :rolleyes: :rolleyes: :rolleyes: http://i55.tinypic.com/2vwbgvp.jpg http://i53.tinypic.com/14lledt.jpg http://i51.tinypic.com/2iglowm.jpg http://i54.tinypic.com/2eg6xoj.jpg http://i54.tinypic.com/3442fr9.jpg
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  3. salve direi milano magari sbaglio denaro seconda republica 1447-1450 COMUNITAS MLI croce S AMBROSIV MLI ciao
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  4. be' con ebay si è sempre al solito discorso... non è una casa d'asta e pertanto non è persiguibile perchè mette solo degli strumenti a disposizione di venditore e acquirente quindi sono loro a essere perseguibili. sarebbe come perseguire il sindaco del paese perché in piazza si spaccia. ebay è cosa buona se si compera da negozianti che rilasciano fattura, equivale a comperare in negozio e si è tutelati. mal che vada si subisce solo il sequestro qualora il negoziante avesse ottenuto illecitamente la merce, esibendo la fattura credo che l'unica noia sarebbe solo il sequestro mentre al commerciante toccherebbe subire tutto il resto... così come acquistando un oggetto illecito venduto regolarmente attraverso un'asta "classica". purtroppo con ebay, eliminando i commercianti-negozi deontologicamente seri, non ti dà (e forse non può nemmeno farlo) garanzia su chi sia l'altro venditore... potrebbe essere il più incallito tra i tombaroli come un semplice collezionista che si libera dei suoi doppioni o che dismette la propria collezione
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  5. ELOGIO DEL BRONZO ROMANO. - SESTERZI DI QUALITA' E PREZZI ALLE STELLE? Confermo l'interesse di questa discussione che si sviluppa con contenuti sicuramente tecnici. Osservo che il fenomeno rivalutazione/investimento delle monete molto belle (di lusso..) è stato oggetto di buona analisi. Tuttavia per quanto concerne le quotazioni specifiche delle monete di bronzo romane e dei sesterzi in particolare vorrei evidenziare poche cose importanti per tentare un discrimine. a)- Le monete di bronzo sono state quasi sempre oggetto di circolazione piuttosto che di tesaurizzazione...trovarle in conservazione alta...è difficile. b - Le stesse monete sono facilmente attaccabili da fenomeno ossidativi, chimici, di elelttrolisi spontanea, fertilizzanti, pesticidi, piogge acide ecc. nei suoli ove vengono poi rinvenute...scarsi i ritrovamenti in ambiente sufficientemente protetto e quindi semineutro. c) - Troppo spesso se non quasi sempre ;) pochissimi resistono alla tentazione di migliorare lo stato di simili oggetti e quindi si rinvengono sulle monete tracce di: lavorazione, eccessiva pulizia, bulinatura, ripatinatura, stuccatura...e restauri vari e spesso degni della migliore fantasia modellistica. Per quanto sopra (a + b + c) consegue che le monete di bronzo in grandissima conservazione e, sopratutto, integre...sono veramente poche. La maggior parte, peraltro sono state oggetto di tesaurizzazione da ben prima che il fenomeno investimento/rivalutazione prendesse piede...chi le possiede molto spesso può permettersi di tenersele...anche a livello familiare e... di eredi, che spesso ne fanno un fatto distintivo. Insomma non è facile che entrino in circolo...anche malgrado le ottime valutazioni raggiunte. Al riguardo può essere utile evidenziare che un grande collezionista americano di nome Conte...sulla cui collezione si incentrò una vendita NAC di un paio di anni fa, sembra che smise di cercarle e di tesaurizzarle (anche) perchè...malgrado fosse disponibile a pagarle al meglio...non ne trovava abbastanza (pochi pezzi all'anno e sempre di meno...quindi si annoiava :( ). E' inoltre utile precisare che, il motivo per cui quel bravissimo mercante (al quale peraltro va il mio personale e spontaneo plauso...) cercò e tuttora cerca di rivalutare il bronzo imperiale di grande qualità ha fondamenti non tanto speculativi quanto tecnici. Sapete a quanto si vendono gli aurei (romani)? Ad una follia, malgrado siano più numerosi dei sesterzi di grandissima qualità .. relativamente ne girano a iosa o quasi...e, mediamente valgono il doppio od il quadruplo dei bronzi di medesima conservazione. Osservo che l'oro, notoriamente fonda il proprio valore anche nell'inossidabilità ed inattaccabilità del metallo da qualunque fenomeno chimico/fisico