Vai al contenuto

Classifica

  1. piergi00

    piergi00

    Guru


    • Punti

      1

    • Numero contenuti

      26217


  2. bizerba62

    bizerba62

    Utente Storico


    • Punti

      1

    • Numero contenuti

      5918


  3. orlando10

    orlando10

    Utente Storico


    • Punti

      1

    • Numero contenuti

      2890


  4. gigi1961

    gigi1961

    Utente Senior


    • Punti

      1

    • Numero contenuti

      254


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/12/10 in tutte le aree

  1. Buon giorno a tutti. In altra discussione di questa piacevolissima sezione del forum, fortemente voluta dal nostro curatore elledi, mi riservavo di postare un intervento con il quale intendevo smentire la tesi dell'amico FDC, secondo cui il cataloghi riportano sempre le tirature ufficiali delle monete emesse. Prima di affrontare questo arduo argomento, intendo presentare ai lettori le “credenziali” sulle quali ho costruito il mio ragionamento, in modo da consentire a tutti di formarsi un proprio convincimento sulla questione esaminata ed, eventualmente, di proporre valutazioni antitetiche alle mie. Volevo poi anche precisare, a scanso di equivoci e come peraltro già ho scritto in altra discussione, che non intendo affatto dimostrare che i cataloghi riportino sempre dati inattendibili ma solo che, in alcuni casi, non vanno presi alla lettera. Le fonti: Per argomentare la mia tesi mi sono avvalso dei “processi verbali” redatti in occasione della Conferenza monetaria della U.M.L. svoltasi a parigi nel 1876; più precisamente, ho utilizzato il processo verbale relativo alla 1° seduta che ebbe luogo a Parigi il 20.1.1876 (giovedì). A rappresentare l'Italia erano presenti il Direttore della Zcca di Milano, Commendator Baralis e il primo segretario della Legazione italiana a Parigi, Ressman. I nostri delegati depositano due documenti (distinti come annesso "F” ed annesso “G”) relativi a: che costituiranno parte integrante del verbale della seduta e saranno ad esso allegati. Esaminiamo il primo dei due "annessi", che è sottoscritto da Direttore generale del Tesoro dell'epoca P. Scotti (il secondo annesso lo posterò alla fine dell'intervento per Vostra conoscenza, ma è ininfluente ai fini di quanto qui ci interessa): Dalla lettura dell'annesso "F" rileviamo che nel periodo 1866-1874 le coniazioni auree del Regno d'Italia da 100 e da 50 Lire ammontano a complessive £. 81.750. Il dato non è conferente con quanto riportato dai Cataloghi attuali. Prendendo, a mò di esempio, il Catalogo Gigante 2010 (ma potremmo anche prenderne un altro a caso), notiamo come le coniazioni auree di monete da lire 100 e da Lire 50 nel periodo riportato dall'annesso F riguardino esclusivamente la battitura, nel 1872 di nr. 661 pezzi da Lire 100, per un totale complessivo di £. 66.100.- In base all'annesso “F”, nel periodo in esame (1866-1874), vi sarebbe stata la battitura ufficiale di monete da Lire 100 o da Lire 50 (la tabella, purtroppo, non distingue fra i due nominali) per ulteriori L. 15.650 e dunque, in termini percentuali, un'emissione aurea ufficiale, non riportata dal Catalogo, di oltre il 23%! Del tutto divergente risulta essere il dato delle emissioni auree della moneta da lire 20 con millesimo 1875, che l'annesso “F” riporta per un ammontare complessivo di L. 2.244.440 (pari a 112.222 pezzi) mentre il GIGANTE indica in nr. 51.018 pezzi, per un importo complessivo di L. 1.020.360. In questo caso, la differenza fra i due dati è molto consistente, in quanto risulta essere di 61.204 pezzi da L. 20, pari a L. 1.224.080. Concludo questo intervento fornendo un ulteriore elemento documentale a riscontro dei dati sopra forniti e che si colloca in un momento storico di molto successivo a quello in cui fu redatto l'annesso "F". E' la solita tabella tratta dal Libro di Federico Marconcini del 1929 (pensate, introvabile in Italia, l'ho scovato in una libreria nei pressi di Dublino....!) che conferma l'emissione dei marenghi con millesimo 1875 riportata nell'annesso "F" (pur arrotondando il dato a Lire 2 milioni e duecentomila). La circostanza che questa tabella sia stata pubblicata nel 1929 dovrebbe consentirci di affermare, con ragionevole certezza, che eventuali demonetazioni di monete auree, relative al periodo temporale riportato dall'annesso F, alla