Che bei contributi!
Nel frattempo sono andato a leggermi la mia copia di THE VENETIAN TORNESELLO, A MEDIEVAL COLONIAL COINAGE di Alan Stahl.
Nel capitolo "Volume of production", sulla base dei documenti dell'epoca, di cui peraltro ce n'è giunta solo una parte, della composizione di 7 distinti tesoretti (fra cui non è incluso quello che ho descritto ieri) e dello studio della sequenza dei conii, è giunto ad alcune conclusioni:
a) il volume di produzione è aumentato notevolmente a partire dal dogato di Andrea Contarini, con un'accelerazione importante della produzione annua fino a raggiungere il picco durante il dogato di Antonio Venier. Nei dogati successivi il volume annuo di produzione è calato.
b ) il tasso annuo di produzione stimato è di:
- Andrea Contarini (1368-1382): 1.820.000
- Michele Morosini (1382): 3.219.000
- Antonio Venier (1382-1400): 5.365.000
- Michele Steno (1400-1414): n/d
- Tomaso Mocenigo (1414-1423): 1.180.000
c) il volume totale di produzione per ciascuno dei dogi esaminati è stato:
- Andrea Contarini (1368-1382): ca. 25.000.000*
- Michele Morosini (4 mesi nel 1382): 1.073.000
- Antonio Venier (1382-1400): quasi 51.000.000
- Michele Steno (1400-1414): ca. 14.000.000*
- Tomaso Mocenigo (1414-1423): 5.500.000
* numero non esplicitamente dato da Stahl ma facilmente deducibile dalle tabelle riportate nel suo testo.
Per i 55 anni che vanno dall'inizio del dogato di Andrea Contarini alla fine di quello di Tomaso Mocenigo possiamo considerare che la produzione totale di torneselli sia stata prossima ai 100.000.000 di pezzi. Si tratta di un dato calcolato scientificamente e che ritengo sia attendibile.
La produzione totale di torneselli non sarà molto più grande di questa, vista la quantità esigua di pezzi prodotti dai dogi precedenti e successivi (Stahl per esempio ci dice che sotto al doge Francesco Foscari (1423-1457) la produzione sia stata quasi nulla).
Capisco le considerazioni fatte da Rick riguardo all'apparente incongruità di un tale numero di pezzi emessi di fronte ai numeri di monete coniate per la Grecia odierna: non bisogna però cadere nell'errore di applicare al medioevo parametri di valutazione moderni.
L'euro è una moneta fiduciaria, che rimane in circolazione senza grosse perdite per tesaurizzazione, e nessuna per rifusione.
Il tornesello era una moneta di forte carattere fiduciario, ma che conteneva comunque almeno la metà del suo valore in fino. E' noto che nel medioevo la moneta era spesso rifusa per l'impossibilità di spenderla sulla piazza in cui si era, o per obbligo da parte della piazza in cui si entrava (Venezia per esempio obbligava i mercanti a portare in zecca un quinto dell'argento che portavano in città, moneta straniera inclusa, perché fosse rifusa e trasformata in moneta veneziana), o per speculazione.
Non è strano quindi che di fronte ad un numero enorme di monete emesse una buona parte sia stata rifusa.
Il grande picco di produzione è dovuto alla progressiva e rapida sostituzione in circolazione del tornese latino in Grecia, di cui terminò la produzione verso il 1350 per il grande declino degli stati latini. Durante il XV secolo il bacino di circolazione si ridusse drasticamente con la caduta di Costantinopoli e la conquista della Grecia e dei Balcani da parte dei Turchi: questi ultimi sicuramente non accettavano in circolazione moneta di una potenza ostile qual'era Venezia e recante la croce cristiana. E' logico quindi che la zecca veneziana sotto il Foscari cessasse quasi completamente di produrre torneselli, se non per le esigenze di pagamento del personale amministrativo nelle colonie di Corone, Modone, Creta e altre.
Spero che questi dati risolvano le principali questioni aperte! :)