naturale. Quindi anche se fu coniato in minor numero 1 a 100 rispetto ai sesterzi si è meglio conservato e se ne trovano tuttavia in maggior numero in ottima qualità, per fatto legato al metallo ed alla loro tesaurizzazione coeva. In poche parole... il bronzo imperiale di grande o grandissima qualità era ed è sottostimato rispetto all'aureo. Quel grande mercante ha cercato di rapportare il prezzo e poichè gli aurei non scendono (malgrado tutto...) di valore, hanno cercato di far salire la stima dell'altro. Tale operazione si definisce: ricerca dell'equilibriuo tecnico delle merci rispetto alla domanda ed all'offerta generale. Adesso arriva Giosafatte il "colorado" e dice: embè! Scusa eh!? se il bronzo è più raro perchè nu'n sale da solo senza che devono tirare a lui la volata...perbacco, baccon! E qui vengono i dolori. Le monete antiche di bronzo in patina naturale...sono tra le più affascinanti che possano essere collezionate. Ma sono difficili da valutare...non tutti le capiscono non tutti le amano (come per il vino di grande qualità)...ci vuole grande occhio, cultura, grande passione, maturità, piacere per l'arte e per la storia. Tali necessarie qualità possono scarseggiare anche ove non dovesse essere scarso il portafogli. :D L'oro infatti, per converso, riempie gli occhi e una qualche cupidigia...gli aureri sono immaginette (ben incise) di facile comprensione...dicono che sono rari...fanno status e mantengono con qualche regolarità il loro valore...malgrado sia più facile replicarli molto bene. E' comunque un fatto che li strapagano. Conclusioni. Le stime e le aggiudicazioni che possono essere raggiunte sporadicamente per qualche bellissimo sesterzio sul lago di Ginevra...sono del tutto particolari e si fondano su autentiche eccezioni. Ma, per i bronzi eccezionali ed integri, non credo che le attuali quotazioni possano essere definite tecnicamente uno scandalo...nel mondo della numismatica, altre sono le vere monete da investimento milionario non propriamente spontaneo. Potremmo invece dire che, un mezzo scandalo è stato il non averle acquisite quando costavano la decima parte di quanto costano oggi. ;)...e non illudetevi...non scenderanno più...le apprezzano anche i Russi, gli Arabi...i Cinesi, anche qualche Indiano. :P
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  6. Ottima e stimolante disamina, ma in qualche modo ci stiamo ripetendo. Tento una sintesi. L'immissione di monete di prima scelta qualitativa e/o importanti sul mercato numismatico. Tale fenomeno è, in massima parte, conseguenza della crisi economica manifesta da almeno un triennio. 1) Il mercato prevalente delle monete da collezione afferiva, sino a tre anni or sono, alla c.d. fascia media. Questa acquisiva con vivacità...prevalentemente il buon BB e si spingeva sino al q. slendido...sino a qualche peccatuccio di gola. Tale materiale era ben sostenuto dal commercio...un discreto sesterzio in BB+ veniva apprezzato e comprato, un quasi splendido ben patinato poteva spuntare i 2.000/3.000 euro. E lì su quel limite si formava una diga...non facilmente superabile, per converso appariva ristretto e spesso quasi misterioso l'ambiente che oltrepassava quella diga per sborsare somme importanti. Ho citato il sesterzio perchè è moneta da collezione internazionale che contribuisce a formare i prezzi nel mondo. In altre coniazioni la dinamica era comunque analoga. Uno dice: e allora? Mò che ce sta la crisi le monete salgono de prezzo...ma che dici? Purtroppo è così! Purtroppo per chi vuole comprare...fortunatamente per chi vuole o DEVE vendere. ;) 2) Come qualche autorevole e stimato utente di questo Sito sta evidenziando da qualche tempo con la crisi è capitato che: le monete comuni in media conservazione faticano o non hanno un chiaro assorbimento...a meno di prezzi cedenti, rispetto al passato. Traduzione: il sesterzio splendidotto non realizza più 3.000 euro...a stento si muove sui 2.000...spesso non si vende. A prescindere dai falsi, dai pasticci e dalle patine rifatte (che sono un problema da prima della crisi) chi apprezzava le monete medie o poco più...è meno attivo (diciamo così...). E' molto probabile che tale fascia risenta materialmente e/o psicologicamente della crisi globale in atto in occidente. Per converso, si vende bene la grande conservazione e le monete importanti. 