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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/03/10 in tutte le aree
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Ciao a tutti, sono nuova da queste parti ma ho pochissimo tempo e quindi faccio la sfacciata e chiedo subito un aiutino piccolo piccolo (si fa per dire ovviamente!) Sto preparando la tesina di chiusura per la laurea triennale in beni culturali (specializzazione archeologia ovviamente). Siccome la mia grande passione è da sempre Roma e la sua storia per il biennio di perfezionamento vorrei frequentare la Sapienza. Per fare questo ho assolutamente bisogno di una tesina triennale di argomento affine ma nella mia attuale università quasi tutti i professori sono medievisti o grecisti (uffa), la mia amata roma non se la filano neanche di striscio. Così mi sono trovata "costretta" ad appoggiarmi alla prof di storia romana, l'unica disposta a firmarmi una tesi di numismatica. Solo che c'è un piccolo problema...... di questo argomento lei non ne sa praticamente nulla e quindi mi ritrovo un po' spiazzata. Aggingo che sono una principiante totale sull'argomento e che la scelta della numismatica è dovuta a un caso fortuito che però mi sta facendo scoprire un mondo che mi affascina ogni momento di più. MI sono trovata fortuitamente tra le mani una collezione privata di denarii repubblicani che il proprietario mi ha chiesto di catalogare, così ho pensato di unire l'utile al dilettevole e di ricavarne una tesina solo che adesso rischio di dover presentare una specie di catalogo e una piccola introduzione sulla monetazione dell'epoca, senza aver nulla di originale da aggiungere.... non credo che verrebbe fuori un bel lavoro. La domandina che rivolgo a tutti voi è: qualcuno mi saprebbe dare uno spunto per sviluppare qualche argomento per arricchire il contenuto di questo lavoro? Allego copia dell'elenco delle monete che ho già identificato, ne mancano ancora una dozzina, spero che a qualcuno salti all'occhio qualcosa di particolare su cui poter lavorare. Spero di non essere stata troppo invadente con la mia richiesta d'aiuto, ringrazio fin da ora chiunque mi vorrà dare un aiuto e anche tutti quelli che hanno avuto la pazienza di leggere questo post fino in fondo. Grazie a tutti!2 punti
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Della serie "Edifici templari nell'Urbe" di seguito allego dati riguardanti il cosiddetto Tempio di Traiano (quello di Roma, non quello di Pergamo!) e alcune monete imperiali connesse. Tratto da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Il tempio di Traiano era un tempio romano costruito nel II secolo e la cui collocazione è ipotizzata nel foro voluto dallo stesso imperatore. L'edificio venne aggiunto alla piazza del foro da Adriano tra il 125 e il 138 e dedicato all'imperatore Traiano, divinizzato dal senato, e a sua moglie Plotina, morta e anch'essa divinizzata nel 124. Del tempio resta l'iscrizione dedicatoria, conservata ai Musei Vaticani. Sono ipoteticamente attribuiti al suo pronao l'enorme colonna monolitica in granito bianco (proveniente dalle miniere egiziane), con capitello in marmo lunense bianco, visibile presso la Colonna Traiana. Il fusto è di circa due metri di diametro e il solo capitello misura 2,12 m di altezza. Tra i tanti edifici creati sotto Adriano, lHistoria Augusta riferisce che solo su questo egli volle apporre il suo nome. Traiano non venne comunque sepolto qui, ma nella cella nel basamento della Colonna Traiana. Nonostante le ricerche non si è riusciti ancora a determinare con precisione il sito dove venne costruito l'edificio (che tuttavia le fonti indicano come templum e non come aedes, potendo dunque trattarsi anche di un'area scoperta). Era stato ipotizzato tradizionalmente che le sue fondazioni fossero situate sotto Palazzo Valentini e che siano state riutilizzate da questo durante la sua costruzione. Le indagini