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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/28/10 in tutte le aree
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Ciao a tutti, nei giorni scorsi si era discusso della frequenza con cui le monete papali, specialmente gli argenti di grande modulo (piastre, mezze piastre ed in seguito gli scudi), venissero utilizzate come medaglione sui rosari. Personalmente non amo le monete così artefatte ma di certo sono da preferire a tutte quelle monete alle quali gli appiccagnoli vengono malamente "strappati", in tal modo si perde un gioiello per riavere una moneta a metà <_< Come dicevo nell'altra discussion, ho un amico che colleziona queste "particolarità" e mi ha mandato le foto di alcune (delle sue oltre 50 :o ) monete, con appiccagnolo d'epoca ancora intatto e vi presento di seguito una breve carrellata in ordine cronologico (con qualche nota numismatica). Purtroppo non ha potuto fare una scansione dei rosari settecenteschi completi perchè non li aveva in casa, ma conto di postarli prima o poi :) Cominciamo con una piastra di Innocenzo XI del 1684, appiccagnolo essenziale (di quelli che più facilmente vengono eliminati, ma non senza conseguenze...):1 punto
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Eccomi.. io posto la lista doppie se vi serve qualcosa ditemi e ditemi cosa mi offrite in cambio se mi mancano ben volentieri.. DOPPIONI SONO TUTTE CIRCOLA TE MA MOLTE SONO IN BUONISSIMO STATO TRA PARENTESI SONO LE MONETE DOPPIE.. DITEMI COSA PROPONETE IN CAMBIO.. AUSTRIA 2002 (2 , 1, 0.5, 0.2, 0.1. 0.05, 0.02, 0.01) 2003 (0.2, 0.05, 0.02) 2004 (0.2, 0.05, 0.02, 0.01) 2005 (0.5, 0.05, 0.02, 0.01) 2006 (1, 0.2, 0.1, 0.02, 0.01) 2007 (1, 0.2, 0.1, 0.05, 0.02, 0.01) 2008 (1, 0.1, 0.05, 0.02, 0.01) 2009 (1, 0.02, 0.01) BELGIO 1999 (1, 0.5, 0.1, 0.05, 0.01) 2000 (2, 0.2) 2001 (0.1) 2002 (2, 1, 0.5, 0.2) 2003 (2, 0.2) 2004 (2, 0.05, 0.02) 2006 (0.2) VARIANTE 1 CENTESIMO 1999 CON STELLE PIU GRANDI FINLANDIA 1999 (0.1) FRANCIA 1999 (2, 1, 0.5, 0.2, 0.1, 0.05, 0.02, 0.01) 2000 (2, 1, 0.5, 0.2, 0.1, 0.05, 0.02, 0.01) 2001 (2, 1, 0.5, 0.2, 0.1) 2002 (2, 0.2, 0.1) 2003 (0.1) 2004 (0.01) 2005 (0.1, 0.01) 2006 (0.05) 2007 (0.10) 2008 (0.02) GERMANIA ZECCA A 2002 (2, 1, 0.5, 0.2, 0.1, 0.02, 0.01) 2003 (1) 2005 (0.2) ZECCA D 2002 (2, 1, 0.5, 0.2, 0.1, 0.05, 0.02, 0.01) 2003 (2, 0.02) 2004 (0.05) ZECCA J 2002 (2, 1, 0.5, 0.2, 0.1, 0.05, 0.01) 2003 (2, 0.5) 2005 (1) ZECCA G 2002 (2, 1, 0.5, 0.2, 0.1, 0.05, 0.02, 0.01) 2003 (0.2) ZECCA F 2002 (2, 1, 0.5, 0.2, 0.1, 0.05, 0.02, 0.01) 2004 (0.05) 2005 (0.05, 0.01) 2006 (0.1) 2 € COMMEMORATIVO 2007 MECKLEMBURG-VORPORMMEN GRECIA 2002 (2, 1, 0.5, 0.2, 0.1, 0.05) ZECCA S (2, 1) ZECCA E (0,2) ZECCA F (0,5) 2 € COMMEMORATIVO 2004 OLIMPIADI ATENE IRLANDA 2002 (2, 1, 0.5, 0.2, 0.05) ITALIA 2 € COMMEMORATIVO 2005 COSTITUZIONE EUROPEA 2 € 2006 OLIMPIADI TORINO 2 € 2004 WORLD FOOD LUSSEMBURGO 2004 (2) OLANDA 1999 (1, 0,5, 0,1, 0.01) 2000 (2, 1, 0.2, 0.1, 0.01) 2001 (2, 1, 0.2, 0.05, 0.01) 2002 (2, 0.2) 2003 (0.01) 2004 (0.01) 2006 (0.05) PORTOGALLO 2002 (0.5) 2005 (1) 1 € 2002 CON 28 ZIGRINATURE SLOVENIA 2007 (0.01) SPAGNA 1999 (2, 1, 0.5, 0.2, 0.1, 0.05, 0.02) 2000 (2, 1, 0.5, 0.2, 0.1, 0.05, 0.02) 2001 (2, 1, 0.5, 0.2, 0.1, 0.05) 2002 (2, 1, 0.1) 2003 (1, 0.1, 0.05, 0.01) 2004 (1, 0.1, 0.05) 2005 (0.1) 2006 (1) 2007 (0.01)1 punto
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ciao, ci leggo IOAN... e ...RLO... per cui vado a Giovanna e Carlo. Il periodo è 1516-19. SP è il segno di zecca, non è italiana. A destra del monogramma un 4. il valore, in maravedis.1 punto
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aggiungo un piccola caxxatella, non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace..ovvero, il prezzo alla fine ad una cosa è quello che diamo noi, se una moneta piace, comune o rara che sia, SPL o B che sia, se piace la si prende, se non piace la si lascia1 punto
