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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/11/10 in tutte le aree
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Salve a tutti ecco una nuova infornata di articoli tratti da "Il Gazzettino Numismatico", purtroppo non ho potuto fare lo sfoglio completo in quanto inSNI il pubblicato presente e solo parziale. Il Gazzettino Numismatico Falsi Numismatici - Centesimo 1911- P1 Armando Brunelli 1972 n.2 Falsi Numismatici - 2 Lire 1903 - P1 Piero de Luca 1973 n.2 Falsi Numismatici - 2 Lire 1903 - P2 Piero de Luca 1973 n.3 La determinazione della rarità delle monete Roberto Volpes 1973 n.3 Rare preziose monete del regno di Vittorio Emanuele III - P1 Vico d'Incerti 1973 n.3 Rare preziose monete del regno di Vittorio Emanuele III - P2 Vico d'Incerti 1973 n.4 Rare preziose monete del regno di Vittorio Emanuele III - P3 Vico d'Incerti 1973 n.5 Rare preziose monete del regno di Vittorio Emanuele III - P4 Vico d'Incerti 1973 n.6 Rare preziose monete del regno di Vittorio Emanuele III - P5 Vico d'Incerti 1974 n.1 Le zecche d'Italia dopo la proclamazione del regno fino al 1892 - P1 1974 n.2 Le zecche d'Italia dopo la proclamazione del regno fino al 1892 - P2 1974 n.5 Leghe autartiche nella monetazione della serie imperiale 1939-1943 1979 n.43 5 Lire 1908 Mario Traina 1979 n.44 Come al solito è disponibile a questo link1 punto
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Leggendo questa discussione sono sempre più convinto che per quanto riguarda l'emissione della moneta italiana sull'Abruzzo si poteva o meglio si doveva fare molto di più..............1 punto
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Numa! Ahimè!! Qui di sbadato e poco preparato in storia del mediterraneo antico, ci sei solamente tu e rischi veramente di frastornare chi dovesse pazientemente leggere la diatriba. Ma almeno leggiti Wikipedia...no? Anche se dovessi così togliere tempo all'individuazione di qualche variante monetale...apprezzeresti meglio quelle che hai in collezione. ;) 1) Ovvio, o numa, che a Pithekoussai fossero sbarcati i coloni Calcidesi...atteso che lo stiamo scrivendo da due pagine in questa discussione. Cosa del tutto diversa è intendere tale emporio come Colonia fondata sotto la guida di ecisti per lo sviluppo di una nuova città...come volevi intendere tu. Se vuoi banalmente e letteralmente cavillare sui termini...puoi anche farlo, ma mi sembra palese che trattasi di due cose diverse. Sicuramente Pithekoussai non è stata una Polis e non fece in tempo ad esserlo, come invece lo sono state Cuma, Naxos, Zankle, Katane o Rhegion...ecc. In primis perchè Ischia (Pitecusa) era un approdo ed una base di prospectors, cioè di aristocratici coloni-agenti, commercianti ed esploratori...che mentre reperivano metallo ed altre merci...già si guardavano intorno per decidere dove e quando andare a stabilirsi. Infatti credevano che il gigante Tifeo fosse imprigionato sotto l'isola e lottasse continuamente per liberarsi. Sapevano che non era quello il luogo stabilmente sicuro dove edificare la loro città (pensiamo al terremoto di casamicciola del 1883). Ed infatti, quando Tifeo riuscì a liberarsi...Epomeo vomitò fuoco e il mare ribollì...i "coloni" Calcidesi furono costretti a decidersi...cioè a traslocare definitivamente nella città di Cuma...che proprio tra il 725 e il 700 a.C. si affermò come una Colonia - Polis. Numa, quale amante delle fonti storiche - sul punto - potrà leggere Strabone (V, 5.9)...che comunque scriveva sette secoli dopo quegli eventi. E' difficile credere che il concetto di Polis fosse già pronto ed esportabile dal 770 a.C (epoca del primo stabile stanziamento Pitecusano), come se il concetto di Polis fosse cosa simile alla ceramica ;) , basti rammentare che intorno al 730 a.C. la stessa Corinto era poco più che un agglomerato di villaggi. Occorre inoltre evidenziare che i più antichi rinvenimenti di epoca coloniale a Cuma - posta sulla terraferma davanti all'isola d'Ischia (Pitecusa) - risalgono al 725 a.C. Cuma non era soggetta ad alcuno dei nocumenti naturali di Pitecusa (isolamento, terremoti ed eruzioni) e la Chora (il suo territorio) assicurava grande autonomia alimentare per rifornire una popolosa città. E' quindi da escludere che Pithekoussai sia da identificare sostanzialmente come Apoikia (migrazione) piuttosto che come Emporion. Pithekoussai.bmp immagine ricostruttiva di un ambiente abitativo di pithekoussai. 