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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/22/10 in tutte le aree
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Avevo deciso di non rispondere a questa discussione per ovvi motivi. Non l’ho fatto quando se ne parlava bene e non volevo farlo ora che, giustamente, giungono delle critiche. Ma il post summenzionato non riporta una critica, ma un’accusa, semplice e diretta. Mi vedo quindi costretto a rispondere mio malgrado, più che per difendere il MIR per difendere me stesso. Vengo additato per aver scopiazzato e per essermi preso lodi e meriti che non mi appartengono. Posso accettare una critica (come tra l’altro già mi è stata mossa) sul fatto che non ho citato alcune fonti. Ma tengo a sottolineare che le monete da me indicate nel MIR sono state messe in vendita in autorevoli case d’asta italiane ed estere (e molte di esse poi mi hanno autorizzato a pubblicarne le foto), quindi non mi pare di aver “scopiazzato” nulla a qualcuno. Se la moneta passa in vendita in un’asta, non posso ad andare a cercare tutto ciò che in precedenza è stato scritto su di essa e menzionarlo, non si sarebbe più trattato di fare il MIR, ma un trattato di Bibliografia. Il MIR Napoli, seguendo gli altri volumi della stessa collana, ha la particolarità di essere di semplice consultazione; riportare per ogni moneta le sue molteplici varianti, una eventuale fonte o relativa bibliografia sarebbe stato fare una monografia per ogni moneta. Caso mai mi si può accusare di essere stato poco scientifico non avendo menzionato le fonti non perché ho “copiato” qualcosa a qualcuno che ripeto non è avvenuto parlando di monete passate in asta pubblica, ma per non aver dato la possibilità al lettore/collezionista del MIR di approfondire alcune tematiche. Per quanto riguarda “lodi e meriti” che io mi sarei attribuito (dove???) forse dovremmo parlare di demeriti visto che ho “copiato” e riportato SOLO poche righe in una nota, ma ripeto che le note provengono da passaggi d’asta e sono pronto a fare il mea culpa nei casi in cui mi sia dimenticato di citare una fonte, ma da questo ad essere accusato ingiustamente ce ne corre. Poi se così fosse stato, permettetemi, sarebbe stato anche ingenuo da parte mia infatti chiunque avrebbe potuto dimostrare che una notizia su una moneta non è merito mio menzionando l’articolo o la fonte da cui è stato preso, quindi lungi da me la malafede. Il mio merito/demerito sta nell’ aver cercato di fare un lavoro disponibile per tutti e di facile consultazione e nel cercare di riportare notizie e curiosità nel minor spazio possibile. Questo può piacere o non piacere, è normale ed è giusto che sia così ma, mi ripeto, essere accusato di aver “scopiazzato” non lo accetto. Chi mi conosce sa che sono disponibile e pronto a dare una mano a tutti (nei limiti delle mie competenze ovviamente) quindi invito Gioacchino65 a tornare a parlare di monete e del MIR in modo costruttivo. Invito inoltre chiunque si sia sentito in qualche modo leso da quanto da me scritto di segnalarmelo tranquillamente in modo da darmi la possibilità innanzitutto di scusarmi, e poi se ci sarà la possibilità, di citare la fonte in un aggiornamento dell’opera. Voglio fare un’appunto. Per me la Numismatica è passione, non mi da mangiare, anzi toglie tempo alla mia famiglia, ma mi piace parlare di monete, come immagino molti di voi, altrimenti non sareste qui a leggere. Ma sempre più spesso noto interessi occulti, segreti da custodire gelosamente… io non così, quando mi è stato chiesto ho sempre dato senza problemi, ma quando io ho chiesto (e per compilare il MIR HO chiesto) spesso mi è stato risposto picche argomentando scuse assurde (però poi caso mai mi è stata richiesta una copia omaggio). Una volta parlando con un vecchio Numismatico che ora non c’è più mi definì uno “all’antica”, mosso dalla passione più che dagli interessi personali. Forse fu troppo gentile, ma io mi ci ritrovo in questa definizione. Quindi per il bene della Numismatica e della monetazione napoletana ben vengano le segnalazioni per migliorare l’opera, e per dare a Cesare quel che è di Cesare, ma non accetterò più attacchi alla mia persona da persone che non conosco personalmente e che si nascondono dietro un nik. Davide Fabrizi.3 punti
