Vai al contenuto

Classifica

  1. BiondoFlavio82

    BiondoFlavio82

    Utente Storico


    • Punti

      2

    • Numero contenuti

      1908


  2. rcamil

    rcamil

    Utente Storico


    • Punti

      2

    • Numero contenuti

      8605


  3. piakos

    piakos

    Utente Storico


    • Punti

      2

    • Numero contenuti

      2321


  4. 1000Coins

    1000Coins

    Utente Storico


    • Punti

      2

    • Numero contenuti

      2113


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/06/10 in tutte le aree

  1. Ciao Antonio, ti ringrazio per le immagini dei tanti dettagli differenti messi a confronto con l'originale per chi leggerà questo esercizio. Un contributo molto ben fatto. Forse questo non era l'obiettivo della tua discussione...ma ormai è fatto...e sono sicuro che a qualcuno servirà.... titolo inferiore a 600/1000.... L'idea è davvero buona, te lo posso ora dire con certezza (perché ho fatto recentemente analizzare quel falso con XRF dall'ing. Marco Ferretti, citato in quest'altra discussione), però c'è un piccolo ma davvero significativo "qui pro quo"... Sono sicuro che se ti lascio ancora un po' di tempo... Lette le discussioni segnalate ma dato la mia ignoranza non ci arrivo..... potrebbe avere un contenuto di Pb molto alto e poco Sn? L'unica cosa significativa che noto è il taglio anomalo...... Portebbe avere un titolo esatto ma uno spessore più alto del normale in quanto la rigatura non arriva alla "fine" della moneta.. Poi basta supposizioni da parte mia; se no tiro ad indovinare e vorrei lasciare il posto a pareri di persone più competenti.... Anch'io contraccambio di cuore il caro saluto, :) Maurizio
    2 punti
  2. Ciao vi allego la lista delle monete in euro in mio possesso (quelle evidenziate in giallo) Ho diverse doppie. Se siete interessati contattatemi e ditemi quelle che cercate in cambio
    1 punto
  3. salve a tutti volevo sapere il vostro parere di conservazione grazie a nticipatamente :D
    1 punto
  4. Credo sia Indiana ed in particolare: India, Stato del Kutch; Vijayarajji (1942-1947) 5 Kori (1942) Argento 0.937 Peso 13.87 g Y#82 Luigi
    1 punto
  5. Se può interessare posto quanto da me scritto qualche tempo fa. I 3 carlini 1647 di Filippo IV, anzi il 15 grana 1647 di Filippo IV, scusate il carlino 1647 di Filippo IV Come si evince dal titolo non è tanto chiara l’attribuzione del nominale a questa moneta del regno di Napoli, ma procediamo con ordine. Siamo a Napoli, il Regno è sotto il dominio di Filippo IV, nella città partenope comanda Rodrigo Ponce de Leon Duca d’Arcos e siamo in un periodo abbastanza complicato e delicato. Il popolo è insoddisfatto, tasse, gabelle e povertà lo sfiancano, la tosatura delle monete ha raggiunto livelli esagerati e spesso è la stessa zecca partecipe delle frodi monetarie. Insomma ci sono tutti i presupposti perché qualche tempo dopo, un pescivendolo di nome Tommaso Aniello, detto Masaniello, si prenda la premura di guidare una rivolta (ma fu proprio lui???) che spodestò il viceré e che portò alla proclamazione della Repubblica Napoletana. Torniamo un po’ indietro, come detto siamo nel 1647, nella zecca si decide di coniare una nuova moneta che porterà la “firma” del Mastro di zecca provvisorio Giuseppe Maffei e del Mastro di prova Geronimo Pontecorvo (non vi è comunque la certezza che le sigle apposte sulla moneta siano le loro); Questa moneta riporterà al D/, come si è solito fare, il busto del re volto a destra con corona radiata con la legenda PHILLIPP∙IIII∙DEI∙GRA (o similare) ed al R/ la croce potenziata cantonata da fiamme con la legenda *IN HOC SIGNO VINCES 1647 . A mio avviso è proprio questo rovescio, simile ad altri nominali di Filippo IV a causare un po’ di confusione. In pratica, il Cagiati nella sua opera “Le monete del reame delle due Sicilie” riporta questa moneta indicandone un valore nominale di 15 grana, escludendo o più probabilmente non conoscendo, il 3 carlini che verrà