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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/04/10 in tutte le aree

  1. Il Regno di Arborea o Giudicato di Arboréa era uno dei quattro Stati sovrani ed indipendenti che si formarono in Sardegna alla dissoluzione in occidente dell'Impero bizantino. Fu l'ultimo dei giudicati a conservare la sua indipendenza ed anche l'unico ad opporsi alla conquista aragonese dell'isola, riuscendo verso la fine del XIV secolo, sotto il regno della Giudicessa Eleonora di Bas Serra, reggente per conto del figlio minore Mariano V, ad ottenere il controllo di quasi tutta l'isola. Raggiunta la maggiore età Mariano V assunse i poteri giudicali. Prima di terminare la Reggenza sua madre però aveva promulgato la Carta de Logu, il codice delle leggi dello stato che, per la sua modernità resterà in vigore fino al 1827, quando verrà sostituito dal codice di Carlo Felice. Mariano V morì nel 1407. Il giudicato venne allora rivendicato da vari pretendenti, fra cui Guglielmo, Visconte di Narbona, il quale era un pronipote del giudice Mariano IV (più precisamente era nipote di Beatrice de Bas Serra, figlia terzogenita di Mariano IV e quindi sorella di Eleonora d'Arborea che esercitò la reggenza per conto del figlio Mariano IV fino al raggiungimento della maggiore età di costui). La Corona de Logu, l'organismo a cui spettava derimere la vertenza, riconobbe la legittimità dei diritti di Guglielmo e gli offrì la sovranità del Giudicato di Arborea. I giudicati sardi erano infatti stati perfetti e subiettivi (o super individuali) non patrimoniali, in quanto non appartenevano al re ma al popolo che, attraverso i propri rappresentanti, eletti nelle < coronas de curadorias > sceglieva in << corona de logu >> il proprio monarca o giudice, seguendo il più possibile la linea maschile della casata regnante originaria, solo in caso di mancanza di immediati eredi maschi, diretti o indiretti, venivano prese in considerazione le donne della famiglia, ma soltanto come portatrici di titolo per i figli, o per il marito, esercitando il ruolo di <giudicesse reggenti> o luogotenenti, durante l’assenza o la minore età del giudice titolare). (L.L.Brock.A.M.Oliva. Narbona Giudici d’Arborea, in AA.VV,Genealogie.op cit tav.XXXVII. F.C.Casula) Guglielmo si trasferì quindi a Oristano, dove venne nominato Giudice di Arborea, assumendo quindi anche la responsabilità della prosecuzione della guerra contro la corona di Aragona, che mirava a conquistare l'intera isola. L'esercito di Arborea venna sconfitto a Sanluri il 30 giugno 1409. Guglielmo parte per la Francia alla ricerca di aiuti lasciando la reggenza del giudicato a suo cugino Leonardo Cubello. Nel gennaio 1410 gli aragonesi presero Bosa e assediarono Oristano. Cubello fu costretto a firmare le resa della capitale e la cessione di gran parte del territorio del giudicato. La primavera dello stesso anno Guglielmo tornò in Sardegna per organizzare la resistenza contro l'invasore e la riconquista dei territori perduti, stabilendosi a Sassari. In questo periodo fa coniare due monete: il minuto e la patacchina. Nel diritto delle due monete si può osservare l'albero sradicato, simbolo del Giudicato di Arborea, simbolo che in tempi moderni è stato adottato da Indipendentzia Repubrica de Sardigna, uno dei partiti indipendentisti sardi. Dopo questa premessa storica, necessaria per inquadrare la questione che vorrei discutere e approfindire in questo forum, veniamo a parlare delle emissioni arborensi. Enrico Piras ne "Le monete della Sardegna" sostiene che le uniche emissioni attribubibili ai regnanti di Arborea siano il minuto e la patacchina. Scrive infatti: Le monetine di Guglielmo di Narbona sono le uniche vere monete che ricordino gli Arborea. Sull'ipotesi della coniazione di altre monete da parte dei signori arborensi si rimanda il lettore alle argomentazioni apparse in merio nella "Biblioteca Francescana Sarda" ("Considerazioni su una presunta monetazione arborense" - Oristano 1990), che dimostrano come, almeno fino ad oggi, non sia possibile affermare con dati scientifici e inoppugnabili che il giudicato d'Arborea abbia emesso monete proprie. Il fatto è che questa opera del 1990 probabilmente è stata scritta dal Piras per confutare quanto esposto da Castellaccio e Mariano Sollai nel libro "Monete e monetazione giudicale. La scoperta dei denari d'Arborea" edito nel 1986 riguardo al ritrovamento di quattro monete attribuite a Mariano IV e Ugone III di Bas Serra. Purtroppo le informazioni in mio possesso su questi due lavori sono scarse e ottenute per via indiretta. Non è però facile acquistare queste opere, sebbene viva in Sardegna. L'opera di Castelluccio e Sollai è reperibilie in diverse biblioteche, una delle quali è a soli 30 Km dalla mia residenza, ragion per cui potrò perlomeno consultarla. Diverso il discorso per il lavoro del Piras, reperibile in sole due biblioteche sarde, entrambe piuttosto distanti dal mio paese, ragion per cui non penso di riuscire a visionare l'opera a breve termine. Qualche utente è in grado di darmi maggiori informazioni sulla questione delle emissioni arborensi ? Grazie.