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mi sembra piu` 1629 che 1625 comunque vale tra i 5 ed i 15 euro e una moneta comune ciao1 punto
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Posso dirti solo questo: "German States-Bavaria (Bayern), Maximilian I (1598-1651), 2 Kreuzer, 1625, Munich Mint M . C . P . R . V . B . D . S . R . I . A . E . F * Spade-shaped Bavarian arms in inner circle . SOLI . DEO . GLORIA . Globus cruciger inscribed with denomination, date above Rolled flan 18mm, 1.01g, Silver Mintage: Unknown" Saluti1 punto
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lasciando perdere alcune osservazioni dei moralisti duri e puri, unici dententori della moralità e dell'onestà a tutti i costi, vorrei fare alcune semplici osservazioni: 1. se la normativa è chiara i controlli sono benvenuti; faccio un esempio: se agenti delle forze dell'ordine ci fermano alla guida e ci sottopongono al test dell'etilometro nessuno deve risentirsi, anzi dobbiamo sperare che ne facciano sempre di più: il valore soglia è chiaro e definito, o si è sopra o si è sotto. 2. se la normativa non è chiara, allora le cose si complicano: magari ti sequestrano tutte le monete, invece che una soltanto, anche se hai tutte le ricevute, magari vieni trattato come un tombarolo ecc. 3. mi sembra che chi esegue i controlli o i sequestri obbedisca ad un ordine, e non agisca spontaneamente 4. chi emette l'ordine, se lo fa in base ad una normativa confusa, può prendere delle grosse cantonate, magari in assoluta buona fede. E allora, al di là delle stucchevoli affermazioni dei puri per definizione, l'unica via percorribile è quella che stanno seguendo centurioneamico, bizerba e quanti con loro collaborano, nel cercare di definre bene la normativa, come molti altri hanno fatto. E allora sì che i controlli saranno sempre benvenuti, perchè saranno nell'interesse di tutti, tranne di chi la legge la viola o la elude consapevolmente.1 punto
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Buongiorno, da come pone le sue critiche sig. Gioacchino, non posso giudicare quanto giustificate visto che ancora non sono riuscita a vedere l'opera del mio carissimo amico Davide e comunque non ho la minima esperienza su quel tipo di monetazione, quindi parlo soltanto della forma e non della sostanza, sembra quasi che l'uscita della stessa le dia molto fastidio, si legge un po' troppa animosità nei suoi messaggi, come mai? Penso sia una cosa normale, quando uno fa ricerche, raccogliere notizie da altri libri ed articoli, l'ìimportante, come si fa normalmente, è riportarne la fonte nella bibliografia, se le notizie provengono da passaggi in asta non è necessario riportarli tutti. Se volesse cortesemente precisarci quali sono i passaggi che le hanno suscitato tanta delusione e le varianti mancanti a cui si riferisce ne saremo tutti molto contenti penso, anche perchè le potremmo fare i nostri complimenti per il suo colpo d'occhio notevole, visto che ha detto di aver scorso velocemente solo una sessantina di pagine. La richiesta di Alberto circa una sua collaborazione alla nuova edizione, che sicuramente seguirà a questa, trova il mio pieno consenso, e sono sicura quello di tutti, quindi aspettiamo di essere illuminati dalla sua partecipazione attiva e costruttiva a questa discussione ed in seguito alla nuova edizione del MIR. La ringrazio per le spiegazioni che vorrà darci, Giovanna. :) P.S.-chiedo scusa ad Alberto, ci siamo sovrapposti, ma leggo con piacere che abbiamo le stesse idee in merito all'argomento :D1 punto
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Finalmente ! Dopo tanti complimenti, finalmente una critica. Non che questa mi trovi concorde, sia chiaro, ma bisogna ammettere che sono le critiche quelle che fanno crescere, non i complimenti. Non posso che raccogliere l'auspicio di una seconda edizione meno imprecisa e farlo mio. Perché ciò avvenga, però, bisogna che lei, gioacchino65, condivida le sue conoscenze con l'autore, Davide Fabrizi, o la seconda edizione (che potrebbe arrivare anche a breve, viste le vendite) vedrà la luce ancora priva di quelle varianti e tipologie a lei note. Sono sicuro inoltre che Davide sarà ben felice di confrontarsi con lei