archeologiche hanno invece rinvenuti resti di insulae, abitazioni sviluppate su più piani, con fondazioni assai meno consistenti rispetto ad un edificio templare. Si è quindi ipotizzato che l'edificio si trovasse all'estremità opposta della piazza, in direzione del foro di Augusto, dove tuttavia gli scavi giubilari hanno rinvenuto solo un piccolo cortile quadrangolare porticato. È stato anche ipotizzato, sebbene non senza elementi contrari, che le celle templari, dedicate a Traiano e a Plotina, fossero costituite dalle due aule che si aprono ai lati della Colonna Traiana, che presentano nicchie sulle pareti inquadrate da due ordini sovrapposti di colonne, tradizionalmente identificate come biblioteche . Tratto da www.sesterzio.eu/rovesci/templi.htm. A completamento del sontuoso foro di Traiano, venne eretto un grande tempio ottastilo, inizialmente dedicato a Plotina, defunta moglie dell’Imperatore. Il tempio fu però portato a termine da Adriano, che lo dedicò al suo predecessore. L’edificio sorgeva proprio davanti alla colonna Traiana ed era affiancato da due eleganti porticati. E’ probabile che questo tempio sia stato raffigurato sulle monete, come il sesterzio RIC 575, ove vediamo un elegante tempio ottastilo con colonne in stile corinzio. Questa moneta è classicamente interpretata come tempio dell’Onore (Honos) ottastilo (Hill), per le prerogative della figura nel centro. Tuttavia è probabile che si tratti del tempio di Traiano costruito nel foro, dato che anche gli altri monumenti del foro sono stati oggetto di propaganda numismatica. Una dedica antecedente alla sua inaugurazione ufficiale era pratica comune della propaganda imperiale. Il sesterzio RIC 577 parrebbe una variante del precedente nel quale l’incisore ha aggiunto in prospettiva due portici laterali che portavano verso le biblioteche Ulpia e Traiana. Uno scorcio del tempio preso dalla Colonna Traiana. Di seguito alcune monete tratte dal link www.sesterzio.eu/rovesci/templi.htm e da http://www.cngcoins.com Nell'ordine: 1) RIC II 575; BMCRE 859; Cohen 552. Æ Sestertius (24.73 gm). Struck circa 104-107 AD. Laureate bust right, slight drapery on left shoulder / Statue of female standing right on pedestal, holding sceptre and cornucopiae within octastyle temple set on two-tiered base; statues in pediment; statues along roof line. 2) RIC II 576; BMCRE 955; Cohen 554. Æ Dupondius (14.25 gm, 7h). Struck circa 103 AD. Radiate bust right, slight drapery on left shoulder / Octastyle temple; within, Pax standing facing, and Jupiter seated between two reclining figures on pediment; five statues on roof. 3) RIC II 577 Æ Sestertius Ciao Illyricum ;)1 punto
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E' una splendida moneta che da lustro ad ogni collezioone ma come detto,le foto sono sfocate,specie al rovescio.Poi Bazzoni gode fama di essere generoso.Secondo me no,siamo noi che stiamo diventando sempre più esigenti.1 punto
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Oggi ho ricevuto il modulo.....orco can la Divisionale Proof con l'oro a 1500 euro!!!!!!! Se a qualcuno interessa io non posso prenderla ......... La card a 3 euro voglio proprio vederla! 94.000 pezzi ed è la prima,credo che acquisterà valore in futuro. Quando iniziano a consegnare a noi poveri privati? 11 Maggio?1 punto
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La piana di Katane ante 476 a.c. Nuove idee ed ipotesi sui rapporti politici ed i flussi commerciali. Parte IIIa (Correlazioni e contrasti tra le Polis calcidesi e quelle doriche per il predominio). Per quanto sin qui da me evidenziato su Katane ed il mondo ionico-calcidese in Sicilia (scaltrezza, ricchezza, abilità commerciale, città e siti numerosi ecc. ) potrebbe destare interrogativi il repentino crollo di tale mondo su iniziativa di Siracusa. E opportuno precisare che nel 476 a.C. la città fu presa dai Dinomenidi grazie al tradimento di un