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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/08/10 in tutte le aree

  1. Stasera voglio riportare integralmente quanto dice l'esimio e illustre Prof.Ermanno Arslan,tratto dalla prefazione del libro di Silvana e Carlo Crippa "La Collezione Verri nella Banca Commerciale Italiana"sul collezionismo numismatico,per la serie quando le parole parlano da solo e ogni commento è superfluo" "Una delle caratteristiche più significative del collezionismo numismatico è rappresentato dall'evidenza dell'impossibilità pratica di poter raggiungere la completezza nella raccolta.Da troppo tempo infatti,dal VII secolo a,c.la moneta è divenuta un mezzo insostituibile per gli scambi commerciali;decine di migliaia sono stati i tipi diversi di moneta emessi;centinaia di migliaia sono nel mondo i collezionisti;continue sono le scoperte di tipi prima sconosciuti;frequenti sono i tipi documentati da pochi esemplari,se non da uno solo e quindi irreperibili;proibiti sono i prezzi dei tipi più rari.Concludere una raccolta è quindi impossibile:è questo l'eterno tormento del collezionista.Ma ciò significa pure la certezza che il futuro riserverà inesauribili sequenze di novità e aperture impreviste.Che la ricerca non avrà mai fine e che sarà sempre più appassionante e difficile.Prende forma così lo stimolo più profondo per accanirsi nella passione della ricerca,che sempre diviene male inguaribile.Ogni collezione dalla più modesta alla più ricca,è così testimonianza di una esaltazione,di una vocazione,che attraversano la vita intera degli uomini e in molti casi le generazioni.Ma più di ogni altra collezione quella delle monete appare ricca di altre valenze,al di là di quelle meramente catalogiche:storiche,culturali,artistiche.Ciò è destinato a produrre nella collezione(che se non è speculativa è frutto di scelte,selezioni,ricerche,rinunce,progressivi aggiustamenti)una estrinsecazione della personalità del collezionista (o dei collezionisti quando si ha una tradizione familiare)del clima culturale del suo mondo,delle scelte della sua epoca.Vengono così a formarsi nel tempo realtà uniche,il cui valore e significato non corrispondono alla somma matematica dei valori di ogni singola moneta ma a qualcosa di molto più importante:abbiamo complessi con una propria conclusa coerenza,con valore di documento delle scelte ai più alti livelli del mondo culturale nell'epoca in cui si sono formati.Nelle colezioni di monete abbiamo diretta e talvolta completa testimonianza delle personalità più attente e più vive che hanno costruito la storia della nostra cultura.La dispersione di una collezione privata di monete,pur se spesso inevitabile e provvidenziale per l'approvvigionamento del mercato e quindi per la formazione di nuove collezioni,rappresenta sempre la vanificazione di un UNICUM,di qualcoda di irrepetibile e prezioso.Così talvolta ne viene lasciata memoria con la pubblicazione prima della vendita oppure il collezionista ne assicura la sopravvivenza legandola a una istituzione pubblica di conservazione.Come è avvenuto con la Collezione Verri,che la Banca Commerciale ha salvato dalla dispersione." Così la pensa Ermanno Arslan sul collezionismo numismatico.....spero di non avervi annoiato e che qualcuno sia riuscito ad arrivare alla fine.
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  2. Di patacche simil 2 euro GK se ne trovano a bizzeffe, se ne è parlato infinite volte, ma non sono dei falsi, questo se noti riporta la scritta 2 E anzichè 2 €. Sono appunto delle patacche senza valore.
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  3. Come promesso ho ripreso il capitolo che R. Thomsen dedicò nel 1961 ai vittoriati. Riassumendo: fino a Mommsen l’ipotesi prevalente era di attribuire il monogramma VB a Vibo Valentia; Mattingly Jr. per primo mise in discussione questa identificazione sulla base dello studio di alcuni ripostigli. 2) Ripostiglio di Canosa: 117 vittoriati di cui 42 non anonimi: 13 VB 8) Ripostiglio di S.Angelo a Cupolo: 355 vittoriati anonimi; 52 non anonimi di cui 7 VB 7) Paestum 267 totali; 63 non anonimi di cui VB 1 In allegato le localizzazioni dei 3 ripostigli, n. 2, 8 e 7. I vittoriati con momogramma VB si ritrovano prevalentemente in due ripostigli in Apulia. Inoltre, Vibo Valentia era situata sulla stessa costa di Paestum; per raggiungere S.Angelo a Cupolo (n. 2 vicino Benevento) avrebbero dovuto transitare a Paestum, dove, al contrario, è stato ritrovato un solo esemplare con il monogramma VB. Questi dati sposterebbero la probabilità in favore di Vibinum rispetto a Vibo Valentia (Thomsen scriveva “estremamente probabile”). Luigi
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  4. Mi sembra di ricordare che tra le varie ipotesi (ad esempio gens Vibia), c'è anche quella di Thomsen per cui il monogramma VB potrebbe indicare una zecca localizzata a Vibinum (Apulia); l'ipotesi si basa sull'analisi di un gruzzolo di 355 vittoriati rinvenuto a S.Angelo a Cupolo, di cui 52 con lettere e simboli. Purtroppo non ho il testo sotto mano (Early Roman Coinage, vol II, cap VIII), ma solo le mie note di studio sul vittoriato. Appena posso controllo. Luigi
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  5. Emblematica la personificazione che incorona Roma sul rovescio di un denario di P. Cornelius Lentulus Marcellinus. Per Grueber, Babelon e Sydenham, si tratta del Genio del Popolo Romano (mentre Crawford dissente). Grueber in particolare riporta "It is evident that the Cornelia gens specially favoured the cult of the Genius of the Roman People". Credo sia questa la prima apparizione del GPR su monete romane. La moneta precederebbe di qualche decina di anni quella di Cn. Lentulus. Non so dirti molto riguardo all'altra tua domanda, se non riportare quanto scrive Alteri, ossia che il timone e lo scettro su globo terreste, abbinato alla testa del Genio del Popolo celebrano l'espansione del dominio romano. Mi sembra di capire infine che per Grueber Lentulus vuole onorare Silla. Il globo è in rapporto all'estensione del controllo romano, controllo ottenuto alle vittorie nell'est; il timone sarebbe in relazione alle vittorie navali di Lucullo, generale di Silla, nell'Ellesponto; lo scettro e la corona sarebbero in relazione alle vittorie nelle battaglie di Cheronea (86 a.C.) e Orcomeno (85 a.C.) che ebbero l'effetto di allontanare il pericolo di Mitridate. La particolarità sta nel voler ricordare che queste vittorie non sono attribuite alla personificazione di Roma, ma a quella del Genio del Popolo cui la gens Cornelia sembra fosse particolarmente devota (BMCRR vol II, p. 359). Luigi
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