poi riportato dal CNI. Cerchiamo quindi di fare un po’ di chiarezza. Partiamo dal 3 carlini, il CNI ne riporta tre esemplari entrambi appartenenti alla collezione reale: N°1103 (30 mm – 8,98 g) D/ …HILIPP•IIII•DEI•GR• ; Busto con corona radiata volta a d. con dietro le sigle GM/P e davanti N. R/ *IN HOC•SIG…O•VINCES•; Croce potenziata cantonata da fiamme. N°1104 (22 mm – 4,90 g) D/ PHILIPP•IIII•D•GRA• ; Busto con corona radiata volta a d. con dietro le sigle GM/P e davanti N. R/ *IN HOC•…..O•VINCES•; Croce potenziata cantonata da fiamme. Come si potrà notare in entrambi le descrizioni non viene indicata la data, in quanto si tratta di monete tosate e che quindi essa non è visibile, ma nonostante ciò vengono riportati come datati 1647 questo forse anche a causa del terzo esemplare riportato ed indicato come appartenente alla collezione Catemario. N° 1105 (19 mm – 2,97) D/PHILIPP•IIII•D•GRA ; Busto con corona radiata volta a d. con dietro le sigle GM/P e davanti N. R/ +IN HOC SIGNO VINCES 1647; Croce potenziata cantonata da fiamme. La prima cosa che salta all’occhio, nonostante che anche quest’ultimo esemplare sia definito tosato (peso e diametro ne sono un riscontro oggettivo), è come mai esso sia perfettamente leggibile? Non sarà per caso che invece ci troviamo di fronte al carlino del 1647 riportato dal P/R al n°44 (19 mm – 2,96 g) e catalogato dal dott. Giovanni Bovi nel Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano 1965-66 n°122. Infatti questo carlino, anch’esso rarissimo, ha tutte le carte in regola per essere il tipo riportato nel CNI al n°1105. Visionando la Raccolta degli studi del dott. Giovanni Bovi, scorrendo la monetazione di Filippo IV, troviamo la seguente descrizione: N°122 (19 mm – 2,98 g) D/ PHILIPP•IIII•D•G•REX; Busto con corona radiata volta a d. con dietro le sigle GM/P e davanti N. R/ *IN….CES • 1647; Croce potenziata cantonata da fiamme. Ma la cosa più intrigante è che anche questo esemplare è indicato come appartenente alla collezione Catemario e se non fosse per la legenda verrebbe da dire che sia lo stesso esemplare, infatti diametro e peso sembrano corrispondere. Possibile che non si tratti di un qualche errore di trascrizione degli autori del CNI? Per me siamo di fronte alla stessa moneta. Tra l’altro questo carlino è identificabile anche per la differenza di disegno delle fiamme che si trovano nei quarti della croce al R/ che assomigliano in questa moneta a delle foglie. Ora facciamo un piccolo passo indietro, ricordate i numeri 1103 e 1104 del CNI, e che in entrambi la data non era visibile? Ebbene il P/R al n° 21 riporta un’esemplare da 3 carlini appartenente ad una collezione privata datato 1648, ed in questo caso la data è ben leggibile al R/ al termine della legenda, quindi è da supporre che il 3 carlini 1647 non sia mai stato coniato, ma esisterebbe solo quello datato 1648. Quindi ricapitolando, i nominali con la croce potenziata al R/, con le sigle GM/P dietro il busto sono due, il 3 carlini 1648 ed il carlino 1647 e che entrambe queste coniazioni sono di estrema rarità. Ma avevamo parlato anche di un 15 grana riportato dal Cagiati se non erro. Ebbene anche questa moneta, indicata come appartenente alla collezione dell’Erba è invece il carlino di cui sopra che l’autore all’epoca confuse per una variante della tipologia dal nominale di 15 grana . Con questo breve “sunto” voglio chiarire che non ho scoperto nulla di nuovo, in quanto, sia il Bovi prima che il Pannuti e Riccio dopo, avevano già compreso l’errore e nelle loro rispettive opere hanno riportato le giuste indicazioni. Io nel mio piccolo mi sono limitato a chiarire cosa c’era dietro questa piccola confusione di tipologie, dovuta probabilmente ad errori di trascrizioni e di fraintendimenti giustificabili dal fatto che chi ha scritto l’opera del CNI e lo stesso Memmo Cagiati, considerata l’epoca delle pubblicazioni (inizio del 1900) e la mole delle stesse senza avere la disponibilità di foto chiare, facili comunicazioni con i collaboratori, non hanno avuto certo il “lavoro facile” che noi possiamo avere oggi nell’era della tecnologia e di internet.