Personaggio, che pensò bene di accettare oro e promesse e di aprire, una delle porte della città alle milizie di Siracusa. Resta il fatto che, tradimento o meno…la superiorità delle armi dei Dinomenidi e, comunque, dei tiranni di Siracusa per tutto il V secolo e fino allavvento di Roma, fu, in Sicilia, un fatto inconfutabile. Il fatto è che la potenza calcidese della madre patria Calcide, stella di prima grandezza nel Mediterraneo dalla fine dell' VIII secolo a.C. fino ad una parte del VI, si era esaurita nella Guerra Lelantia contro l'altra potente città dellEubea: Eretria (guerra condotta per il controllo della fertile pianura che circondava le due città e di cui non erano chiari i confini). Tale guerra fu appunto condotta in patria: nellEubea. Fu una lotta fratricida abilmente alimentata dalla rivale Atene che - mentre le due città si combattevano e si dissanguavano - le soppiantò entrambe, allinterno ed allesterno del mondo ionico (come potrete osservare la politica del divide et impera non è una creazione di Roma). Quindi la lontana madre-patria ionica Calcide, poco poteva ormai nella lontana Sicilia…e la stessa ionica Atene aveva interesse a godere dellappoggio dei siti Calcidesi nella sua lotta contro la dorica Sparta, ma non considerava il sangue e gli interessi Calcidesi come propri. La Dorica Siracusa, per converso, godeva del diretto appoggio di Corinto (della quale era corrispondente commerciale e partner geopolitica) oltre che di Sparta…entrambe di stirpe dorica e stelle di prima grandezza: economica e commerciale la prima, militare la seconda. Non erano cose da poco e spiegano in buona parte la potenza siracusana dall'avvento dei Dinomenidi, che - originari di Rodi prima che di Gela erano di chiara stirpe dorica e quindi la ricca Corinto li lasciò fare... in ossequio al pragmatismo greco per il quale: una conquista militare non suscitava una questione di principio, se la conquista era tollerabile e non alterava gli equilibri. Potremmo parlare di una joint-venture tra lambizione e lefficienza militare dei Dinomenidi e gli interessi della madrepatria. Senza il placet del mondo dorico e di Corinto in particolare, difficilmente Siracusa avrebbo potuto essere tenuta: non riuscirono a conquistarla i Cartaginesi che avevano un impero e nemmeno gli Ateniesi che furono rinchiusi a morire di stenti nelle latomie. Il tempio di Apollo a Corinto. Ma perché la lontana Corinto avrebbe dovuto avere, allinizio del V sec, a.C. un tale interesse per le sorti di Siracusa? In buona parte per gli stessi motivi per cui l ebbe anche Atene alla fine dello stesso secolo. - In primis credo si debba sgombrare il campo da un pregiudizio storico sul mondo greco: le colonie non furono fondate solamente per risolvere problemi interni e tensioni sociali dalla madre patria continentale e, quindi, lasciate al loro destino libere e pienamente indipendenti. Le città fondate nellantico Mediteraneo e nel Mar Nero erano anche delle teste di ponte che assicuravano sbocchi alla madre patria. Funzionavano quali corrispondenti commerciali e avevano una funzione geopolitica, oltre ad essere una soluzione alle tensioni sociali interne: crescita demografica e debiti non ripianabili tra le diverse classi sociali.- Siracusa fu, originariamente, l'unica città dorica posta sulla costa orientale della Sicilia ove transitava - come abbiamo visto - in modo obbligato la rotta Cartagine - Corinto, il resto di quella costa era dominata dalle stirpi ioniche calcidesi. - Siracusa non poteva essere perduta né lasciata sotto l'esclusivo controllo di stirpi diverse, pena la perdita del plurimo controllo della suddetta importante rotta...che avrebbe potuto comportare il peso intollerabile di salati dazi o la perdita dei carichi navali sotto gli attacchi pirateschi. I Calcidesi, fino alla metà del VI secolo, praticarono anche la pirateria, nello stretto e non solo, così come le genti Cnidie di