2) Numa si chiede se Pithekoussai abbia mai coniato moneta. :D Ha scritto vedremo...e spera di trovare a Pithekoussai le monetine con la cozza...o le telline. :lol: C'è di che rabbrividire! :o Ma almeno l'ingenua domanda è nuovamente fonte di spunto storico...e quindi comunque utile. :rolleyes: Pithekoussai è considerata già attiva dal 790 a.C., quando le prime navi euboiche iniziarono a sbarcare non solamente per rifugio notturno o sporadico rifornimento del loro navigare...ma per edificare l'embrione dello stanziamento. Lo scavo delle necropoli ha evidenziato come attivo il centro abitato sino al 700 a.C. con un notevole affievolimento ed una definitiva interruzione intorno al primo ventennio del VII secolo. Si è individuata una sporadica ripresa di un modesto nsediamento intorno alla metà del VI sec. a.C....e comunque non è più la stessa Pithekoussai euboica di cui stavamo tracciando il percorso storico. Come a tutti noto le prime coniazioni greche dell'occidente: Sibari e le stesse polis Calcidesi...non risulta risalgano a prima del 520 a.C., più o meno. Numa! Come può esservi stata coniazione a Pithekoussai?1 punto
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I CALCIDESI NEL MEDITERRANEO E L'ALBA DELL'OCCIDENTE III Per aver appreso dai marinai e dai navarchi fenici (che contemporaneamente erano grandi mercanti capaci di navigare già nell'VIII secolo in mare aperto e di notte seguendo l'orsa minore) dell'esistenza del FAR WEST (cioè delle opportunità mercantili e di arricchimento date dal grande ovest) gli Eubei...questa volta prevalentemente Calcidesi...percorsero la rotta occidentale. All'inizio furono esplorazioni fino a Pithekoussai (Ischia) che, in quanto abbastanza lontana dalla costa ma, (nel contempo anche vicina alla stessa e al metallo dell'Isola d'Elba)...consentiva di poter commerciare (e fare rifornimenti) . tale ubicazione assicurò a quegli intrepidi esploratori non solo delle opprtunità commerciali ma, sopra tutto, la sicurezza. Nel sito dell'odierna Lacco Ameno...porto pacifico e sicuro...gli Eubei si installarono in maggior numero. Oltre a commerciare ed a navigare gli Ioni (che tali erano di stirpe gli Eubei) amavano... (le donne locali o rapite in prossimità...), pasteggiavano in banchetto e le libagioni erano anche abbondanti in simposio. Nel contempo gli Eubei erano anche poeti. Insomma cercavano di non angustiarsi e vivere al meglIo (I Greci non erano stupidi...sapevano come combattere lo stress... ;) )...pur nella lontananza e nella nostalgia del ritorno...il nostos/i]. ...di molti popoli vide le città e conobbe le menti, molte angustie soffrì nel suo cuore sul mare, per guadagnare la vita a se stesso e il ritorno ai compagni... ************************************************ PITHEKOUSSAI E LA COPPA DI NESTORE La coppa di Nestore è stata rinvenuta nella necropoli di San Montano a Lacco Ameno, sull'isola d'Ischia, dall'archeologo tedesco Giorgio Buchner. Risale al 725 a.C. circa. Costituisce il più antico esempio pervenuto di un brano poetico in scrittura contemporanea. La coppa è una kotyle, ossia una tazza piccola, larga non più di 10 cm, di uso quotidiano, decorata a motivi geometrici. Fu importata nella colonia greca di Pithekoussai, l'odierna Ischia, da Rodi, secondo alcuni insieme ad una partita di vasi contenenti preziosi unguenti orientali, e portata alla luce nel 1955 dagli archeologi Giorgio Buchner e C. F. Russo. Faceva parte del ricco corredo funebre appartenente alla tomba di un fanciullo di appena dieci anni. La coppa reca inciso su di un lato in alfabeto euboico in direzione retrograda, ossia da destra verso sinistra, come nella consuetudine fenicia, un epigramma formato da tre versi, il primo con metro giambico e il secondo e terzo perfetti esametri dattilici, che allude alla famosa coppa descritta nell'Iliade di Omero: « Νέστορος εἰμὶ εὔποτον ποτήριον ὃς δ’ ἂν τοῦδε πίησι ποτηρίου αὐτίκα