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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/16/10 in tutte le aree

  1. E sempre dal "Cratere del Naufragio", lo schema della nave pitecussiana nei suoi lineamenti assai dettagliati: scafo alto, arrotondato, vela quadrata, prua e poppa assai alte con la colomba, parapetto per le mercanzie. (Da Buchner, in Pietro Monti "Tradizioni omeriche nella navigazione mediterranea dei Pithecusani") Ancora frammenti tra Navigazioni e Naufragi Che gli Euboici di Pithekoussai potessero seguire le orme fenicie sulla rotta verso l'estremo Occidente – una rotta d'altura - sembrerebbe oggi ulteriormente dimostrato dal ritrovamento di un frammento proveniente dall'area archeologica sotto il complesso sacro di S. Restituta. Si tratta di un frammento appartenente ad un cratere geometrico euboico-pithecussiano dell'VIII secolo a.C., con all'interno la figura della costellazione del Bootes incisa a mano. Sul graffito sono visibili due stelle e la lettera β (in alfabeto calcidese, forse retrograda) unite da tratti rettilinei a formare una costellazione. Secondo Pietro Monti il graffito andrebbe interpretato come una rappresentazione del cielo stellato durante una esperienza nautica notturna. Gli euboici di Pitecusa avrebbero pertanto appreso dai Fenici le tecniche di navigazione d'altura che implicavano necessariamente la permanenza in mare anche di notte. Sottolineando il legame con Omero, il Monti suggerisce pure la possibilità che l'incisore all'origine abbia posto intorno al cratere anche le altre quattro costellazioni (Orsa Maggiore, Orione, Pleiadi e Iadi del Toro…) così come aveva fatto Efesto sullo scudo "grande e pesante, in cinque fasce diviso" di Achille (Iliade XVIII 478-605) …. Fonte: Pietro Monti "Tradizioni omeriche nella navigazione mediterranea dei Pithecusani. www.larassegnadischia.it/Letteratura/speciali/tradomeriche.pdf Valeria PS: Sicuramente le costellazioni di Bootes e dell'Orsa Maggiore erano strettamente collegate nel pensiero arcaico.... A partire dal mito ... di Bootes-Arcade e della madre Kallisto tramutata in Orsa .... Ne abbiamo già discusso a partire da un interessante intervento di ArkaPD che collegava il ritratto frontale della ninfa Segesta postato da Piakos con quello della "bellissima" Kallisto di Tegea (Lega degli Arkadi - V sec. aC). http://www.lamoneta....post__p__529189
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  2. buona ascenzione a tutti ! guardando i miei 20 c del 1940 noto chè un esmplare nel XVIII nè à una in piu XVIIII come la L IRA del 1940 ò guardato nel catalogo del forum e non cè nessuna segnalazione, gualcuno sa dirmi gualcosa?? ciao a tutti
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  3. scusate falso allarme , cè un piccolo colpetto vicino alla barretta che mi semprava barretta! chiedo scusa ciao a tutti
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  4. Cina, provincia dello Yunnan; 20 cents 1949 (anno 38) Yeoman 493 http://www.kenelks.co.uk/chinese/chineserepublic.htm Luigi
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  5. C'à da dire che i nobili veneziani potevano tutti, senza distinzione, assurgere al dogato e come tali - almeno sulla carta - avevano pari dignità e gli stemmi ne sono una caratteristica. La nobiltà veneziana, però e diversamente che altrove, aveva una classificazione di casta (passatemi il termine) tale per cui si potessero distinguere le casate più vecchie e originali, rispetto alle nuove, create magari nobili solamente per censo. Popolarmente si dividevano in: Casate vecchie - alcune delle quali venivano definite "Apostoliche" (12 famiglie che elessero il I° doge) e "Evangeliche" (4 famiglie che parteciparono alla fondazione del monastero di S. Giorgio Maggiore); Casate nuove, cioè quelle presenti prima della "Serrata del Maggior Consiglio"; Casate nuovissime, cioè quelle che comprarono il titolo offrendo denari per sostenere la guerra di Chioggia. Quelle famiglie che ebbero eletto doge uno di loro, potevano inserire nello stemma il "corno ducale", ma solo per il tempo nel quale tale doge regnava; alla sua morte il corno dallo stemma doveva sparire! D'altra parte, pur se oligarchica, Venezia era pur sempre una repubblica e come si diceva in Maggior Consiglio alla morte del doge...."xe morto il nostro soavissimo doxe, ma non fa nulla, ne faremo un'altro"; come dire, se è morto il doge, non è morta la Signoria.