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la svalutazione e` sempre negativa , ma delle volte e` il male minore , molto peggio sarebbe il default. nel lungo periodo puo` risolvere il problema se usato il tempo per ristrutturare l economia e renderla piu` competitiva per quanto riguarda la repubblica di weimar e l iperiflazione del 1923 ti direi di andare a leggere un libro di economia , non le storielle sulle 2 birre perche ora che finisci la prima il prezzo sale. la germania del periodo era oberata dalle riparazioni di guerra dovute dopo aver perso la prima guerra mondiale , per cercare di evitare di pagare decise di stampare moneta , e tra il 1920 e il 1922 (se non erro) aveva un deficit del 40% per 2 3 anni consecutivi , la grecia a il 13% , l italia il 5.4% e per correttezza l inghilterra ha il 12.7 anche lei. quello che state dicendo sono 2 lati diversi della stessa medaglia, cioe come riuscire a non pagare i debiti, nel caso della germania l han fatto con l inflazione , nel caso della grecia lo possono fare sul default. concordo con Euenigma quando dice che in Italia la stampa non riporta che le cose vanno male , quanto hal 30% che mangia alla caritas mi pare troppo se devo essere sincero comunque mi stupisco perche` voi italiani (e tedeschi francesi e cosi via) che con le vostre tasse state finanziando il bailout della Grecia non siete arrabbiati , cosi voi dovrete lavorare fino a 65 anni per pagare le tasse cosi uno in grecia va in pensione a 50 ! quanto alle speculazioni, non pensate che siano solo in mano agli hedge fund , se siete un po` svegli le potete fare anche voi tramite un qualsiasi broker elettronico.1 punto
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Caro Oento, come ben sai, parlare del grado di conservazione dei marenghi di Napoleone coniati a Torino è molto difficile perché sono quasi sempre reperibili in conservazione medio/bassa. Questo fatto, secondo alcuni esperti del settore, dovrebbe indurre ad una valutazione più benevola. Secondo altri NIP, invece, il metro dovrebbe essere quello adottato per ogni altra moneta. Venendo alla tua moneta, che trovo senz'altro interessante, mi pare di poter osservare il consueto appiattimento, al D/, della parte della legenda con la scritta "Napoleon", dei capelli, dell'orecchio e, al R/, della parte intermedia della corona d'alloro. PER CONTRO, rilevo che il bordo, oltre a non aver colpi significativi, non è neppure deturpato, che la testa non è comunque così piatta come spesso accade (in altre parole, i capelli non sono tanti, ma spesso se ne vedono molti di meno) e che il R/ è, in generale, ancora piuttosto ben conservato. A mio parere, se si segue il primo orientamento, e con tutte le riserve del caso date dal fatto che le fotografie non aiutano mai, si potrebbe dire che la moneta sia intorno al BB/BB+. Se si segue il secondo, avremmo, più o meno, un qBB/BB. Spero che il mio parere ti abbia soddisfatto. Altrimenti, non volermene. A proposito, diamoci del tu! Giulio1 punto
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Ho acquistato il MIR Napoli alcuni giorni addietro e l'ho trovato notevolissimo. Da collezionista di monete duosiciliane non posso che apprezzare un'opera che segna un passo avanti al pur notevole Pannuti-Riccio e rende accessibile con migliore dovizia di informazioni la monetazione napoletana ad una platea certo piu' vasta di appassionati. Ragionevole e incontestabile quanto asserito da altri che non sia "l'opera omnia" sul tema, ma non ne avrebbe senso e non è lo spirito editoriale che ispira la collana M.I.R. dell'ottimo dott. Varesi. Ogni collezionista o benintenzionato raccoglitore di monete partenopee sa bene che le fonti informative sono molteplici, frammentate e disperse; Cagiati, Pannuti, Riccio, il CNI, gli scritti del Bovi, del Prota, del D'Incerti, del de Sopo, i volumi del M.E.C., i bollettini del Circolo Numismatico Napoletano, gli scritti