κῆνον ἵμερος αἱρήσει καλλιστεφάνου Ἀφροδίτης » (IT) « Io sono la bella coppa di Nestore, chi berrà da questa coppa subito lo prenderà il desiderio di Afrodite dalla bella corona » Questa iscrizione, oltre a testimoniare la fitta rete di relazioni commerciali che i coloni di Pithekoussai svilupparono con il Vicino Oriente e Cartagine, la Grecia e la Spagna, l'Etruria meridionale, sino alla Puglia, la Calabria ionica e la Sardegna (tanto che Buchner, contrariamente a quanto si era fino a quel momento ritenuto, poté identificare Ischia come la prima colonia greca dell'Italia meridionale). L'iscrizione in esame costituisce uno degli esempi più antichi di scrittura greca a noi giunto e rappresenta, soprattutto, il primo frammento noto di poesia conservato nella sua stesura originale, contemporanea a quella del celebre poema epico attribuito ad Omero. Le poche, piccole lacune sono tutte interpretabili con sicurezza ad eccezione della seconda parola del primo rigo, che presenta quattro o cinque lettere mancanti. L'iscrizione si rifà dunque a quanto descritto nell'XI libro dell'Iliade, v. 632, in cui si narra della leggendaria coppa dell'eroe acheo Nestore, figlio del re di Pilo Neleo e di Cloride, tanto grande che occorrevano quattro persone per spostarla. Fonte: Wikipedia1 punto
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Ennnno', non VALE! Io ero ancora dietro alla lavagna ;) a meditare sui tuoi interessantissimi scritti... :clapping: Complimenti!!! :air_kiss: Mi piacerebbe più avanti commentarli per bene ... Per ora Vi segnalo una ghiotta notizia: Mura Dionigiane di Adrano - Inaugurazione ed apertura al pubblico dell'Area archeologica della fortificazione greca. Il 25 Aprile è stato aperto al pubblico per la prima volta il parco archeologico attorno ai resti della cinta muraria realizzata nel corso del IV secolo a.C. da Dionigi il Vecchio a difesa dell'antica Adranon. L'intero tratto orientale della cintura muraria, oggi situata alla periferia del paese, in aperta campagna, è stata risparmiata dall'espansione edilizia. Lungo il percorso è possibile ammirare i grossi blocchi lavici squadrati della fortificazione greca e visitare i reperti archeologici recuperati durante la recente campagna di scavo (2008). Già nel 1781 il principe di Biscari, nel suo elenco dei resti di Adranon greca allora visibili, citava tratti della cinta muraria in contrada Difesa e presso la chiesa di S. Francesco: "Magnifica è la costruzione di essi, essendo internamente formati di grosse pietre di lava, ben riquadrate e connesse senza calce". Il pittore Jean Houel raffigurava, in uno dei suoi celebri acquerelli, un tratto fortificato della cinta: Ma solo agli inizi del XX secolo Paolo Orsi intraprese la prima campagna di scavo del tratto fortificato di contrada Difesa, lungo circa quattrocento metri. Le mura, corredate da torri quadrangolari e postierle, erano realizzate secondo sistemi di costruzione tipici delle fortificazioni greche: a doppio paramento di conci lavici con un riempimento interno che Orsi definì una colmata interna di pezzame amorfo, buttato quasi alla rinfusa. Vennero individuate due postierle e isolato il grande torrione addossato alla chiesa di S. Francesco, abbattendo due casotti che ne mascheravano i fianchi. Qualcuno tra gli Amici siculi le ha per caso già visitate????????? Valeria1 punto
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@Simone Forse Alessandro Magno? In un primo momento l'avevo pensato anch'io. Poi l'orecchino, i lineamenti femminili e l'elmo mi hanno indirizzato verso Minerva, che del resto è raffigurata al dritto di monete romane con al rovescio la prua di nave (però a destra). D'altra parte, la raffigurazione del Grande 'cappellone' sulle monete da 1 Lek di nichel è ben diversa da questa. Questa moneta è invece da 1 Franco d'oro (1 Frang Ar 1927R) e non sono riuscito a trovare in rete la relativa didascalia. Penso che nel Krause (che non ho), sotto "Albania" e nella parte riguardante le prove (Patterns o Provas) dovrebbe esserci. Saluti, Apollonia PS. Vedo adesso dalla foto che l'elmo è alato. Che si tratti allora di Mercurio?1 punto
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