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  6. I CALCIDESI NEL MEDITERRANEO E L'ALBA DELL'OCCIDENTE. Ceramica euboica, frammento del IX/VIII secolo: marinai/rematori. PITHEKOUSSAI (Isola d'Ischia) ovvero... DALLA STADERA (Bilancia) ALLO STATERE (peso monetato) Nel corso degli scavi condotti da Giorgio Buchner nell'Isola d'Ischia, specificamente a Lacco Ameno sul sito dell'insediamento Calcidese, sono stati rinvenuti a ridosso dei resti di antiche edificazioni: schegge e frammenti di ferro vicino ai resti di una fucina. Sono stati ancora trovati due grandi pezzi piatti e lisci di fonolite molto dura, che potevano essere usati come incudini. Se ne deduce quindi che, a Pithekussai nel corso dell'VIII sec. a.C., era in corso - in modo intensivo - la lavorazione dei metalli. E' probabile che il minerale ferroso fosse imbarcato direttamente nell'isola d'Elba senza ricorrere alla prelatrazione da parte della mano d'opera locale, controllata dagli Etruschi. L'Elba era in antico detta la fumosa proprio in virtù dei fuochi sempre accesi nelle fucine e che producevano molte emissioni. La caligine era imperante. Una volta ad Ischia...tali minerali grezzi imbarcati dai Calcidesi venivano lavorati in loco per estrarre il metallo, separandolo da terra e roccia. La funzione era quella di aumentare le quantità di ferro trasportabile...separandolo da ogni residuo che avrebbe ingombrato ed appesantito inutilmente le stive. Peraltro, a Pithekoussai, non solo del ferro è stato trovato, ma anche il bronzo (pure un piccolo lingotto), scorie vetrose a gocce, piastrine d'osso, ambra, resti di fibule sempre in bronzo. In tale contesto di scavo è emerso un reperto che è da considerare il più importante, all pari con le anforette di Nestore e Del Naufragio...sopra citate e descritte. Questo impotantissimo "pezzo" è un dischetto di piombo incastonato in un anello di bronzo, dal peso di 8,79 grammi: straordinariamente vicino al peso dello statere euboico-attico di 8,72 grammi. Si era immaginato, prima di simile scoperta, che un tale standard non fosse pevenuto all'occidente prima del V sec. a.C...quando le città Siceliote (cioè dove era prevalente l'etnia greca) iniziarono a coniare le piccole monete d'argento di circa 0,87 grammi, tante volte oggetto di questa discussione: le litrae. Queste erano pari,quindi, ad un decimo del suddetto statere euboico- attico: 0,87 contro 8,70. Dalla Sicila tale litra passò in Etruria dove costituì uno dei quattro standard in cui si coniava l'argento. Sia in Sicilia che in Etruria la litra era quindici volte più pesante dell'unità usata per le monete d'oro: 0,058 grammi. Si è pertanto ritenuto con probabile certezza che il disco di piombo e bronzo rinvenuto a Lacco Ameno fosse un peso in uso, almeno, nel periodo più basso attibuibile ai frammenti ceramici trovati nello stesso contesto. Tali frammenti variavano dall'ultimo quarto dell'VIII al primo quarto del VII secolo. Se ne ricava che lo stadard dello statere euboico fosse in uso in Occidente almeno due (se non tre) secoli prima delle precedenti datazioni sino ad oggi ipotizzate: primo quarto del V sec. a.C.. E questo è sorprendente. Con tutta probabilità tale affascinante e sorprendente oggetto era un peso premonetale usato per determinare delle quantità di metalli preziosi o altri oggetti finiti. In pratica per stabilirne il valore. Diventa così una possibilità concreta che nell'Emporion Calcidese vi fossero anche botteghe di orefici, in ossequio a quanto raccontato da Strabone sulla esistenza di chruseia (atelier di orafi) che garantivano, con la loro attività produttiva-commerciale, la prosperità degli Eubei. Quanto precede, oltre ad evidenziare oltremodo l'importanza dei navarchi Calcidesi a Pithekoussai: primo Emporion dell'occidente greco (nota 1), ci riporta da dove ravamo partiti qualche pagina prima...e cioè dalla coniazione della litra d'argento in Sicilia. Ci si era in quelle pagine interrogati se la litra (mediamente di 0,87 grammi) fosse stata coniata in ambiente Calcidese o meno...e specificamente se la litra di Aitna (la Katane conquistata dai Dinomenidi di Siracusa) fosse la prima di quella città...quindi da ricollegare in qualche modo all'ambiente Siracusano che occupava Katane...sotto il nome di Aitna. Nel prosieguo della discussione analizzeremo tale problematica, in quanto madre dell'excursus sin qui seguito al fine di illustrare la contrapposizione delle due stirpi e delle due società nel mondo greco: quella Ionica-calcidese e quella Dorica-siracusana...prendendo l'incipit dalle rispettive coniazioni...nell'ottica degli stanziamenti geopolitici e dei rispettivi rapporti di forza. Piakos Di primato...in primato. (Nota 1) Se Pithekoussai, allo stato delle attuali conoscenze, è considerata la prima base stabile in occidente appartenete al mondo greco, possiamo ricordare che greco non fu il primo spazio urbanamente organizzato, edificato e sviluppatosi in occidente. La prima città della storia occidentale (geografcamente) fu infatti Cadiz (l'odierna Cadice) in fenicio Gdr (Gadir, fortezza, con la stessa etimologia di Agadir in Marocco). Di fondazione fenicia...situata oltre le colonne d'Ercole e che risalirebbe all' XI sec. a. C. Sulla sua spiaggia era stato edificato un tempio a Melquart (l'Ercole fenicio)...dove ardeva sempre il fuoco in grandi braceri, anche per segnalare l'approdo in ambiente notturno. Infinite suggestioni si aprono alla mente...ma per il momento ci consentiamo solamente di rimanere nei ranghi, del filo d'Arianna, della nostra discussione... L'odierna Cadiz, sul sito della fenicia Gdr.
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  7. Prego, fammi sapere come andrà. ;)
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  8. Penso che tu debba provarlo, incomincia con il mettere monete di poco conto. Importante è l' umidità e la temperatura, se tutto andrà per il verso giusto, goditi il tuo monetiere fatto da tuo nonno. Sei fortunato ad avere un nonno artigiano, non dimenticarti di ringraziarlo ;)
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  9. Vorrei sapere la qualità del legno. Non era meglio il velluto ( anche se decisamente più caro??.
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