e di argomentare le eventuali scelte che in taluni casi hanno decretato le esclusioni lamentate. Detto questo voglio chiarire un paio di cose che mi sembrano doverose nei confronti di quanti hanno lavorato alla stesura del "MIR Napoli", autore in primis. A me il libro piace, e molto. Trovo che incarni pienamente lo spirito di questa collana: in una veste essenziale (non ci sono le foto a colori, é vero, ma ditemi quale opera di questa fascia di prezzo le possa vantare) e "minuta" (formato non proprio tascabile, ma almeno trasportabile) sono presenti contenuti degni delle opere maggiori.Nello specifico i collezionisti di monete napoletane, ad oggi, hanno potuto contare su testi certamente importanti, dal Cagiati al Corpus Nummorum ed infine al ricercatissimo Pannuti e Riccio, ma alcuni di questi sono ormai obsoleti, altri poco pratici e comunque tutti molto più difficili da reperire. Il MIR nasce con lo scopo di fornire uno strumento di facile consultazione, di formato "umano", pratico nell'impaginazione foto/testo e completo di indicazioni commerciali (rarità e prezzi), oggigiorno richiestissime. Il tutto ad un prezzo di copertina che é di gran lunga inferiore a quello delle opere più "blasonate". Se a tutto questo aggiungiamo che ogni volume presenta moltissimi esemplari mancanti nei testi principali, e persino diversi inediti (in questo caso sono un centinaio le monete sconosciute al Pannuti e Riccio) mi vien da dire.....scusate se é poco ! L'autore ha apportato a mio avviso il suo contributo alla conoscenza della numismatica partenopea con una pubblicazione che, proprio per contenuti, si pone un gradino al di sopra anche dei succitati testi. Sicuramente non ha detto la parola definitiva, ma non era certo nelle sue intenzioni farlo.1 punto
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Non voglio certo erigermi a difensore dell'autore e dell'editore, sanno benissimo farlo da soli. Tuttavia la critica mi sembra ingrata. Il vecchio proverbio che dice "solo chi fa sbaglia" è sempre attuale, ma se tutti avessimo paura di sbagliare, di non essere esaustivi e di non raggiungere la perfezione, il mondo finirebbe. Davide ha avuto il coraggio di cimentarsi e di confrontarsi con i mostri sacri della letterattura numismatica napoletana. da Cagiati a Bovi, da Prota a Pannuti-Riccio, come io ho cercato di colmare il vuoto lasciato dopo Gnecchi e Ciferri. Ebbene i refusi sono dietro l'angolo, le omissioni anche: quanti degli uni e delle altre sono state evidenziati in testi "sacri" come il CNI, il Muntoni, ecc., senza che la loro auctoritas sia stata mai messa in dubbio. Per quanto riguarda la scelta in bianco e nero, credo sia una scelta editoriale, anche per contenere il prezzo di copertina (noi tutti sappiamo quanto costano le riproduzioni a colori), e anche qui i precedenti illustri sono quasi tutti in bianco e nero, come lo sono e lo sono state alcune prestigiose riviste e periodici di numismatica. Ovvio, la critica è libera - ci mancherebbe altro - ma le stroncature assolute andrebbero emesse più cautamente e, soprattutto, più argomentate.1 punto
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Effettivamente, confrontando l'esemplare che ci hai sottoposto con altri visti su cataloghi, si evince che la peculiarità del tuo è non tanto il segno di zecca "in sé", quanto il fatto che sia apposto piuttosto in basso, a ridosso della legenda in campo, mentre sovente è apposto più in alto, tra le due corone di lauro, e quasi illeggibile nella maggioranza dei casi per gli scempi delle cesoie degli "affilatori", per tosatura, ovvero per semplice usura... Di certo questi segni di zecca ben visibili nel campo sono rari su queste monete. Sul catalogo Varesi "Civitas Neapolis" ne ho trovato uno che presenta la croce potenziata sotto la legenda, ed è valutato di estrema rarità. Ma i vecchi testi che ho io, più di tutti il Pannuti-Riccio, non prestano grande attenzione a queste varietà. Puoi vedere diversi esempi di questi segni di zecca (rosetta, puntini, croce) apposti più in alto su queste belle foto pubblicate da Francesco Di Rauso nel suo sito: http://www.ilportaledelsud.org/images/sud/monete/f3_01.jpg Per approfondimenti, ti rimando alla pagina generale: http://www.ilportaledelsud.org/monete_vicereame_b.htm Lo stesso segno di zecca risulta certamente molto più visibile su numerosi carlini di Filippo II e III del tipo FIDEI DEFENSOR. Se passa di qui l'Autore, di certo saprà dirti molto più di me, e correggermi se necessario.1 punto