3) Per evitare stagnazione o flessione generalizzata dei prezzi...peraltro intravista dallo scorso anno in più occasioni ed anche oggetto di commento su questo sito, Lorsignori (per cui nutro la massima sincera stima) si sono dovuti inventare qualcosa. Uno dice: e chi sono Lorsignori...i Cardinali? In un certo senso si. :) Sono i massimi esponenti sul mercato che, come in altri settori, hanno il massimo interesse a sostenerlo. Ergo...è stata incentivata, favorita, consigliata, promossa e benedetta...l'introduzione delle belle monete (quelle vere)...che sino a qualche anno fa sortivano con minore frequenza e dovizia...in qualche anno addirittura con il contagocce: perchè comunque tiravano le altre. ;) Ovviamente chi in questa crisi deve alleggerirsi per fatto economico incombente o prudente...è "costretto" ad andare nei caveau e tirare fuori i nummi eccezionali...e quindi favorisce la carica suonata dal trombettiere. 4) A questo punto si avanza Giosafatte e dice: ma come? cestà la crisi ... el ceto medio annaspa...qualche affarista o imprenditore si alleggerisce...e chi compra? Lo vedi che dici fesserie. Allora...rispondiamo. E' noto che c'è un po' di gente che sta molto bene economicamente...probabilmente anche qualcuno di noi che qui fa finta di niente. :D E' altrettanto noto che nel mondo c'è molta gente che sta ancora meglio di chi sta molto bene. Infine quelli propriamente ricchi non è che scarseggino. Tutta questa gente ama le cose belle. Le monete da collezione importanti o in grande conservazione - per strano paradosso - man mano che diventano meno colte ( cioè meno studiate e apprezzate culturalmente) si diffondono sempre più...la dinamica è nota sia nella società che in economia. Tutta questa gente incassa danaro e deve ricollocarlo. L'oro continua a salire. La tesaurizzazione va di moda ed è considerata un investimento. La legislazione e le dinamiche di impoverimento disincentivano o non favoriscono, per converso, le vecchie forme di investimento...almeno di questi tempi, salvo futuri mutamenti. Il gioco è fatto. Per mantenere il mercato bisogna vendere le cose belle. Non è che si comprano solo monete...ovviamente, anche perchè le monete veramente belle...rispetto alla media, non stanno a tonnellate da nessuna parte. Non ci sperate nemmeno. P.S. Senza voler urtare la sensibilità di amici che hanno espresso pareri favorevoli sulla diffusione delle monete false anche di grande conservazione...mi permetto sommessamente di osservare che...nel su detto meccanismo i falsi c'entrano come i cavoli a merenda...poichè Lorsignori non hanno interesse a farli circolare in questo delicato momento...tuttavia è noto che: è bravo che sbaglia di meno...l'ifallibilità non appartiene a questo nostro mondo. Che "qualcosa di nuovo" possa finire in mezzo...fa parte del gioco e della naturale dinamica della numismatica. (Ahimè...)
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  7. @arrigome Sul "bastone per la mostra della teriaca".... qualcuno ne ha mai sentito parlare? E’ la prima volta che ne sento parlare, ma ricordo questa illustrazione in copertina de ‘I Discorsi’ di Pietro Andrea Mattioli sopra i sei libri di Pedacio Dioscoride, dove l’autore, nella dedica a Caterina regina di Polonia, dopo gli elogi della teriaca faceva notare come fosse impossibile ai suoi tempi (1559) procurarsi alcuni ingredienti che all’epoca di Galeno provenivano dai confini dell’impero. Si può trovare un’analogia con il bastone di Esculapio (nome latinizzato di Asclepio, il dio della salute nell’antico pantheon greco), il simbolo greco associato alla medicina che consiste appunto in un serpente attorcigliato attorno a una verga. Si deve tener presente che la vipera è anche un simbolo della teriaca dopo che Andromaco il Vecchio, medico di Nerone, aveva rielaborato la formula di Mitridate aggiungendovi soprattutto la carne di vipera, secondo il concetto base dell’assuefazione che il veleno è antidoto a sé stesso (similia similibus curantur). Senza dimenticare che con la carne di vipera si facevano i trocisci, i quali poi servivano per confezionale la teriaca cosicchè li possiamo considerare i precursori delle nostre pastiglie. apollonia
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