del Rasile, i bollettini del Circolo Rasile di Formia, e si potrebbe continuare ancora. Ma che utilità avrebbe cercare di integrare in un unico testo tutto questo e su un periodo di tempo così lungo? Quanti maggiori e peggiori limiti incontrerebbe un'opera simile? Il libro del Fabrizi ad un prezzo ancora ragionevole puo' avvicinare molti appassionati ad una monetazione complessa, ricca, stilisticamente e artisticamente varia e affascinante. Durante l'ultimo colloquio telefonico che ebbi con l'Avv. Grossi alcuni mesi prima della sua dipartita, si parlò del "Le monete di Napoli" per il quale l'Avvocato lamentava le incompletezze e le mancanze che potevano essere ovviate in una ipotetica seconda edizione, pur nel rispetto del carattere strettamente tipologico dell'opera. Il M.I.R. Napoli è andato, a mio avviso, ben oltre le intenzioni di revisione del Grossi. Da parte mia solo complimenti all'Autore ed all'Editore oltre ad un grazie di vero cuore.1 punto
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Alla fine dell'età neolitica la scoperta dei metalli, primo fra tutti l'oro, cambiò radicalmente i rapporti umani, rivoluzionando il sistema sociale e economico. L'oro si trovava (anche se non frequentemente) in lega naturale in varie percentuali con argento (elettro) o come sottoprodotto della raffinazione dell'argento, quindi, vennero elaborate nei vari periodi storici tecniche per potere separare i due metalli e, successivamente raffinare l'oro ottenuto. L'estrazione dell'argento avveniva soprattutto dalla galena (PbS, solfuro di piombo, frequentemente minerale che contiene piccole percentuali di altri metalli, dallo 0,05% fino in alcuni casi oltre 1% di argento, oro, zinco ecc...), con un procedimento detto "coppellazione", successivamente dall'argento ottenuto veniva separato e raffinato l'oro con un altro procedimento detto "cementazione". Brevemente si può riassumere in questo modo. 1) coppellazione (estrazione dell'argento da solfuri) 2) cementazione (dall'argento ottenuto si separa l'oro)1 punto
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allora si legge MAN prima di DVX VEN cioe MA si vede N la ipotizzo cioe proporrei un doge GRIMANI in questo caso proporrei o un tornesello di Antonio Grimani 1521-1523 oppure un sesino di Marino Grimani 1595-1605 , purtroppo pero non ho le foto delle 2 monete ma secondo me visto che ci sono 80 anni di differenza si dovrebbe riuscire a capire se e` una o l altra dallo stile della moneta attendiamo anche altri pareri ciao1 punto
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puo darsi che sia un sesino , magari mi sbaglio ho visto che ci sono tre lettere prima di DV VEN non e` che puoi postarle che vediamo di prendere anche il doge ? o magari posta un ingrandimento1 punto
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dovrebbe essere un tornesello o un soldino del periodo 1523-1560 proporrei un tornesello di Andrea Griti 1523-1538 il problema e` che il nome del duce non si vede dal lato della croce , ma si legge solo DV VEN (dux veneti) che e` la parte finale della legenda moneta relativamente comune ciao1 punto
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Taglio: 1 € Nazione: San Marino Anno: 2009 Condizioni: qFdc P.S.: la foto non rende giustizia alla moneta. :(1 punto
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Gran bella moneta, e non credo di essere di parte per le comuni origini col pontefice :P Al rovescio si nota la debolezza di conio anche per i graffi che appaiono sui rilievi, residui dal tondello di partenza, non coniato con la dovuta pressione per arrivare a "riempire" il conio. Lo stile del S.Giorgio al rovescio, è a metà tra il S.Crescentino un pò sgraziato di Borner sulla mezza piastra del 1702-1703 per Roma ed il medesimo di Hamerani, ben più incisivo per la mezza piastra 1704, sempre per Roma. Bello l'austero ritratto del pontefice al diritto, tra l'altro ricco di particolari. Nel complesso un'ottima coniazione per una zecca periferica, dove non era usuale trovare i migliori incisori in circolazione, Saint Urbain a Bologna, proprio nel corso del pontificato di Clemente XI è solo una fortunata, fugace, eccezione...;) Ciao, RCAMIL.1 punto