    1 punto
  6. ciao le stavo guardando anch'io poi me ne sono dimenticato. La prima è un Teodosio II, crocetta. La seconda è una securitas di valentniano I/valens. La terza è una vittoria di Onorio. La quarta un monogramma di Leone.
    1 punto
  7. Ok, lieto di esserti stato utile! Allora che ne diresti di mettermi un voto positivo please? :P modulo_largo, prima che te lo dica un moderatore.... ;) Attenzione che il regolamento vieta esplicitamente di richiedere valutazioni positive che, se arrivano, devono essere un'espressione spontanea di gradimento da parte degli altri utenti. D'altronde se è vero che può far piacere che la 'reputazione' aumenti, è anche vero che gli aiuti per l'identificazione hanno senso solamente se si danno in maniera disinteressata, e SECONDO ME è bene che sia così.
    1 punto
  8. Ok, lieto di esserti stato utile! Allora che ne diresti di mettermi un voto positivo please? :P
    1 punto
  9. Moneta purtroppo vittima della moda degli appiccagnoli ed all'apparenza anche portata a lungo, tanto da perdere buona parte dei dettagli :rolleyes: Perso anche buona parte del valore commerciale-collezionistico, rimane intatto il valore numismatico e storico della moneta, che è rara e resta l'unico scudo per Roma firmato da Tommaso Mercandetti per questo pontefice, mentre tutte le emissioni dal 1800 in poi furono opera di Giovanni Hamerani, e gli scud1 1815 e 1816 (rarissimo, unico con ritatto di Pio VII) di Pietro Pasinati. Ciao, RCAMIL.
    1 punto
  10. Riporto quanto scritto da Alberto Campana e Giovanni Santelli, due numismatici esperti di monetazuione greca e italica in particolare, che hanno affrontato proprio il tema dei frazionali di zecca incerta con il simbolo della conchiglia bivalve di cui si è ampiamente discusso su queste colonne. L'articolo è statao pubblicato sul n.51 della rivista MONETE ANTICHE, maggio/giugno 2010 pp. 3-6 Vediamo cosa dicono i due autori in proposito: Le telline La lettura del simbolo non presenta nulla di misterioso, anzi si può interpretare agevolmente il soggetto come telline (donax tronculus1), nome con cui viene comunemente2 identificato un mollusco bivalve di piccola taglia, caratterizzato da una conchiglia cuneiforme, con la valva sinistra sempre leggermente più grande della destra. Vive in acque superficiali del Mediterraneo e del Mar Nero, infossato in fondali sabbiosi. Le monete d’argento Le cose si complicano non appena si incominciano a esaminare le monete con questo simbolo, pur note già dal 1902. Si tratta di una piccola moneta d’argento (da fig. 2 a fig. 7), anepigrafe, che porta al D/ due telline affiancate entro contorno perlinato, e al R/ una ruota a quattro raggi. Il peso, nei sei esemplari noti, oscilla da g 0,91 a g 0,44. L’assenza dell’etnico, ovviamente, ha favorito il fiorire di diverse attribuzioni, che hanno visto coinvolte, volta a volta, Camarina, Catane, Cuma e Himera. L’attribuzione a Himera è dipesa, unicamente, da una certa somiglianza delle due telline con una coppia di schinieri che, come è noto, caratterizza una moneta di questa città. L’attribuzione a Cuma è dipesa, invece, dalla somiglianza delle telline con il mitile che contraddistingue la sua monetazione. Interessante è che tale simbolo si ritrova altresì come contromarca su dei tetras unicamente delle zecche di Akragas, Messana e Siracusa. La contromarca risale a non prima del 400 - 350aC Altro elemento da evidenziare è la forte escursioen dei pesi riscontrati che non permette di determinare se siamo di fronte ad un'emissione di litrae (peso teorico gr. 0.84) oppure di oboli (peso medio gr. 0.70). I due autori concludono che l'assenza dell'etnico e le caratteristiche ponderali (caratterizzate da un'ampia fluttuazione dei pesi) suggerirebbero una monetazione mercenariale del tempo di Timoleonte. Ma purtroppo