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Salve Giollo, non sono affatto esperto di monetazione del periodo vicereale spagnolo, però sento di poter affermare che quella crocetta rappresenta un "segno di zecca", ossia uno di quei segni di riconoscimento interni all'organizzazione dell'officina che permettevano di identificare i cugnatori, ossia gli operai addetti alla coniazione, onde evitare le frodi che pure erano state molto frequenti in passato. Il Corpus, al vol XX descrive tre esemplari (nn. 436-37-38, p. 227) che presentano la stessa caratteristica della tua (corona annodata in basso e chiusa superiormente da una crocetta). Il Cagiati pure ne riporta alcuni con la crocetta, ma è ambiguo sulla sua precisa collocazione nel campo. Queste crocette variano anche nel numero dei globetti che le affiancano. In alternativa, si può trovare una rosetta ovoidale, un'aquiletta, una croce potenziata, una torre, un certo numero di punti, diverse lettere, etc. Questi piccoli segni assumono carattere sistematico e valore "legale" (ai fini di eventuali processi) solo a partire dalla riforma della Zecca napoletana del 21 gennaio 1623, con Filippo IV, con cui si tentava di ridare prestigio alla zecca dopo gli scandali che avevano travolto già dai tempi di Carlo V i Maestri di zecca Ram e Ravaschieri, e dal fallimento dell'introduzione del bilanciere. Da questo momento a ciascun "cugnatore" viene affidata una pila con un caratteristico segno che distinguerà le monete da lui coniate dalle altre. Secondo Giuseppe De Sopo, prima di questa data, i moltissimi segni apposti sulle monete, come quello sulla tua, la cui origine è misteriosa, probabilmente servivano soltanto a distinguere i diversi conii e ad identificare la zecca stessa. I primi risalgono all'epoca della direzione di Marcello Gazella (1515-28) ed è frequente imbattersi in segni del tutto analoghi (particolarmente la rosetta allungata) sui grandi moduli d'argento di Carlo V, Filippo II e Filippo III. La crocetta con numero variabile di puntini è molto frequente anche sui mezzi ducati dello stesso sovrano, ma raramente ben visibile perché posta sotto il busto del re, in un punto che di frequente si presenta molto lesionato. Ricordo che Francesco Di Rauso ci ha regalato un bell'articolo sui segni in questi mezzi ducati su PN, e ne presentava uno inedito con la torretta. Mi pare che un abstract dell'articolo sia anche presente sul suo sito... Purtroppo credo si sia ancora molto lontani da un censimento esaustivo e preciso di queste infinite varietà di conio. Ma certamente gli esperti sapranno dirti molto di più.1 punto
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Nessuno di questi interessanti interventi ha preso però in considerazione l'aspetto dal punto di vista del commerciante. Adottare una scala valori ancora più dettagliata (lustro, rilievi, patina, colpi, graffi ecc. ecc.) aumenterebbe ancor di più il problema delle contestazioni. Sì, perché si vorrebbe comunque esprimere in maniera oggettiva ciò che oggettivo non é per sua natura.... La numismatica é l'unico settore del collezionismo/antiquariato dove lo stato di conservazione (o meglio il grado di conservazione che viene attribuito all'oggetto) riveste così tanta importanza e, sinceramente, in parte mi é ancora oscuro il perché siamo tutti così esasperatamente attenti a questo aspetto... Sarà perché essendo un commerciante sono abituato diversamente, ma quando mi propongono una moneta non mi interessa come la giudica il venditore: me la guardo con i miei occhi e deve piacere a me, dato che sono io a cacciare il grano.... Ci si trova invece a discutere se la moneta sia SPL o quasi o poco più e la esaminiamo con lenti che sembrano microscopi: "ECCO, QUI SI E' POSATA UNA MOSCA....NON E' PIU' FIOR DI CONIO"..... "Una rosa avrebbe lo stesso profumo, anche se si chiamasse in un altro modo", ma questo non sembra valere per la numismatica, dove una moneta viene "disprezzata" se classificata BB+, mentre trova più facilmente un acquirente se il venditore la propone come q.SPL Io spero sempre nella realizzazione di una macchina che esprima questa conservazione in maniera numerica: sarebbe la fine di tante discussioni.1 punto