data di pubblicazione del libro del Marconcini sarebbero state già registrate e dunque mi sentirei di escludere che le minori tirature riportate dai cataloghi siano il risultato di postume demonetazioni (che, a questo punto, dovrebbero essere comunque successive al 1929!). Però, se disponete di documenti che dimostrino questa eventualità, siamo qui per vederli. Vi devo, in chiusura, anche l'allegato G. sulla demonetazione di monete d'oro e d'argento degli antichi Stati italiani dal 1862 al 1875. Anche questa è una tabella molto interessante (e sopratutto...ufficiale). Attendo, naturalmente, anche la replica di FDC.............. B) Saluti. Michele
    1 punto
  2. Ciao Augusto, io andrei con i piedi di piombo a giudicare in positivo o in negativo queste sigle. Propongo a tutti di fermarsi e riflettere a mente fredda. A prima vista, non mi sembra una marcatura posticcia, si dovrebbe riflettere sullo stile dei caratteri rapportati al resto della moneta, se mi dai qualche giorno saprò risponderti meglio. Ho notato a prima vista che nell'incanalatura delle lettere c'è una patina omogenea al resto della moneta. D'altra parte debbo però dirti che è pur vero che un buon artista/orafo di oggi può far di tutto su una moneta senza che nessuno scopra l'inganno, specialmente con le tecnologie moderne, con i tempi che corrono ci si inventa di tutto. Non cantiamo vittoria mai prima di aver combattuto comunque. Ecco perchè ti invito a mostrare la moneta da vicino la moneta ad un tuo amico numismatico di fiducia affinchè venga confermata l'autenticità delle sigle. Se sei della Campania o dintorni dovresti mostrarla all'anziano Giuseppe de Falco o il figlio Alberto numismatici dal 1920 che hanno un negozio a Napoli. In genere sono persone che dispensano consigli a giovani numismatici in maniera del tutto disinteressata e sicuramente potranno esserti utili.
    1 punto
  3. Del tutto divergente risulta essere il dato delle emissioni auree della moneta da lire 20 con millesimo 1875, che l'annesso "F" riporta per un ammontare complessivo di L. 2.244.440 (pari a 112.222 pezzi) mentre il GIGANTE indica in nr. 51.018 pezzi, per un importo complessivo di L. 1.020.360. In questo caso, la differenza fra i due dati è molto consistente, in quanto risulta essere di 61.204 pezzi da L. 20, pari a L. 1.224.080. Questa volta il Gigante non ha sbagliato del tutto nel suo catalogo ha semplicemente omesso un dato non essendo il 20 Lire 1875 M mai apparso ;) Cosa che non ha fatto il Catalogo Montenegro L' allegato F postato da Bizerba e' corretto ma contiene un dato globale della coniazione annuale del 1875 dei 20 lire Questo prospetto come la tabella del Lefevre postata da me tempo fa non considerano i dati suddivisi per zecca http://www.lamoneta....post__p__585938 A pag. 839 del volume La circolazione monetaria in Italia del Carboneri e' presente questa nota chiarificatrice : Delle monete da lire 20 pel valore complessivo di L. 2,244,440 , L. 1,224,080 vennero coniate a Milano e L 1,020,360 a Roma Ecco spiegata la divergenza dei dati del prospetto e quello del Gigante , mancante dei pezzi emessi dalla zecca milanese Probabilmente , secondo il Montenegro , il pezzo da 20 lire 1875 Milano , essendo sconosciuto, sara' stato coniato con altra data (Carboneri pag.839) Se questa probabilita' e' esatta , bisognera' aggiungere i 61.204 esemplari ad una delle date subito precedenti o subito successive
    1 punto
  4. Senz'altro interessante, grazie! :) Proprio perché in italiano il neutro non c'è, personalmente non credo sia necessario usare il maschile. Peraltro il dizionario della lingua italiana Devoto Oli riporta la parola "didramma" che a sua volta deriva dal latino "didrachma". Poi, se dovessimo inventare noi, oggi, una nuova parola potremo riprendere la "o" della desinenza greca "-on" e dire "didrammo"; ma visto che una parola già l'abbiamo ed ha una sua nobile tradizione non vedo perché da essa scostarsi. Hai ragione sul fatto che "didracma" non si ritrova in altre monete, però dal 1982 si preferisce la desinenza moderna "-es" all'antica "-ai", cosicché, da questa data in poi, nelle dracme troviamo appunto "drachmes". Dunque abbiamo l'uso di due desinenze e quello di una parola specifica, ma non un tentativo di recupero del duale. :P
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.