A prescindere dai consueti sfoghi, da quanto appare da questa "operazione" saltano agli occhi alcune considerazioni e la prima è l'enfasi della pubblicizzazione. L'ufficiale dei carabinieri era palesemente inesperto e nel servizio era supportato da un civile non identificato, ma altrettanto inesperto. Le monete, su un tavolo, erano sì e no un centinaio e quella mostrata in primo piano era un sesterzio imperiale BB scarso, le altre (inquadrate solo a campo lungo) sembravano denari e medi bronzi. L'ufficiale dei carabinieri e il civile parlavano di monete che spaziavano dal periodo greco al medievale e dicevano che la commercializzazione avveniva tramite ebay. Il tutto presentato come se si trattasse di un crimine. Ora, sappiamo che praticamente la totalità di queste "operazioni" finisce con la restituzione delle monete al proprietario. Questo, e proprio perché non ho dubbi sulla buona fede degli inquirenti, è indice di una profonda ignoranza della normativa da parte degli inquirenti stessi. Se leggete il dibattito sul forum di ebay, su un caso diverso, questa ignoranza emerge lampante: il carabiniere dice al collezionista che avrebbe sequestrato tutte le monete, anche quelle comperate sul mercato americano "perché in America non esistevano romani o bizantini e quindi quel patrimonio va riportato in Italia". Un'assurdità concettuale, perché allora bisognerebbe sequestrare tutto quanto di italiano c'è nel mondo. Ammesso e non concesso che la provenienza di monete romane o bizantine sia l'Italia. E ammesso e non concesso che il loro ritrovamento in Italia sia successivo all'attuale normativa sul reperti archeologici. Questa ignoranza comporta un modus operandi preciso: le forze dell'ordine arrivano da un collezionista perché cercano una specifica moneta (quella oggetto dell'indagine) e sequestrano un'intera collezione. Segno che ai loro occhi il possesso di monete costituisce una notitia criminis. Basterebbe sequestrare la moneta oggetto dell'indagine con tanto di identico avviso di garanzia per gli stessi reati. O, al limite, sequestrare l'intera collezione affidandone la custodia allo stesso collezionista, inibendo così la vendita fino a indagini concluse. Certo, poi non si potrebbero fare quelle belle conferenze stampa (e chi scrive è un grande esperto in materia), ma qui si investe un altro problema non da poco: chi legittima le forze dell'ordine ad attribuire reati prima che questi siano stati accertati dal magistrato giudicante? Urge una riforma. E non solo del collezionismo numismatico.