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Qui invece vi parlo di monetine d’argento sicuramente rare… ed oggetto del mio desiderio (come sempre solo virtuale… ahimè…) Il micron kerma d’argento di Motya (Sicilia occidentale) Come ricorda il Manganaro, con l’espressione mikron kerma (mutuata da Aristofane) vengono denominate tutte le piccole monete di argento emesse nel V e IV sec. a.C. da città siceliote; si tratta di emissioni assai abbondanti ma dalle ridotte probabilità di sopravvivenza data l’intrinseca delicatezza metallica (con bassi valori ponderali: da meno di g 0,12 fino a g 0,87 per la litra). Che c’entra Motya con gli oboli siculo-greci??? :rolleyes: Mozia, Panormo e Solunto coniarono monete autonome a leggenda punica o punico-greca fin dal V sec. a.C., ponendosi come le più antiche testimonianze della monetazione punica in Occidente. Queste prime esperienze si mossero nell’ambito della monetazione greca in Sicilia con la quale si confrontarono alla pari, dimostrando subito di essere altamente integrate nel sistema monetario ed economico greco dell’isola. Eloquente indizio in tal senso l’assunzione di tipologie ispirate a quelle coeve delle più importanti città greche: si pensi ad esempio all’Aquila agrigentina assunta non solo su kerma di Motya, Erice, ma anche di Hipana, e di Panormos. Rispetto a Panormo e Solunto, Mozia presenta tuttavia una maggiore unità tipologica nelle sue emissioni datate tra il 480 a. C, e il 397 a.C. (distruzione di Mozia per opera del tiranno di Siracusa Dionisio I): nelle serie più antiche queste testimoniano un evidente legame non solo con le emissioni siciliane di Selinunte, Himera, Segesta ma anche etrusche di Populonia. L’attestazione di iconografie “tirreniche” sembra sottolineare l’apertura di Mozia verso un contesto mediterraneo più ampio rispetto alle altre due città autonome e volto anche agli Etruschi. Il micron kerma d’argento di Motya è caratterizzato al R/ da varie figurazioni (palma, delfino, ninfa sacrificante, testa di Ninfa, granchio ‘agrigentino’, …) accompagnate dalla legenda punica MTV’ e in un caso da quella in greco MOTYAION. Le legende in caratteri punici presenti sulle AR litre di Mozia concorrono a fornire importanti indizi sulla nuova fase della lingua fenicia nell’occidente colonizzato del V sec. a. C: questa fase, che si usa mettere in rapporto con l’egemonia politica cartaginese, assume il nome convenzionale di punico, corrispondente al nome latino del fenicio. (Fonte: IL FENICIO DI MOZIA – M.G. AMADASI GUZZO) Qui vi presento una litra d’argento (o emilitra, obolo??) (0.43 gm), circa 405-397 a.C. con l’effige della Gorgone Medusa che testimonia un evidente influsso etrusco, richiamando il Gorgoneion di Populonia. Al R/ramo di Palma e legenda punica retrograda MT-V’. Entrambi i tipi (Gorgoneion e palma) caratterizzano Mozia e differiscono dagli altri centri punici. Jenkins I pl. 23, 5; cf. SNG ANS 504; De Luynes 1050. (Immagine da Coinarchive) In seguito vi posterò per confronto un emiebolo di Populonia (?), ca. 500-450 a.C. (HN Italy) - D/ Gorgoneion; R/ Quadrato incuso; g.0.40, mm 6 (ripostiglio di Volterra, 1868), dal bellissimo volume a cura di F. Catalli: “Sylloge Nummorum Graecorum ITALIA Firenze Museo Archeologico Nazionale Volume II ETRURIA” Valeria medusa1 punto