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Vi ringrazio per i cortesi ed interessanti contributi. Come avevo anticipato...rassegno il mio modesto parere sul mercato delle monete pontificie legato al collezionismo. - Le monete papali sono, e non solamente a mio avviso, una delle raccolte, esteticamente e storicamente, più interessanti nell'ambito dell'intera numismatica; non mi stanco di ripetere che perpetuano la storia di Roma con innumerevoli richiami a quella tradizione iconografica, oltre che per l'uso del latino nelle epigrafi. - Malgrado quanto sopra, il notevole legame di questa monetazione con l'arte barocca - dal 1.600 al 1.700 (più o meno) - non le rende gradite a tutti. Tale arte, infatti, pur costituendo la prima espressione compiuta di modernità...non piace ancora molto. - Anche la presenza di iconografie sacre...non a tutti è gradita. Dai mangiapreti di bolscevica memoria...la Chiesa non sempre ha raccolto e raccoglie consensi. - Infine non è una collezione del tutto facile, è vasta e richiede - per essere goduta appieno - conoscenze storiche e storico-artistiche per un lungo periodo di tempo. Ergo, pur essendo un mercato che ha un richiamo internazionale, in Italia i collezionisti non sono numerosi...specificamente quelli disposti a spendere per le belle monete. Se vengono iniziate due o tre collezioni importanti...le quotazioni si impennano o si cosolidano e le monete subito si rarefanno sul mercato...poi con il tempo, gli entusiasmi vengono meno...le monete ricompaiono...le quotazioni vacillano. Credo che in questo momento, complice anche l'incertezza dominante, prevalga quest'ultima fase riflessiva che ho descritto. Per chi deve continuare a comprare...meglio così! Possiamo/potete approfittarne. :)1 punto
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il mio modo di acquistare papali sta proprio nel primo discorso del tuo ultimo intervnto piakos. io rinuncio a numerose monete papali proprio perche' tante volte aste e commercianti le propongono a prezzi che x me oltre che fuori disponibilita' sono anche molto spesso fuori prezzo ( sempre a parere personale ). cosi' porto a casa solo poche monete che comunque mi piacciono e credo di avere pagato bene in rapporto al prezzo/qualita' ( ovvio che non riesco a comprare pezzi dal SPL in su....). e si purtroppo succede di perdere delle occasioni ( le monete le ritrovi tra 3-5 anni ad un 20-30% in piu' ), ma non e' sempre solo cosi'. comunque da un lato anche questo e' il bello di una collezione di monete: inseguire, tentare e certe volte pentirsi.... ma che ci possiamo fare ? x quanto dici sul prezzo della piastra di papa pignatelli io penso che si e' certamente molto bella ma ritengo 2500€ un prezzo finale non medio o buono, potendoli spendere quei soldi lo farei ma non sono sicuro al 100% di comprare molto bene.... e x quanto riguarda la rarita' del testone di papa corsini certi prezzi da te menzionati e che nelle aste si sono visti li ritengo abbastanza esagerati.... ma che prezzo dovrebbero fare certi testoni ( paolo III da varesi, si bruttino ma davvero R3 o i testoni di innocenzo X che non si vedono quasi mai da molti anni ? ), o vogliamo giustificare al di la di quanto detto piu' e piu' volte qui nel forum ( e tutto sommato giustamente ) che oltre la legge di mercato della domanda/offerta certi prezzi e valutazioni sono giustificate sempre e comunque perche' monete barocche del 6-700' sono tra lo SPL/FDC ? io personalmente non sono sempre d' accordo e lascio che vadano, altre monete simili o che mi danno comunque grande soddisfazione ne trovo ( magari mi piacessero meno monete, riuscirei a risparmiare molti euro.... ). saluti1 punto
