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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/22/10 in tutte le aree

  1. La moneta è attribuita alla zecca di Filippi in Macedonia. Probabilmente commemora la vittoria ad Azio. L'attribuzione al periodo di Augusto però stata messa in dubbio spostandola al periodo di Claudio-Nerone sulla base di analisi metallografiche. Luigi
    1 punto
  2. Vista la posizione della N, non credo ci sia spazio per la legnda di dritto DN LEONS PF AVG che classifica Morello 6/6, RIC 686 Credo più probabile DN LE ON VG, Morello 6/1 RIC 681 zecca di Tessalonica Luigi
    1 punto
  3. luke_idk

    Esa

    Bella, anche se non credo che il disegno possa "sconfinare" sul bordo (anche se c'è già chi lo fa, ovviamente :rolleyes:)
    1 punto
  4. Moneta veramente interessante, legenda con Pio V (IIIII) ed effige di Pio IV... quando ho aperto il topic e visto la foto pensavo infatti ad un errore di battitura vedendo il ritratto...:rolleyes: Di seguito i due tipi "standard" con i ritratti e le legende accoppiati: Pio IV Pio V Come si nota le due effigi sono ben differenti, e per Pio V non mi era mai capitato di vedere una moneta con il ritratto senza la tipica barba lunga a punta. Probabile che si tratti di un errore di zecca, dove l'incisore ha creato un conio con la legenda esatta senza però cambiare il punzone con l'effige del pontefice... Più improbabile, ma comunque possibile, che sia un conio di Pio IV con la legenda errata. Il foro che è sempre un peccato, stavolta rischia di essere un peccato mortale !! :( Venendo agli altri quesiti, i sistemi monetari di Roma e Bologna erano distinti e lo saranno a lungo, fino alla fine del XVIII secolo. Pertanto come per tutti gli stati confinanti con diverse monetazioni c'era da fare un cambio. In particolare il bianco (o mezza lira) non ha un corrispondente diretto a Roma, ed i 60 quattrini che corrispondono al suo valore sono quattrini bolognesi, il cui valore era inferiore ai quattrini romani. Basti confrontare anche dimensionalmente i quattrini in rame di Bologna dei primi anni del Seicento, con i medesimi coniati contemporaneamente a Roma da Paolo V. Ciao, RCAMIL.
    1 punto
  5. Non conosco Maurizio Moretti, dalle foto però vedo che ha utilizzato borchie standard con la scritta "garanzia", non personalizzate, sei certo sia un perito ? In caso non lo fosse la "perizia" non è tale, è solo una moneta sigillata con annotate alcune considerazioni... Quanto ai trattamenti, io ho sentito parlare di ramature vere e proprie, e sinceramente non ho idea di come si possa riconoscere senza ombra di dubbio una moneta che ha subito questo trattamento. In linea teorica il ricoprimento galvanico con il rame dovrebbe consistere in un sottile strato di rame puro, mentre il sottostante tondello è in rame 950/1000, non basta però un'occhiata, occorrerebbe un esame approfondito...;) Ciao, RCAMIL.
    1 punto
  6. La domanda è assai interessante, ammettendo che la risposta sia sì, questo giustificherebbe tutti i FDC rame rosso che stanno uscendo fuori di recente per i baiocchi di Pio IX. Volendo approfondire la questione, COME è stato possibile secondo voi preservare per 160 anni (mica un paio di giorni...:huh:) una moneta in rame in queste condizioni fiammanti, quando è noto che il rame tende ad ossidarsi più o meno marcatamente e rapidamente ?? Recentemente ho sentito parlare di trattamenti galvanici "ravviva rame", che su monete in alta conservazione possono dare quel tocco in più, leggasi rame rosso, con apprezzamento economico di conseguenza; non è detto che sia il caso della moneta in foto, ma già che se ne parli in giro può servire a non credere sempre e comunque a ciò che ci viene proposto...:rolleyes: Ciao, RCAMIL.
    1 punto
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