Lipari, gli Etruschi ed i Cumani la praticavano nel mar Tirreno, ancora nel V secolo. La vita non era facile: tutti contro tutti. - Corinto era una città opulenta che aveva una sola ragione di vita: il commercio. Non bramava il potere in quanto tale e non aveva mire egemoniche in patria…lasciava ben volentieri queste cose a Sparta. Ma i commerci dovevano essere salvi: Siracusa era il perno di tali esigenze verso occidente ed il grano della Sicilia e della costa settentrionale dell'Africa (oltre ad altre derrate) era vitale per Corinto e Sparta, laddove il grano proveniente dalla Tracia e dal Mar Nero fu sotto il controllo di Atene, quasi per tutto il V secolo. Evidenziamo che, non a caso, tra il 460 e il 450 a.C. Corinto si scontrò con la potenza di Atene, e proprio la colonia corinzia di Corcira fu il casus belli tra Atene e Sparta per l'inizio della guerra del Peloponneso, arrivata al termine di un felicissimo periodo per la polis, che pare arrivasse addirittura ad avere una popolazione di 50.000 cittadini liberi e di pieno diritto ...oltre a circa 100.000 meteci (privi di diritti civici)...e decine di migliaia di schiavi. Non dimentichiamo inoltre che la flotta corinzia fu il fulcro della marineria dorica nella guerra del peloponneso...senza Corinto, Sparta sarebbe stata solamente in grado di schierare le proprie falangi di opliti...fino a quando avrebbe potuto. Non avrebbe vinto mai Atene da sola, non ne sarebbe stata in grado, troppo ampio era il divario che avrebbe reso le sole falangi non decisive. La guerra del Peloponneso non fu la guerra tra Sparta ed Atene...ma lo scontro tra due potenze economiche e culturali di prima grandezza: Corinto e Atene, Sparta era il servizio di sicurezza di Corinto. L'Acrocorinto...l'acropoli fortificata della città. Piakos (Continua....)1 punto
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Secondo la 'celebre' frase di Tacito: "Pecuniam probant veterem et diu notam, serratos bigatosque" (Apprezzano le moneta vecchia e nota da tempo, i serrati ed i bigati), i denari serrati erano particolarmente graditi ai Germani; considerando che questo è anche suberato, può essere ragionevole pensare a un falso realizzato lì, da persone che presumibilmente avevano una conoscenza approssimativa, se pure l'avevano, del latino?1 punto
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Ciao, in effetti questi mezzi baiocchi di Innocenzo XIII si trovano quasi sempre in condizioni pessime, e molto dipende da come sono stati coniati, spesso lo stesso rame sembra di scarsa qualità, altrimenti non si spiegherebbe come siano assai più deteriorati della media delle monete emesse dai pontefici precedenti nella stessa zecca... Per la tua moneta direi che una R ci stia, il valore purtroppo è influenzato dalla parziale illeggibilità delle legende, per cui non va oltre i 10 euro. Per 1 euro hai fatto benissimo a comprarlo... Ciao, RCAMIL.1 punto
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magnifico esemplare del livello artistico rinascimentale conservazione splendida per una moneta di fine XV secolo; esemplari in conservazione inferiore realizzano in asta 200, 300 euro. Per il discorso sulle varianti occorre un testo che non possiedo (Biaggi o simili) :rolleyes:1 punto
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Ogni tanto si vedono sul forum queste meraviglie rinascimentali :wub: Sulla moneta specifica so dirti poco, se non che "giorgino" è presumibilmente un termine locale per indicare questa moneta che non credo possa essere equiparata a un testone, visto il suo peso. I primi "testoni" pontifici (gli unici che conosco un minimo) pesavano quasi dieci grammi. I valori erano comunque sempre confrontabili sulla base dell'intrinseco, tanto che esistevano "tariffe" che permettevano di conoscere il valore di tutte le monete più diffuse in moneta di conto locale.1 punto
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