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  2. Che rarità ha questa medaglia e quanto può valere in conservazione bb+/qspl? Mi è stato proposto l'acquisto come presunto affare ma non mi intendo di questo genere. Grazie http://numismatica-italiana.lamoneta.it/riepilogo/W-B6 http://numismatica-italiana.lamoneta.it/riepilogo/W-B6
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  3. Una risposta, o meglio, ulteriori elelementi che corroborano la mia idea provengono dalla lettura del volume di Olivier Casabonne, La Cilicie à l'époque achéménide, "Persika" 3, de Boccard, 2004. Prima ipotesi: si conoscono alcune emissioni di Pumiathon da Kition con un peso di quasi mezzo darico (4,14 grammes) ed un'iconografia che al R/ richiama la prima serie di doppi sigloi di Mazaios (leone che attacca un cervo) http://www.acsearch.info/record.html?id=59689 Queste emissioni, assieme a queste oggetto di questa discussione ed a quelle di Evagora II, potrebbero essere quelle destinate a finanziare la campagna contro Cipro diretta dal satrapo ecatomnide Idrieus (351 BC). Seconda ipotesi (più accreditata dal Casabonne): considerando i legami di stile (vedi Le Rider 1997) tra il Ba'altars della prima serie dei doppi sigloi di Mazaios e gli Zeus delle prime emissioni tarsiote di Alessandro il Grande, si potrebbero considerare le monete di Mazaios con leone che attacca un cervo più tarde. Quindi questa emissione aurea potrebbe essere un'emissione della "Resistenza" alla conquista macedone. In questo periodo il potere centrale del Gran Re è in crisi e la domanda di un nominale forte è pressante. E non si tratterebbe di un fenomeno isolato: K. Konuk ricorda l'ipotesi di un darico con un lettera caria che potrebbe essere stato coniato a Salmakis nel 334 aC.
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  5. Per farmi perdonare vi posto un ritratto che dedicai ad un'altro grande artista del Novecento........... Renzo Vespignani (Roma, 19 febbraio 1924 – Roma, 26 aprile 2001) è stato un pittore, illustratore, scenografo e incisore italiano.
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  6. Salve. Possiedo da un po' di tempo una moneta e, curioso di conoscerne i particolari, mi sono iscritto a questo sito. Premetto che la parte dritta è difficilmente leggibile mentre è molto nitida la parte verso. Quest'ultima è (nell'immagine riportata) identica al 3 kreuzer di Francesco I d'Asburgo Lorena che ho trovato in questo sito. Cambiano però le parole che circondano il disegno. In particolare esse sono "BOH. LOMB. ET VEN. GAL. LOD. IL. REX A. A. 1826" Prima possibile proverò a fare una scansione
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  7. Ecco cosa insegna la storia (lettere minuscola voluta) vista dalla parte dei vincitori... Volontà del popolo italiano???? Ma per favore..... L'unità d'italia non fu altro che il risultato dall'invasione, dell'occupazione e dell'annessione militare del fu Regno delle Due Sicilie..e conseguenti due secoli di sfruttamento... Il 17 marzo dovrebbe essere un giorno di lutto..altro che festivo...
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  8. E' curioso notare che la maggior parte dei partecipanti alla spedizione dei Mille, veniva dalla Lombardia, Liguria e Veneto...che ai nostri tempi sono le regioni dove la Lega Nord (anti-unitaria) pesca moltissimi voti. La Storia a volte si diverte a sparigliare le carte in tavola.
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