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Come non postare le litre argentee di Enna. Questa emissione, nota in due soli esemplari, è caratterizzata al D/ dalla Testina coronata di spighe di Demetra, al R/ dalla stessa dea stante di prospetto, con la Testina girata alla sua sinistra, vestita con chiton ed epiblema, che impugna nella destra una fiaccola al di sopra di un altare quadrato, a destra l'etnico: HENNAION. L'altra emissione, attestata da 17 esemplari, presenta al D/ Demetra con un mazzo di spighe nella destra, stante sul carro volto a destra, sopra una linea di esergo, al R/ la stessa dea stante di prospetto, con la Testina girata alla sua destra, vestita di chiton e di epiblema , di cui due estremità pendono al centro di ciascun braccio allargato, la quale impugna con la destra una fiaccola, pare, al di sopra di un altare quadrato, intorno sempre la legenda HENNAION. La città antica risale, nel primo insediamento, al XIII sec. a. C. La sua acropoli fortificata è appartenuta ai Sicani, Greci, Romani, Bizantini, Arabi, Normanni, Svevi e Aragonesi. Nel punto più alto...vicino alla rupe che cade nel vuoto e che svela un panorama eccezionale...tutta l'isola tra i due mari: dal Tirreno...al Canale di sicilia, sorgeva un tempio di Cerere...cioè di Demetra...che non lontano era venuta a cercare la figlia Proserpina...rapita da Ade. La monetazione di Enna, fu battuta a far data dalla metà del VI sec. a. C. da coloni provenienti da Siracusa, ma prevalentemente erano giunti dal Peloponneso, specificamnete da Corinto. Sull'acropoli corinzia, (Acrocorinto ove veniva praticata la prostituzione sacra e i sacerdoti incassavano i proventi delle prestazioni) vigeva il culto per Demetra. Lo stesso culto fu probabilmente traslato dai coloni sulla rocca alta ed erta di Enna, dove era una fontana Ennaía. Sull'acropoli e presso la fonte venivano officiati culti di Demetra, Kore, Triptolemos, e anche di Hermes e di Dioniso. Tutte divinità in qualche modo collegate dall'afflato misterico-iniziatico, culti affini all'agricoltura ed ai riti della fertilità della terra, delle messi e del commercio agricolo. Messi che Enna ricavava dalle ubertose terre che la circodavano e che commerciava con buona parte del mediterraneo, tramite la prevalente mediazione di Siracusa e di Himera, salvo periodi di influenza punica dopo la conquista di Agrigento da parte di Cartagine. Infatti, se tornate al rovescio della seconda moneta da me postata potrete osservare nell'immagine del diritto la Dea con delle spighe in mano, su un carro trainato (probabilmente ) da mule, simile a quello che appare su alcuni tetra di Messana. Trattasi di un carro destinato al trasporto di merci, comprese le derrate agricole e che nella moneta simboleggia il trasporto dei prodotti agricoli della città, ottenuti anche in virtù della protezione e della grazia di Demetra. Quando Roma giunse a dominare queste terre ne fece uno dei suoi granai, da dove chicchi e/o farina raggiungevano - via mare - il porto di Ostia. Di seguito allego una immagine della fonte sacra come oggi appare in situ. Adesso pongo per tutti una domanda: da dove hanno preso spunto, o potrebbero aver tratto ispirazione, gli incisori dei rovesci delle due litre sopra in foto? Specificamente per quanto riguarda la figura di Demetra a braccia aperte della litra meno rara...? Trattasi di un'altra moneta siceliota. Attendo le vostre risposte. Piakos1 punto
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Confermo l'attribuzione a Lipara. E' una litra in argento. Visibile la testa di Efesto (Vulcano) al dir.... e il delfino, che vuole rappresentare il mare delle Eolie, al rov. L'immagine della testa di Efesto nella monetazione di Lipari deve essere considerata non solo votiva ma anche descrittiva. E' infatti da tenere in conto che fino alla fine del I millennio d. C. l'isola di Lipari (Mèligunis) era ancora teatro di eruzioni. Qindi per i Geci di Lipari udire il martello di Efesto (boati) e vedere le scintille di tali colpi che uscivano dalle fucine del Dio, nonchè fuggire le eruzioni e le colate d lava, non erano episodi infrequenti. A buona ragione quindi il profilo di Efesto-Vulcano appare nella coniazione di Lipara, anche per ingraziarsi la divinità che così vicino abitava e lavorava. E' transitata