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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/18/10 in tutte le aree

  1. dite che se mi rivolgo ad un'edicola non ce la faccio ad averlo vero?? meglio direttamente alla casa, se invece ti basta una fotocopia.............mandami un MP ;)
    1 punto
  2. allora se questa e` la moneta che volevi pulire ieri sera , lasciala cosi e non toccarla , la patina verde e` un pregio e non un difetto della moneta. la moneta e` un imitativa barbara di un antoniniano (2 denari) romano e la si puo` datare intorno al 270-290 AD il busto purtroppo non si riconosce , ma potrebbe essere Tetrico o Claudio il Gotico al rovescio la foto va` ruotata di 90 gradi , ma sembra una figura di donna in piedi vicino ad un albero queste monete sono state battute in Gallia e Britannia (Francia e Inghilterra) per sopperire alla mancanza di circolante. e sono abbastanza comuni al momento non c`e` un catalogo che le classifica ciao
    1 punto
  3. Ciao e benvenuto nel forum :) Purtroppo quella che hai è una riproduzione moderna di nessun valore. Veniva regalata dalla Plasmon per pubblicizzare dei prodotti dolciari http://www.forumancientcoins.com/monetaromana/falsi/ErgospalmaPlasmon/ergospalma.html Se clicci su "i dettagli delle singole monete" troverai la tua. Se vuoi vedere la moneta originale (in argento): http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-I6/2
    1 punto
  4. Resto confusamente tangente alla discussione. Quante anime ha la numismatica? Ognuno di noi appassionati ne parla immaginando il resto del mondo collezionistico a lui affine e omogeneo, ma cosi' non è. La curiosità inizialmente e la passione che subentra e cresce sono la prima spinta, la vittoria sull'inerzia, ma le cose, poi, proseguono e si sviluppano su binari diversi e multiformi. Nella fase embrionale esiste la bulimia, la febbre di accumulazione unita all'incertezza del cosa raccogliere; la maturazione successiva porta piu' o meno lentamente a definire il proprio "stile collezionistico". Libri, studio, incontri e scambi con altri appassionati e con mercanti, circoli, oggi - sempre meglio e di piu' - le risorse web. Tutto questo non puo' agire in modo uniforme su ognuno di noi e genera' reattivita molto diverse. Un nummo inteso come manufatto esprime una molteplicità di valori: estetico, storico, testimoniale, simbolico, geografico, ..... E', a mio avviso, vettore e sintesi culturale perfetto del suo tempo. Così tanti valori implicano naturalmente una declinazione in termini di prezzo. Quanti piu' ne ricerchiamo contemporaneamente quanto piu' dovremo sborsare per ottenere l'ambito tondello. Ed e' su questo che si segmenta, a mio avviso, il mercato dell'arte in genere. La qualità, concetto flebile in quanto non qualificabile in se', la approssimiano alla maggior compresenza di valenze sensoriali ed emotive. A complicare il gioco e' – negli ultimi dieci anni – sopravvenuto l'arrivo sempre piu' massiccio degli investitori interessati ad un ritorno in tempi medio brevi. E molto sta accadendo per favorire la vita ai nuovi arrivati che seguono logiche che il colleziosta numismatico puro e duro ignora e intimamente disprezza. La scala Sheldon in uso da decenni negli Usa esprimendo in settantesimi la conservazione della moneta ha favorito una semplificazione eccessiva per il numismatico ma ottimale per l'investitore. E' stata così favorita la proliferazione di enti di certificazione che esprimono la conservazione del nummo su un etichetta racchiusa assieme alla moneta tra due semigusci. Ed è l'insieme che va venduto ed apprezzato. La pratica fluidifica e semplifica molto il mercato perchè rende – pare rendere - certezze a chi non ne ha riducendo i rischi per chi compra e per chi vende. E' una prassi che sempre piu' occupa spazio anche sulle sponde europee; il web ha fatto conoscere e reso familare tutto questo al mercato numismatico globale con tentativi di creazione di indici rappresentativi degli andamenti dei prezzi per categorie tipologiche, dei veri e propri "art index". Ed anche di questo bisogna tenere conto. Lo stileemergente sembra, a mio avviso, sempre piu' assimilabile a quello tipica dell'investitore-collezionista di arte contemporanea: attenzione alla "qualità", alla dimensione, alla genunità comprovata da terzi, alla forza (leggi propensione a rivalutarsi) rispetto ad un indice sintetico, all'internazionalità. Tutto quanto sta modificando, a mio parere, il microcosmo collezionistico numismatico. La consapevolezza implicitamente si adegua ai cambiamenti delle regole e degli attori. Via via minore sarà la disponibilità ad esitare in blocco una collezione completa, ma anche un nucleo organico, soprattutto se di qualità eccelsa ed omogenea. Non è ottimale per l'incasso finale. Si "gestisce la vendita di una collezione" al pari della cessione di un diversificato portafoglio mobiliare. Molti interventi qualificati in precedenza confermano questo corso. Se cosi' e', pare logico formare la propria collezione con criteri funzionali alla plusvalenza alla cessione ed entro questo ambito godersi la passione numismatica. Tutto potrebbe funzionare ma, domando, il mercato numismatico in genere e italiano in particolare, hanno la trasparenza e l'assenza di attriti necessarie? Se affermativa la risposta, fino a quando? Le collezioni ci sono, molte organiche e bellissime. Chi vive e' opera sulla piazza milanese, vera capitale europea della numismatica, sa quanto questo sia profondamente vero. Qualsiasi collezione si renda disponibile, trovato il suo canale primario, viene gestita smembrandola ed offrendo i brani nel momento, nel luogo, nel tempo piu' opportuni. Concordo con pienezza con quanto scrive Piakos. La Numismatica, intesa come mercato, mostra un volto "ad usum delphini". Come appassionato, approssimandomi alle sirene, lestamente mi lego all'albero e mi godo sicuro il canto. A volte – confesso - lascio la corda lasca. Sono un amatore non un investirore.
    1 punto
  5. Buona serata desidero aggiungere una informazione a beneficio di corallino che riguarda la moneta in questione alla quale sono molto affezionato (è stata la mia prima monetina veneziana acquistata...una sorta di N. 1 di "Paperoniana" memoria). :D Questo piccolo, estremamente sintetico circa l'iconografia (le lettere FFDV stanno ad indicare, in latino, Francesco Foscari Doge dei Veneziani), che fu emesso per essere adoperato nei territori di Brescia, ormai veneziana, fu la prima moneta che venne definita ufficialmente da Venezia "bagattino". Infatti, nei cataloghi, viene solitamente definito "Piccolo o Bagattino per Brescia". Fu una moneta molto "raffazzonata" nell'esecuzione; l'urgenza di battere moneta per i nuovi territori lombardi e la scarsità di risorse che dovevano essere principalmente impiegate nella guerra, determinava una poca cura (e spesa) da parte della zecca nell'emetterli, tanto che, molto spesso, queste monete così sottili hanno l'impronta del D/ che si "impasta" con quella del R/ Dopo questa monetina, il termine bagattino si è cominciato ad usare anche a Venezia (già lo si usava in altre città) per definire le monetine piccole. Saluti luciano
    1 punto
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