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OPPORTUNE RIFLESSIONI SUL PROBLEMA DELLE IMITAZIONI NEL MERCATO NUMISMATICO. Premessa. Forse sono stato frainteso. Non sono per niente ottimista...tutt'altro. Pensavo anzi di essere stato un tantino pessimista. :D L'aggettivo pessimista con il sorriso...sembra un ossimoro. Merito. Numerose tipologie di falsi sono stati immesse negli ultimi 15 anni (più o meno) tra le monete classiche. Tra le greche, anche da prima. Ciò ad arricchire le tipologie già presenti sul mercato da sempre. Gli aurei romani sono una monetazione a forte rischio d'imitazione...non parliamo dei solidi. L'oro in genere è il metallo che meglio si presta per l'arte del falsario. Tra le medievali nulla so. Le pontificie dalla fine del 1600 a Clemente XII sembrerebbero "quasi" immuni...le piastre e le mezze piastre non sono facili per il falsario: crepature e difetti del metallo, patine originali inimitabili, colorazione dell'argento particolare, uno stile barocco che - ove imitato - diventa immediatamente freddo. Gli altri periodi pontifici sono leggermente più a rischio. Il Regno fino a V.E. III è ben fornito...di falsi, anche se sembrerebbe abbastanza semplice individuarli. Il rinascimento è ben imitatto.. da sempre. Le moderne abbastanza. Ci possiamo fermare...ma solo per darci un taglio. L'elenco potrebbe essere meglio dettagliato. Non vedo ragione di ottimismo. A questo si aggiunge il rischio incombente di imitazioni sempre più sofosticate (dall'aspetto genuino) che periodicamente vengono immesse per testare il mercato. In questa discussione, chi volesse andare a ritroso, ne può ben vedere alcune. Non mi cimento a specificare i siti delle zecche note specializzate nell'imitazione, individuabili sul territorio (europeo, microasiatico ed asiatico), perchè sarebbe solo una cusiosità geografica priva di valore tecnico aggiunto. Posto quanto precede, il fatto che discussioni come questa vengano iniziate è di enorme utilità per gli utenti di questo Sito. Forse, mentre ognuno interviene, non ce se ne rende conto a sufficenza. Il dubbio è una delle leve del progresso dell'umanità. Senza il dubbio, l'esercizio critico e la libertà di esercitarlo e manifestarlo nelle forme opportune e lecite, si torna indietro. I tempi che corrono sono sotto gli occhi di tutti: lo scientismo è in progress...il pensiero corrente regredisce (più o meno all'età del bronzo..e non è una butade del sottoscritto). Per cui, cari amici, solo per tali motivazioni...questa discussione meriterebbe di essere almeno alimentata... all'infinito. Ma l'uomo è un essere dal carattere molto complesso e dalle singolari reazioni...negli ultimi anni tende a chiudersi nel proprio...nessuno vuole portare la bandiera ed ognuno tende a salvare o gestire ciò che gli appartiene, informazioni comprese...magari solo per una sorta di pigrizia e disincanto. Quanto precede significa, per definizione, fare il gioco del "nemico". Punto. Il fatto che in discussioni come questa nessun esperto, o latore di esperienze, intervenga...per mettere in comune le proprie informazioni è: - cosa perniciosa; - una prova provata di quanto sopra espresso; - un motivo di forte demotivazione. Quando il numero deglli appassionati potenziali acquirenti e dei collezionisti (già relativamente poco numeroso se in italia si parla di circa 10.000 persone omnia) diminuirà sino a dimezzarsi...o peggio, sarà troppo tardi. Ma in Italia siamo così: troppo attenti al particulare. Fonte: Guicciardini e Machiavelli. Gli storici inglesi, chissà perchè, si entusiasmano a scrivere corposi libri su queste nostre peculiarità...per loro singolari al limite dell'incomprensibile. Conclusioni. Un commerciante americano...noto agli operatori del settore...che da qualche tempo non vedo più frequentare l'ambiente numismatico pubblico...qui in Italia, così diceva già una decina di anni or sono: non c'è l'autentico e non c'è il falso...solo ciò che si vende e ciò che non si vende. :( Ecco, con questa massima che raggiunge vertici filosofici degni di Eraclito di Efeso...e nel contempo è una lezione di pragmatismo anglosassone, abbiamo finito. :)1 punto