non è possibile una più ristretta circoscrizione della zecca se non con una piccola città, probabilmente della Sicilia Orientale, che ovviamente disponeva di tutti e tre i tipi delle monete usate per la contromarca e che naturalmente non disponeva di una propria monetazione bronzea la cui introduzione in Sicilia fa cessare fa cessare la produzione dei frazionali d'argento. Un'ultima annotazione , assolutamente rilevante, ci viene dal famoso articolo del Manganaro sui mikrà kermata, [che dopo una vera e propria caccia sono finalmente riuscito a reperire e leggermi avidamente ; riporto ancora una volta per gli interessati i suoi riferimenti : G. MANGANARO, "Dai mikrà kermata d'argento al chalcokratos kassiteros, in Sicilia nel V sec. aC", JNG 34, 1984, pp. 12-39] Scrive Manganaro (pag. 25 cit.): ...Vien fatto di istituire una connessione con la litra anonima, SNG Lloyd 1031, gr. 0,78 (ascritta a Himera e definita "obol") ... caratterizzata al R/ dalla ruota a quattro raggi, al D/ da una tellina bivalve, aperta Quindi sappiamo che un esemplare di tale monetina è descritto nella SNG LLoyd al n. 1031 come obolo (peso 0.78gr.) e attribuita alla zecca di Himera. Manganaro contesta tale attribuzione (nel prosieguo dell'articolo) e ci conferma che anche per lui il tipo (che però attribuisce al rovescio e non al diritto) è una tellina bivalve . In conclusione , questa frazioncina, apparentemente di modesta importanza si rivela un rompicapo più serio ddel previsto, celandoci ancora sia la zecca che il periodo della sua produzione. Su una cosa però gli autori che hanno trattato il tema sembrano concordare che il tipo sia effettivamente il mitile. E adesso chi ci prepara un bel piatto della gustosissima conchiglia, magari già sgusciata.., la cui raccolta è stata messa recentemente fuori legge dall'Unione Europea ... :huh: ? numa numa
    1 punto
  11. Ciao Maurizio,ti ringrazio per le immagini dei tanti dettagli differenti messi a confronto con l'originale per chi leggerà questo esercizio. Un contributo molto ben fatto. Dopo i tuoi confronti, sfido chiunque ad affermare che è autentica... L'idea è davvero buona, te lo posso ora dire con certezza (perché ho fatto recentemente analizzare quel falso con XRF dall'ing. Marco Ferretti, citato in quest'altra discussione), però c'è un piccolo ma davvero significativo "qui pro quo"... Sono sicuro che se ti lascio ancora un po' di tempo... :rolleyes: Contraccambio di cuore il caro saluto, Antonio
    1 punto
  12. Escluso il giulio di Leone X per Roma (lotto 352), passato da 1800 a 3300 euro, le altre papali in asta da Varesi non sono salite granchè dalla base, ed il numero degli invenduti non è irrilevante. La piastra che citi, così come il giulio, ha trovato invece un buon apprezzamento, per cui è più che plausibile che ci sia stato un interesse "localizzato" di più collezionisti. Di certo l'ultimo periodo di "concentrazione" di aste ha mostrato risultati altalenanti se non contrastanti tra loro per le papali "di alto livello" (piastre, mezze piastre etc...). Di seguito le foto della moneta in questione: Ciao, RCAMIL.
    1 punto
  13. salve,sono interessato a scambiare queste monete: 1 LIRA KM #63 1977 2 LIRE km#52 1976 10 LIRE km#54 1976 100 LIRE km#70 1977 100 LIRE km#95 1979 100 LIRE km#108 1980 200 LIRE KM# 109 1980 200 LIRE km#268 1991 200 LIRE KM# 313 1994 200 LIRE km#366 1997 500 LIRE km#140 1982 BIM. 500 LIRE km#153 1983 BIM. 500 LIRE km#167 1984 BIM. 500 LIRE km#226 1988 BIM. 500 LIRE KM# 256 1990 BIM. 500 LIRE km#269 1991 BIM.(2 monete disponibili) 500 LIRE km#330 1995 BIM. 500 LIRE km#357 1996 BIM. 500 LIRE km#383 1998 BIM. 1000 LIRE km#430 2001 BIM. EURO: 20 CENT 2008 1 EURO 2009 (3 MONETE DSPONIBILI) scambio possibilmente con altre monete di san marino,a me mancanti. se avete delle doppie contattatemi cosi organizziamo uno scambio a parita' di valore(catalogo krause) aspetto proposte! saluti dicy ;)
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.