per la prima volta all'asta della Nac n. 21 del 17.05.2001, lotto n. 139, quotata fr.Sv. 3.500,00 ed aggiudicata alla pari per quanto dichiarato dalla nota Casa. La Nac ebbe a dichiarare che la moneta era unica ed inedita ed era l'unico esemplare in argento conosciuto alla data dell'asta medesima. Per la cronaca lo scrivente tentò di acquisirla a poco più della base di partenza (cioè fr.sv. 3.000)...così da riportarla in Italia, ma senza successo. :( Successivamente, transitò in un'altra asta della stessa Casa che non potei seguire...e mi sembra di rammentare che spuntò una quotazione inferiore...ma poichè alta è la notte, mi risparmio dal cercare i realtivi riferimenti. Auspico che q.cuno di Voi se la sia aggiudicata. Il fatto che una tale rarità di cotanto fascino sia stata nuovamente licitata dopo pochissimi anni, la dice lunga sulla mutevolezza e la caducità degli nteressi dell'ultima leva di collezionisti di monete classiche...e non solo. P.S. In questo periodo non ho molto tempo di postare mirabilia, ma Vi tengo d'occhio. :D PP. SS. Sulla Lipara greca si potrebbe scrivere, di corsa e di getto, qualcosina...vi si praticava la pirateria contro le navi cartaginesi ed etrusche e...non solo. I terreni coltivati nell'isola erano gestiti con criterio collettivistico...una primordiale forma di comune (cfr. comunismo) ante Carl Marx e prima ancora degli Esseni e degli insegnamenti del Cristo. Ciò avveniva perchè l'acqua era scarsa e i terreni coltivabili anche, quindi tutto il raccolto doveva essere a disposizione ed equamente distribuito. D'altronde...le genti di stirpe dorica erano note per il loro rigore. I Greci che l'avevano colonizzata, infatti a tale stirpe appartenevano e provenivano dalla Polis di Cnido...situata su una lunga (c.a. 80 Km.) penisola della costa anatolica che si insinua tra Cos e Rodi. Questa antica città, (i cui cospicui resti ho visitato nel 2002) aveva due porti, uno commerciale e l'altro (protetto da torri e da una catena che ne sbarrava l'ingresso) militare. Sulla collina, in alto per chi entrava nei porti, era visibilissimo il tempio di Afrodite...dove si trovava la celebre statua di Prassitele...talmente bella e conturbante che il tempio era a Tolos (colonnato circolare) probabilmente senza la cella, ma protetta da cancelli, così che ognuno potesse godere della vista del capolavoro. Le fonti narrano che nei suoi pressi venivano sorprese persone che praticavano l'onanismo...mentre ammiravano la statua. Ancora si sostiene che numerosi frammenti siano stati ritrovati da archeologi inglesi e illecitamente esportati (corrotto il Pascià turco locale), sarebbero ancora custoditi nel Caveau del British Museum. Tornando a Lipara, anzi all'odierna Lipari, la sua acropoli, direttamente a piombo sul mare, è uno dei luoghi più belli e suggestivi del mediterraneo. C'è ancora la cinta di mura, rimaneggiata nei secoli...ma una torre greca del III sec. a.C. fa ancora bella mostra di se. All'interno della cinta vi sono chiese, scavi archeologici, stupendi panorami visibili, giardini ed un museo d'arte e cimeli antichi tra i più godibili ed interessanti. Dall'Acropoli sono visibili le strutture portuali che erano e sono due...come nella madrepatria Cnido, e il centro della città con il suo dedalo di viuzze. Il tutto è una vera magia! Ma non importa gran che a nessuno...o quasi, su cento persone che sbarcano...forse 10 visitano l'acropoli, gli altri tutti a fare il giro dell'isola e un bel bagno...magari nelle spiagge di pomice. Poi se ne vanno...senza nemmeno chiedersi cosa potrebbbe esserci dietro quelle antiche mura...alte sul porto. Che ne dici Arthas...tu che sei un antico cavaliere! Oops...mi sono fatto prendere la mano, la notte alta favorisce la reminescenza di simili visioni...e malinconie. Se avete avuto la pazienza di leggermi...ve ne sono grato. Un caro saluto a tutti gli amici. Piakos1 punto
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