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anche a me l han detto parecchie volte. :lol: anche se posso sembrare scortese , cerco solo di aituare chi si avvicina alla numismatica , e di cercare di indirizzarli. francamente mi sarei aspettato un po piu di aiuto da parte di gente che ha esperienza numismatica nel cercare di sensibilizzare i nuovi collezionisti. tante volte ho avuto conversazioni con chi sosteneva che aveva fatto un affare pagando 1000 o 2000 euro per euro commemorativi , monaco , serie repubblica e cosi via. poi col tempo si sono accorti di aver preso fregature e hanno lasciato la numismatica perche si sono sentiti fregati e si sono sentiti polli. questo tipo di atteggiamento e nocivo alla numismatica , perche quei pochi che hanno mostrato interesse poi lasciano ed il nostro hobby va in declino. chi vuole avvicinarsi al collezionismo lo fa mettendo assieme monete senza curarsi del valore venale che possano avere e senza quest ossessione al FDC . chi invece parla di cifre cosi alte lo fa per investimento (o speculazione) e in secondo piano per collezione , e sicuramente euro , repubblica , sanmarino e cosi via non sono un buon investimento (come han gia scoperto in molti) siccome io , te ed altri abbiamo un po piu esperienza cerchiamo di sensibilizzare le persone. se volete collezionare repubblica fate pure , ma senza l ossessione del valore , se volete collezionare monete da investimento compratevi monete d oro , non serie commemorative. sicuramente un domani almeno riprenderete i vostri soldi. la collezione delle divisionali repubblicane l ho fatta anch io , ed e cosi che mi sono appassionato alla numismatica , ma l ho fatta senza spenderci una fortuna perche amavo le monete , non perche un domani pensavo di rivenderle e guadagnarci , anzi la mia prima collezione ce l ho ancora e ogni tanto la guardo per ricordare i momenti felici che mi ha dato , ricordo ancora la gioia quando dopo 5 anni di ricerche ho trovato la 50 lire del 1960 dalla circolazione (l unica che ho trovato). poi secondo me e molto piu utile avere un parere negativo che tenta di farti aprire gli occhi piuttosto di cento che invece ti dicono bravo bravo senza farti capire dove sbagli (e magari hanno anche secondi fini).1 punto
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Quoto e concordo con l'interessante ed intelligente ipotesi del Guzzetta. L'ipotesi che identifica con Phalantos, dal periodo tardo arcaico e sino alla metà del V sec. a.C., il personaggio a cavallo del delfino, è quella che ha maggiore probabilità di essere veritiera...per motivi di ordine logico, storico, iconografico, meglio indicati e sviscerati in questa discussione dagli altri amici già intervenuti. A sostegno dell'identificazione con Fhalantos è possibile evidenziare che la derivazione del toponimo non necessariamente deve derivare dall'eroe eponimo Taras, poichè non è da escludere l'etimologia dal nome del fiume Tara, oppure dal termine sanscrito taranta-h (cioè "mare"). E' altresì verosimile e non peregrina la teri del Guzzetta su quotata. Le sponde del mediterraneo costituivano un mondo mercantile molto sofisticato che già in epoca arcaica aveva identificato quel mare interno come un insieme di itinerari navali complessi e molto frequentati...almeno da aprile alla metà di ottobre...tempeste e venti permettendo. In tali autostrade liquide, per ogni città importante era di rilievo la facile identificazione della propria valuta o moneta...che assumeva spesso la veste di mezzo di pagamento internazionale. Per cui è molto probabile che l'iconografia che vede il personaggio sul delfino, noto nei quattro angoli del mare interno, non abbia potuto o dovuto subire variazioni...anche quando tale fosse stata l'intenzione dei tarantini. Quindi per risolvere il problema quale migliore soluzione che modificare gli attributi e la simbologia: il Kantharos e Dioniso, il tridente da associare a Poseidone...e tutto va a posto...Falanto..nel tempo muta senza cambiare...diventa altri od altro...la moneta èsempre quella a testimoniare la potenza della Polis.1 punto
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Dovresti controllare meglio. La legenda di dritto è diversa, così come l'anno. Claudio I Dattari 140 = TIKΛAYKAI CεBACΓεPMA, mentre la moneta di gpittini ha AYTOK MAPK OΘΩNOΣ KAIΣ ΣEB (Otho) L'anno di Claudio I Dattari 140 è I = 10, mentre la moneta di gpittini ha A = anno 1 La moneta di gpittini NON è quella che indichi (così come non può essere la 141, anno IA, perchè ancora una volta la legenda di dritto dell'esemplare postato NON è di Claudio I). A mio avviso è stata alterata la legenda del dritto per creare un tipo non noto per Otho. Luigi1 punto
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